giovedì 9 ottobre 2025

Bosco delle Querce: prende forma l’ampliamento del Bosco delle Querce tra Seveso e Meda

Presentato lo studio del PIM: 15 ettari in più per contrastare la perdita di verde causata dalla Pedemontana


Il Bosco delle Querce di Seveso e Meda, luogo simbolo di memoria ambientale e polmone verde della Brianza, potrebbe presto crescere in estensione. Durante la Commissione Territorio del Comune di Seveso del 6 ottobre 2025, è stato infatti presentato lo studio elaborato dal PIM (Centro Studi per la Programmazione Intercomunale dell’Area Metropolitana) per l’ampliamento del Parco Naturale Regionale.

Un passo atteso da anni da associazioni e gruppi ambientalisti come Sinistra e Ambiente–Impulsi di Meda, Legambiente Seveso e Seveso Futura, che hanno sostenuto la proposta attraverso mozioni approvate sia dalla maggioranza sia dall’opposizione in Consiglio comunale.

L’ampliamento del Bosco delle Querce assume un valore strategico in un contesto pesantemente modificato dai lavori dell’autostrada Pedemontana Lombarda, che lungo le tratte B2 e C sta cancellando vaste aree verdi e frammentando ecosistemi consolidati.

La proposta di estensione considera due direzioni principali:

  • A ovest, nelle aree prossime a via Masciadri e via Redipuglia, dove è localizzata una delle Compensazioni Ambientali di Pedemontana (Progetto Locale 18).
  • A est, nelle aree libere lungo via della Roggia e via dei Vignee.

Lo studio PIM contempla complessivamente un’estensione di 169.400 mq. Sottratti i 2 ettari che verranno sacrificati per il passaggio della Pedemontana (con lo sbancamento e l’abbattimento di oltre 3.200 alberi), il parco passerebbe dagli attuali 43 ettari a circa 58 ettari.

L’ampliamento coinvolgerà aree già individuate dagli strumenti urbanistici vigenti:

  • Aree 1 e 2: destinate a compensazioni ambientali (PL18, art. 34 PGT);
  • Aree 3 e 4: classificate come “Parchi e Giardini” (art. 53 PGT);
  • Area 5: definita “Spazio Aperto di Compensazione ecologica-ambientale” (art. 33 PGT);
  • Aree 6 e 7: destinate ad attività agricola di interesse strategico secondo il PTCP (art. 6).


Per l’acquisizione dei terreni sono stati stanziati 1,78 milioni di euro, fondi che includono anche la quota di compensazione del Progetto Locale 19, legata al potenziamento (ancora ipotetico) della linea ferroviaria Saronno–Carnate.
Le aree ad est, considerate prioritarie, saranno oggetto di valutazione per determinarne il valore ai fini di eventuale esproprio bonario; molte delle superfici a ovest risultano già di proprietà comunale.

Inoltre, l’indennizzo di 910.000 euro per la perdita dei 2 ettari del Bosco sarà destinato a interventi di ripristino ambientale e creazione di nuovi habitat naturali.

Il Master Plan propone azioni mirate di:

  • messa a dimora di nuovi alberi e arbusti;
  • consolidamento dei prati esistenti;
  • creazione di piccole zone umide;
  • miglioramento complessivo degli ambiti boscati.

Per quanto riguarda la fruizione pubblica, il progetto prevede:

  • percorsi naturalistici e tematici con pannelli didattici;
  • punti di osservazione faunistica;
  • spazi di sosta e contemplazione;
  • percorsi sensoriali e olfattivi;
  • aree giochi, percorsi fitness e strutture didattiche all’aperto.

Gli ambientalisti sottolineano tuttavia la necessità di garantire che questi interventi non snaturino l’area, evitando un’eccessiva antropizzazione a scapito della naturalità.


Un elemento critico emerso riguarda il cosiddetto “Ponte Verde”, previsto in corrispondenza dell’attuale cavalcavia chiuso di via dei Vignee. L’opera, con una larghezza di appena 10 metri, non sembra poter garantire una reale continuità ecologica tra l’attuale Bosco e le aree di ampliamento a est, fungendo di fatto solo da passaggio ciclopedonale o di servizio.

La progettazione sarà a carico di Autostrada Pedemontana Lombarda, utilizzando fondi CIPESS destinati ai Comuni della tratta B2. Tuttavia, secondo gli ambientalisti, l’amministrazione comunale avrebbe dovuto spingere con maggiore decisione per l’avanzamento della galleria artificiale “Seveso”, che avrebbe permesso una connessione verde più ampia e funzionale.


Altro tema critico è la realizzazione della vasca di laminazione di Pedemontana, un manufatto in cemento che occuperà parte delle aree potenzialmente integrabili nel parco.

La scelta di un’infrastruttura “rigida” e impermeabile, secondo le associazioni, compromette la possibilità di creare un habitat naturale integrato: la vasca, spesso vuota, non potrà ospitare forme di vita significative e rappresenterà un elemento estraneo al paesaggio naturale del Bosco.

Dopo la presentazione in Commissione Territorio, il Documento di Indirizzo e il Master Plan passeranno all’esame della Giunta e del Consiglio comunale di Seveso, poi a quello di Meda, per avviare l’iter in Regione Lombardia. Sarà necessaria una legge regionale per recepire l’ampliamento e trasformare l’attuale Parco Naturale in Parco Regionale, dotandolo finalmente di un Piano Territoriale di Coordinamento (PTC), oggi mancante.

Per le associazioni ambientaliste, la crescita del Bosco delle Querce non è solo una misura compensativa: è un tassello di una visione più ampia che guarda a una futura connessione con il PLIS GruBria e alla nascita del Parco Fluviale e Territoriale del Seveso.

“Per conservare le poche aree libere rimaste in Brianza serve una strategia ampia e coerente”, sottolineano da Sinistra e Ambiente. “Le compensazioni non cancelleranno il danno prodotto dalla Pedemontana, ma seguirne con attenzione la realizzazione è indispensabile per evitare che vengano snaturate”.

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