sabato 21 settembre 2013

Pedemontana e diossina: in Commissione Territorio sindaci e comitati locali dei Comuni brianzoli interessati da passaggio tratta B2



Sindaci, amministratori e rappresentanti di comitati civici brianzoli sono intervenuti giovedì 19 settembre 2013 in Commissione Territorio per chiedere alla Regione Lombardia di adoperarsi presso Pedemontana Spa per acquisire e approfondire i risultati delle indagini di caratterizzazione dei siti interessati dal passaggio della tratta B2 della Pedemontana nei Comuni di Seveso, Meda, Cesano Maderno, Bovisio Masciago e Desio. Il territorio su cui è previsto il passaggio della tratta B2 era stato interessato nel 1976 dalla fuoriuscita della nube tossica di diossina dalla ditta Icmesa al confine tra Meda e Seveso.

Erano presenti i Sindaci di Seveso Paolo Butti e di Barlassina Anna Maria Frontini, insieme ad altri amministratori comunali dei Comuni di Barlassina, Seveso, Bovisio Masciago e Desio: in rappresentanza dei comitati, sono intervenuti Gianni Del Pero, Patricio Enriquez e Edoardo Bai, che hanno espresso forte preoccupazione che nei terreni interessati dal passaggio della Pedemontana sia ancora presente una forte concentrazione di diossina. (Vedi abstract degli interventi alla fine del presente articolo).

Laura Barzaghi (PD), prima firmataria di una mozione approvata all’unanimità in Consiglio regionale martedì scorso, ha evidenziato come “Arpa, dopo le indagini svolte nel 2008, non abbia più effettuato ulteriori rilievi nelle aree interessate dalla possibile contaminazione di diossina, così che gli ultimi dati in possesso evidenziano la necessità di porre grande attenzione nella movimentazione dei terreni in fase di cantiere su tutto il territorio in questione. Nel 2008, infatti, su 127 campioni di terreno esaminati –ha concluso la Barzaghi- , in 52 casi si era registrato il superamento dei livelli di inquinamento previsti dalla legge”.

Da qui la richiesta, avanzata anche da amministratori locali e comitati, di sollecitare Pedemontana SPA, prima dell’apertura dei cantieri, a compiere un’analisi di rischio del sito specifica, da sviluppare in contradditorio con Arpa e con il coinvolgimento di tecnici indicati dalle amministrazioni locali, e di imporre alla stessa società concessionaria la redazione di un piano di caratterizzazione e la bonifica preventiva di aree che dovessero risultare inquinate, con conseguente smaltimento del terreno contaminato in siti idonei.

Enrico Brambilla (PD) ha posto la necessità di “approfondire se il progetto della tratta B2 sia ancora sostenibile e attuabile così come ipotizzato: a quanto apprendiamo dall’assessore Del Tenno –ha detto Brambilla- ad oggi non ci sono certezze sulla copertura finanziaria di questa opera, e pertanto potrebbe essere utile ragionare sin d’ora su possibili alternative”.

Gianmarco Corbetta (M5Stelle) ha ribadito infine come l’impegno del suo gruppo sia forte nel sollecitare grande attenzione sulla tratta B2 e sulle sue possibili implicazioni per l’ambiente e la salute dei cittadini, e ha evidenziato come su questi argomenti le istituzioni devono vigilare in modo particolare. 

Fonte: http://www.lombardiaquotidiano.it/
Leggi anche il resoconto dell'audizione su Bovisio Masciago News


