mercoledì 17 settembre 2025

Bagliore verde: la Brianza immaginata da Alberto Casiraghy

Un invito a perdersi nei bagliori di una Brianza trasformata dall’arte, in un festival che mette in rete comunità, luoghi e immaginazione.

 

Non importa dove!
Non importa dove!
Purché sia fuori da questo mondo!
— Baudelaire


Dal 20 settembre al 28 settembre 2025, presso Villa Cusani a Carate Brianza, l’oratorio di Santa Maria Maddalena si trasformerà in un luogo nuovo e sorprendente: ospiterà la mostra “Bagliore verde”, dedicata alle opere di Alberto Casiraghy, artista, tipografo, editore, illustratore e aforista brianzolo. La mostra, curata da Anna Villa, rientra nel programma diffuso del festival Lambrada, che da giugno a ottobre anima cinque comuni della Brianza: Arosio, Briosco, Carate Brianza, Giussano e Verano Brianza.

“La strada che percorri in macchina ha perso tutti i suoi confini, un piccolo fiume marrone è esondato nei campi verdi della Brianza. Ed ecco il racconto di un cuoco giapponese, venuto in Italia, che quando ha visto la Brianza ha deciso di scriverla in ideogrammi: Bagliore Verde.”

È da qui che prende vita l’immaginario della mostra: un territorio che diventa segno, arcobaleno, ideogramma brianzolo.

“Dico casa perché ha un tetto… ma per il resto è un gran REBELÒT.” Così si presenta la dimora di Casiraghy. Un luogo che sembra raccontare che forse non serve davvero un tetto per avere una casa, come nel ricordo di quell’uomo che per quarant’anni visse senza, trovando però il tempo di coltivare la terra: verde, rigogliosa, più importante delle mura stesse.

Per questa mostra, una chiesa sconsacrata viene “abitata diversamente”. Tra i disegni e le installazioni fanno capolino animali reali e immaginari: un agnello che si ripresenta in un tratto, pesci rossi celebri, bestie appena nate, rinoceronti, maiali, gatti e topi. “E chi più ne ha più ne metta.”

Un piccolo mondo parallelo che invita a lasciarsi trasportare dal racconto, dal gesto dell’immaginare insieme.

“Come una balla di fieno può sfuggire (solo per il tempo della mostra) al ciclo dell’allevamento e diventare altro.” Così gli oggetti, gli animali e le storie incontrano nuove possibilità. È in questa tensione tra realtà e immaginazione che prende forma Bagliore verde.

La mostra porta anche la firma curatoriale di Anna Villa, 25enne di Brera, già coordinatrice di Paltacrea a Fornaci, che ha scelto di dare voce all’universo di Casiraghy con uno sguardo fresco e in dialogo con le nuove generazioni.

Informazioni

  • Inaugurazione: sabato 20 settembre 2025, ore 16
  • Date e orari: 21, 27 e 28 settembre 2025 – dalle 9:30 alle 12 e dalle 15 alle 18
  • Luogo: Carate Brianza, Villa Cusani – Oratorio di S. Maria Maddalena
  • Ingresso libero

lunedì 15 settembre 2025

Confine Meda–Seregno: la rotonda di Pedemontana mette a rischio il quartiere Ceredo


Nei giorni scorsi abbiamo parlato del progetto della nuova rotonda prevista tra via Einaudi e via Wagner (cliccare qui). Si tratta di un’opera inserita nel quadro dei progetti complementari alla Pedemontana, ma che sarà realizzata direttamente dai Comuni di Meda e Seregno.

Il progetto della rotonda. Via Einaudi è indicata a senso unico

Dalla documentazione emerge un aspetto tutt’altro che marginale: il tratto di via Einaudi compreso tra via Cadore e via Wagner è previsto a senso unico in direzione nord.

