sabato 30 luglio 2016

Sul sito (ex) contaminato di Seregno si sta costruendo un supermercato

L'area indicata dalla Regione quale sito contaminato nel Comune di Seregno
Tra i 38 siti contaminati della Brianza (leggi qui), l'elenco diffuso dalla Regione ne indica uno a Seregno in via Valassina 40, corrispondente al vecchio deposito mezzi della Dell'Orto Autopullman.

L'area prima dell'intervento
Sull'area, in questi giorni, è in fase di realizzazione una "media struttura di vendita" (l'ennesima a Seregno).

L'area come appare in questi giorni
Il Piano Integrato di Intervento, adottato nel 2015 dal Comune di Seregno, prevedeva la bonifica dell'area mediante la rimozione dei serbatoti interrati (n. 2 da 15 mc, a servizio dell'impianto di erogazione gasolio da autotrazione, e n. 1 da 20 mc a servizio della centrale termica).

Ortofoto aerea e ubicazione dei serbatoi (Tratta dal Piano di Indagine Ambientale pubblicato sul sito del Comune di Seregno)

Notte delle stelle all'Oasi Lipu di Cesano Maderno


Venerdì 12 agosto 2016, ore 21
Appuntamento “al buio” per ammirare le stelle cadenti

Nelle Oasi e Riserve LIPU di tutta Italia si festeggia la “notte delle stelle”.
A Cesano Maderno la serata inizierà alle ore 21 con una passeggiata sui sentieri dell’Oasi, sostando qua e là alla ricerca  delle stelle cadenti e ovviamente di allocchi e civette.
La visita si concluderà sul terrazzo del Centro Langer con un rinfresco.
La serata inoltre chiuderà il programma degli eventi in Oasi, prima della pausa estiva (15-30 agosto).
Le attività riprenderanno a Settembre con un calendario ricco di iniziative.  

Donazione: € 5 a persona; € 3 Bambini e Soci LIPU.
Prenotazione obbligatoria, posti limitati.
Informazioni e prenotazioni: 0362.546827
IN CASO DI MALTEMPO L’EVENTO VERRA’ ANNULLATO.

lunedì 25 luglio 2016

I 38 siti contaminati della Brianza

Eventi accidentali, sversamenti e scarichi abusivi di rifiuti nel suolo e nel sottosuolo costituiscono le cause principali dei maggiori casi di inquinamento rilevati sul territorio brianzolo, inquinamento che interessa in maggiore o minore misura tutte le matrici ambientali (aria, suolo, sottosuolo, acque di falda e superficiali).

In provincia di Monza e Brianza sono 38 i siti contaminati e 57 quelli potenzialmente contaminati riportati nella banca dati unificata di Regione Lombardia e di ARPA (AGISCO – Anagrafe e Gestione Integrata dei Siti Contaminati).

Di seguito riportiamo l'elenco dei 22 comuni brianzoli interessati dai siti contaminati:
Agrate, Arcore, Bellusco, Besana Brianza, Bovisio Masciago (2), Brugherio (4), Burago Molgora, Caponago, Ceriano Laghetto (2), Cesano Maderno (3), Concorezzo, Correzzana, Lesmo (2), Limbiate, Lissone, Monza (8), Nova Milanese, Renate, Seregno, Varedo, Villasanta (2), Vimercate (2).

Questi invece i comuni elencati tra quelli interessati dai 57 siti potenzialmente contaminati: Albiate, Arcore, Barlassina, Bernareggio, Bovisio Masciago, Brugherio, Burago Molgora, Ceriano Laghetto (2), Cesano Maderno, Desio (6), Giussano (2), Lentate sul Seveso, Limbiate (2), Lissone (5), Meda, Mezzago, Monza (11), Muggiò, Nova Milanese (2), Ornago, Ronco Briantino, Seregno (4), Seveso, Triuggio, Usmate Velate, Veduggio con Colzano, Villasanta, Vimercate (2).

Nella vicina provincia di Como sono 33 i siti contaminati e 12 i siti potenzialmente contaminati.

In provincia di Lecco risultano invece 22 siti contaminati e 22 i siti potenzialmente contaminati.

Gli elenchi dei siti contaminati, potenzialmente contaminati e bonificati, pubblicati sul sito della Regione Lombardia, rappresentano una fotografia dello stato dell’arte sul territorio lombardo, pur essendo in continuo aggiornamento da parte dell’Ufficio Bonifica delle aree contaminate.

Allegati
Fonte: Regione Lombardia

Sei parchi metropolitani che uniscono: il territorio, le acque e le città

di Arturo Lanzani e Antonio Longo
 
Un grande parco regionale metropolitano unitario intorno al nucleo centrale della città di Milano è davvero l’immagine più utile per disegnare il futuro dell’area metropolitana Milanese? E la risposta alla previsione di un parco unitario e indifferenziato può essere solo la definizione di una corona circolare, un parco orbitale limitato al contesto urbano milanese o poco più esteso?


Nelle note che seguono vorremmo provare a tratteggiare un possibile disegno coerente con gli obiettivi del Progetto di Legge Regionale, informato da principi di accorpamento e semplificazione, ma che rappresenti l’occasione per una nuova visione articolata e aperta. Ridisegnando la geografia dei parchi in coerenza con i paesaggi che condividono e con le acque che li attraversano e, contemporaneamente, esplicitando la relazione di ciascuno dei nuovi insiemi con il corpo centrale della città di Milano, l’assetto che proponiamo intende essere in relazione con la storia, considera degli aspetti ambientali che uniscono il capoluogo al suo territorio, interpreta le qualità che fanno della metropoli Milanese una città di città, la cui forza sta nelle relazioni riconosciute tra la dimensione regionale e quella globale.

Un disegno aperto e inclusivo potrebbe articolarsi attorno a sei Grandi Parchi Regionali Metropolitani percorsi e caratterizzati dalle acque che valicano i confini della Città Metropolitana e i territori delle provincie adattandosi al paesaggio, all’organizzazione storica e alle reti di collaborazione nel governo presenti nel territorio, oggi in parte negate dalla nuova artificiale divisione amministrativa della città metropolitana:

Un grande Parco dell’Olona Bozzente Lura che unisca il PLIS dei Mulini e della Bassa Valle Olona, la zona a Est del Parco del Roccolo e risalendo i PLIS della Media Valle Olona, del Lura, del Rugareto, del Fontanile San Giacomo, del Rile Tenore Olona, fino a comprendere il Parco Regionale della Pineta di Appiano Gentile. Un grande parco che troverebbe a Milano la sua testata lungo lo scolmatore dell’Olona nell’insieme del parco delle Cave e nel Bosco in Città, nel parco di Trenno, nell’area dell’Ippodromo e della Montagnetta di San Siro includendo la porzione nord-orientale del Parco Agricolo Sud Milano.

Un grande Parco del Ticino e dei Navigli, che unisca il parco regionale del Ticino e i PLIS delle Rogge, dell’Alto Milanese, la porzione a ovest del parco del Roccolo, il settore del Parco Sud compreso tra la direttrice il naviglio pavese (Rozzano, Lacchiarella Parco delle Risaie) e la direttrice per Novara e che abbia come suo punto di massima penetrazione urbana milanese nel Naviglio Grande, nel ridisegno dello scalo di San Cristoforo e nella nuova Darsena.

