sabato 26 gennaio 2013

WWF: Salviamo gli elefanti africani con un milione di firme


AL VIA LA PETIZIONE GLOBALE WWF PER PROIBIRE IL COMMERCIO DI AVORIO AFRICANO IN THAILANDIA E SALVARE UNA DELLE SPECIE SIMBOLO DEL CUORE VERDE DELL’AFRICA

Sarà consegnata ai Governi del mondo prima della prossima Conferenza CITES, marzo 2013
Nel solo 2011 sequestrate 26,4 tonnellate di avorio, più del doppio che negli 8 anni precedenti


Massicce quantità di avorio africano vengono vendute ogni giorno nei negozi della Thailandia, alimentando il drammatico fenomeno del bracconaggio degli elefanti, ogni anno uccisi a decine di migliaia per l’avorio delle loro zanne. Da oggi fino al 14 marzo, il WWF lancia contemporaneamente in 156 paesi nel mondo una petizione globale (wwf.it/stopavorio) che vuole raggiungere un milione di firme per chiedere al Primo Ministro thailandese Yingluck Shinawatra di vietare ogni forma di commercio di avorio in Thailandia al fine di contenere l'uccisione illegale di elefanti africani. Alla prossima Conferenza delle parti della CITES (la Convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione) che si terrà a marzo in Thailandia, i Governi europei, Italia in testa, hanno l’opportunità di prendere le decisioni giuste per ridurre la domanda di prodotti provenienti da specie in via di estinzione, rafforzare la legislazione, aumentare i controlli e le sanzioni.


Nonostante la vendita di avorio di elefanti africani sia vietata in Thailandia, l’avorio degli elefanti thailandesi può essere venduto legalmente. Le reti criminali sfruttano questa scappatoia legale per inondare i negozi tailandesi con il sangue dell’avorio africano.

"Le leggi esistenti non sono efficaci per tenere fuori dal mercato tailandese l’avorio illegale africano. L'unico modo per impedire alla Thailandia di contribuire al bracconaggio degli elefanti è quello di vietare tutte le vendite di avorio", dichiara Massimiliano Rocco, Responsabile Specie e TRAFFIC del WWF Italia. "Oggi le principali vittime sono gli elefanti africani, ma gli elefanti della Thailandia potrebbero essere i prossimi. Il ministro Shinawatra può contribuire a porre fine a queste uccisioni e credo che anche i cittadini thailandesi darebbero il loro sostegno per una maggiore protezione di questi animali".



Il bracconaggio agli elefanti ha raggiunto livelli record in Africa. I dati sul traffico di avorio raccolti nel rapporto ETIS 2012 (Elephant trade information system), la più importante banca dati al mondo realizzata per registrare i sequestri di avorio che registra più di 18.000 eventi ad oggi, mostrano come il traffico internazionale di avorio abbia raggiunto nel 2011 il tasso più elevato mai registrato prima, con tre dei quattro più importanti sequestri di avorio registrati dal 2009, altro anno critico per i sequestri, 17 importanti sequestri di avorio (più del doppio rispetto al 2009),  e con più del doppio di avorio sequestrato negli otto anni precedenti, per un totale di circa 26,4 tonnellate.

“Dopo un periodo di stabilità dal 2008 si è registato un incremento nei casi di sequestri scoperti ed oggi più che mai il mercato illegale sembra avere avuto un incremento esponenziale che deve essere fermato a tutti i costi – continua Rocco del WWF Italia – La Thailandia rappresenta il più grande mercato di avorio non regolamentato al mondo, divenendo capofila nel bracconaggio e nel commercio illegale. Molti turisti stranieri proverebbero orrore se sapessero che i numerosi ninnoli d'avorio in mostra accanto ai tessuti di seta nei negozi thailandesi possono provenire da elefanti massacrati in Africa. È illegale portare a casa avorio che non dovrebbe più essere venduto in Thailandia".


Nel mese di marzo, i rappresentanti di 176 governi si riuniranno per la CITES a Bangkok per discutere le problematiche globali legate al commercio di specie selvatiche, tra cui il bracconaggio dilagante degli elefanti in Africa. Il WWF chiede al ministro Shinawatra di cogliere quest’occasione per annunciare al Paese il divieto sul commercio di avorio in Thailandia.

Il WWF Italia è direttamente impegnato nel contrasto al commercio illegale di natura, dai traffici di animali da compagnia alle pelli di rettile o lane pregiate, con un particolare sostegno al  Cuore verde dell’Africa, il bacino del Congo, dove la deforestazione unita all’aumento della caccia e al commercio illegale sta portando all’estinzione di specie simbolo come i gorilla e gli elefanti di foresta e di molte altri animali meno noti ma fondamentali per la sopravvivenza della foresta e delle sue comunità: “E’ un vero circolo vizioso: in questi paesi i ricchi proventi derivati dall’uccisione e dal commercio illegale di animali e delle loro parti nutrono un mercato diffuso e pericolosissimo di armi. E così i fucili, i kalashnikov, entrano capillarmente nella foresta rinforzando quel massacro di animali grandi e piccoli di cui si nutrono i signori delle armi - ha detto Isabella Pratesi, Direttore Conservazione Internazionale del WWF Italia, in prima linea nella campagna WWF Green Heart of Africa.

Le attività anti-bracconaggio del WWF vanno avanti anche sul web: in questi mesi in tutto il mondo il WWF ha avviato la campagna globale “Kill the trade that kills”, che ha attivato tutti i 156 uffici nazionali del WWF per smuovere l’interesse di chi non vuole vedere estinte queste straordinarie specie simbolo, per creare una rete di azioni, di sostegno e di richieste che fermi per sempre questo bracconaggio selvaggio e interrompa lo sterminio di elefanti, rinoceronti e tigri in nome di un commercio illegale e crudele. Su Twitter segui la campagna con #killthetrade e #stopbracconaggio #stopavorio e sul profio @wwfitalia. Su Facebook seguici nella pagina WWFitalia.

Per contribuire direttamente alla tutela dell’elefante, e degli altri animali a serio rischio di estinzione, è possibile adottare i progetti WWF Italia su http://www.wwf.it/adozioni/

NOTA

- Scheda sull’elefante africano cliccare qui. 
- Per leggere il rapporto “FIGHTING ILLICIT WILDLIFE TRAFFICKING – Combattere il traffico illegale di fauna selvatica – una consultazione con i Governi” di WWF e TRAFFIC (la rete di monitoraggio del commercio della fauna selvatica, creata congiuntamente da IUCN e WWF) pubblicato nel dic. 2012 cliccare qui.

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