venerdì 30 luglio 2021

Le proposte degli ambientalisti per fermare la cementificazione della Brianza

Vista aerea della Provincia di Monza e Brianza; la più cementificata d'Italia

 

a cura dell'Osservatorio PTCP di Monza e della Brianza

 

Il coordinamento ambientalista Osservatorio PTCP di MB – unica istanza di collegialità di più gruppi e associazioni che si occupa dell’argomento Consumo di Suolo nella nostra cementificata provincia, insiste e ritorna con una serie di Osservazioni puntuali alla variante al Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP) che dovrà recepire l’adeguamento alla soglia regionale di riduzione del consumo di suolo secondo la Legge regionale 31/2014.


Dopo aver presentato contributi e suggerimenti nella fase preliminare dell’iter, abbiamo riscontrato che solo alcuni di essi, quelli utili a migliorare la comprensione e la completezza del documento sono stati, e solo in parte, recepiti.
Non è però mutato l’impianto generale dei contenuti della variante, con i suoi astrusi meccanismi di "premialità" per i Comuni che altro non è se non un abbassamento della soglia stabilita di riduzione del consumo di suolo. Laddove utilizzabile consentirebbe in pratica di consumare più suolo applicando solo parzialmente la soglia di riduzione regionale.


E’ una scelta non condivisibile e che non ci si può permettere per la pesante edificazione e antropizzazione in cui versa la nostra Provincia. Anche quest’anno, nel rapporto annuale ISPRA riferito al 2020, il territorio di Monza e Brianza con il 40,6% di suolo consumato risulta al primo posto tra le provincie italiane, con un incremento annuale 2019/2020 di 26,6 ettari.


Va inoltre considerato che molte amministrazioni inseriscono e prevedono edificabilità su suoli liberi anche nel Piano delle Regole (PdR) senza assoggettarli a Piano Attuativo. Per questo anche queste edificazioni devono essere interessate dalla riduzione fissata.


L’obiettivo che la Provincia s’è data con questa variante al PTCP di riduzione dell’indice di consumo di suolo nel 2025 del 1% (da 54% a 53%) continua ad apparirci come un valore irrisorio  insufficiente per sperare in un’inversione di tendenza.


Al suolo consumato concorrerà inoltre, se realizzata, il completamento dell’inutile e impattante autostrada Pedemontana Lombarda, il cui contributo negativo non pare al momento calcolato.
In un momento in cui gli “annunci” sulla transazione ambientale si sprecano, uniti alle “speranze” nelle risorse stanziate nel PNRR dal Recovery Fund, è tempo di decidere politiche di intervento a favore dell’ambiente più coraggiose e serie, con destinazione di risorse certe e con la condivisione con tutti i gruppi e le associazioni che da anni, localmente e con una visione sovraccomunale, si battono per preservare gli spazi verdi e liberi rimasti in questa Brianza sempre più preda del cemento e dell’asfalto.

 

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