Un grande Parco Agricolo Sud, Della Vettabbia del Lambro esteso fino all’Adda che comprenda buona parte del Parco Agricolo Sud Milano oltre il Naviglio Pavese l’intero Parco Regionale dell’Adda Sud e i PLIS dei Fontanili, del Fiume Tormo, del Serio Morto, del Brembiolo, di San Colombano del Sillaro e che troverebbe una sua testata milanese nel parco del Ticinello, della Vettabia nel Porto di mare.

Un grande Parco dell’Adda Nord, della Martesana e dell’Alta Pianura Vimercatese che unisca il Parco Regionale dell’Adda Nord, il Parco Regionale di Montevecchia, i tre PLIS del Vimercatese (Rio Vallone, Molgora, Cavallera est), i PLIS bergamaschi del Canto del Bedesco, Basso Brembo e della Gera e, come spina dorsale del sistema verso Milano il neonato PLIS della Martesana che, integrato con il PLIS delle Cascine e delle Cave potrebbe attestarsi a Milano nella porzione più facilmente e utilmente riapribile del Naviglio, in continuità con via Melchiorre Gioia (la strada più brutta nel quartiere più moderno della città) fino alla conca di San Marco, affrontando il nodo idraulico del Seveso.
 

Un grande Parco della valle del Lambro che comprenda l’attuale Parco Regionale e che unisca gli spazi aperti del PLIS della Media Valle Lambro estendendosi fino a San Giuliano Milanese e Rocca Brivio attraversando la città di Milano e i suoi parchi. La Valle del Fiume Lambro attraverserebbe e includerebbe il parco del Segrino, della Valletta delle Colline Briantee, il Parco della Cavallera a Vimercate, l’ipotizzato parco Almasolis a nord-ovest di Monza. Nella parte più densa dell’area Mianese il Parco della Valle del Lambro darebbe accesso diretto e connessione all’Idroscalo dal centro della città di Milano e connetterebbe come una collana il sistema dei parchi urbani e degli spazi aperti agricoli urbani della Cascinazza a Monza, delle collinette Falck, dei Parchi milanesi Lambro, Rubattino e Forlanini nella sua completa estensione tra Viale Argonne e l’Idroscalo, Monluè e Ponte Lambro.
 

Un grande Parco Nord del Seveso e delle Groane, che unisca il Parchi delle Groane e i PLIS del Grugnotorto Villoresi, della Brianza Centrale, della Brughiera Briantea e il Bosco delle querce a Seveso, che trova la sua testata a Milano a Niguarda nel Parco Nord Milano e nelle connessioni con le aree di Bruzzano, di Affori, il PLIS della Balossa, e il parco delle Groane. Visto da Milano non solo metterebbe in relazione la città con il bacino naturale di uno dei corsi d’acqua potenzialmente più dannosi e, nel contempo, che necessitano di politiche integrate di cura e gestione degli spazi aperti, ma si configurerebbe come un grande parco della riqualificazione e rigenerazione urbana nonché un’occasione per ripensare la funzionalità delle acque del Seveso in città risolvendo il nodo con il canale della Martesana.
 

Senza contraddire questa ipotesi di lavoro si potrebbe poi affiancare – eventualmente – un’agenzia per la gestione dei grandi parchi pubblici della città metropolitana (ed eventualmente delle altre provincie o cantoni). In particolare per la città metropolitana essa potrebbe e dovrebbe gestire situazioni come il Parco Nord, il grande Forlanini e il parco del Lambro, il sistema del parco di Trenno – delle Cave e di Bosco in città, riprendendo un disegno di razionalizzazione gestionale che sta emergendo nella riflessione tecnica.

È un disegno certo difficile quello dei sei parchi che uniscono, in particolare perché metterebbe in discussione geografie e immagini consolidate ma che avrebbe alcuni vantaggi. In primo luogo renderebbe la città metropolitana coprotagonista nella costruzione di grandi sistemi paesistici e ambientali di vera valenza “metropolitana” in una geografia centripeta che non solo si appoggia su natura e storia, ma guarda con più ambizione e coraggio al futuro. Di volta in volta si tratterebbe di cooperare con territori e istituzioni, sicuramente esterni ai suoi confini amministrativi, ma appoggiandosi su arene di confronto assai consolidate (ad esempio tra i comuni dell’Olona a prescindere dalla collocazione istituzionali, tra i comuni della cintura nord di Milano e della Brianza, tra l’area di Melegnano e quella Lodigiana)

In secondo luogo esso si appoggerebbe principalmente sui sistemi fluviali che dovranno essere oggetto nei prossimi anni di rilevanti politiche di messa in sicurezza (con investimenti non esigui). Tali politiche potranno essere ecologicamente e paesaggisticamente devastanti secondo una logica culturalmente sorpassata di vecchia ingegneria idraulica, oppure l’occasione di progetti integrati idraulici, ecologici paesistici e fruitivi come già in parte avviene nella gestione dei Contratti di Fiume lombardi.

In terzo luogo terrebbe conto di storiche differenti connotazioni dell’agricoltura della regione milanese, tra pianura asciutta e pianura irrigua innanzitutto, ma anche tra un nord-ovest e un nord-est rimasti più agricoli e un nord Milanese dove va costruita quasi da zero una nuova agricoltura e attività forestale con connotati spiccatamente ecosistemici.

In quarto luogo riproporrebbe in forme nuove potenti connessioni simboliche tra luoghi che hanno costruito la regione urbana e che ne possono guidare anche il futuro. In un passato che può ancora innervante pratiche ricreative, turistiche e culturali, muovendosi dalla Darsena riscoperta, attraverso i Navigli verso il Ticino al lago Maggiore e Pavia. In un presente che potrebbe unire il nuovo polo di Porta Nuova con luoghi come Crespi d’Adda, le gole leonardesche dell’Adda e il Resegone dentro nuove economie della conoscenza. In un futuro che nel territorio a Nord di Milano più produttivo e industriale vede dal parco Nord, al Bosco di Seveso, al fiume Seveso lo sviluppo di un grande disegno di riconversione ecologica e paesistica di un territorio che non meno della Ruhr può trovare nello spazio aperto riqualificato un utile alleato nella riqualificazione della sua economia.

Infine e soprattutto innerverebbe tutto il territorio della grande Regione Metropolitana che si distende tra Ticino e Adda, tra Prealpi e Po, proponendo un innalzamento della qualità della vita sempre più legati alla qualità dello spazio aperto e anche irradiando una presenza vitale di nuove popolazioni metropolitane interessate a nuove forme di turismo culturale ed ecologico. Così facendo potrebbe fornire un piccolo ma significativo contributo per calmierare alcuni effetti di forte diseguaglianza spaziale legati alle nuove economie metropolitane.

Il disegno che proponiamo non si accontenta di un qualche escamotage amministrativo, che non si riduce in una questione amministrativa, ma cerca di inquadrare un necessario riordino e accorpamento di enti, un necessario recupero di economie di scala e di sinergie, entro una visione di futuro, che vuole assumere anche una dimensione fisica e materiale.

