giovedì 23 ottobre 2025

Tratta B2 Pedemontana, i dati ARPA smentiscono la bonifica su due aree su tre

Lotto 1 della bonifica da diossina a Meda (situazione al 22/10/2025). Su buona parte dell’area più estesa il terreno contaminato è già stato asportato e sono state definite le celle di 25x25 metri, sulle quali ARPA eseguirà i campionamenti e le analisi chimiche in contraddittorio per il collaudo di bonifica.

a cura di Sinistra e Ambiente, Meda

Con un accesso agli atti, Sinistra e Ambiente–Impulsi di Meda, Legambiente Seveso, Seveso Futura, Passione Civica per Cesano, Altra Bovisio Masciago, Comitato Ambiente Bovisio Masciago e Cittadini per Lentate hanno ottenuto una prima serie di documenti — verbali, note tecniche e referti analitici — relativi alle iniziali attività di ARPA Lombardia, svolte a partire dal 21 maggio 2025, per il contraddittorio sulla fase di collaudo dell’avvenuta bonifica di alcune celle o aree sorgenti presenti all’interno dei lotti interessati dalla bonifica da diossine lungo la tratta B2 di Pedemontana.


I documenti descrivono i primi interventi in cui sia il soggetto incaricato della bonifica sia ARPA hanno acquisito campioni di terreno dalle superfici già oggetto di asportazione della porzione contaminata.
I campioni, destinati ad analisi chimiche, sono stati raccolti in tre aliquote:

  • Aliquota A: per le analisi chimiche assegnate al laboratorio di fiducia dell’impresa incaricata della bonifica;
  • Aliquota B: a disposizione di ARPA;
  • Eventuale aliquota C: per analisi in contraddittorio.

I risultati analitici determinano se sul fondo scavo e sulle pareti la concentrazione di diossine e furani rientri o meno nel valore di soglia stabilito dalla normativa.
Se il valore risulta sotto soglia, ARPA può certificare l’avvenuta bonifica della cella; se invece è ancora sopra soglia, la bonifica con asportazione del terreno deve proseguire fino al raggiungimento dell’obiettivo.

LA SITUAZIONE
Obiettivi di bonifica non raggiunti in due dei primi tre interventi

Tra le aree sorgenti del lotto 2-2A figura anche la n. 13, situata appena sotto la 2B della vasca di laminazione.

La comunicazione di ARPA è stata inviata alla Direzione Ambiente e Clima di Regione Lombardia, a Pedelombarda S.c.p.A., all’ATS della Brianza, alla società Autostrada Pedemontana Lombarda (APL), alla Provincia di Monza e Brianza e, per le relative competenze territoriali, ai Comuni di Seveso e Cesano Maderno.

L’AREA SORGENTE 13

Sull’area sorgente 13 del lotto 2 a Seveso, le analisi chimiche di diossine e furani relative ai sette campionamenti, comprensivi di quelli di parte, hanno mostrato il superamento del valore di soglia di 10 ng/kg per i siti ad uso verde pubblico/privato e residenziale (Colonna A delle CSC).
Per i tre campionamenti effettuati da ARPA, i valori analitici sono stati pari a 20,26 ng/kg, 33,21 ng/kg e 22,15 ng/kg.

Alla luce di tali risultati, ARPA ha dichiarato il non raggiungimento degli obiettivi di bonifica, restando in attesa della documentazione necessaria al prosieguo dell’intervento.
Durante l’attività in loco sono stati inoltre raccolti 38 campioni per l’area sorgente 9B.

L’AREA SORGENTE 44

L'area sorgente 44

Sull’area sorgente 44 del lotto 5, a Cesano Maderno, tutte le analisi chimiche effettuate sui quattro campionamenti (due di parte e due di ARPA) hanno mostrato il rispetto del valore di soglia di 10 ng/kg per i siti ad uso verde pubblico/privato e residenziale (Colonna A delle CSC).
Per i due campionamenti di ARPA, i valori analitici sono stati di 4,38 ng/kg e 1,33 ng/kg.
ARPA ha quindi formalizzato il raggiungimento degli obiettivi di bonifica.

L’AREA SORGENTE SC59.1

Sull’area sorgente SC59.1 del lotto 3, a Cesano Maderno, le analisi chimiche di diossine e furani dei due campionamenti effettuati hanno mostrato il superamento del valore di soglia di 10 ng/kg per i siti ad uso verde pubblico/privato e residenziale (Colonna A delle CSC).
Per il campionamento effettuato da ARPA è risultato un valore pari a 71,85 ng/kg.
Di conseguenza, ARPA ha formalizzato il non raggiungimento degli obiettivi di bonifica, restando in attesa di documentazione per il prosieguo dell’intervento.

Le note tecniche “per aree sorgenti” saranno successivamente richiamate nella Relazione finale per lotti.

