giovedì 31 ottobre 2024

Circolo Ambiente: "PGT di Erba: la città ha necessità di una visione organica del futuro"

A Erba la Giunta si arrabatta tra il recupero delle aree dismesse e nuovi parcheggi, ma prima serve disegnare il futuro della città!




di Roberto Fumagalli, presidente del Circolo Ambiente "Ilaria Alpi"


Come Circolo Ambiente "Ilaria Alpi" interveniamo in maniera critica sulle recenti scelte urbanistiche del Comune di Erba. Gli argomenti sono due: la riqualificazione delle aree dismesse e l'individuazione di nuovi parcheggi.


Aree dismesse.
Anziché procedere a colpi di delibere per la sistemazione delle aree dismesse, l'Amministrazione Comunale di Erba dovrebbe prioritariamente disegnare il futuro urbanistico della città.  
Lo diciamo alla luce della recente delibera di Giunta con cui vengono individuate altre aree dismesse da riqualificare, tra cui le più importanti sono l'area ex Meroni di via Leopardi e l'ex Tessitura Pontelambro. E questo esattamente a distanza di un anno dalla precedente delibera approvata dal Consiglio Comunale, che individuava le prime aree dismesse, quelle affacciate lungo l'asse di via Fiume, ovvero Molino Montana, Gasfire ed ex Enel.
Come avevamo commentato lo scorso anno, ben venga imporre un 'ultimatum' ai proprietari, senza però concedere l'aumento del 10% del volume recuperabile. Ma, in termini prioritari, occorre un passaggio fondamentale, vale a dire l'approvazione di un nuovo PGT che disegni il futuro urbanistico di Erba. Che necessariamente dovrà essere a 'consumo di suolo zero', ovvero non prevedere nessuna area di nuova edificazione, con la contemporanea cancellazione delle attuali previsioni di edificazione. Già questo rappresenterebbe un sicuro  stimolo agli immobiliaristi e alle imprese edili per concentrarsi sulla riqualificazione dell'esistente anziché sulla cementificazione di suolo verde.  
In definitiva, nel nuovo PGT il comune dovrebbe definire il disegno di cosa vuole diventare Erba dal punto di vista urbanistico. Questo senza lasciare nelle mani dei singoli proprietari delle aree dismesse la decisione su come intervenire sui propri edifici attualmente inutilizzati.
E invece il Comune di Erba si dimostra - ormai da decenni e così anche con l'attuale Giunta - incapace di avere una visione organica del futuro della città. Una città urbanisticamente brutta, con molte, troppe, aree dismesse fatiscenti e inquinanti, che gridano vendetta; una città dove paradossalmente nel contempo - anche negli ultimi anni - si è consentita la nascita di nuovi cantieri che hanno causato la cementificazione di alcune delle poche aree verdi del centro.


Parcheggi.
In un'altra delibera di Giunta leggiamo un tristissimo elenco di parcheggi, con previsione di nuove aree di sosta soprattutto nelle zone del centro città. E questa è un'ulteriore dimostrazione della visione limitata dell'attuale Amministrazione anche sul tema della mobilità. Una Giunta rimasta alla cultura 'autocentrica' degli anni '60 del secolo scorso, che pensa sia giusto attrarre le auto nel cuore della città anziché pensare alla pedonalizzazione delle aree centrali. A nostro parere proprio la riqualificazione delle aree dismesse potrebbe essere la chiave di volta per ripensare la città, con più spazi per pedoni, biciclette, più zone per la socialità e meno per le auto.
 
Errata è anche la scelta di confermare la brutta 'ferita' del parcheggio esistente da 11 mila metri quadrati tra via Milano e via Cascina California, così come è errata la previsione di ricoprire una parte del parcheggio con un nuovo mega edificio da 5 mila mq per una 'media struttura di vendita'. Un'ulteriore nuova attività commerciale in quella zona non farebbe altro che aumentare il via vai di veicoli sulla già trafficata via Milano, con conseguente aumento delle code nelle ore di punta in corrispondenza della rotonda della 'Cinquecento' (quella tra via Milano e viale Prealpi).
Queste scelte in materia di parcheggi - sia per il centro città che per le aree esterne - attestano una visione miope del futuro della città. Un'idea fatta ancora di auto in coda con conseguente inquinamento, anziché puntare sulla mobilità sostenibile e collettiva.