La prima parte di questo articolo è uscita su http://www.arcipelagomilano.org/archives/42202

venerdì 22 luglio 2016

Seregno: il centro commerciale di via Milano passerà in consiglio comunale

L'area a verde interessata dal nuovo comparto commerciale (PAc-1)
Il Piano Attuativo del Commercio (PAc-1) di via Milano / via allo Stadio di Seregno cambierà ancora. Si è tenuta, infatti, mercoledì 20 luglio scorso la Conferenza di Verifica per esaminare le osservazioni per la assoggettabilità alla VAS (Valutazione Ambientale Strategica) presentate dai soggetti interessati.

Tutto nasce dalla richiesta della proprietà di suddividere l'edificio in due corpi distinti (uno destinato alla ristorazione e l'altro a supermercato) e di distribuire i parcheggi "a corona" degli edifici previsti.

Il progetto del PAc-1 sottoposto alle osservazioni
La nuova proposta, dopo l'analisi degli uffici, sarà sottoposta al vaglio del Consiglio Comunale, in quanto costituirebbe variante al PGT.

Diverse associazioni (Acli, Casa della Sinistra, Comitato per l'ampliamento del Parco Brianza Centrale, Legambiente, WWF e "Dare un'anima alla città") hanno presentato alcune osservazioni per migliorare, dal punto di vista ambientale, il Piano Attuativo.

In particolare hanno chiesto all'amministrazione comunale:
  • di mantenere la continuità dell'area a verde (punto di appoggio alla Rete Ecologica Comunale) evitando qualsiasi tipo di frazionamento;
  • di garantire una maggior naturalità dell'intervento;
  • la scelta di essenze verdi autoctone;
  • di non consentire, all'interno dell'area verde, la realizzazione di totem pubblicitari;
  • lo spostamento della cabina elettrica in una posizione meno impattante;
  • la riduzione dei parcheggi.
In verde la Rete Ecologica Comunale (REC) nella zona interessata (cerchiata in rosso)
Inoltre viene richiesto di assoggettare l'intervento a VAS in quanto viene evidenzata "una distribuzione volumetrica diffusa" e il comparto in questione rientra, come indicato dalle norme provinciali (PTCP), tra le aree di ricarica degli acquiferi.

giovedì 21 luglio 2016

Seregno: come ti asfalto il verde

Via Orcelletto: il tratto di asfalto più scuro evidenzia l'allargamento della via a discapito della vicina area verde
Pochi giorni fa l'imbocco di via Orcelletto è stato allargato a discapito dell'area verde del vicino parco. Facevamo presente che in quel tratto di via, nonostante il vicino parcheggio, era uso da parte di alcuni automobilisti sostare in divieto di sosta; ora la sosta raddoppia... e il verde diminuisce...

martedì 19 luglio 2016

Naresso in festa con il Comitato Bevere


Domenica 24 luglio 2016
una giornata di festa e ristoro lungo il “Sentiero Felice” a Besana in Brianza località Naresso

Programma
  • ore 10:30 Ritrovo
  • ore 11:00  Incontro a tema
  • ore 12.30 circa Ristoro sul posto
il Gruppo Micologico “Brianza-Rogeno” presenta
“IL MONDO DEI FUNGHI”
Relatori : Sig. Giuseppe Ratti e Sig. Alfredo Della Rovere

La partecipazione è aperta a tutti.

Per esigenze organizzative è necessario dare conferma per la partecipazione al pranzo entro  Giovedì 21 luglio 2016. Il contributo per il pranzo completo è pari a  € 15,00.

In caso di maltempo la manifestazione verrà sospesa ed il tema verrà riproposto in una serata che il Comitato Bevere organizzerà dopo il periodo estivo.

Per  informazioni e prenotazioni:  Segreteria:  tel./fax  0362 915359 -  Piero  Pozzoli 334 7271031;  Domenico Errigo 380 3498953 - e mail: info@comitatobevere.org

Si declina ogni responsabilità verso persone e cose durante la manifestazione.

Il Comitato Bevere

domenica 17 luglio 2016

Seregno ha meno verde per tutti


Seregno ha meno verde per tutti: questo il risultato di due interventi sul territorio.

Il nuovo campo di basket all'interno del Parco 2 Giugno
L'ingresso del cantiere nel Parco 2 Giugno
Il primo riguarda il Parco 2 Giugno, all'interno del PLIS Brianza Centrale, dove è in corso di realizzazione un campo di basket. Il basamento di cemento è stata pubblicizzato dal sindaco Mazza con lo slogan "perché, in città, lo sport dev'essere di tutti".  

Il campo di basket esistente nel vicino parco di via Tiziano
Il canestro da sistemare
Peccato che a poche centinaia di metri esista un altro campo da basket pubblico, nel parco di via Tiziano, dove sarebbero bastati piccoli interventi (ripristino delle righe e dei canestri) per rimetterlo in funzione. Ma si sa, le cose vanno così da noi. Piuttosto che fare manutenzione si costruisce qualcosa di nuovo: fa immagine. Peccato che tra qualche anno rischi di fare la stessa fine di ciò che esiste già!

Via Orcelletto dopo l'allargamento della strada...
... e prima
Il secondo intervento riguarda l'allargamento - sempre a discapito del vicino parco - del tratto iniziale di via Orcelletto. In quel tratto era normale trovare auto in sosta vietata, nonostante a poche decine di metri si trovi un parcheggio quasi sempre vuoto.

Non riusciamo a comprendere perché si sia ritenuto necessario consumare ulteriore verde, forse "perché cementificare Seregno è diventato uno sport".
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giovedì 14 luglio 2016

Sentieri e Santi a Casatenovo

Vi segnaliamo questa interessante iniziativa

Nell'ambito delle Festa del Paese l'associazione Sentieri e Cascine con la Proloco e l'Amministrazione Comunale di Casatenovo organizza la visita guidata della Chiesa di S. Margherita e di quella di S. Giustina, veri tesori casatesi. Tra le due Chiese altri segni di devozione popolare con dipinti, croci, colonne e statue. Un'occasione unica, da non perdere!!! Appuntamento alla Chiesa di S. Margherita alle ore 9,00.

lunedì 11 luglio 2016

Lambrada 2016: in marcia per il fiume


Anche quest’anno si è svolta, per il sesto anno consecutivo, la marcia ecologica denominata “Lambrada” che, nelle intenzioni degli organizzatori, è rivolta a sensibilizzare l’opinione pubblica sullo stato delle acque del fiume e più in generale sulla salute dell’intero ecosistema legato al fiume.


 

Il percorso si è svolto, come di consueto, lungo il fiume Lambro, dalla Basilica dei Santi Pietro e Paolo ad Agliate fino alla fonte del Lambro, la Menaresta, in località Magreglio.

 

Da segnalare una deviazione lungo il fiume Bevera e l'utilizzo del battello ecologico da Bosisio Parini a Pusiano e una sosta notturna sulle sponde del Segrino, nel comune di Eupilio.

FestAmbiente Monte Barro 2016

 

di Legambiente Lecco 

FESTAMBIENTE MONTE BARRO 
IL FESTIVAL DELLA SOSTENIBILITÀ LECCHESE

Essere un'associazione significa anche divertirsi e far divertire, raccontando contemporaneamente la concreta possibilità di un mondo diverso. Ecco come nacque festAmbiente, il primo festival nazionale a impatto zero di Legambiente, tenutosi a Grosseto nel 1989, a seguito del quale ne sono sorti altri in molte parti d'Italia.