NON CONFORMITÀ DEI LUOGHI

I verbali di sopralluogo e campionamento dei terreni segnalano anche alcune situazioni anomale, come quella riscontrata nell’area sorgente 30 del lotto 3, a Cesano Maderno, dove la presenza di un cumulo di rifiuti in corrispondenza di alcune celle ha reso temporaneamente impossibile ad ARPA procedere al prelievo dei campioni di collaudo.
Gli addetti alla bonifica dovranno inviare ad ARPA la documentazione preliminare alla rimozione del cumulo di rifiuti.

Nell’area sorgente SC59.2, il verbale evidenzia che “lo stato dei luoghi non risulta conforme al progetto approvato” e che ARPA “resta in attesa di comunicazione in merito al prosieguo”.

IL COMMENTO DI SINISTRA E AMBIENTE

Nonostante le difficoltà che incontriamo nell’ottenere in tempo reale la documentazione, a causa dell’indisponibilità di alcuni soggetti e organismi presenti al Tavolo, continuiamo con impegno, fatica e attenzione a monitorare la bonifica.
Come si evince dalla documentazione ufficiale, su alcune aree l’intervento dovrà proseguire, poiché l’obiettivo di restituire un suolo con valori di diossine e furani entro i limiti di soglia legislativi non è ancora stato raggiunto.

Per avere un quadro completo della situazione sarà necessario attendere che ARPA esegua i campionamenti e le analisi chimiche per il collaudo di bonifica anche sugli altri lotti in cui si è conclusa la fase di asportazione del terreno contaminato.
Per accedere a tale documentazione saremo ancora una volta costretti a defatiganti richieste di accesso agli atti.

Siamo inoltre in attesa di informazioni e documentazione sulle analisi di caratterizzazione in banco e sui piani di smaltimento relativi alle celle che si trovano ancora in questa fase di lavorazione.
Al momento, la società Autostrada Pedemontana Lombarda continua a non dare segnali concreti di effettiva trasparenza comunicativa e documentale.

"Incontri di Carta" a Galbiate: i libri si scambiano e l'ambiente ringrazia


Sabato 25 ottobre 2025 a Villa Bertarelli, Galbiate (LC) un evento gratuito promosso da WWF Lecco per dare nuova vita ai volumi usati

Libri che passano di mano in mano, storie che trovano nuovi lettori e un gesto concreto per l’ambiente. È questa la filosofia di “Incontri di Carta”, l’evento di scambio libri gratuito che si terrà sabato 25 ottobre 2025, dalle 15:00 alle 18:00, nella splendida cornice di Villa Bertarelli a Galbiate.

L’iniziativa, organizzata in collaborazione con il Parco Monte Barro e con il patrocinio del Comune di Galbiate, invita tutti gli amanti della lettura a partecipare a un pomeriggio all’insegna della cultura e della sostenibilità. Il meccanismo è semplice e virtuoso: ogni partecipante potrà portare fino a un massimo di cinque libri usati, purché in buone condizioni, e in cambio potrà sceglierne altrettanti da portare a casa con sé, per arricchire la propria biblioteca senza spendere un euro.

L’obiettivo è duplice: da un lato, si vuole incentivare la lettura e la circolazione del sapere; dall’altro, si lancia un forte messaggio ecologico, promuovendo la pratica del riuso e contribuendo a ridurre la produzione di rifiuti. Un libro scambiato è un libro salvato dal macero e un albero in più che non dovrà essere abbattuto.

“Siamo entusiasti di promuovere 'Incontri di Carta'”, dichiarano gli organizzatori “È un'iniziativa che sposa perfettamente la nostra missione: la tutela dell’ambiente attraverso pratiche sostenibili. Dare una seconda vita ai libri che altrimenti resterebbero a prendere polvere in soffitta o, peggio, finirebbero al macero, è un gesto semplice ma potente. Significa ridurre i rifiuti, promuovere il riuso e, allo stesso tempo, diffondere cultura e conoscenza. È la dimostrazione che la sostenibilità può essere un’occasione di incontro e arricchimento per tutta la comunità”.

L’invito è quindi esteso a tutta la cittadinanza. L’evento rappresenta un’occasione unica per liberare spazio sugli scaffali, scoprire nuovi autori e titoli in modo completamente gratuito e, soprattutto, compiere un’azione responsabile per il nostro pianeta.

Per maggiori informazioni e per consultare il regolamento completo dell’iniziativa, è possibile visitare la pagina dedicata all’evento sul sito ufficiale di WWF Lecco, all’indirizzo https://wwf.lecco.it/libri25.html.

lunedì 20 ottobre 2025

Alluvioni e fondi pubblici: ridefinire le priorità per proteggere Meda, Cabiate e Seveso


L’alluvione del 22 settembre ha evidenziato la fragilità del bacino del Seveso e del sistema idraulico locale: oltre 5 milioni di metri cubi di acqua e fango hanno attraversato la città di Meda, provocando danni diffusi a infrastrutture, abitazioni e terreni.

La gestione del rischio idraulico richiede oggi decisioni rapide, mirate e strutturate per garantire la sicurezza delle comunità e ridurre costi futuri. In questi giorni, Gianni Del Pero, geologo ed ex Presidente Delegato del WWF Lombardia, ha inviato una dettagliata analisi tecnica agli amministratori comunali del territorio, nella quale mette in luce criticità e propone una riallocazione più efficace delle risorse già disponibili.

