sabato 28 giugno 2025

Diossina e misteri in autostrada: Pedemontana, la bonifica col silenziatore


Dietro i cantieri della Pedemontana Lombarda, lungo la tratta B2, si cela non solo la diossina sepolta nei terreni, ma anche un velo di opacità che rende difficile sapere davvero cosa accade sotto le ruspe. Ottenere informazioni sui lavori di bonifica, sui dati analitici e sui piani di smaltimento sembra, per associazioni e gruppi civici, una corsa a ostacoli fatta di documenti negati, risposte parziali e silenzi istituzionali.

Sinistra e Ambiente Meda, Legambiente Seveso, Seveso Futura, Passione Civica per Cesano, Altra Bovisio, Comitato Ambiente Bovisio e Cittadini per Lentate - tutte realtà impegnate a vigilare sul destino dei territori segnati dal disastro Icmesa - denunciano come la trasparenza promessa resti troppo spesso solo una parola. Nonostante la loro presenza nel Tavolo Permanente sulla Bonifica, molte informazioni vengono comunicate in ritardo o solo su esplicita richiesta di accesso agli atti, costringendo i cittadini a “scavare” quasi quanto gli escavatori in cantiere per ottenere chiarezza.

Il lavoro capillare di raccolta e analisi dei dati è stato compiuto proprio da queste associazioni, e di seguito riprendiamo e raccontiamo quanto hanno ricostruito sulla bonifica da diossina lungo la tratta B2 della Pedemontana.

Una delle aree sottoposte a bonifica

Criticità sulla trasparenza
 
Il principale nodo è la mancata consegna tempestiva di dati fondamentali. In particolare:
  • Risultati delle analisi chimiche di Caratterizzazione in Banco: Pedemontana ha comunicato che saranno pubblicati sul sito ufficiale solo entro la fine di giugno 2025, cioè a bonifiche già in gran parte concluse su molti lotti.
  • Piano degli Smaltimenti: negato alle associazioni perché contenente “dati sensibili sull’organizzazione di cantiere e sugli operatori”, e quindi riservato agli enti territoriali. Una motivazione contestata dalle associazioni, che ritengono la trasparenza un diritto imprescindibile.
Nonostante gli ostacoli, le associazioni e i gruppi civici hanno reperito e analizzato numerosi documenti, illustrando lo stato delle bonifiche in corso nei vari comuni interessati.

LA SITUAZIONE LOTTO PER LOTTO


Di seguito, una ricostruzione ordinata per comune e progressivamente per numero di lotto, basata sui dati emersi.

Comune di Seveso

Seveso. I lotti 2 e 2A

LOTTO 2 - Aree 6, 7, 8, 26B (via della Roggia)
  • Superficie: 5.854 mq
  • Volume asportato: 1.375 mc (pari a 2.160 tonnellate)
  • Profondità scavo: Top Soil (20 cm) su aree 6-7-8, fino a 1,20 m su area 26B
  • Diossine riscontrate: 11,9 - 92,76 ng/kg
  • Classificazione: Rifiuto non pericoloso (CER 17.05.04)
  • Destinazione rifiuto: Discarica per inerti (Tecnoinerti di Ghedi o Eredi Compagnia Nazionale di Cazzago S.M.)
LOTTO 2 - Aree 9B e 13 (via della Roggia)

Seveso: lotti 9B e 13
  • Superficie: 10.000 mq
  • Volume asportato: 1.932 mc (pari a 3.462 tonnellate)
  • Diossine riscontrate: 12,37 – 99,72 ng/kg
  • Classificazione: Rifiuto non pericoloso (CER 17.05.04)
  • Destinazione rifiuto: Discarica per inerti
  • Nota: l’area 9B coincide con la zona prevista per la futura vasca di laminazione al servizio dell’autostrada.
LOTTO 2A - Aree 14 e 28 (via dei Vignee)
  • Superficie: 11.000 mq
  • Volume asportato: 5.559,5 mc (pari a 10.007 tonnellate)
  • Profondità contaminazione: top soil (20 cm) area 14, fino a 50 cm area 28
  • Diossine riscontrate: 9,93 – 27,63 ng/kg (con un picco oltre 100 ng/kg nella cella D1 intermedio)
  • Classificazione: Rifiuto non pericoloso (ad eccezione cella D1)
  • Destinazione rifiuto: Discarica per inerti, salvo la porzione oltre soglia destinata a discarica per rifiuti non pericolosi
Stato generale a Seveso:
Non risulta ancora depositata documentazione relativa ad altre aree di intervento del Lotto 2 e Lotto 2A.