Conclusioni.
In definitiva a Erba servirebbero amministratori pubblici lungimiranti, con un'idea di città a misura d'uomo e non a misura del mercato immobiliare e delle auto! Occorre superare la visione miope dell'attuale Sindaco e Giunta, basata su singoli interventi edilizi e sulla individuazione di nuovi parcheggi! Erba ha bisogno di altro.

Audizione in Regione Lombardia: l’allarme delle associazioni ambientaliste sul Piano Cave della Provincia di Como

Estratto della Carta geologica della Provincia di Como relativo alla parte meridionale del territorio

Mercoledì 30 ottobre 2024 durante l’audizione della Commissione "Ambiente, Energia e Clima, Protezione Civile" di Regione Lombardia, Gianni Del Pero, presidente delegato del WWF Lombardia, ha presentato un contributo a nome di diverse associazioni ambientaliste del territorio. Tra queste: il Circolo Ambiente Ilaria Alpi, il Gruppo Naturalistico della Brianza, Legambiente Circolo Angelo Vassallo Como, Coordinamento per la Mobilità Sostenibile – No Canturina Bis (Fridays for Future Como), Legambiente Circolo Laura Scotti Valle Intelvi, Comitato Parco Regionale Groane-Brughiera, WWF Insubria e WWF Lombardia. Il contributo esprime osservazioni e proposte sul Nuovo Piano delle Attività Estrattive di Cava della provincia di Como, con particolare attenzione alla sostenibilità e alla tutela ambientale.

Nel documento, le associazioni sottolineano l'importanza di aggiornare la valutazione dei fabbisogni materiali, tenendo conto delle attuali condizioni di mercato e della crescente crisi nel settore edilizio, accentuata dagli incentivi come il superbonus 110%. Le associazioni rilevano inoltre il ruolo significativo delle attività di recupero e riciclaggio dei materiali edili in provincia, che stanno fornendo materiali di qualità per il comparto edile, riducendo così la dipendenza dalle risorse estratte.

Per garantire un’autosufficienza a livello provinciale, viene evidenziata la necessità di un controllo più rigoroso sui materiali importati dall’estero, in particolare quelli provenienti dalla Svizzera. Le associazioni propongono di introdurre un obbligo di trasmissione dei documenti doganali ai vari enti competenti, al fine di monitorare i flussi transfrontalieri di materiali e ridurre il rischio di un eccessivo approvvigionamento dall’estero.

Il contributo delle associazioni invita a promuovere l’uso di materiali riciclati nei progetti di opere pubbliche, suggerendo l’inserimento negli appalti di specifiche che privilegino gli aggregati riciclati, riducendo il ricorso ai materiali di cava. Tale proposta punta a favorire un'economia circolare e a ottimizzare l’impiego di risorse sostenibili.

I poli estrattivi ATE g4 nord (nel riquadro) e ATE g4 sud

Le associazioni segnalano criticità specifiche per i poli estrattivi situati in aree sensibili, come il sito ATE g4 Colverde Faloppio, in prossimità del Parco Regionale Spina Verde e di una falda acquifera. Le associazioni richiedono che ogni sito estrattivo sia oggetto di una valutazione ambientale accurata e continuativa, che consideri fattori come l’impatto acustico, la qualità dell’aria e la protezione delle falde acquifere, a tutela della biodiversità e della salute pubblica.

Riguardo all’esportazione di inerti verso la Svizzera, le associazioni esprimono la loro netta opposizione, poiché questa pratica contravviene al principio di autosufficienza provinciale. Notano che in Svizzera l'uso di materiali da demolizione è ormai prevalente, permettendo una significativa riduzione della domanda di inerti provenienti da cave. Tale approccio dimostra la possibilità di soddisfare parte delle esigenze edilizie con materiali riciclati, favorendo una gestione delle risorse più sostenibile.

Le associazioni propongono una migliore organizzazione dei controlli, suggerendo un coordinamento tra gli enti locali (comuni, Provincia, ARPA e altri) per monitorare le attività estrattive e di recupero ambientale. Inoltre, chiedono che la Provincia organizzi corsi di formazione specifici per il personale comunale, affinché gli addetti possano svolgere con maggiore efficacia i controlli sul territorio.