Abstract-Audizione regione

Gianni Del Pero, Insieme in rete per uno sviluppo sostenibile

Relativamente alla problematica Pedemontana-rischio diossina ci preme sottolineare che Autostrada Pedemontana Spa/Strabag ha visto nella fase progettuale un andamento “irrituale” per quanto riguarda le indagini conoscitive e le cautele geoambientali che avrebbe dovuto accompagnare il progetto stesso.
Ci riferiamo solo agli ultimi passaggi per evidenziare che con la prescrizione CIPE n. 3 al progetto definitivo, si poneva obbligo di effettuare ulteriori indagini sull’area interessata dal progetto, in quanto le indagini preliminari effettuate nel 2008 avevano riscontrato il superamento dei valori limite di contaminazione da diossina.
Pedemontana, infatti, transita all’interno di aree classificate come contaminate a seguito dell’evento ICMESA, spingendosi addirittura all’interno dell’area del Bosco delle Querce, ambito di memoria che contiene ancora le vasche di raccolta dei terreni altamente contaminati, in prossimità dell’area dell’incidente. Utilizzare queste aree aumenta il fattore di rischio di rimobilizzare la diossina presente nel sottosuolo ed è quindi più che opportuno avere informazioni adeguate anche per prospettare soluzioni conseguenti.
Pedemontana/Strabag, diversamente da quanto sarebbe tenuto a fare anche qualsiasi soggetto che richieda di operare in un sito a rischio, non ha ottemperato alla prescrizione CIPE o comunque non lo ha fatto in contraddittorio con ARPA al fine di avere analisi validate. Informa che sono state fatte alcune analisi, non dice quali, ne dove e, visto che qualora avesse ricercato diossina la avrebbe trovata, omette di darne pubblica e tempestiva comunicazione come richiesto dal d. lgs. 152/06 che disciplina la materia.

Durante un question time alla Camera, in risposta all’On. De Rosa ed altri (6 Giugno 2013) il sottosegretario all’Ambiente Cirillo ribadisce tale omissione e richiama che le indagini dovranno riguardare le aree interessate dal progetto, prevedendo “la definizione delle aree contaminate da diossine per definire le modalità di intervento: scavo e smaltimento dei terreni contaminati”.

Un soggetto istituito all’interno del Sistema Regionale Lombardia nel gennaio 2010 dal Collegio di vigilanza per l'Accordo di Programma Pedemontana è l’Osservatorio Ambientale (che ha al suo interno 3 rappresentanti di altrettanti assessorati/direzioni regionali Infrastrutture, Territorio e Qualità dell’Ambiente) ha come sua prima competenza quella di  “verificare e attestare l’avvenuta integrazione/aggiornamento del Piano di Monitoraggio Ambientale, in ottemperanza alle prescrizioni del CIPE”, cosa che riteniamo doverosa e non ci risulta, invece, sviluppata.

Riteniamo quindi che Regione Lombardia debba attivare l’Osservatorio Ambientale, debba richiedere le indagini già prescritte dal CIPE che dovranno essere validate da ARPA e conseguentemente debba valutare che lo sviluppo progettuale esecutivo sia conforme alla prescrizioni di legge e sia ambientalmente compatibile
Regione Lombardia dovrebbe altresì attivare tutte le misure di sua competenza per la tutela degli Operatori e dei Cittadini nelle eventuali fasi di lavorazione di Pedemontana nella tratta B2/C, che già hanno subito l’esposizione alla diossina a seguito dell’evento ICMESA, anche dando seguito a quanto sottoscritto nell’incontro del Comitato di Vigilanza del luglio 2008, quando Regione Lombardia anticipava la necessità di un tavolo tecnico tra le DG dell’Osservatorio citate anche con la DG Sanità, ASL, ARPA e FLA “per definire le misure ambientali e sanitarie da adottarsi sui comuni (tutti) interessati dal fallout della nube tossica dell’ex-Icmesa. Tavolo che non ci risulta essere convocato o quantomeno non ha prodotto quanto auspicato.



Patricio Enriquez, Comitati Cives Bovisio Masciago, San Giorgio Desio, Seveso e Associazione "Noi per Cesano"