Comune di Cesano Maderno

LOTTO 3 - Aree SC64 e SC64.2

  • Superficie complessiva: 4.910 mq
  • Volume asportato: 982 mc
  • Diossine riscontrate: 33 – 92 ng/kg
  • Classificazione: Rifiuto non pericoloso (CER 17.05.04)
  • Destinazione rifiuto: Discarica per inerti (Servizi Srl tra Marano Vicentino e Thiene)
  • Nota: il Lotto 3 comprende in totale 25 aree sorgenti e 38 celle, ma per ora sono disponibili solo i dati di queste due aree.
LOTTO 3A - Aree 19A e 33 (via del Serraglio/Beato Angelico)

  • Superficie: 9.318 mq
  • Volume asportato: 4.320 mc (pari a 7.700 tonnellate)
  • Diossine riscontrate: 29,1 – 135,9 ng/kg
  • Classificazione: Rifiuto non pericoloso (CER 17.05.04)
  • Destinazione rifiuto: Discarica per inerti o per rifiuti non pericolosi a seconda dei valori specifici per cella
  • Approfondimenti: ARPA ha eseguito prelievi in contraddittorio (22 maggio 2025) su fondo scavo e pareti (totale oltre 60 campioni). Su alcune celle sono stati riscontrati anche superamenti per idrocarburi policiclici aromatici, comunque rimossi e smaltiti come rifiuto non pericoloso.
LOTTO 5 (via Alessandro Manzoni)

  • Superficie: 512,5 mq
  • Volume asportato: 102,5 mc
  • Diossine riscontrate: inferiori a 10 ng/kg
  • Classificazione: Rifiuto non pericoloso (CER 17.05.04)
  • Destinazione rifiuto: Discarica per inerti (Servizi Srl Marano Vicentino/Thiene)
LOTTO 6 (via Filippo Turati)

  • Superficie: 1.956 mq
  • Volume asportato: 391 mc
  • Diossine riscontrate: max 25 ng/kg
  • Classificazione: Rifiuto non pericoloso (CER 17.05.04)
  • Destinazione rifiuto: Discarica per inerti (Servizi Srl Marano Vicentino/Thiene)
Stato generale a Cesano Maderno:
  • Sul Lotto 3 manca ancora documentazione per numerose aree.
  • Sul Lotto 6 non risultano ancora programmati i collaudi ARPA per i campioni di fondo scavo.
Normativa di riferimento

I limiti per stabilire la destinazione del terreno scavato sono:
  • Disc. inerti: ≤100 ng/kg per PCDD/PCDF
  • Disc. rifiuti non pericolosi: ≤2.000 ng/kg
  • Disc. rifiuti pericolosi: ≤10.000 ng/kg
Tutti i valori riscontrati, salvo casi puntuali (come la cella D1 nel Lotto 2A), restano largamente sotto la soglia dei 2.000 ng/kg e vengono quindi gestiti come rifiuti non pericolosi.

Situazione generale

Rimangono ancora incompleti:
  • cantieri sui Lotti 1 e 4
  • dati di dettaglio su ulteriori aree di Lotto 2 e 2A
Le associazioni dichiarano di voler continuare a monitorare la situazione, chiedendo più trasparenza e una pubblicazione tempestiva dei dati, fondamentali per tutelare la salute pubblica e l’ambiente lungo il tracciato della futura autostrada.

venerdì 27 giugno 2025

Pedemontana, polveri e scavi: a Lissone la qualità dell’aria è fuori dal Comune


Si è acceso il dibattito ieri sera in Consiglio comunale a Lissone sulla mozione presentata dal Comitato Difesa Territorio, sostenuta da Vivi Lissone, Listone e Partito Democratico, per chiedere l’installazione di una centralina per il rilevamento della qualità dell’aria in zona Santa Margherita, tra scuole, asilo e oratorio.