Anche noi del circolo Legambiente Lecco organizziamo la nostra festAmbiente grazie all'indispensabile lavoro di decine di volontari: per molti anni Legambiente Lecco ha dato vita a festAmbiente Alpi, festival ambientalista di successo che si è tenuto in Val Masino (SO). Dal 2014 invece, nelle aree dentro e fuori l'Eremo del Monte Barro (Galbiate - LC) quattro giorni di dibattiti, spettacoli, musica e natura offrono a tutti molte occasioni per godere della gioia di stare insieme in un ambiente unico. Inoltre è l'occasione giusta per scoprire i progetti, le attività e i valori che Legambiente Lecco rappresenta, i quali vanno in direzione di un miglioramento eco-compatibile degli stili di vita.

Dagli spettacoli teatrali alle danze popolari, dai laboratori di riciclo ai trekking su e giù dal monte alla scoperta delle tipicità gastronomiche e delle bellezze architettoniche, tutto questo e molto altro è stata e sarà festAmbiente Monte Barro, festival vocato alla sostenibilità poiché, inoltre, aderisce alla campagna Azzero Co2 annullando le proprie emissioni.

festAmbiente Monte Barro si svolge presso l'Ostello Parco Monte Barro, il quale è stato riconosciuto come struttura turistica della sostenibilità dalla rete italiana TurismoBellezzaNatura, grazie alle numerose pratiche sostenibili ed eco-compatibili attraverso cui offre i propri servizi.

Maggiori informazioni su: http://www.legambientelecco.it/it/eventi/festambiente

domenica 10 luglio 2016

Pietre del Medioevo: le luci e le ombre dei campanili dell'erbese


Pietre del Medioevo: le luci e le ombre dei campanili
16-17 luglio 2016

Pietre del Medioevo: le luci e le ombre dei campanili: questo il titolo del quarto  WE dedicato al Medioevo/Romanico lariani.  Iubilantes, in particolare, proporrà la riscoperta  dell'erbese, con il gruppo Martesana e il Museo di Erba. Proposta la visita in notturna del borgo di Villincino, cuore medioevale di Erba, e del Castello di Pomerio

Aperture monumenti
Albese con Cassano - S. Pietro - domenica 17, ore 10.00-ore 10.00-12.00, 15.00-19.00
Dicinisio - S. Maria - sabato 16, ore 10.00-12.00, 15.00-18.00
Erba - S. Eufemia - sabato 16, ore 10.00-12.00, 14.00-17.00 domenica 17, ore 10.00-12.00, 14.00-18.00
Eupilio - S. Martino di Carella - sabato 16, ore 9.00-12.00, 15.00-18.00; domenica 17, ore 9.00-11.00, 15.00-18.00
Mudronno - SS. Nazaro e Celso - sabato 16, ore 10.00-12.00, 15.00-18.00
Rezzago - SS. Cosma e Damiano - sabato 16, ore 10.00-12.00, 15.00-18.00

Sabato 16 luglio
ore 11.00 - Eupilio, S. Martino di Carella, visita guidata, con Gruppo Culturale La Martesana
ore 15.00 - Rezzago, SS. Cosma e Damiano, visita guidata
ore 15.30 - Eupilio, S. Martino, visita guidata, a cura del Gruppo Culturale La Martesana
ore 16.00 - Rezzago, SS. Cosma e Damiano, conferenza Romanico e Medioevo: un problema storico e geografico, Fabio Cani
CFP agli architetti con prenotazione obbligatoria su im@teria
ore 17.00 - Rezzago, SS. Cosma e Damiano, concerto di pianoforte e violini con gli allievi del campo musicale 2015

Domenica 17 luglio
ore 16.00 - Mudronno, SS. Nazaro e Celso, visita guidata, a seguire concerto con I Surmanei
ore 18.00 - Lasnigo, S. Alessandro, visita guidata
ore 20.45 - Villincino e Castello di Pomerio, percorso con visite guidate, con Barbara Cermesoni / Museo di Erba e Gruppo Culturale La Martesana (ritrovo ore 20.45 Erba, piazza Prepositurale; ore 21.00, percorso con visita Villincino; ore 22.00, visita Castello Pomerio, spostamento in auto)
CFP agli architetti con prenotazione obbligatoria su im@teria

Francesco Magni presenta "L'erba voglio era nell'orto"

Francesco Magni, foto di Giuseppe Donghi, tratta dalla copertina del libro
Venerdì 15 luglio dalle 20,30  presso il ristorante pizzeria “Il  Barcaiolo"  di Pescarenico (Lecco - Piazza Era, 2) incontro con Francesco Magni band.

Presentazione del libro ”L’erba voglio era nell’orto”, edito da Brianze-Bellavite.

Concertino manzoniano tratto dal cd “Renzo e Luzia”
Letture di Ettore Fiorina.

Abbandonare Pedemontana

I relatori Gemma Beretta, Alberto Colombo, Gianni del Pero
PEDEMONTANA: INSIEME IN RETE SCRIVE AL MINISTRO DELRIO

Il 30 giugno scorso, il coordinamento ambientalista Insieme in Rete per uno Sviluppo Sostenibile ha presentato e illustrato alla stampa i contenuti di una dettagliata relazione inviata al Ministro delle Infrastrutture e Trasporti Graziano Delrio.
Un rapporto che mette a fuoco le numerose criticità collegate al progetto dell'autostrada Pedemontana Lombarda sia nelle tratte già in esercizio (A, B1 e tangenziali di Como e Varese) sia per quanto riguarda il progetto di completamento relativo alla tratta B2 e inizio C.

Sergio Arienti informa sui ripristini territoriali non attuati
Una comunicazione dettagliata con valutazioni e richieste chiare e precise: si rinunci al completamento di questa devastante, inutile e dispendiosa infrastruttura autostradale, si realizzino le previste Compensazioni Ambientali per le tratte in essere si apra un tavolo di discussione e verifica sulla mobilità sostenibile, sul ferro e la viabilità locale che necessita di potenziamenti.
Dopo gli scritti dei Sindaci della tratta B2 e della tratta A anche i gruppi e le associazioni di Insieme in Rete intervengono con una comunicazione a Delrio, mettendo al centro le sensibilità ambientali e la necessità di evitare altri danni al territorio. Prezioso il supporto e la consulenza ricevuta da Anna Donati di Green Italia che era stata ospite di  Insieme in Rete all'iniziativa del 18 marzo 2016.

Sotto, il testo della lettera-rapporto al Ministro Delrio e a seguire il comunicato divulgato durante la conferenza stampa.


Egregio Ministro,

Le scrive il coordinamento ambientalista INSIEME IN RETE PER UNO SVILUPPO SOSTENIBILE, che si è costituito nel novembre del 2007 e da allora si occupa in modo critico dell’infrastruttura Autostrada Pedemontana Lombarda e ha contribuito a mettere in evidenza i limiti, i presupposti errati e l’impatto per il territorio e l’ambiente del progetto.
Siamo un coordinamento di associazioni e di cittadini attenti alle tematiche ambientali e alla trasformazione delle politiche infrastrutturali da attuarsi nei prossimi anni e Le scriviamo perché abbiamo apprezzato l’intenzione da Lei manifestata sin dall’inizio del Suo Ministero di rendere maggiormente accessibili i dati relativi allo stato economico-finanziario delle cosiddette Grandi Opere e, al contempo, la disponibilità a ricevere i territori in ascolto delle problematiche da essi rilevate. Ci riferiamo in particolare alla vicenda Pedemontana che L’ha condotta a Monza lo scorso 11 aprile nella sede della Provincia.