Il progetto stradale Pedemontana è la previsione di una nuova arteria autostradale destinata a inserirsi in un territorio fortemente urbanizzato e già sensibilmente compromesso a seguito l’incidente della ditta Icmesa del 1976. In molti casi il tracciato si collocherebbe a pochissima distanza da abitazioni preesistenti, creando non solo un peggioramento delle condizioni abitative, ma anche un grave peggioramento delle condizioni ambientali del territorio.
I cittadini dei comuni di Bovisio Masciago, Cesano Maderno, Seveso e Desio hanno rilevato diversi profili di illegittimità del progetto e hanno inoltrato al TAR un proprio ricorso contro la delibera di approvazione del CIPE (delibera del 6.11.2009, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale il 18.2.2010).
In particolare si contestano:
-    il progetto definitivo, che è stato radicalmente stravolto in fase di approvazione,  prevede la riqualificazione delle 2 corsie per senso di marcia nella tratta tra Lentate sul Seveso e Meda e il potenziamento a tre corsie nella tratta tra Meda e Bovisio Masciago in superficie sull’esistente tracciato della SS 35 MI-Meda. Il progetto preliminare prevedeva, invece, una soluzione in interrato. Il progetto approvato è profondamente diverso rispetto al progetto preliminare e rispecchia una soluzione bocciata nel 2004 dalla stessa Regione Lombardia (!). Queste modifiche non sono state assunte con il recepimento di prescrizioni o raccomandazioni impartite dal CIPE nel progetto preliminare, bensì derivano da scelte operate in modo unilaterale dal Collegio di Vigilanza (organo politico) dell’Accordo di Programma, sottoscritto il 19 febbraio 2007, cioè in data ben posteriore rispetto a quella di approvazione del progetto preliminare (marzo 2006) (!). L’Accordo di programma è in realtà uno strumento per scardinare le scelte più opportune e forse più costose del progetto a scapito della buona progettazione, dell’attenzione all’ambiente e al paesaggio, nonché delle condizioni abitative in generale;
-    la violazione della normativa, nazionale e comunitaria in materia di tutela ambientale e, in particolare, di Valutazione Ambientale Strategica (VAS). Il progetto autostradale ben avrebbe potuto e dovuto essere sottoposto a Vas: è indubbio, infatti, che la realizzazione della nuova arteria stradale determinerà nuovi e significativi impatti ambientali sulle aree contermini;
-    l’approvazione della L.R. 15/2008 denominata «Infrastrutture di interesse concorrente statale e regionale», che consente “in deroga” alla L.R. 60/1985 (Istituzione di vincoli e destinazioni d’uso nell’area bonificata sull’incidente Icmesa), alla Pedemontana l’attraversamento del Parco Naturale del Bosco delle Querce. Senza questa norma, infatti, l’autostrada non avrebbe potuto essere realizzata nei termini di cui al progetto definitivo.
Il ricorso presentato contiene contestazioni analoghe rispetto a quelle già denunciate da parte del comitato civico Rho-Parabiago sul progetto per il potenziamento della linea ferroviaria Rho-Gallarate e che ha già ottenuto dal TAR e anche dal Consiglio di Stato l’annullamento del progetto contestato.



Edoardo Bai, Legambiente
Pedemontana e rischio diossina

L’esposizione verterà sul rischio diossina provocato dall’eventuale passaggio dell’autostrada Pedemontana nel territorio che nel 1976 fu colpito dall’incidente ICMESA.

Verrà esposta la valutazione del rischio eseguita da ISPRA (e pubblicata nello studio coordinato dalla Fondazione Lombardia per l’Ambiente nel 2003) con lo scenario di esposizione peggiore; verranno menzionati i sondaggi effettuati da Pedemontana in contraddittorio con ARPA nel 2008 che dimostrano la permanenza della TCDD (la particolare forma di diossina che si sprigionò a causa dell’incidente del 1976); verranno riferiti gli ultimi risultati scientifici sull’impatto della TCDD sulla salute così come esposti nell’articolo a cura di Mocarelli et al., Dioxin Exposur and Cancer Risk in the Seveso Women’s Study pubblicato in “Environ Health Perspect del dicembre 2011.

La conclusione tecnica di questo breve excursus non potrà che portare all’indicazione che non è opportuno rimescolare il terreno inquinato e che, qualora non sia in alcun modo evitabile, sarà necessario che Pedemontana si vincoli al parere dell’ARPA: nella zona interessata dall’incidente del 1976, infatti, non si possono fare lavori senza una preventiva valutazione del rischio sanitario. Pedemontana ha obbedito alle disposizioni del CIPE? Non ci risultano sondaggi ed analisi. Se è così c'è già un’evidente violazione di legge.

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