La richiesta nasce dalla preoccupazione legata al futuro trasporto, movimentazione e stoccaggio di terre provenienti dagli scavi della Pedemontana, destinati a occupare aree sempre più estese lungo via Edison, ben oltre quelle già esistenti vicino alla scuola Rodari.


La domanda che molti cittadini si pongono è semplice: cosa respireremo quando questi lavori prenderanno il via, giorno e notte?

La maggioranza che guida il Comune ha però risposto che non servono nuove centraline, perché “gli strumenti di monitoraggio esistono già” e i dati possono essere scaricati dal sito di Pedemontana.

Peccato, osservano i proponenti, che le centraline esistenti si trovino a Monza, Vimercate, Lesmo e Cesano, dunque non forniscono dati specifici sul territorio lissonese, quello che sarà direttamente interessato dalle attività legate agli scavi.

In più, chi consulta il sito https://www.sit.pedemontana.com/ non trova dati relativi alle polveri sottili (PM10), ma soltanto informazioni su rumore e vibrazioni.


La mozione, dunque, è stata respinta, lasciando il timore che Lissone dovrà fare affidamento su rilevazioni non locali per capire la qualità dell’aria nei prossimi mesi e anni.

Per ora, chi vuole sapere se l’aria a Lissone è pulita, dovrà guardare i dati… degli altri Comuni.

 

Aggiornamento / Riceviamo e pubblichiamo

a cura di Giacomo Mosca
 
Un consiglio comunale importante quello di ieri a Lissone. Cosa è emerso? 

🔴 La qualità dell'aria a #santamargherita e a #bareggia è a rischio per le attività dei cantieri di pedemontana 

🔵 Ad oggi non esiste un monitoraggio della qualità dell'aria nelle zone di cantiere 

🟢 Nonostante ciò l' Amministrazione comunale ha rifiutato la nostra proposta di richiedere un'immediata installazione di centraline per il controllo della qualità dell'aria nelle vie circostanti il cantiere 

Perché si rifiutano di fare un qualcosa che sarebbe di semplice buon senso❓

Per disinteresse? Per incapacità? Perché la proposta è arrivata dal nostro Comitato che da sempre è in prima linea per il no a pedemontana ? 

Ognuno dia la sua risposta. Nel frattempo nessuno conosce se l'aria che respiriamo è nei limiti di legge.

Qui il video del consigliere comunale Luca De Vincentis che racconta il consiglio comunale di ieri.
 

giovedì 26 giugno 2025

Il silenzio del rumore: via Cadore a Seregno si salverà dal traffico di attraversamento?

Hausfriede, ceramica (particolare) di Maria Schwamberger-Riemer, 1959. Fonte immagine: Wikipedia

“Il silenzio del rumore / delle valvole a pressione / i cilindri del calore / serbatoi di produzione...”


Così cantava Franco Battiato, descrivendo un mondo in cui il rumore della macchina industriale è talmente pervasivo da diventare silenzio interiore, assenza di alternativa, abitudine.

Dopo aver segnalato con soddisfazione l’eliminazione della rotonda a sud del Parco del Meredo (leggi qui), abbiamo ricevuto una lettera da una cittadina del quartiere Ceredo. Il quadro che ne emerge - fatto di traffico pesante, rumore costante e senso di abbandono - richiama quel mondo descritto da Battiato, dove il rumore diventa la norma. Ma a differenza della rassegnazione evocata nella canzone, qui a pesare è anche il silenzio dell’amministrazione, che la cittadina non accetta e denuncia con forza.