Nel territorio sono stati predisposti progetti per la realizzazione di vasche di laminazione ad Alzate Brianza (capienza 200.000 m³) e a Mariano Comense (capienza 75.000 m³). Questi interventi risultano già finanziati per oltre 13 milioni di euro complessivi e sono finalizzati alla protezione degli abitati di Mariano e Carugo.

Tuttavia, come sottolinea Del Pero:

  • gran parte delle piene che hanno colpito Meda, Cabiate e Seveso nell’evento del 22 settembre si sono generate a valle delle aree in cui sono previste le vasche; pertanto tali bacini non intercetterebbero questi apporti idrici in caso di eventi analoghi futuri;
  • le opere progettate prevedono strutture in cemento armato molto costose che assorbono risorse significative pur proteggendo una porzione limitata del bacino;
  • altri comuni gravemente colpiti (Meda, Cabiate, Seveso, Cantù e altri) non dispongono di finanziamenti per interventi emergenziali o manutentivi.

Questa verifica induce a porre domande di efficacia e priorità: conviene spendere risorse ingenti per opere localizzate a monte, se le piene più dannose vengono prodotte a valle?

Del Pero suggerisce di rivedere l’impostazione dei progetti di Alzate e Mariano per ottenere risultati più ampi e rapidi. Le azioni proposte sono:

  1. Riprogettare le vasche per ridurre l’uso di strutture in cemento e valorizzare soluzioni di “laminazione naturale” (rimodellamento morfologico di aree già idonee), come già fatto nella Valle del Lura. Vantaggi: costi minori, tempi di realizzazione ridotti, maggiore compatibilità ambientale. Obiettivo: liberare risorse finanziarie già assegnate per destinarle a interventi urgenti a valle.
  2. Destinare parte dei fondi già stanziati a opere immediate nei comuni oggi esclusi dai progetti (Meda, Cabiate, Seveso), con interventi di manutenzione e piccole opere idrauliche ad alta efficacia.
  3. Integrare soluzioni “grigie” e “verdi”, cioè opere di consolidamento arginale e adeguamento dei ponti, insieme ad aree di espansione e riqualificazione fluviale.

La tabella seguente riassume i principali interventi attualmente previsti nel bacino, con i relativi importi e fonti di finanziamento:

 

Intervento Comuni Importo
lavori
Finanziamento
Area laminazione roggia Vecchia in via Santuario Alzate Brianza € 3.120.000 € 6.300.000
Argine roggia Vecchia a Sant’Ambrogio Carugo € 170.000 € 340.000
Sistema monitoraggio vasca esistente roggia Vecchia Carugo € 30.000 € 40.000
Argine roggia Vecchia via Luini / Caravaggio / Segantini Mariano Comense € 200.000 € 435.000
Area laminazione torrente Terrò - Cascina Cottina Mariano Comense € 1.170.000 € 2.620.000
Fitodepurazione scarico A7 Mariano Comense € 60.000 € 135.000
Protezione spondale Terrò su SP 32 Mariano Comense € 30.000 € 50.000
 

Per diversi comuni del bacino, Del Pero elenca interventi immediati e a basso costo, in grado di ridurre sensibilmente il rischio:

  • Manutenzione idraulico-forestale degli alvei (pulizia, rimozione ostacoli, controllo del trasporto solido);
  • Rialzo e consolidamento argini nei tratti critici (es. sponda sinistra del Tarò da Via Valseriana a Via Luigi Rho);
  • Aumento della luce dei ponti e dei sottoattraversamenti per favorire il deflusso e limitare i rigurgiti;
  • Sistemi di monitoraggio e allerta;
  • Laminazioni diffuse in aree come la Val de Mez, che intercettano le acque a ridosso dei centri abitati.

Questi lavori possono essere realizzati rapidamente e con spese contenute, a condizione che si proceda a una riallocazione dei fondi e a una semplificazione delle procedure.

Secondo Del Pero, i finanziamenti possono essere reperiti principalmente attraverso:

  • Riassegnazione dei fondi già stanziati per le vasche, riducendo le spese su strutture troppo costose e investendo in interventi diffusi;
  • Fondi emergenziali nazionali e regionali;
  • Accordi tra comuni del bacino per presentare progetti condivisi;
  • Cofinanziamenti e fondi europei per adattamento climatico;
  • Prioritizzazione: impiegare prima le risorse per manutenzioni e opere a massimo impatto.

Voce Importo Note
Totale importi lavori previsti € 4.780.000 Somma degli interventi principali
Totale complessivo finanziamenti assegnati € 9.920.000 Finanziamenti già disponibili
Quota utilizzabile per interventi alternativi ≈ € 5.000.000 Possibili risparmi da riprogrammare
Fondi mancanti per Cabiate, Meda, Seveso € 0 Nessun finanziamento previsto attualmente
Interventi urgenti in Val de Mez e alveo Tarò Modesti Costo molto inferiore ai 15 mln delle vasche

 

Oggi, 20 novembre, si riunirà il Comitato di Coordinamento del Contratto di Fiume Seveso (sottoscritto anche da Meda nel 2008), per verificare l’attuazione del Programma d’Azione 2024.