Oggi questa configurazione non crea particolari problemi, perché la tangenziale Meda–Seregno non è ancora attiva. Ma nel momento in cui verrà aperta, la situazione cambierà radicalmente: chi da Seregno vorrà immettersi sulla tangenziale sarà costretto ad attraversare il quartiere Ceredo, con un inevitabile aumento del traffico locale.

Il flusso del traffico con via Einaudi a senso unico
Il flusso del traffico con via Einaudi a doppio senso

Vale la pena ricordare che la tangenziale stessa è contestata sia dai residenti del quartiere Ceredo sia dall’amministrazione comunale di Seregno, che temono un incremento della circolazione. Al contrario, è sostenuta dall’amministrazione di Meda, che punta a ridurre i flussi interni al quartiere Polo. In questo contesto, i due Comuni – nel tentativo di anticipare Pedemontana – si sono assunti direttamente la progettazione e la realizzazione della rotonda.

E qui sta la contraddizione più grave: chi dovrebbe conoscere meglio il territorio e le sue dinamiche viabilistiche sembra non averle considerate affatto.

Ecco perché il ritardo nell’apertura del cantiere potrebbe avere un risvolto positivo: offre la possibilità di rivedere il progetto e trasformare via Einaudi in doppio senso nel tratto compreso tra via Cadore e via Wagner, così da evitare che Ceredo diventi un corridoio obbligato di attraversamento.

Per questo motivo rivolgiamo un appello diretto al Comune di Seregno, che ha in carico la progettazione: è necessario correggere questa scelta e aprire subito un confronto con il Comune di Meda per concordare la modifica.

Allo stesso tempo, invitiamo i residenti del quartiere Ceredo a farsi sentire: attraverso petizioni, osservazioni formali o incontri pubblici con l’amministrazione. Solo con una partecipazione attiva dei cittadini sarà possibile ottenere un progetto più equilibrato, che tuteli davvero la qualità della vita e non trasformi il quartiere in un semplice asse di attraversamento.

Successo per la 'Festa delle Api' di Ponte Lambro

Molta partecipazione ai vari eventi della manifestazione dedicata all'apicoltura presso Villa Guaita


Successo per la sedicesima edizione della 'Festa delle Api', tenutasi sabato 13 e domenica 14 settembre e organizzata dal Circolo Ambiente "Ilaria Alpi".
Nel weekend appena trascorso, moltissime persone hanno riempito il parco di Villa Guaita di Ponte Lambro: tanta partecipazione ai numerosi eventi previsti all'interno della Festa. Particolarmente apprezzate le visite agli alveari, in cui i bambini e gli adulti hanno potuto vedere coi loro occhi come se svolge la vita delle api, grazie al racconto degli apicoltori. 
Partecipatissime anche le varie attività dedicate ai bambini, dal teatro dei burattini, alle fiabe, ai giochi in legno, alle animazioni, queste ultime curate dall'associazione Tic Tac di Ponte Lambro.
La giornata di domenica è stata la più intensa di contenuti, con anche l'incontro dedicato al confronto tra 'Le città del miele' (l'associazione nazionale a cui aderisce anche il comune di Ponte Lambro), Slow Food e gli apicoltori locali.
Ovviamente il centro della Festa è stato il mercato locale dei mieli e dei prodotti agricoli biologici. 


Nell'ambito della Festa si è tenuta anche la premiazione del concorso letterario 'Emily Dickinson' - che ha raccolto oltre 100 componimenti - con la proclamazione dei vincitori, suddivisi tra bambini e adulti.
Molto apprezzata anche l'esibizione 'Musica spiccia' eseguita dal gruppo 'Baule dei suoni' di Alzese con Cassano.  

Vi sono stati anche alcuni incontri di approfondimento tecnico dedicati agli stessi agricoltori, sia professionisti che hobbisti, sulla gestione degli alveari. 