Nella propria attività, Insieme in Rete ha sempre cercato di interloquire con tutti i soggetti Istituzionali e gli Enti preposti alla realizzazione dell’autostrada Pedemontana Lombarda evidenziandone i problemi ingenerati per il territorio, le criticità e le contraddizioni progettuali.
I Sindaci di Monza e Brianza Le hanno riferito di criticità importanti che crediamo fondamentale vengano da Lei prese in considerazione. Qui di seguito intendiamo ampliare il quadro della situazione critica del territorio proprio a partire dalla delicata situazione delle città (Barlassina, Seveso, Meda, Cesano Maderno, Desio e Bovisio Masciago) che nel 1976 subirono il pesante danno dell’incidente ICMESA con la fuoriuscita di rilevanti quantità di diossina TCDD, la cui tossicità –come Lei sa– è tuttora attiva.

Le chiediamo che queste criticità vengano messe sul piatto della bilancia – tra le altre – per arrivare alla auspicata decisione di accantonare definitivamente il progetto dell’autostrada, rinunciando al suo completamento e convogliando le risorse residue per realizzare là dove l’autostrada è in esercizio (tratta A, tratta B1 e tangenziali di Como e Varese) le previste COMPENSAZIONI AMBIENTALI, utili per cercare di mitigare almeno parzialmente le gravi conseguenze (tra queste valgano quale “esempio” il bosco secolare della Moronera distrutto, il bosco della Battù dimezzato, le aree verdi ed agricole azzerate) che l’apertura di queste tratte autostradali hanno prodotto sul territorio, così come le MITIGAZIONI AMBIENTALI dove non realizzate.
Si rende altresì  necessario un confronto sulla pianificazione viabilistica territoriale che dopo aver abbandonato il progetto autostradale valuti quali sono gli assi locali che hanno bisogno di adeguamento per migliorare l’accessibilità e le connessioni tra i territori.

Gemma Beretta
Portavoce del Coordinamento Insieme in Rete per uno Sviluppo Sostenibile

LE CRITICITA’ DELL’AUTOSTRADA PEDEMONTANA LOMBARDA E I RISCHI PER IL TERRITORIO

VOLUMI DI TRAFFICO REALI
I recenti dati dell’Ing Debernardi dello studio META dimostrano l'inutilità dell'autostrada e le sballate previsioni e analisi su cui si fonda.
Volumi di traffico:
Tratta A, nel periodo di GRATUITA' i volumi di traffico erano pari a 18.000 veicoli al giorno.
Con l'apertura della B1 si sale su questa tratta a circa 20.500 veicoli al giorno.
Un volume di percorrenze pari a una PROVINCIALE non certo ad un'autostrada.
Un numero lontanissimo dalle previsioni sovrastimate delle 60.000 e più percorrenze dello studio di fattibilità che giustificava la necessità e la redditività di Pedemontana.
Ma il pieno disastro si avrà con la realizzazione della tratta B2.
Qui si comprende appieno l'inganno di pedemontana e la sua inutilità.

Nella sua analisi l’ing. Debernardi identifica i 100.000 veicoli sull'attuale superstrada nonchè futura tratta B2 dell'autostrada, come un traffico somma di percorrenze brevi cioè di spostamenti locali. Non un traffico sostenuto di lunga percorrenza est-ovest da Malpensa a Orio al Serio.
Si fa dunque un'autostrada per soddisfare un bisogno prevalentemente di spostamento locale ?
Numeri e considerazioni evidenziano quindi l’inutilità di  UNA NUOVA AUTOSTRADA DI TALE IMPATTO E COSTO nel collegamento est/ovest.
Con un' esigenza di spostamenti principalmente territoriali, un’autostrada pedaggiata sul sedime dell'attuale superstrada, provocherà una "fuga" alla ricerca di percorsi alternativi sulla viabilità comunale.
Il risultato sarà che alcune strade di collegamento intercomunale subiranno incrementi di traffico notevoli con aumenti stimati, sempre nello studio di Debernardi, fino al 110%.

COMPENSAZIONI AMBIENTALI NON REALIZZATE
Sulle Tratte già in esercizio (A, B1 e tangenziali di Como e Varese) sono rimaste al palo le COMPENSAZIONI AMBIENTALI i cui numeri teorici previsti erano:
100 milioni di euro totali così suddivisi:
35 milioni di euro destinati per i 90 km lunghezza della Greenway (65 ha)
65 milioni di euro per le opere a verde per 309 ettari totali interessati dalle compensazioni ambientali.
Solo una Compensazione Ambientale, comunque ridotta rispetto all’elaborato originale, è in fase di Progetto Esecutivo a Cassano Magnago.
La GREENWAY corre un rischio concreto: se non si individua un soggetto disponibile alla sua presa in carico (gestione e manutenzione), APL non procederebbe con la sua realizzazione (argomento  trattato in Collegio  di Vigilanza).

Al momento attuale, NESSUN TRATTO della Greenway è stato realizzato ed è in ogni caso rimandata al completamento di tutte le tratte autostradali.

Il RISCHIO DIOSSINA SULLA TRATTA B2 e INIZIO TRATTA C
L’Autostrada Pedemontana è stata progettata con la sovrapposizione sull’attuale sedime della SS35 nei Comuni di  di Barlassina, Meda, Seveso, Cesano Maderno, Desio e Bovisio Masciago.
Si tratta dei Comuni che nel 1976 subirono il danno da diossina TCDD (2,3,7,8-tetraclorodibenzo-p-diossina) conseguente alla fuoriuscita del potente tossico dall’ICMESA, con le conseguenze a Lei e a tutti ben note.

Il sedime della progettata autostrada attraverserà proprio le zone A, B, R, così definite per i livelli di contaminazione da TCCD  e dove nel terreno, c’è ancora la presenza di questa sostanza tossica.

Le Analisi chimiche, validate da ARPA, eseguite dalla soc. Autostrada Pedemontana lombarda (APL) nel 2008  nei punti dove il tracciato della Pedemontana interseca le zone A-B-R del disastro ICMESA del 1976 hanno infatti evidenziato:
52 superamenti dei limiti di legge (CSC)  di cui  10 superamenti del limite industriale per la diossina TCDD esattamente sul tracciato dell’autostrada Pedemontana e delle previste viabilità di accesso e connessione.
Esiste dunque un RISCHIO DIOSSINA nella TRATTA B2 e inizio TRATTA C della Pedemontana nei Comuni di Barlassina, Meda, Seveso, Cesano Maderno, Bovisio Masciago e Desio.
Il rischio è dovuto alla movimentazione di terra contaminata per costruire l’autostrada.
Questa movimentazione riporterebbe in superficie  la TCDD con volumi di terreno da movimentare considerevoli

poiché si ipotizzano:

4 MILIONI DI MCUBI DI TERRENI MOVIMENTATI di cui ALMENO 600.000 MC DOVRANNO FINIRE IN DISCARICA, CIOE’ CIRCA 1.000.000 DI TONNELLATE PARI A CIRCA 40 MILIONI DI EURO PER IL SOLO SMALTIMENTO.
Buona parte di questo è terreno CONTAMINATO
Nonostante fosse nota la presenza di diossina nelle tratte B2 e C di Pedemontana, venne redatto nel 2009 un progetto definitivo che ignorava la problematica e APL escludeva che si dovesse  effettuare un piano di caratterizzazione.
Si intendeva operare solo sui 10 “hot spots”.
Nel 2012 veniva  preannunciata la stesura del progetto esecutivo della tratta B2.