Il piano attuale prevede finanziamenti solo per le vasche di Alzate e Mariano, mentre le proposte di laminazione a Cabiate e Meda (Val de Mez) non hanno ancora copertura economica. Questo appuntamento sarà decisivo per ridefinire le priorità e sbloccare interventi urgenti a valle.
La riduzione del rischio idraulico nel bacino del Seveso non può basarsi su un’unica grande opera, ma su una rete di interventi coordinati, diffusi e tempestivi.

Documento integrale

Per completezza, pubblichiamo integralmente la lettera inviata da Gianni Del Pero agli amministratori comunali di Meda, contenente l’analisi tecnica e le proposte dettagliate.


Interventi Anti-Alluvione urgenti e indifferibili. Quali sono e come finanziarli. 

di Gianni Del Pero

Gent.mi Amministratori Comunali l'evento catastrofico del 22 settembre ha devastato la nostra Città. Leggo l'attenta analisi sviluppata dal nostro Sindaco Luca Santambrogio condivisa sui social e media con l'elencazione delle attività da intraprendere. Si ripone grande speranza nella realizzazione di vasche di laminazione ad Alzate e Mariano, auspicando che gli enti preposti si attivino tempestivamente per gli interventi di emergenza. Per alcune azioni si evidenzia la necessità di avere adeguata copertura finanziaria, anche per quegli interventi che sono di competenza del comune. Sottopongo alla Vostra attenzione e Intervengo qui su un punto fondamentale: le vasche di Alzate e Mariano che prevedono di invasare rispettivamente 200mila e 75000 mc per mettere in sicurezza i soli abitati di Mariano e Carugo (questo e' l'obiettivo dichiarato dei progetti predisposti che non si occupano della difesa idraulica di Cabiate, Meda e Seveso). La piena del Taro'-Terro'- Certesa del 22 settembre ha visto transitare nella nostra città oltre 5milioni di mc di acqua e fango, una quantità enorme anche perché gran parte degli apporti si sono generati nella porzione di bacino a valle delle vasche di Mariano che quindi anche in futuro non potrebbero intercettarle. I progetti di Alzate e Mariano sono già finanziati oltre 13 milioni di euro ma prevedono opere costosissime che comunque non serviranno né a risolvere né a mitigare i problemi di Cabiate, Meda e Seveso che attendono invece interventi urgentissimi come quelli effettuati in Val de Mez e quelli per la rimozione delle macerie degli argini crollati in alveo che saranno curati da AIPO. Non ci sono invece finanziamenti per altri interventi in nessuno degli altri comuni del bacino idrografico a partire da Meda, ma anche per Cabiate, Seveso e a nord-ovest a Cantù. 

Credo quindi che sia necessario rivedere il progetto ed il relativo quadro economico delle vasche di Alzate e Mariano e delle opere accessorie previste solo in quei comuni e a Carugo, per liberare risorse economiche già disponibili da spendere subito nei nostri comuni. Modificare l'impostazione progettuale rinunciando a costose opere in cemento armato a favore di un rimodellamento morfologico di aree già idonea alla laminazione (come è stato fatto nella Valle del Lura e come è già in progetto di fare a Cabiate e anche a Meda in Val de Mez) consentirebbe di risparmiare vari milioni di euro tra quelli già disponibili (e lo ripeto, sono finanziamenti già assegnati al nostro territorio) da utilizzare subito anche a Meda, oltre che negli altri comuni che sono al momento esclusi dalla progettazione di opere e interventi "Anti-Alluvione". 
 

A Meda sappiamo bene cosa serve e sappiamo ancor meglio che dobbiamo intervenire subito per la manutenzione idraulico-forestale dell'alveo del Taro' e delle Vallette anche bloccando il trasporto solido,per il rialzo arginale in sponda sinistra Taro' a partire da Via Valseriana a Via Luigi Rho, per l'aumento della luce dei ponti, per impedire il rigurgito e aumentare il deflusso a partire da quello di Via Luigi Rho. Pochi soldi rispetto ai 15 milioni impegnati per le vasche... Il 20 Novembre è convocato il Comitato di coordinamento del Contratto di Fiume Seveso (contratto che anche Meda ha sottoscritto nel 2008) per la valutazione dello stato di attuazione del programma di azioni approvato ad Ottobre del 2024 dove sono previste le vasche di Alzate e Mariano (Finanziate) e tra gli altri interventi anche due proposte di laminazione a Cabiate e a Meda, in Val de Mez (per le quali invece non sono previsti finanziamenti) Ringraziando per l'attenzione, certo che saprete adottare le decisioni più appropriate per la nostra Città. 