Riportiamo le sue parole:

    "Buongiorno, vi chiedo se siete a conoscenza che, provenienti da via Indipendenza (Meda), arrivano e attraversano via Cadore, in entrambi i sensi di marcia, innumerevoli camion al giorno, carichi di terra (scoperti). Come mai non si immettono in via Wagner? Sapevo che non sono autorizzati a venire su via Cadore.
    Qui in via Cadore siamo molto bistrattati: nessuna deterrenza contro la velocità, alto numero di mezzi, nessun asfalto insonorizzante (asfalto messo solo fino alle scuole di via Tiziano, alla vigilia della rielezione del sindaco). Il rimanente tratto non interessa a nessuno. Ah sì, interessa solo a Pedemontana. Il livello di inquinamento, sia acustico che atmosferico, è altissimo. Grazie, cordiali saluti."


Il quadro che emerge è quello di una strada dimenticata, attraversata ogni giorno da mezzi pesanti, rumorosi e spesso non coperti, in un contesto urbano che dovrebbe essere tutelato. Polveri, rumore e traffico si sommano alla percezione - forte - di essere stati abbandonati dalle istituzioni.

Al momento non risulta chiaro se esista un divieto formale al transito dei mezzi pesanti in quel tratto. Ma il dubbio sollevato è legittimo e richiederebbe un chiarimento ufficiale da parte del Comune.

P.U.T. Seregno. Le opere di mitigazione previste su Via Cadore, incompatibili con l'innesto della tangenzialina di Pedemontana

È bene ricordare che il Piano Urbano del Traffico (PUT) di Seregno prevede una trasformazione proprio per via Cadore, con l’intento di renderla una strada a traffico moderato, più sicura e vivibile per chi ci abita. Ma questa visione si scontra con il progetto della Tangenziale Meda Sud - Seregno, che prevede uno sbocco proprio su via Cadore tramite una nuova rotonda. Il rischio è che la strada, invece di essere alleggerita, venga ulteriormente congestionata.

PGT di Meda che evidenzia la rotonda della tangenziale di Pedemontana nel Comune di Seregno

Nel dibattito ormai pluriennale attorno alla Tangenziale, il nostro blog ha sempre mantenuto una posizione chiara e coerente: contrarietà alla sua realizzazione, almeno per come è stata concepita. Non per ideologia, ma per una lettura concreta del territorio, dei suoi bisogni reali e delle sue fragilità.

Abbiamo da subito segnalato l’impatto devastante che l’opera potrebbe avere sul Parco del Meredo e sul quartiere del Ceredo, che rischia di diventare il terminale di un traffico pesante crescente.

In questo contesto, colpisce la differenza tra i due Comuni interessati: Meda difende il proprio territorio, ottiene modifiche e protezioni, mentre Seregno resta silente. Un silenzio che pesa e che, nei fatti, lascia via libera a decisioni prese altrove, ma che ricadono direttamente sui quartieri seregnesi.

La cittadina che ci ha scritto ha segnalato anche ad ARPA Monza la questione dell’inquinamento acustico. L’Agenzia ha risposto inviando una PEC al Comune di Seregno. Eppure, nessuna risposta, nessun segnale concreto.

In un altro messaggio, ci confida: “È una battaglia di una singola cittadina contro dei giganti.” Una frase che fa riflettere. Ma non dovrebbe essere così.

Questo caso mette in evidenza la necessità di un monitoraggio attivo, di una maggiore attenzione da parte dell’amministrazione, e di un coinvolgimento reale dei comitati di quartiere. Via Cadore non è solo una strada: è un luogo di vita, con case, scuole, famiglie. Non può essere sacrificata nel nome di un’infrastruttura calata dall’alto.

Accendere i riflettori su ciò che sta accadendo è un dovere. E Brianza Centrale continuerà a farlo.

mercoledì 25 giugno 2025

Tangenziale Meda-Seregno: vittoria (parziale) del territorio, la rotonda del Meredo non si farà

L'area di cantiere della rotonda che "non si farà"

Dopo mesi di prese di posizione e pressioni pubbliche, finalmente una buona notizia: la famigerata rotonda prevista al confine tra il Parco del Meredo e Meda non si farà. A confermarlo è l’articolo pubblicato ieri, 24 giugno, sulle pagine medesi de Il Giornale di Seregno, che dà riscontro a quanto chiedevamo da tempo: una modifica sostanziale al progetto della tangenziale sud Meda-Seregno per tutelare il Parco del Meredo.