Dopo che nel 2012 Insieme in Rete ed alcune amministrazioni comunali (in particolare Seveso e Desio), inoltravano  una DIFFIDA LEGALE ad APL ingiungendo d’astenersi dal redigere il progetto in assenza di un Piano di Caratterizzazione del suolo, dopo le  pressioni mediatiche promosse da cittadini e altri gruppi di ispirazione ambientalista e le molteplici interrogazioni di consiglieri provinciali e regionali, nel Settembre 2013 il Consiglio Regionale della Lombardia ha approvato all’unanimità la Mozione n° 72  che richiede di effettuare la Caratterizzazione. 
Nel Settembre 2014 APL ha quindi rivisto la propria posizione e ha informato della stesura di un piano che poi è stato discusso e modificato in sede di Conferenza dei Servizi il 9 Aprile 2015 (con ARPA e Provincia di Monza che prescrivevano nuovi metodi di indagine e modifiche, e i  Comuni - escluso Meda - che richiedevano ulteriori integrazioni).
Il 29 Luglio 2015 il Piano con le modifiche richieste è stato approvato in Regione Lombardia e il 3-5-016 sono stati avviati i primi sondaggi nei Comuni da Barlassina a Desio.

Esiste dunque, ormai riconosciuto anche dagli Enti preposti, un rischio cui verrebbe sottoposta la popolazione: quello della rimessa in circolo della Diossina TCDD ancora presente nel suolo.
La Caratterizzazione darà le esatte dimensioni di questo rischio.
Riteniamo che questo fattore debba essere attentamente valutato per verificare LA COMPATIBILITA’ del passaggio di quest’autostrada rispetto alla fragilità ambientale derivante dal RISCHIO DIOSSINA così come debbano essere valutate e pesate attentamente  le modalità d’intervento sulle aree che risulteranno contaminate da TCDD.

La Caratterizzazione è comunque un passaggio da noi fortemente voluto (e in precedenza ignorato dalla soc. Autostrada Pedemontana Lombarda) perchè utile a comprendere e valutare l’inquinamento del suolo e il conseguente livello di  connesso alla movimentazione di grossi volumi di questa terra su aree vaste.
Un passaggio i cui risultati dovranno essere tenuti in debita considerazione valutando attentamente le scelte da prendere per evitare di esporre ad ulteriori rischi una popolazione che ha già pagato sulla sua pelle l'inquinamento da TCDD conseguente al disastro ICMESA del 1976.

VALUTAZIONI
Pedemontana, che già partiva “sbagliata”, non ai piedi dei monti ma zigzagando per la pianura, dopo 30 anni partorisce progetti vecchi e inadeguati.
Pedemontana ha dimostrato di non essere ambientalmente sostenibile avendo devastato inutilmente i territori che ha attraversato.
Pedemontana ha dimostrato di non sapere gestire un’opera pubblica faraonica e sta buttando qua e la pezzi di autostrada sul modello Salerno-Reggio Calabria, mancano le mitigazioni, mancano le compensazioni ambientali, mancano le connessioni alla viabilità d’accesso.
Pedemontana non ha risorse finanziarie e non è sostenibile a livello economico.
Tutto questo in un panorama estremamente confuso dove appare completamente persa l’idea di “autostrada europea con ricucitura del territorio” di cui tanto si è parlato nelle varie fasi progettuali e all’inizio dei lavori.
Pensiamo sia giunto il momento di assumere delle decisioni e di fermare l’opera lì dove è arrivata e, con le risorse residue, risanare i danni ambientali prodotti e indennizzare il territorio anche con le opere di compensazione.
Il quesito si pone opportunamente proprio ora che l’ingresso di Pedemontana nel territorio “diossinato” implica una prima fase di indagini – la caratterizzazione – sul quantitativo di diossina ancora presente nell’area, già rilevato nelle precedenti analisi del 2008.

Ben vengano queste indagini per fare aprire gli occhi su un rischio  ambientale finora sottovalutato, quello della movimentazione di terra contaminata che può rimettere in circolo la diossina TCDD penetrata nel terreno e lì sepolta.
Se si decidesse di procedere con l’autostrada, sarebbe necessario affrontare un’opera di bonifica molto dispendiosa e impattante sul territorio: un’opera di bonifica che, diversamente da quanto accaduto per il Bosco delle Querce di Seveso e Meda – che ricordiamo è forse l’unica bonifica ambientale di area vasta completata in Italia - non servirà a restituire al territorio danneggiato un ambiente qualificato e vivibile ma farà aumentarne il danno solo per permettere il completamento di un inutile tratto autostradale.
A 40 anni dall’incidente ICMESA, il monito del passato torna a dare la sveglia al tempo presente: invertire la rotta di una ormai desueta idea di sviluppo è l’unica via praticabile per il bene delle future generazioni.

APRIRE UN CONFRONTO PER UNA PIANIFICAZIONE TERRITORIALE
Sulla base di quanto sopra esposto, riteniamo si debba rinunciare al completamento dell’autostrada, stralciandola dall’elenco delle Opere Strategiche e si debbano prioritariamente realizzare, trovandone le risorse economiche necessarie, le Compensazioni Ambientali sulle tratte già in esercizio.
Contemporaneamente si apra un tavolo di pianificazione che valuti ed identifichi quali siano le direttrici di traffico locale intercomunale che necessitano di potenziamento.
Si rendano disponibili risorse per il potenziamento del trasporto pubblico.
Si attuino investimenti per potenziare le reti ferroviarie della Brianza e si attivi quanto prima il tavolo di verifica sull’applicazione del protocollo del ferro.

Note:
Per dare una veloce panoramica dell’attività svolta si evidenziano alcuni aspetti su cui, nel tempo, Insieme in Rete è intervenuta sulla Pedemontana con incontri pubblici e interlocuzione con le istituzioni e segnalazioni al CIPE, azioni che hanno  portato:
•    Ad alcune PRESCRIZIONI del CIPE vincolanti
•    Una modifica progettuale con l’eliminazione d’una strada d’arroccamento
•    La modifica nell’aprile 2012 del progetto con conseguente parziale salvaguardia del Bosco delle Querce di Seveso e Meda (ex zona A del disastro ICMESA del 1976) che nel progetto autostradale definitivo del 2009 sarebbe stato quasi completamente cancellato nella porzione del Comune di Meda,
•    2 DIFFIDE ad APL rispetto alle mancate ottemperanze alle prescrizioni CIPE
•    All’approvazione della Mozione 72 in Regione Lombardia per il PIANO DI CARATTERIZZAZIONE dei livelli di contaminazione da TCDD sulla tratta B2 e parte della C PRIMA del Progetto Esecutivo
•    Alla successiva attuazione del Piano di Caratterizzazione delle aree contaminate dalla diossina TCDD dell’ICMESA, attualmente in corso, evitando così che il progetto esecutivo della Tratta B2 venisse comunque realizzato in assenza di un’adeguata conoscenza del livello d’inquinamento del suolo e quindi del conseguente rischio salute per i territori già coinvolti dalla fuoriuscita di TCDD dall’ICMESA nel 1976.
•    Ad iniziative locali con un’informazione COSTANTE sull’inutilità, sull’invasività e i rischi collegati alla realizzazione della Pedemontana