Viabilità in crisi nel quartiere Sant’Ambrogio di Seregno: “Siamo ostaggi dei passaggi a livello”

A sx: la coda lungo via Saronno. A dx: il passaggio a livello vie Saronno / Bottego / Sabatelli

Il Comitato di quartiere Sant’Ambrogio di Seregno torna a far sentire la propria voce con un duro post su Facebook che denuncia ancora una volta i problemi di viabilità che, da anni, affliggono la zona sud-ovest di Seregno. Una situazione ormai diventata ciclica e che sembra non trovare soluzione, segno – secondo il Comitato – di una scarsa capacità di intervento e di attenzione verso questa parte della città.

Uno dei nodi principali è quello della viabilità nord/sud ed est/ovest. Nelle ultime settimane, in particolare, la circolazione lungo via Saronno è stata fortemente compromessa a causa delle prolungate chiusure del passaggio a livello di via Bottego/Sabatelli, con conseguenti code chilometriche che si estendono fino all’imbocco con la Strada vicinale Merè Nord, nei pressi dell’area dove il Comune ha finalmente deciso – dopo dieci anni di trattative con RFI – di realizzare la rotonda di via Nazioni Unite. Tuttavia, al momento, mancano ancora informazioni certe sui tempi e sulle modalità di realizzazione, così come su altri interventi attesi nel quartiere: dalla ripavimentazione di Piazza Don Luigi Fari alla messa in sicurezza di Piazza Senses (il Chiostro), fino alla riqualificazione degli orti comunali di via Crocefisso.

Progetto della rotonda di via Nazioni Unite

Il Comitato ha inoltre monitorato i tempi effettivi di chiusura del passaggio a livello, evidenziando dati che parlano da soli:

  • Martedì 14 ottobre: addirittura un’ora e mezza, dalle 17:59 alle 19:31
  • Mercoledì 15: dalle 17:59 alle 18:25 (26 minuti)
  • Venerdì 17: oltre 50 minuti, dalle 18:00 alle 18:51

In diversi momenti, la barriera rimane abbassata per 7-8 minuti senza che transiti alcun treno. Una situazione che provoca non solo disagio, ma anche pericolo, considerando che la strada è molto stretta e non consente manovre alternative: chi vi si immette, spesso guidato dai navigatori, rimane letteralmente intrappolato.

Quartiere Sant'Ambrogio: l'area compresa nella forcella ferroviaria

Durante l’ultimo direttivo del Comitato di Quartiere, i residenti hanno espresso tutta la loro esasperazione, condivisa anche dagli automobilisti di passaggio. “Non si può continuare a rimanere sequestrati nelle proprie case o in coda per colpa di un sistema che non funziona”, denunciano dal Comitato. In attesa di una seria riflessione sull’intero nodo ferroviario a nord della stazione FS, la richiesta è chiara: ridurre le chiusure prolungate e garantire una mobilità sicura e continuativa per pedoni e automobilisti.

Questo blog segue da anni i problemi della viabilità del quartiere Sant’Ambrogio, proponendo anche soluzioni concrete per migliorare la situazione. Il grido d’allarme del Comitato mette in luce non solo i problemi di isolamento che caratterizzano questa zona incastonata nella “forcella ferroviaria” del Meredo, ma anche un deficit di attenzione nei confronti dei suoi abitanti.

Immagine tratta dal post: Trasformare un problema in opportunità: il Parco del Meredo come fulcro della mobilità di Seregno

Non tutta la responsabilità ricade sul Comune: molti disagi derivano dall’aumento della frequenza dei treni, un fatto positivo in sé ma che avrebbe dovuto essere accompagnato da interventi locali adeguati per mitigare gli effetti sul traffico. Tuttavia, anche il Comune non è esente da colpe: di fronte a una situazione così evidente e denunciata da anni, alcune soluzioni sulla viabilità andavano attuate con maggiore decisione e tempestività.

La sensazione, tra i residenti, è che si continui a navigare a vista, mentre il quartiere resta imbottigliato in un sistema viabilistico fragile e ormai al limite.

Puliamo Seregno con i comitati di quartiere


Sabato 25 ottobre 2025 Seregno recupera l'edizione seregnese di Puliamo il Mondo, la grande campagna di volontariato ambientale promossa da Legambiente in collaborazione con i Comitati di Quartiere.

L’iniziativa invita cittadini di tutte le età a prendersi cura degli spazi urbani e naturali, con un gesto concreto di pulizia ma anche di responsabilità collettiva. L’appuntamento è fissato per le ore 10.00 nei diversi quartieri della città:

  • Centro: piazza Risorgimento
  • Lazzaretto San Giuseppe: via Macallè, davanti alla Macelleria
  • Santa Valeria: parco Giovanni Paolo II
  • Ceredo: viale Tiziano, di fronte alle scuole
  • Sant'Ambrogio: parcheggio via Bottego – via Solferino
  • San Carlo: parcheggio scuola dell’infanzia, via San Carlo

Guanti e sacchi saranno distribuiti dai volontari: “Tu porta solo la voglia di fare!”, ricordano gli organizzatori.

Perché Puliamo il Mondo è importante? Ne parliamo con Fatima, presidente del Circolo Legambiente di Seregno


Sabato vi ritroverete nei quartieri di Seregno per Puliamo il Mondo. Cosa significa per voi questa giornata?