In giallo il percorso "senza rotonda"

Secondo quanto riportato, i sindaci di Meda (Luca Santambrogio) e Seregno (Alberto Rossi) hanno formalmente chiesto di visionare il progetto aggiornato, confermando che la rotonda inizialmente prevista è stata eliminata. Al suo posto ci sarà un tracciato più lineare, spostato verso l’area artigianale di Meda. È stata modificata anche la rotonda nei pressi delle villette di via Forlì, per evitare che la tangenziale sfoci su via Tre Venezie, compromettendone la funzionalità.

Le villette di via Forlì (Meda)


Come blog Brianza Centrale, ci siamo da sempre opposti alla tangenziale così com’era concepita, sostenendo alternative meno impattanti e più rispettose del Parco del Meredo. Abbiamo alzato la voce insieme ai Comitati di Quartiere di Seregno, al gruppo civico Sinistra e Ambiente di Meda, ad associazioni e cittadini consapevoli. Nessuno ammetterà mai apertamente che questa pressione ha inciso, ma siamo convinti che la tenacia collettiva abbia contribuito a spingere le amministrazioni verso una revisione di buon senso.

Resta ora da comprendere nel dettaglio come sarà il nuovo tracciato, ma la direzione sembra incoraggiante. Di certo non abbasseremo la guardia: continueremo a chiedere trasparenza e confronto pubblico. I lavori sono in corso, e finché non vedremo i progetti aggiornati nero su bianco, manterremo una sana prudenza.

Da questa vicenda possiamo però trarre un insegnamento importante: la partecipazione civica funziona, soprattutto quando è informata, coordinata e costante. Anche quando la politica sembra sorda, la pressione dell’opinione pubblica può aprire crepe e far passare aria nuova.

 

Rassegna stampa

Il Giornale di Seregno, 24/06/2025

 

martedì 24 giugno 2025

Natura contro natura: la sfida biologica alla Takahashia japonica nei parchi della Brianza

Avvisi posti sulle piante interessate dalla sperimentazione per contrastare la Takahashia japonica (Foto Facebook Reggia di Monza)

Di fronte alla crescente diffusione della Takahashia japonica, cocciniglia di origine asiatica ormai presente in numerosi parchi del Nord Italia, diverse amministrazioni locali - tra cui Monza e Seregno - hanno avviato in questi giorni interventi sperimentali per testare metodi naturali di contenimento.

Il Parco di Monza ha annunciato il rilascio di oltre 12.000 coccinelle (specie Adalia bipunctata) nei Giardini Reali, in un’operazione di lotta biologica contro la cocciniglia, che da alcuni anni colpisce diverse piante del Parco. Si tratta di un’iniziativa che punta a rafforzare gli equilibri ecologici del verde urbano senza ricorrere a fitofarmaci.

Lavaggio mirato con olio di Neem (Foto Facebook Città di Seregno)

Anche il Comune di Seregno, presso il Parco 2 Giugno della Porada, ha scelto una strategia simile: nella prima fase sono stati rilasciati circa 600 coleotteri predatori, seguita da un lavaggio mirato delle piante con olio di Neem e derivati algali, soluzioni completamente naturali e innocue per esseri umani, animali e impollinatori. L’obiettivo dichiarato è duplice: ridurre le popolazioni infestanti e testare nuovi strumenti ecocompatibili in assenza, ad oggi, di metodi definitivi.

Ovisacchi dall’aspetto cotonoso di Takahashia japonica (Foto Servizio Fitosanitario della Regione Lombardia)

La nota ufficiale del Servizio Fitosanitario della Regione Lombardia conferma che la gestione della Takahashia japonica è particolarmente complessa a causa di:

  • una biologia non ancora del tutto conosciuta,
  • assenza di insetticidi specifici,
  • restrizioni all’uso di prodotti chimici in contesti urbani.