Il quarantesimo anniversario dell’incidente ICMESA del 1976 per le associazioni ambientaliste che si riconoscono nel coordinamento Insieme in Rete per uno Sviluppo Sostenibile si svolge in trincea. Incombe infatti l’arrivo sul territorio dell’Autostrada Pedemontana Lombarda, per il momento ferma a Lentate sul Seveso; ormai pressoché terminati i carotaggi per la verifica del livello di contaminazione da  diossina TCDD nei terreni che verranno attraversati dall’autostrada, si attendono gli esiti per definire il da farsi .
L’analisi ambientale dovrebbe essere messa sul piatto della bilancia per contribuire alla decisione di uno stop  definitivo al proseguimento di Pedemontana Lombarda e per dedicare le risorse residue a riparare i danni già prodotti lì dove l’autostrada è in esercizio.
E’ anche per questo motivo che Insieme in Rete per uno Sviluppo Sostenibile  in questi giorni ha inviato un rapporto al Ministro delle Infrastrutture e Trasporti Graziano Delrio: “Le chiediamo – scrive Insieme in Rete - che vengano messe sul piatto della bilancia alcune criticità proprie di questo territorio in modo che si possa finalmente arrivare ad accantonare definitivamente il progetto dell’autostrada Pedemontana Lombarda”.
Le criticità di questo territorio, che non possono essere ignorate  nonostante il desideri di alcuni di “voltare pagina” sulla questione -, riguardano la diossina e la salute dei cittadini.
L’autostrada Pedemontana Lombarda – prosegue il rapporto - è stata progettata con la sovrapposizione sull’attuale sedime della Superstrada Milano-Meda nei Comuni di Barlassina, Meda, Seveso, Cesano Maderno, Desio e Bovisio Masciago.
Si tratta dei comuni che nel 1976 subirono il danno da diossina TCDD (2,3,7,8-Tetraclorodibenzo-p-diossina) conseguente alla fuoriuscita del potente tossico dall’Icmesa, con i danni a tutti ben noti”. Dopo tanti anni il rischio è ancora attuale, perché la diossina ha un’emivita entro cui si dimezza di almeno un centinaio di anni e quindi il veleno,  tuttora  presente in buona parte del territorio è ancora attivo.
Il rischio è quindi connesso alla movimentazione di terra contaminata per costruire l’autostrada: si tratta di quattro milioni di metri cubi di terreni che verrebbero movimentati di cui almeno 600.000 mc dovrebbero finire in discarica, cioè circa 1.000.000 di tonnellate. Si ipotizzano circa 40 milioni di euro per il solo smaltimento. Buona parte di questo terreno è contaminato e la caratterizzazione che è in fase di realizzazione permetterà di valutare l’entità del livello di inquinamento”.
La relazione al Ministro Delrio è stata altresì opportunamente centrata sulle errate previsioni dei volumi di traffico, sullo spreco di risorse economiche, sugli scenari che mostrano un peggioramento per la viabilità locale qualora l’autostrada dovesse essere completata, sulla mancata realizzazione delle Compensazioni Ambientali nelle tratte A, B1 e sulle tangenziali di Como e Varese.
A fronte di tutto questo, INSIEME IN RETE ha avanzato la richiesta esplicita di rinunciare al completamento della Pedemontana stralciandola dall’elenco delle Opere Strategiche dando seguito alla realizzazione delle Compensazioni Ambientali sulle tratte già aperte e chiesto l’urgente attivazione di un tavolo di pianificazione per valutare ed identificare le direttrici di traffico locale intercomunale che necessitano di potenziamento. Il coordinamento chiede di mettere sul piatto della bilancia particolarmente la delicata “questione Seveso”: “Se, al di là dei risultati acquisiti da questo processo di conoscenza, si decidesse di procedere con l’autostrada, sarebbe necessario affrontare un’opera di bonifica molto dispendiosa e impattante sul territorio: un’opera di bonifica che, diversamente da quanto accaduto per il Bosco delle Querce di Seveso e Meda – che ricordiamo è forse l’unica bonifica ambientale di area vasta completata in Italia –, non servirà a restituire al territorio danneggiato un ambiente qualificato e vivibile ma farà aumentare il danno solo per permettere il completamento di un inutile tratto autostradale.
Per tenere viva la memoria di quanto è accaduto nel passato come monito per il presente  le associazioni ambientaliste organizzeranno per il prossimo 9 luglio in un luogo di cui verrà data comunicazione, la presentazione di una storia a fumetti dal titolo “E scese una nube su Seveso”.
Le autrici, Cosi e Repossi, saranno presenti per raccontare l’origine di questa pubblicazione e per interloquire con quanti e quante vorranno così insieme condividere la memoria del passato a servizio del tempo presente.

sabato 9 luglio 2016

Sagra del cotto alle Fornaci di Briosco


L’Amministrazione Comunale di Briosco, in collaborazione con la Pro Loco locale, il comitato Sagra del Cotto e la Fornace Artistica, intende ridare vita sotto nuove vesti ad una sentita festa popolare che miri al contempo a far conoscere il territorio ed un mestiere antico, oltre che a valorizzare un’eccellenza più unica che rara: quella della lavorazione dell’argilla.

La Sagra del Cotto si terrà presso l’Oratorio di Fornaci la sera di sabato 9 e nell’intera giornata di domenica 10 luglio 2016.
La festa contemplerà musica, buon cibo ed un mercatino dell’artigianato che ha come principale materiale di impiego proprio il cotto. Soprattutto, è stato imbastito un ricco programma culturale che prevede in particolare:
  • una mostra fotografica sulla storia di Fornaci e sulla lavorazione del cotto, a cura dello studioso della Storia della Brianza Prof. Domenico Flavio Ronzoni;
  • una mostra collettiva di opere d’arte realizzate dagli artisti che ancora oggi si recano copiosi alla Fornace Artistica per cuocere i propri manufatti;
  • visite guidate e laboratori ludico-didattici per grandi e piccini (prenotazione consigliata t. 338 7496865)

venerdì 8 luglio 2016

40 anni dopo l'evento diossina a Seveso: un convegno autorevole ma poco frequentato


di Gianni Del Pero

Oggi convegno a 40 anni dall'accidente ICMESA.
Autorevolissimo l'elenco dei relatori:
  • Paolo Mocarelli (Direttore Scientifico IRCCS “Fondazione Don Gnocchi”, già Direttore del Servizio Universitario di Medicina di Laboratorio, Ospedale di Desio)
  • Dario Consonni (UO Epidemiologia Dipartimento di Medicina Preventiva, Fondazione IRCCS Ca’ Granda – Ospedale Maggiore Policlinico); Pier Alberto Bertazzi (Università degli Studi di Milano)
  • Piermario Gerthoux (Vice presidente IITM/@ITIM, già Direttore Laboratorio Ospedale di Vimercate)
  • Franco Toffoletto (già primario Medicina del Lavoro Ospedale di Desio)
  • Antonio Colombo (già primario Neurologia Ospedale di Desio, Polo Neurologico Brianteo)
Ho partecipato alla Sessione speciale: Memorie Storiche ed insegnamenti tecnico-scientifici dall’evento Diossina. Tra il pubblico cioè come pubblico nel senso che ero solo, per fortuna almeno a fianco del Sindaco di Desio.

