domenica 14 dicembre 2025

Oggiono, al via la rimozione dei detriti dal torrente Gandaloglio. Il Circolo “Ilaria Alpi” chiede attenzione all’ambiente


Sono in fase avanzata a Oggiono le operazioni di rimozione dei detriti dal letto del torrente Gandaloglio. I lavori, avviati già da alcuni giorni, si concentrano nella zona della cascina Bergamina, dove sono entrate in azione le ruspe incaricate dell’intervento.

Si tratta di un tratto del torrente che, come più volte segnalato dal Circolo Ambiente “Ilaria Alpi”, conserva ancora elementi di naturalità. Non a caso, durante uno dei sopralluoghi effettuati dall’associazione, è stata osservata la presenza di un esemplare di airone bianco lungo la riva del corso d’acqua, a poca distanza dal cantiere. Un segnale, secondo il Circolo, di come “la natura tenti comunque di resistere all’opera invasiva dell’uomo”, anche in contesti sottoposti a forti pressioni.


Proprio per questo il Circolo Ambiente “Ilaria Alpi” solleva interrogativi sull’impatto complessivo dell’intervento in corso, chiedendosi se, nel progetto di dragaggio del torrente, “siano stati adeguatamente considerati gli aspetti di impatto naturalistico sulle acque, sulla vegetazione spondale, sulla fauna fluviale e sull’avifauna”.

Sui lavori interviene in modo critico Roberto Fumagalli, presidente del Circolo Ambiente “Ilaria Alpi”: «Ma davvero pensano di poter risolvere i problemi degli allagamenti nella zona del Mognago attraverso il dragaggio del Gandaloglio? È un intervento palliativo, che serve solo a spendere soldi pubblici, rovinando il letto del torrente!»


Secondo Fumagalli, il problema va affrontato con una strategia completamente diversa: «Come abbiamo detto più volte, sono altre le tipologie di provvedimenti da mettere in atto. Servirebbe una tutela assoluta delle aree di esondazione naturale del torrente, ovvero dei prati agricoli su entrambe le sponde, individuandoli come “aree di laminazione naturale”, che sono cosa ben diversa dalle vasche di laminazione e che non necessitano di alcuna opera artificiale».

Il presidente del Circolo sottolinea inoltre che la soluzione sarebbe già insita nella dinamica naturale del corso d’acqua: «È sufficiente favorire, in caso di forti piogge, l’esondazione naturale del torrente nei prati circostanti, prevedendo ovviamente un indennizzo economico per le aziende agricole, per l’eventuale perdita del raccolto in occasione delle piene. Invece qui ci si illude di risolvere il problema degli allagamenti solo con l’intervento delle ruspe: un danno ecologico, unito allo spreco di denaro pubblico».


Il Circolo ricorda inoltre che tutta la zona del Mognago è già classificata dal Piano di Governo del Territorio di Oggiono come “area potenzialmente interessata da alluvioni frequenti”, e che in tale perimetro rientra anche l’area industriale.

Su questo punto Fumagalli conclude: «Ecco dove sta il vero problema degli allagamenti: l’aver permesso, nei decenni passati, la costruzione dei capannoni nelle aree di esondazione naturale del Gandaloglio. Questa pessima scelta urbanistica non si cancella di certo con il dragaggio del torrente».

E aggiunge: «Occorre trovare soluzioni urbanistiche prima che interventi sull’incolpevole torrente: niente chiuse, arginature artificiali, vasche di laminazione e dragaggi, bensì un piano paesistico che tenga conto anzitutto dei problemi di incompatibilità ambientale e urbanistica».

 


 

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