Puliamo il Mondo è un momento di cittadinanza attiva. Non è solo raccogliere cartacce: è prendersi cura del luogo in cui viviamo e, allo stesso tempo, ricordare che l’ambiente è una responsabilità collettiva. È un gesto educativo, soprattutto per i più giovani, perché fa capire che ognuno di noi può contribuire concretamente.

C’è anche un messaggio rivolto alle istituzioni?
Certamente. Non basta che i cittadini facciano la loro parte una volta l’anno: servono politiche coerenti e applicazione delle leggi. In Italia, per esempio, esiste già una norma – la Legge 221/2015 – che punisce l’abbandono dei piccoli rifiuti come mozziconi e scontrini, ma è praticamente inapplicata. Le multe non vengono elevate e i Comuni non rispettano l’obbligo di installare contenitori dedicati. Una legge giusta, ma che resta sulla carta.

Oltre ai rifiuti visibili ci sono problemi più nascosti, come quello delle microplastiche. Ce ne può parlare?
Sì, e sono molto preoccupanti. Pochi sanno che l’uso di fili di plastica nei decespugliatori rilascia continuamente micro e nanoplastiche. Inoltre, se prima dello sfalcio non vengono rimossi i rifiuti, bottiglie e sacchetti finiscono triturati in migliaia di frammenti. È un inquinamento silenzioso che nessuno monitora e che avrà effetti a lungo termine sull’ambiente e sulla nostra salute.

Dunque Puliamo il Mondo non è un punto d’arrivo, ma un punto di partenza?
Esatto. È un’occasione per agire insieme, ma deve servire anche a pretendere più responsabilità da chi amministra e gestisce i servizi pubblici. Non basta raccogliere, bisogna soprattutto prevenire e ridurre i rifiuti. Chi ama l’ambiente, lo protegge: non solo un giorno all’anno, ma ogni giorno.


👉 Appuntamento quindi a sabato 25 ottobre, ore 10.00, nei sei punti di ritrovo nei quartieri di Seregno. Un gesto semplice, ma che può fare la differenza se diventa parte di uno stile di vita quotidiano.

 


 

domenica 19 ottobre 2025

Seregno, l’ANPI ricorda le vittime di Gaza: letti i nomi dei bambini vittime del conflitto


Nel pomeriggio, dalle 14.30 alle 18, di domenica 19 ottobre 2025 si è svolta in Piazza della Concordia una toccante manifestazione organizzata dall’ANPI di Seregno, con l’intento di mantenere viva l’attenzione sulla situazione in Palestina e in Israele, ricordando in particolare le vittime più fragili: i bambini.


La presidente dell’ANPI seregnese, Maria Adele Frigerio, ha aperto l’iniziativa spiegandone il significato profondo: “Ci troviamo qui per continuare a porre uno sguardo e l'attenzione su Gaza e la sua popolazione. Siamo tutti sollevati del fatto che sul popolo palestinese sia cessata la pioggia di bombe che innumerevoli vittime ha prodotto. Altrettanto siamo felici che ostaggi israeliani e prigionieri palestinesi siano potuti ritornare alle loro case e alle loro famiglie. Non possiamo però non evidenziare che il cosiddetto piano di pace presenti molte carenze e lacune, che non coinvolgono e anzi escludono la formazione dello stato palestinese”.


Frigerio ha poi espresso la speranza che “con il tempo e con forza d’animo si possa arrivare al tanto agognato ‘due popoli per due stati’, che vivono e agiscono in pace l’uno con l’altro”.

L’iniziativa ha assunto un tono solenne e commovente nel momento in cui, per quasi quattro ore, volontari, soci dell’associazione, cittadini e rappresentanti delle istituzioni locali - tra cui il Sindaco Alberto Rossi e gli assessori Giuseppe Borgonovo, Federica Perelli, Laura Capelli e Bruno Sforna - si sono alternati nella lettura dei nomi dei bambini israeliani e palestinesi vittime del conflitto.


Nel suo intervento, Frigerio ha ricordato con forza alcuni dati drammatici:

  • 186.000 morti diretti o indiretti stimati, compresi gli ostaggi;
  • 67.000 morti confermati;
  • 790 attacchi a personale medico e volontari;
  • 270 giornalisti uccisi;
  • 1,9 milioni di palestinesi sfollati;
  • 92% delle abitazioni di Gaza distrutte.

“Leggo ora alcuni numeri, che però non sono solo numeri: dietro ognuno di essi c'è una persona, un essere umano come noi”, ha detto Frigerio, invitando tutti a immedesimarsi nel dolore delle famiglie colpite.

Ha poi fatto sua una citazione di Moni Ovadia, pronunciata il 13 luglio 2025: “State attenti al momento in cui finiranno le uccisioni, perché è lì che si prepara il progetto di smembrare e disarticolare il popolo palestinese. Quando termineranno gli orrori quello è il momento più pericoloso. È allora che bisogna dire e gridare una cosa sempre: decide per sé il popolo palestinese”.

