lunedì 14 giugno 2021

Como: la mano della 'ndrangheta dietro ai traffici illeciti di rifiuti

di Roberto Fumagalli, presidente del Circolo Ambiente "Ilaria Alpi"

Le ipotesi del Tribunale di Como sui traffici illeciti di rifiuti che hanno interessato il capoluogo lariano (con l’ipotesi di reato di concorso in associazione mafiosa a carico di almeno uno degli imputati), attestano ancora una volta che dietro a questi affari ‘sporchi’ spesso si nasconde la criminalità organizzata.
Il caso è quello della vicenda giudiziaria che riguarda il deposito di rifiuti in località La Guzza, che ha visto Como diventare lo “snodo” dei traffici illeciti tra Sud e Nord Italia.
Ma la ‘mano lunga’ delle mafie sul business dei rifiuti è nota da tempo. Dalla vicenda dei traffici di rifiuti della Perego Strade (impresa infiltrata dalla ‘ndrangheta), interrati tra l'altro sotto le fondamenta del nuovo Ospedale Sant'Anna. Fino ai numerosi roghi di rifiuti, che hanno interessato la Lombardia in particolare nel periodo 2017/2018, sui quali ha indagato soprattutto la DDA di Milano. Attestando appunto che spesso dietro questi traffici e depositi illeciti vi sia la mano delle mafie e in particolare della ‘ndrangheta.
Quindi l’inchiesta che ha visto al centro il deposito in località La Guzza a Como, con l’invio degli atti dal Tribunale alla Direzione antimafia di Milano, proprio per verificare se anche in questo caso dietro ai traffici ci fosse la criminalità organizzata.

I pericoli delle ecomafie sono noti, come ha più volte segnalato la dottoressa Alessandra Dolci, coordinatrice della DDA Milanese, denunciando che nel settore dei traffici illeciti di rifiuti le mafie realizzano elevati profitti, anche superiori rispetto al traffico di droga.
E come ci ha ricordato la collega PM Silvia Bonardi nell’incontro dedicato alle ecomafie – che abbiamo organizzato lo scorso mese di febbraio, nell'ambito della Rassegna "4 colpi alla 'ndrangheta" – ricordando che la Lombardia si è spesso trovata al centro dei traffici tra il Sud e il Nord Italia. Rischiando di diventare la nuova ‘Terra dei fuochi’, a seguito dei numerosi incendi. Roghi che si sono rischiati anche nel deposito de La Guzza di Como, come emerso dagli atti del processo.

Come associazione ambientalista torniamo ancora una volta a ribadire la necessità di un inasprimento delle pene, accompagnato da un indispensabile potenziamento dei controlli da parte degli enti preposti, dalla Regione alle Polizie municipali. Pene più severe e maggiori controlli per prevenire il fenomeno delle ecomafie e dei traffici illeciti di rifiuti, che mettono a rischio l'ambiente e la salute pubblica.

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