La Regione segnala che interventi fisici, come la potatura mirata nelle fasi iniziali, possono essere utili, ma nei casi di infestazione diffusa risultano poco efficaci. Viene anche menzionato l’impiego potenziale di predatori naturali (come la coccinella Adalia bipunctata), pur con la precisazione che non esistono ancora dati definitivi sull'efficacia di questi antagonisti in Italia.

In questo quadro, iniziative come quelle avviate a Monza e Seregno assumono un ruolo importante: non pretendono di offrire soluzioni definitive, ma contribuiscono a costruire conoscenza operativa attraverso l'osservazione diretta, il monitoraggio e la sperimentazione sul campo. In un contesto in cui la scienza stessa invita alla prudenza e alla raccolta di dati, ogni progetto che sperimenta approcci ecologici rappresenta un tassello utile per affrontare con competenza e sostenibilità le sfide del verde urbano.

Il Bosco delle opportunità: “No alla frammentazione, sì a una visione comune”


Con una lettera aperta indirizzata alla sindaca di Seveso, Alessia Borroni, il Laboratorio Parco Fluviale Valle del Seveso ha espresso preoccupazione per la decisione del Comune di non aderire al progetto sovracomunale del Parco Fluviale e di voler mantenere separata l’area del Bosco delle Querce dal nascente ambito di tutela naturalistica.

Una posizione definita “meritevole di confronto” dal Laboratorio, che rivendica con forza il valore strategico, ambientale e culturale dell’inserimento del Bosco in un progetto più ampio, capace di affrontare con visione sistemica le sfide ecologiche del presente.

La lettera sottolinea come, già nella delibera regionale del luglio 2024, il progetto del Parco Fluviale fosse stato riconosciuto come "strategico" per la rigenerazione del territorio. È proprio in questa direzione che il Laboratorio - promosso dall’Associazione Amici del Parco Nord - sollecita l’amministrazione sevesina a ripensare la propria scelta, evitando derive localistiche che rischiano di isolare l’area invece di valorizzarla.

In vista del cinquantesimo anniversario del disastro Icmesa del 1976, il Laboratorio propone di trasformare la memoria di quella tragedia in un motore per il rilancio ambientale. “Il Bosco delle Querce – si legge nella lettera – è un luogo nato dal dolore e dalla resilienza, simbolo della capacità di rinascita del territorio”. Ma per diventare pienamente risorsa per le generazioni future, ha bisogno di una cornice ampia, intercomunale e condivisa.

Senza mai cadere in toni polemici, il Laboratorio respinge l’idea che l’integrazione nel Parco Fluviale possa “cancellare l’identità locale”. Al contrario, essa la rafforza, collegando il patrimonio ambientale di Seveso a una rete più ampia, in grado di garantire una maggiore tutela, coerenza gestionale e visibilità.

Non si tratta - precisano - di “svendere” un bene prezioso, ma di investirlo di un nuovo significato, trasformandolo in laboratorio di innovazione ecologica per tutta l’area metropolitana.

Il messaggio finale è chiaro e costruttivo: il Laboratorio chiede alla Sindaca Borroni l’apertura di un confronto trasparente, per definire insieme una visione comune che onori la memoria storica e rilanci il territorio verso un futuro sostenibile.

Un invito al dialogo, più che una critica. Ma anche una sfida ad abbandonare logiche di chiusura in favore di una governance del verde più ambiziosa e collettiva.

La lettera aperta 


Gentile Sindaca Alessia Borroni, 
abbiamo letto con attenzione le sue dichiarazioni in merito alla scelta di non aderire al progetto del Parco Fluviale della Valle del Seveso e alla volontà di tenere separata l'area del Bosco delle Querce dal nascente ambito di tutela naturalistica. È una posizione che solleva interrogativi e merita un confronto aperto. 
Come Laboratorio Parco della Valle del Seveso sentiamo la responsabilità di rispondere pubblicamente, anche in considerazione del fatto che l'Associazione Amici del Parco Nord - promotrice del Laboratorio - è espressamente citata nella delibera regionale del luglio 2024 come soggetto proponente del progetto del Parco Fluviale del Seveso. È un riconoscimento importante, che ci impegna a promuovere un risultato in risposta ai problemi storici del territorio e capace di affrontare con urgenza le sfide ambientali e climatiche che ci troviamo di fronte.