Mocarelli presenta il suo lavoro e la sua memoria, fondamentale. Ed il risultato dell'indagine epidemiologica, la sua, l'unica condotta. Il Risultato su un campione di 900 donne esposte alla diossina, di cui prelevò il sangue per msurarne la diossina presente, incremento per tutte le malattie tumorali dell'80%.

Consonni, collaboratore di Bertazzi, presenta i risultati di una indagine statistica con molti limiti nei dati acquisiti e nella loro rappresentività statistica prima ancora che medica o clinica. Dice che alla lunga "non è successo niente, anzi si muore di meno dopo la diossina"...

Interessante, incredibile e coinvolgente l'intervento di Antonio Colombo. Non riesco a riassumerlo. Contesta i dati di Bertazzi/Consonni sino al punto di dire che quelli che stanno presentando ora non sono uguali a quelli che loro stessi presentavano vent'anni orsono e che dimostravano il raddoppio o la triplicazione della mortalità tumorale (per i linfomi non hodking aumento di 6,5 volte....si può dire del 650%). Segnala l'anomalo incremento di tumori al cervello (lui neurologo ripreso da colleghi per l'alto numero di un determinato tumore provenienti dall'ospedale di Desio, il triplo dell'atteso, più 300%).
Fornisce un'informazione a me sconosciuta relativa al mancato raggiungimento degli obiettivi di bonifica nel Bosco delle Querce.
Cita più volte una pubblicazione FLA di cui allego il link "Seveso vent'anni dopo" che dovremmo tutti rileggere.  http://m.flanet.org/sites/default/files/pubb/sevesoita.pdf

9 luglio 2016: torniamo al muro ICMESA

Riceviamo e pubblichiamo
 
SABATO 9 LUGLIO 2016 TORNIAMO AL MURO DELL’ICMESA con Daniele Biacchessi  e “LA FABBRICA DEI PROFUMI“

e a seguire
RICORDARE/DENUNCIARE - FIACCOLATA TRA L’ICMESA E LE VIE DI SEVESO

Dopo la bella, partecipata e intensa serata del 4 luglio con lo spettacolo di Massimilano Vergani, DIOSSINA 2.0 torniamo al muro ICMESA 
il 9 LUGLIO ALLE ore 21.00 Incontro con Daniele Biacchessi autore del libro LA FABBRICA DEI PROFUMI che è stato ristampato in occasione del 40esimo del disastro.

A SEGUIRE (indicativamente dopo le 22.00) partiremo con la fiaccolata per riportare la Storia nelle strade, dal disastro del luglio 1976 alla minaccia dei cantieri di Pedemontana. Non celebriamo un evento del passato ma un disastro che continua da quarant’anni, con la diossina in gran parte lasciata dov’era, con le mezze verità e le tante menzogne. Anche in questi giorni dai vertici delle istituzioni regionali abbiamo dovuto sentire affermare che “l’’allarmismo, come si scoprì più tardi, dati alla mano, fece più danni della diossina”. Una falsificazione - smentita dai dati scientifici - sulla storia dei decenni scorsi e una negazione dei rischi attuali utile per chi vuole a tutti i costi imporci l’assurda autostrada Pedemontana. E soprattutto un insulto alla storia di noi tutti.

Per questo invitiamo tutti a partecipare alla fiaccolata di sabato.

Coordinamento No Pedemontana

lunedì 4 luglio 2016

La formica e la farfalla all'Oasi Lipu di Cesano Maderno

DOMENICA 17 LUGLIO, ore 15
“LA FORMICA E LA FARFALLA”

Passeggiata in Oasi accompagnati dai volontari LIPU per ammirare l’ambiente tipico delle Groane: la Brughiera.
Sarà l’occasione per conoscere la storia della farfalla, la formica e la genziana, nell’ambito del progetto “FraGenziane”.

Il ritrovo è fissato presso il Centro Visite “Langer”
15 minuti prima della partenza.
Durata attività max 3 ore.

Donazione a partecipante: € 3,50; bambini (dai 6 ai 12 anni)e Soci LIPU € 2.
PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA
Per maggiori informazioni: tel 0362.546827, oasi.cesanomaderno@lipu.it

venerdì 1 luglio 2016

Seveso + 40: "Contaminazioni al Bosco delle Querce"


CONTAMINAZIONI AL BOSCO DELLE QUERCE
8, 9 e 10 LUGLIO 2016


Tre giorni per vivere quello che fu il luogo più contaminato (ex Zona A) dalla fuoriuscita di diossina e che oggi è il Bosco delle Querce di Seveso e Meda. Tre giorni dove si potranno conoscere una serie di discipline che permettono di stare meglio al Bosco ma non solo. Tre giorni dove teatro, yoga, shiatsu, biodanza, tai chi, nordic walking (...e tanto altro!) incontreranno la Storia grazie anche alle visite guidate proposte da Legambiente. Tre giorni pieni di “contaminazioni” a 40 anni da un caldo sabato di luglio di tanti anni fa.
Ingresso del parco di via Ada Negri (tutte le proposte sono ad gratuite).

8 LUGLIO ORE 21.00
“Lo Santo Jullare Francesco” di Dario Fo con Mario Pirovano.
Un memorabile lavoro sulla vita di San Francesco frutto delle ricerche di Dario Fo. Una pièce teatrale da vivere “avvolti” nel parco tra Storia, Ambiente, Natura.

9 LUGLIO E 10 LUGLIO ORE 16.00/20.00
Laboratori di yoga, shiatsu, biodanza, Tai Chi, Kendo, Naturopatia (...per grandi e piccini…) con la presenza di una libreria specializzata in libri per bimbi/e….perché il Bosco non ha età! E per conoscere la Storia…visite guidate con Legambiente e passeggiate con il Nordic Walking!

10 LUGLIO ORE 10.00/12.00
Cerimonia ufficiale di celebrazione dell’anniversario con il riconoscimento a persone che si sono contraddiste, nell’ambito del loro ruolo istituzionale, per attività a favore della Comunità. Sarà invitato il presidente della Fondazione Cariplo Guzzetti che, all’epoca presidente della Giunta Regionale, firmò la transizione tra Regione e Givaudan.

Le "Contaminazioni" sono proposte dal Comune di Seveso in collaborazione con la Fondazione Lombardia per l’Ambiente, l’Agenzia Innova21, Legambiente e con il sostegno di Fondazione Cariplo a cui va aggiunto il contributo di Cap Holding, Brianzacque, Gelsia, AeB e Gelsia Ambiente. Il progetto ha ottenuto il patrocinio di Regione Lombardia e della Provincia di Monza e Brianza.

Ai tre giorni collaboreranno l'associazione Dan Dien, Mum in Progress, la Croce Bianca di Milano sez. di Seveso, la Confartigianato e il Team Triangolo Lariano di Nordic Walking, gli Amici della Medateca 
e Ama.lo! 
Durante le "Contaminazioni" sarà possibile mangiare "vegetariano" alla Festa della Croce Bianca in via Redipuglia, 50.