giovedì 22 aprile 2021

ONLIT: le ferrovie deragliano sulle assicurazioni. Per applicare bene il Recovery Plan serve una riforma del settore

Dario Balotta, presidente Osservatorio Nazionale Infrastrutture e Trasporti

Non bastava far girare durante la pandemia pochi treni regionali, sporchi e in ritardo, e avere la quota di traffico merci più bassa tra le ferrovie europee, ma oneri delle forniture e operativi alle stelle. Ora Ferrovie dello Stato deraglia anche sui costi delle polizze assicurative dei manager. Il pagamento di un premio assicurativo per malattia di 1,59 milioni di euro ad un manager dimostra le condizioni di degrado in cui versa l’organizzazione interna delle FS. C’è voluto un whistleblower, un dipendente pubblico che ha segnalato alle autorità situazioni sospette all’interno dell'azienda, per far luce sulla situazione. Sembra che la figura del whistleblower, che da poco ha preso piede anche in Italia, abbia un particolare carico di lavoro nel settore ferroviario, dopo la denuncia delle spese pazze delle Ferrovie Nord che ha fatto azzerare  i suoi vertici nel 2016. Scarsi risultati, spese alte e fenomeni di mala gestione vanno superati  con una riforma complessiva del settore delle ferrovie, e con l’introduzione di meccanismi concorrenziali per rendere più trasparente ed efficace l’organizzazione produttiva. In particolare, si rende necessaria una vera e propria rivoluzione organizzativa, basata sul merito e non sul consociativismo, per rendere  debito “buono” l’enorme spesa, 27,9  miliardi di euro,  prevista dagli  investimenti del Recovery plan: che peraltro sarà in gran parte gestita, è bene ricordarlo, da un commissario delle FS,  rinviato a giudizio per la strage ferroviaria di Pioltello.

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