Soddisfatti i volontari del Circolo Ambiente "Ilaria Alpi" che hanno organizzato la manifestazione in collaborazione con il Comune di Ponte Lambro e con un gruppo di apicoltori del territorio. Si ricorda che l'obiettivo della 'Festa delle Api' è quello di far conoscere il mondo delle api, l'apicoltura e l'agricoltura biologica, anche attraverso la degustazione e vendita dei mieli e dei prodotti agricoli. Senza dimenticare le difficoltà per la vita degli alveari legate anche al cambiamento climatico.

 


 

venerdì 12 settembre 2025

La tangenziale di Pedemontana corre, la rotonda tra Meda e Seregno dorme

Una rotonda in alto mare,
chi la vedrà, non si sa…
Sono vent’anni che gira
tra i faldoni e la burocra…zia!

C’è chi aspetta Godot, e c’è chi aspetta la rotonda tra via Einaudi e via Wagner. A Meda e Seregno hanno scelto la seconda opzione.
Da oltre vent’anni il quartiere Ceredo vive con questa curiosa creatura urbanistica: una rotatoria “provvisoria” che ha superato di slancio governi, sindaci, e persino la fase pandemica, restando fedele al proprio nome: mai definitiva.

Nel frattempo, la tangenziale Meda-Seregno di Pedemontana – con i suoi cantieri titanici e le sue promesse bibliche – sembra vicina alla conclusione di un lotto cruciale. Ma la “sorellina minore”, la rotonda Wagner-Einaudi, è ancora lì, come un ospite che non sa mai se restare o andarsene.


Il rischio è che Pedemontana finisca prima e gli automobilisti del Ceredo si trovino intrappolati in un paradosso viabilistico: una tangenziale che vola veloce e un incrocio locale che arranca con new jersey scoloriti. Costruire la rotonda dopo la tangenziale significherebbe bloccare un quartiere già strozzato dal traffico, con la stessa logica di chi decide di ristrutturare il bagno il giorno del matrimonio della figlia.

Le amministrazioni di Seregno e Meda, dopo anni di promesse e firme di accordi “storici”, giurano che stavolta i lavori inizieranno davvero. L’impresa è stata assegnata, i cartelli sono stati affissi, il cronometro parte. Ma qui siamo in Brianza, non a Montecarlo, e la roulette gira lenta.

Morale: la rotonda c’è, ma ancora non si vede. E finché resterà in alto mare, gli automobilisti del Ceredo potranno solo fare giri a vuoto, reali e metaforici.

 

“Una rotonda in alto mare”

(sulla melodia di “Una rotonda sul mare”)

Una rotonda in alto mare,
chi la vedrà, non si sa…
Sono vent’anni che gira
tra i faldoni e la burocra…zia!

Promesse, firme e cartelli,
foto coi sindaci belli…
Ma all’incrocio Wagner-Einaudi
c’è sempre il traffico che va giù di là.

Una rotonda in alto mare,
tra Meda e Seregno sta,
la tangenziale finisce,
ma qui la rotonda non partirà!

giovedì 11 settembre 2025

Un fiume, tre nomi: escursione e racconti per riscoprire il torrente Certesa

Una visita guidata di qualche anno fa alle sorgenti più a nord del Terrò

Domenica 28 settembre sarà una giornata dedicata alla natura e alla memoria dei corsi d’acqua che attraversano la Brianza, grazie a un doppio appuntamento promosso da WWF Insubria e Teatro in-folio.

Il titolo dell’iniziativa, “Terrò Tarò Certesa – Tre nomi per un corso d’acqua da riscoprire”, richiama le molte identità di un torrente che ha segnato il paesaggio e la storia del territorio.

Il primo appuntamento è alle 15.00, con ritrovo nel parcheggio di via Vignazzola, all’incrocio con via Brennero e via Certosa a Meda (MB). Da lì partirà un’escursione guidata gratuita lungo il corso del torrente Certesa, nel cuore del Bosco delle Querce di Seveso e Meda.