Il Bosco delle Querce non è un'area qualsiasi. È un luogo nato dal dolore e dalla resilienza, simbolo della memoria collettiva, anche oltre i confini della città di Seveso, e testimonianza della capacità d' trasformare il disastro Icmesa in un progetto di rinascita. Proprio per questo riteniamo che oggi meriti una visione all'altezza delle sfide ambientali e culturali del nostro tempo.

Nel 2026 ricorreranno i cinquant'anni dal disastro Icmesa. Sarà un'occasione unica per fare del Bosco dele Querce il cuore di un progetto sovracomunale, capace di rigenerare il territorio e restituire al Seveso dignità, bellezza e funzione ecologica. Come accade già in altri contesti - basti pensare alla Villa Reale e al Parco di Monza, inseriti nel Parco Regionale della Valle del Lambro - anche qui è possibile mantenere autonomia gestionale e simbolica, entrando però in una cornice più ampia e condivisa.

Un parco intercomunale non cancella le identità locali. Al contrario, le valorizza, rafforzandole all'interno di un percorso di cooperazione, con l'obiettivo comune di migliorare la qualità dell'aria, proteggere il suolo e affrontare insieme l'emeraenza climatica. 
Non si tratta di "svendere" un bene prezioso, ma di investirlo di un nuovo significato, attraverso un progetto ambizioso e rispettoso delle capace di parlare non solo a Seveso, ma all'intero territorio della media Valle del Seveso.
 
Per questo le chiediamo di aprire un confronto sereno, con l'obiettivo di costruire insieme un futuro in cui la memoria sia motore di trasformazlone e non pretesto per l'isolamento. 

Restiamo a sua disposizione per ogni utile approfondimento e la ringraziamo fin d'ora per l'attenzione e la collaborazione. 
Con stima e fiducia, 
Arturo Calaminici, Coordinatore Laboratorio Parco Valle del Seveso 

  

lunedì 23 giugno 2025

Storie di Lucciole e Allocchi: un’esperienza nel cuore della notte tra fascino e consapevolezza


Anche quest’anno, l’escursione notturna “Storie di Lucciole e Allocchi” nella brughiera di Meda, all’interno del Parco delle Groane e della Brughiera Briantea, non ha deluso le aspettative. Organizzata dal Comitato Parco Regionale Groane-Brughiera insieme a LIPU e WWF, con il patrocinio del Comune di Meda e del Parco stesso, l’iniziativa ha richiamato una settantina di partecipanti, attratti dalla possibilità di vivere il bosco in una veste insolita e suggestiva.

L’atteso incontro con il Succiacapre si è fatto ancora una volta desiderare, ma lungo il viale di Carpini che porta alla Zoca di Pirutit, le lucciole hanno saputo incantare con la loro danza luminosa, confermando una presenza sempre più numerosa. Il momento forse più emozionante è stato l’incontro ravvicinato con un Allocco, che ha simbolicamente ricordato, con la sua apparizione silenziosa, la presenza attenta e discreta degli abitanti notturni del bosco.


Questa esperienza, così intensa e coinvolgente, offre anche un’occasione per una riflessione più ampia. Se da un lato la conoscenza diretta della natura è fondamentale per promuoverne la tutela, dall’altro è importante continuare a prestare attenzione all’impatto delle nostre attività. Per il futuro, si potrebbe valutare l’opportunità di contenere il numero di partecipanti - ad esempio entro un massimo di 50 persone - per mantenere intatta la quiete della notte e ridurre al minimo il disturbo per la fauna selvatica.

Un piccolo accorgimento che può rafforzare il messaggio di rispetto e armonia con l’ambiente che iniziative come questa vogliono trasmettere.