L’evento ha rappresentato un gesto forte di memoria e solidarietà, sottolineando il ruolo attivo che la società civile può avere nel mantenere alta l’attenzione su questioni umanitarie spesso dimenticate dopo i riflettori mediatici.


Tuttavia, non è mancata una nota amara: molti cittadini di passaggio hanno mostrato indifferenza, proseguendo la propria passeggiata senza fermarsi, quasi estranei al momento di raccoglimento che stava avvenendo a pochi metri da loro. Un atteggiamento che lascia spazio alla riflessione, soprattutto davanti a un’iniziativa che voleva ricordare migliaia di vite spezzate nell’infanzia.

Nonostante ciò, la manifestazione dell’ANPI ha dato una testimonianza importante: quella di una comunità che, almeno in parte, sceglie di non voltarsi dall’altra parte, ma di farsi carico della memoria e della responsabilità collettiva. Un segno concreto di umanità e impegno civile, che merita di essere valorizzato.

سيريـنيو: ذكرى ضحايا غزة — ANPI

سيريـنيو: جمعية ANPI تُحيي ذكرى ضحايا غزة… قراءة أسماء الأطفال ضحايا الحرب

نص مترجم إلى العربية (بلهجة فلسطينية فصيحة) للاستخدام أسفل النص الإيطالي في المدونة

في مساء يوم الأحد 19 تشرين الأول/أكتوبر 2025، من الساعة الثانية والنصف حتى السادسة، أُقيمت في ساحة بياتسا ديلا كونكورديا في مدينة سيرينيو فعالية مؤثرة نظّمتها جمعية ANPI المحلية، بهدف إبقاء الاهتمام حيًّا تجاه ما يحدث في فلسطين وإسرائيل، مع التركيز بشكل خاص على الضحايا الأكثر ضعفًا: الأطفال.

افتتحت رئيسة فرع ANPI في سيرينيو، ماريا أديل فريجيرو، الفعالية بكلمة شرحت فيها المعنى العميق للمبادرة، قائلة:

"تواجدنا هنا اليوم علشان نواصل تسليط الضوء والاهتمام على غزة وأهلها. الكل مرتاح إنو القصف توقّف أخيرًا، بعد ما راح عدد لا يُحصى من الضحايا. وإحنا كمان فرحانين إن الأسرى الفلسطينيين والرهائن الإسرائيليين رجعوا لبيوتهم وعائلاتهم. لكن بنفس الوقت، لازم ننوّه إن خطة السلام المزعومة فيها كتير ثغرات ونواقص، وبتستثني بشكل واضح قيام دولة فلسطينية حقيقية".

وأضافت فريجيرو إنها بتأمل إنه:

"بمرور الوقت وبالقوة الداخلية، نوصل للحل اللي الكل بينتظره: شعبين لدولتين، عايشين مع بعض بسلام وتعاون".

وخلال الفعالية، صار الجو مهيب ومؤثر جدًا، لما المتطوعين وأعضاء الجمعية وعدد من الأهالي وممثلي المؤسسات المحلية – من بينهم رئيس البلدية ألبرتو روسي وعدد من أعضاء المجلس البلدي – تعاقبوا على مدار حوالي أربع ساعات على قراءة أسماء الأطفال الفلسطينيين والإسرائيليين اللي فقدوا حياتهم في الصراع.

وفي كلمتها، استعرضت فريجيرو بعض الأرقام الصادمة:

  • 186,000 وفاة مباشرة أو غير مباشرة (منهم رهائن)،
  • 67,000 وفاة مؤكدة،
  • 790 هجومًا استهدف طواقم طبية ومتطوعين،
  • 270 صحفيًا قُتلوا،
  • 1.9 مليون فلسطيني نازح،
  • 92% من بيوت غزة مدمّرة.

وقالت: "هالأرقام مش مجرد أعداد… ورا كل رقم في إنسان، في قصة، في حياة تشبه حياتنا"، ودعت الحضور يتخيّلوا الألم اللي بتمر فيه العائلات المتضررة.

واقتبست فريجيرو من موني أوفاديا، بتاريخ 13 تموز/يوليو 2025:

"انتبهوا للوقت اللي بتوقف فيه عمليات القتل، لأنه هناك بيتحضّر مشروع تفكيك الشعب الفلسطيني. لما تخلص الفظائع، هذا هو أخطر وقت. بهديك اللحظة لازم نرفع صوتنا ونقول دايمًا: الشعب الفلسطيني هو اللي بيقرر مصيره بنفسه".

الفعالية كانت رسالة قوية للتذكير والتضامن، وأبرزت الدور اللي ممكن يقوم فيه المجتمع المدني في إبقاء القضايا الإنسانية حيّة حتى بعد ما تخفت الأضواء الإعلامية.

لكن كان في ملاحظة مُحزِنة: عدد من الناس المارّين بالمكان مرّوا من غير ما يوقفوا أو يهتموا، وكأنهم مش شايفين اللحظة المؤثرة اللي صايرة قدامهم. تصرف بيستحق التأمل، خصوصًا قدّام فعالية هدفها تذكير العالم بآلاف الأطفال اللي راحت حياتهم.