La giornata proseguirà in serata a Cabiate (CO). Alle 21.00, presso il Teatro Karol Wojtyla di via Francesco Baracca 4, il geologo Del Pero condurrà una video-escursione virtuale dalle sorgenti del Terrò fino alla confluenza con il Tarò. Un racconto per immagini che permetterà di conoscere più da vicino i numerosi corsi d’acqua che attraversano la Brughiera Briantea e che alimentano il bacino del Seveso.

Partecipazione gratuita

Entrambi gli appuntamenti sono a ingresso libero, ma è gradita la prenotazione.
Per informazioni e adesioni:
📞 393 0363347
📧 teatroinfolio@mac.com

A spasso per Inverigo: il borgo nascosto di Cremnago svela i suoi segreti


Grande successo per l’iniziativa “A spasso per Inverigo: il borgo nascosto di Cremnago”, la passeggiata guidata tra storia, arte e natura organizzata dal Comune di Inverigo. L’evento, che si terrà a settembre, ha già riscosso un’ampia partecipazione: le visite di sabato 13 e domenica 28 settembre risultano già esaurite, mentre restano ancora disponibili alcuni posti per domenica 14 settembre alle ore 9.30.

Il percorso, della durata di circa due ore e mezza, accompagnerà i visitatori alla scoperta degli angoli meno conosciuti di Cremnago: dalla piazza chiusa medievale con la sua evoluzione urbanistica alle storiche ville Riva e Perego, passando per il suggestivo Lazzaretto e le antiche vie maestre. Non mancheranno curiosità e sorprese, come la via Cava e la Madonnina con gli orecchini, fino all’incontro con lo sconosciuto ma affascinante Castello dei Marchesi Citterio, risalente al XIV secolo.

📍 Il ritrovo è fissato in Piazza Vittorio Emanuele II, con partenza puntuale e obbligo di presentarsi 15 minuti prima. Si raccomanda l’uso di scarpe comode, adatte a percorsi sterrati. L’iniziativa non è accessibile a carrozzine o persone con difficoltà motorie, e si sconsiglia la partecipazione con animali al seguito.

🎟️ La prenotazione è obbligatoria tramite EventBrite 👉 comunediinverigo.eventbrite.com

Area ex Dell’Orto: è questa la rigenerazione che Seregno merita?

L'edificio ex Dell'Orto, vista da via San Rocco


Dopo la presentazione del dossier delle Acli (leggi qui e qui) analizziamo ora alcuni degli allegati tecnici che lo corredano. Non si tratta di appendici secondarie, ma di strumenti che permettono di verificare, punto per punto, la fondatezza della lettura critica proposta. Leggi, pareri tecnici, confronti con altri progetti: tutto concorre a mostrare che l’attuale Programma Integrato di Intervento (PII) sull’area ex Dell’Orto presenta più ombre che luci.

La legge regionale responsabilizza il Comune

Il primo allegato (A) richiama la cornice normativa fondamentale: la Legge Regionale n. 18 del 26 novembre 2019, “Misure di semplificazione per la rigenerazione urbana e territoriale”.

Il documento sottolinea come questa legge non attribuisca automatismi al privato, ma affidi al Comune un ruolo decisivo:
«Gli articoli principali della legge sono chiari: l’articolo 2 fissa gli obiettivi di fondo – rigenerare significa migliorare la qualità urbana, ambientale e sociale, contenere il consumo di suolo e favorire coesione. L’articolo 4 attribuisce ai Comuni la facoltà di individuare gli ambiti da rigenerare. L’articolo 5 specifica che i diritti edificatori non sono automatici, ma devono essere previsti dagli strumenti urbanistici vigenti e compatibili con essi».

Un passaggio chiave è poi l’articolo 8:
«Ogni intervento può essere subordinato a convenzioni, capaci di riequilibrare l’interesse pubblico con quello privato, imponendo opere, servizi, standard qualitativi e ambientali».

