martedì 1 giugno 2010

Liberafiumi 2010 - Parte 9° - Captazioni e derivazioni

Parte 9 di 12
A cura di Andrea Agapito Ludovici, WWF Italia

E’ ancora il regio decreto 11 dicembre 1933 n.1775 che disciplina l'utilizzo delle acque pubbliche relative alle derivazioni d'acqua suddividendole i : a) grandi e piccole; b) superficiali e sotterranee e che prevede le modalità di concessione. Successivamente il trasferimento delle competenze alle Regioni ha determinato l'emanazione di leggi regionali specifiche che però hanno diversificato anche parecchio le modalità di concessione. Durante il censimento del 2 maggio, sono stati osservate numerosissime captazioni e derivazioni, come era ovvio; ciò che era meno ovvio è la riscontrata mancanza di deflusso minimo vitale a valle di molte restituzioni d’acqua o di sbarramenti o anche la mancanza di scale di risalita per pesci.
Nel tratto di ARNO censito sono state osservate alcune captazioni come quella dell'impianto idropotabile di Castelluccio-Buon Riposo (la concessione annua dovrebbe essere – secondo alcuni dati del 1993 - di circa 8 Mmc) e della captazione da parte di un impianto idroelettrico che sfrutta le opere di presa della ex-cartiera di Giovi (per il quale la concessione del 2007 indicava un massimo di derivazione pari a 10,8 mc/sec, con prescrizione di rilasciare in corrispondenza della briglia un Deflusso Minimo vitale di almeno 0,57 mc/sec e scala di risalita per i pesci prevista). In corrispondenza di queste captazione i volontari hanno notato il letto del fiume in magra piuttosto marcata che, considerando anche le piogge di quei giorni (pioveva anche il giorno del censimento!), era piuttosto strano; inoltre, non sono state rilevate opere per la risalita dei pesci.

A sx: Arno derivazione A dx: Savio captazioni

Anche in corrispondenza di un altro impianto idroelettrico poco più a monte, (loc. S. Martino), la portata era scarsissima e (come testimoniano anche i punti di campionamento della carta ittica di Arezzo) in secca anche nel periodo estivo, con quasi totale assenza della fauna ittica per isolamento dal resto dell'asta fluviale (anche qui non c'è scala di risalita pesci). A tal proposito le guardie volontarie del WWF Arezzo stanno facendo accertamenti; si tratta comunque di un problema ben noto per tutto il tratto alto del fiume e già segnalato lo scorso anno alla Provincia. Inoltre la scarsa portata del fiume contribuisce fortemente ad aumentare le conseguenze degli inquinamenti da scarichi civili e zootecnici.
Tra le captazioni le derivazioni per scopi idroelettrici destano una particolare preoccupazione perché sono ovunque in aumento. Ne sono state rinvenute diverse sul Biferno, almeno 5 alcune delle quali in costruzione.

A sx: Biferno (Molise) A dx: Sbarramento per centrale idroelettrica e derivazioni

Biferno: centralina in costruzione Biferno canale derivatore

Parte 10° - Biodiversità

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