مع ذلك، أظهرت فعالية ANPI إن في مجتمع ما زال بيختار إنه ما يشيح وجهه، بل يتحمّل مسؤولية التذكّر والموقف الإنساني. علامة واضحة على الإنسانية والالتزام المدني، تستحق التقدير.

sabato 18 ottobre 2025

No allo sci sul monte senza neve. Una lezione di buon senso dal San Primo

Guarda il servizio su TGR Rai

“No allo sci sul monte senza neve”
.
A volte, basterebbe davvero questo per chiudere la questione. Il titolo scelto dal Corriere della Sera (edizione Milano, 17 ottobre 2025) per raccontare la vicenda del Monte San Primo è talmente semplice e diretto da sembrare ovvio. Eppure, fino a pochissimi giorni fa, non lo era affatto.

Corriere della sera. Ed. Milano, pag.1, 17/10/2025

Per mesi - anzi, per anni - un progetto da oltre cinque milioni di euro ha previsto di riportare sul San Primo, sopra Bellagio, piste da sci e innevamento artificiale a quote comprese tra i 1.100 e i 1.200 metri. Una quota dove la neve non arriva più, e non da ieri. Eppure si voleva costruire laghetti artificiali, impianti di risalita, parcheggi e nuovi tracciati, trasformando i pascoli e le radure in quello che Andrea Galli, nell’articolo pubblicato a pagina 11 del Corriere, definisce senza mezzi termini “un luna park”.

Corriere della sera. Ed. Milano, pag.11, 17/10/2025

“Succedono cose strambe, sulle montagne lombarde. Ma magari non ne succederanno di ancor più strambe. (…) Sul piccoletto monte San Primo dove ovviamente non nevica mai, e da un pezzo, vorrebbero realizzarci impianti da sci. Vorrebbero. La Regione ha fermato il progetto.”


L’articolo di Galli, che porta in prima pagina la notizia e dedica un approfondimento interno, racconta con toni asciutti e pungenti la svolta avvenuta in Regione Lombardia il 15 ottobre. Durante un’audizione congiunta delle Commissioni Ambiente e Territorio, i consiglieri regionali hanno ascoltato le critiche e le osservazioni avanzate da associazioni ambientaliste e realtà territoriali, giungendo alla decisione di congelare l’iter del progetto e aprire a una sua revisione sostanziale.

“L’esito dell’incontro, che ha determinato un’apertura alla revisione del progetto, dunque congelando l’iter che al contrario sembrava inesorabile, è stato salutato dal Coordinamento Monte San Primo con largo sollievo. E forse pure una certa sorpresa. Si prende tempo, ci si ferma a ragionare, si amplia il margine d’azione per le 39 associazioni che formano il Coordinamento.”

Questa decisione non è banale. Perché arriva in un momento in cui la montagna lombarda - come gran parte di quella alpina - si trova davanti a un bivio netto: inseguire il passato, investendo soldi pubblici in un modello turistico che non regge più né climaticamente né economicamente, oppure ripensarsi in chiave sostenibile, valorizzando le risorse naturali e culturali senza forzarle.

Il Monte San Primo è simbolico proprio per questo: con i suoi 1.682 metri di quota, ma con i versanti sciistici collocati molto più in basso, è da decenni una zona dove la neve non garantisce stagioni regolari. Non è un caso se la stessa Regione Lombardia, negli ultimi anni, ha approvato documenti in cui si riconosce l’insostenibilità economica degli impianti sotto i 1.500 metri. E non è un’opinione: i dati climatici di ARPA Lombardia prevedono, al 2050, scenari con neve sempre più scarsa e temperature più elevate, tali da rendere impraticabile anche l’innevamento artificiale.

Costruire piste e cannoni da neve in queste condizioni non è “visione” né “sviluppo”: è accanimento terapeutico. È ignorare la realtà climatica per tenere in vita un modello obsoleto.

La vicenda del San Primo ha fatto rumore anche perché mette in discussione un riflesso condizionato molto diffuso: quello per cui “turismo invernale in montagna” significa automaticamente “sci”. Ma in un’epoca di cambiamenti climatici sempre più evidenti, continuare a investire risorse pubbliche per far finta che la neve ci sia quando non c’è più è una scelta che non sta in piedi, nemmeno economicamente.

Il titolo del Corriere coglie tutto questo in sette parole: “No allo sci sul monte senza neve”. Non è uno slogan, è semplicemente buon senso.

E buon senso, oggi, significa riconoscere che il futuro della montagna non passa dal replicare il passato, ma dal reinventarlo con intelligenza: escursionismo, turismo lento, valorizzazione dei boschi, dell’acqua, della biodiversità, della cultura locale. Tutto ciò che il San Primo, come tante altre montagne lombarde, può offrire naturalmente - senza neve artificiale e senza parcheggi in quota.

“Pace e bene, per intanto, in cima al monte”, conclude Galli. Ed è una chiusura perfetta. Non è una vittoria definitiva: è una pausa di riflessione. Ma è già molto che, per una volta, a prevalere sia stata la realtà.