In sintesi: il Comune non è spettatore passivo. Al contrario, è chiamato a esercitare “piena responsabilità politica e tecnica”, affinché “l’interesse generale prevalga su quello particolare”.

Il parere tecnico ignorato

Il secondo allegato (B) riporta il parere della prof.ssa Elena Granata (Politecnico di Milano), redatto nel novembre 2024 su incarico del Comune.

Pur riconoscendo alcuni elementi positivi – come “l’abbandono dell’ipotesi dei due grattacieli isolati” – la relazione resta severa:
«Le riserve espresse riguardano in primo luogo l’eccessiva densità edilizia e l’impatto paesaggistico: le altezze previste alterano lo skyline del centro e la concentrazione volumetrica risulta sproporzionata rispetto al contesto già densamente abitato».

Sul verde, la valutazione è netta:
«La logica è ornamentale e condominiale: manca un vero verde pubblico con funzione ecologica e sociale, in coerenza con le linee del Piano Clima comunale».

Non meno pesante è la critica alla mancanza di edilizia sociale:
«La relazione evidenzia l’assenza di edilizia convenzionata o sociale, invitando esplicitamente a introdurre una quota di alloggi accessibili per rispondere alla crescente domanda abitativa delle fasce più fragili».

E infine, il nodo della partecipazione:
«Non meno rilevante è la totale mancanza di partecipazione civica: il parere chiede al Comune di aprire un percorso pubblico di confronto con cittadini e associazioni, ritenuto indispensabile per dare legittimità al progetto».

Una valutazione che non può certo essere interpretata come un “via libera tecnico”.

Agenda 2030: incoerenze evidenti

L’allegato D prende in esame la coerenza del progetto con la strategia “Seregno 2030 – Crocevia di Opportunità”, approvata dal Consiglio e dalla Giunta nel 2022.

Qualche segnale positivo c’è – “il riuso di un’area dismessa” e “la ristrutturazione della ex Biblioteca” – ma, scrive il documento:
«Prevalgono le incoerenze sostanziali. L’indice edificatorio dell’area, pari a circa 5 mc/mq, è superiore a quello di altri comparti cittadini e contrasta con l’obiettivo di qualità dell’abitare. Il verde previsto è frammentato e residuale, senza connessioni ecologiche e senza funzione di spazio pubblico urbano».

Sul fronte sociale, il giudizio è ancora più duro:
«Mancano alloggi accessibili, spazi civici e funzioni di welfare di comunità. Il progetto rischia così di rafforzare processi di esclusione e polarizzazione, in contrasto con i principi di equità e inclusione sociale».

Nemmeno la mobilità sfugge alle critiche:
«Non sono previsti percorsi ciclopedonali né collegamenti con il sistema urbano esistente, mentre le opere viabilistiche privilegiano l’accessibilità privata».

La conclusione è inequivocabile:
«Il progetto, pur muovendosi formalmente nel quadro normativo vigente, si rivela incoerente con la vision urbana delineata dall’Agenda 2030 Seregno e dagli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’ONU».

Il confronto con altri quartieri riqualificati

L’ultimo allegato (E) propone un raffronto con altri comparti di riqualificazione urbana: Trabattoni e Villa.

I numeri parlano da soli. All’ex Dell’Orto l’indice fondiario previsto è 5 mc/mq; a Trabattoni era 2,4 mc/mq, a Villa 3 mc/mq.

Le dotazioni pubbliche?
«Il progetto ex Dell’Orto prevede spazi estremamente ridotti per funzioni non residenziali (circa 350 mq complessivi)… A confronto, Trabattoni ha garantito 8.200 mq di biblioteca, 4.250 mq di giardino pubblico e una piazza di 1.200 mq; Villa ha previsto un giardino di quartiere, parcheggi pubblici e una quota di edilizia convenzionata».

Il giudizio finale è netto:
«Mentre nelle aree Trabattoni e Villa le trasformazioni hanno introdotto dotazioni pubbliche significative e un miglioramento complessivo della qualità urbana, l’intervento sull’ex Dell’Orto appare guidato prevalentemente da logiche speculative, con un ritorno pubblico minimo».

 

La posizione dell’amministrazione comunale

Sul progetto dell’area ex Dell’Orto l’amministrazione comunale ha più volte espresso la propria linea.

Il sindaco Alberto Rossi, in un intervento pubblicato su Facebook tre mesi fa (13 giugno 2025), ha ricordato che il Piano Integrato di Intervento oggi sul tavolo «è il progetto elaborato dal proprietario dell’area e dal suo staff progettuale ed esprime l’aspettativa dell’operatore privato». Per questo, ha sottolineato, le ambizioni del privato dovranno «conciliarsi con l’interesse pubblico, con la necessità di integrare il nuovo intervento con il quartiere, di prestare attenzione alla mobilità locale e di interpretare in modo corretto le indicazioni date dal Documento di inquadramento». Un percorso definito «non facile da raggiungere in un contesto urbano già molto denso», ma da affrontare «con rigore e serenità».

L’assessore all’urbanistica Giuseppe Borgonovo, intervenendo in questi giorni sulla stampa locale, ha giudicato il dossier Acli «sorprendente», perché a suo avviso «non coglie lo stato dell’arte: l’amministrazione ha già fatto osservazioni al soggetto attuatore». Pur riconoscendo che i contenuti del dossier «sono perfetti dal punto di vista accademico, direi una lezione di urbanistica», Borgonovo ha precisato che «non siamo in presenza di una pianificazione pubblica, bensì del progetto di un privato che ha tutti i diritti di edificare come prevedono le norme vigenti e la legge sulla rigenerazione».

Secondo l’assessore, il documento delle Acli sarebbe «disconnesso dalla realtà, perché con il privato si è fatto un passo avanti». La prima proposta della proprietà, infatti, non è stata accolta dal Comune, che ora «nella revisione del progetto si aspetta una risposta positiva sugli aspetti non secondari che abbiamo evidenziato». Resta però un punto fermo: «Non siamo nelle condizioni di mettere in discussione l’intero progetto, che non è il progetto del Comune, bensì del privato che opera con tutti i diritti del caso».
 

Nostro commento 
Il confronto tra le dichiarazioni istituzionali e il documento delle Acli mostra con chiarezza un diverso approccio al tema della rigenerazione urbana.

Da un lato, le Acli chiamano in causa la responsabilità politica del Comune, ricordando che la legge regionale attribuisce agli enti locali non solo il potere, ma anche il dovere di pretendere qualità urbana, equità sociale e sostenibilità ambientale. Per loro, il progetto ex Dell’Orto non è un destino già scritto, ma uno spazio di scelta politica.

Dall’altro lato, il sindaco Rossi e l’assessore Borgonovo interpretano il ruolo dell’amministrazione in modo più limitato: non tanto come regia capace di riscrivere le regole del gioco, quanto come mediatore tra le ambizioni del privato e le necessità della città. Il sindaco parla di un equilibrio “da ricercare con rigore e serenità”, mentre l’assessore sottolinea che “non siamo nelle condizioni di mettere in discussione l’intero progetto”, proprio perché si tratta di un’iniziativa privata prevista dalle norme vigenti.

Questa differenza di impostazione è cruciale: per le Acli siamo davanti a un banco di prova della capacità del Comune di orientare le trasformazioni urbane secondo gli indirizzi di “Seregno 2030”; per l’amministrazione, invece, il margine di manovra è più circoscritto, e si tratta di ottenere le migliori condizioni possibili dentro il perimetro normativo già definito.

La questione di fondo, dunque, rimane aperta: la rigenerazione urbana è un terreno di mediazione tecnica o un atto politico che decide il futuro della città?