Infine, le associazioni raccomandano di collegare l’attività estrattiva al rispetto del piano di recupero ambientale: qualora le attività di recupero non rispettino i cronoprogrammi previsti, dovrebbe essere interrotta l’attività estrattiva. Tale proposta mira a prevenire situazioni di recupero ambientale incompleto, responsabilizzando le imprese a rispettare le prescrizioni concordate.

In chiusura, le associazioni firmatarie hanno ribadito la necessità di un approccio sostenibile per la pianificazione delle attività estrattive, in linea con un’economia circolare e con criteri di salvaguardia ambientale e della salute pubblica.

mercoledì 30 ottobre 2024

Una passeggiata teatrale per difendere il Bosco della Bruciata dalla Pedemontana

 

 

Da sempre il bosco è un luogo magico. Grazie a Michele Losi, l'attore che guiderà questa esperienza estremamente suggestiva, lo sarà ancora di più.

I partecipanti sono attesi il 16 novembre alle ore 14.30, a Vimercate in Via Martiri di Belfiore, per vivere insieme un momento indimenticabile.

È importante segnare la propria partecipazione tramite il QR code presente sul volantino.

Partecipazione e passione per l’ambiente: il Comitato per la Difesa del Territorio di Lissone incontra Luca Mercalli


di Roberto Tagliabue


È stata una serata interessante quella che si è svolta nella piccola ma gremita sala convegni della biblioteca di Lissone. Il direttivo del Comitato per la Difesa del Territorio ha inaugurato la prima di tre serate dedicate alla conservazione dell'ambiente e, ieri sera alle ore 21, in videoconferenza da Verona, era presente il noto climatologo e scienziato Luca Mercalli.

Per quasi due ore, Mercalli ha catturato l'attenzione del pubblico - interessato e molto partecipe - rispondendo alle domande con la competenza di un esperto divulgatore e spaziare su vari temi interconnessi. Ha affrontato argomenti come il consumo di CO₂, i modelli economici alternativi e la differenza tra crescita, sviluppo e progresso, senza sottrarsi a decine di domande, mirabilmente selezionate e presentate dal conduttore della serata, Giacomo Mosca, anima del direttivo lissonese e abile moderatore.


La serata si è aperta con la lettura di una poesia a tema ambientale di Caprotti, interpretata da Silvana, la "pasionaria" del Comitato, e introdotta da Marco Donadel. Donadel ha ben illustrato le iniziative del Comitato, sottolineando la rilevanza del problema ambientale e le connessioni con il progetto Pedemontana.

Un punto di forza della serata è stato il coinvolgimento di numerose persone già attive nel Comitato, una partecipazione che ha dato energia e spessore all’incontro. Ora l’obiettivo è ampliare questo entusiasmo, puntando a un maggiore coinvolgimento dei tanti simpatizzanti del comitato, ormai arrivati a centinaia, per favorire una partecipazione sempre più attiva alle iniziative del gruppo di lavoro. Come ha sottolineato lo stesso Mercalli, nonostante l’insensibilità della classe politica verso l'urgenza e la gravità della questione, è fondamentale che il problema ambientale diventi un valore culturale condiviso da tutta la comunità, per coinvolgere sempre più persone nel percorso di cambiamento.

Il Seveso come risorsa: nasce il progetto per il Parco Fluviale e Territoriale

A seguito dell’incontro tenutosi il 26 ottobre 2024 a Milano, presso l’auditorium Teresa Sarti Strada, è emersa con forza l’urgenza di proteggere e rigenerare il bacino del fiume Seveso attraverso la creazione di un Parco Fluviale e Territoriale, che colleghi gli spazi verdi e tuteli le risorse ambientali nell’area metropolitana e brianzola. Proprio in quest’ottica, l’ordine del giorno approvato dal Consiglio Regionale della Lombardia lo scorso luglio rappresenta un’importante pietra miliare nel percorso di costituzione del Parco Fluviale del Seveso.

Il sistema dei parchi esistente: Parco Nord Milano, Parco Riserva Naturale Bosco delle Querce, PLIS Grugnotorto Villoresi e Brianza Centrale.
Immagine tratta dalla Relaziobe presentata da Arturo Lanzani nel convegno del 26/10/2024

Il 25 luglio 2024, il Consiglio Regionale della Lombardia ha approvato all’unanimità l’ordine del giorno che propone la creazione del Parco Fluviale del Seveso. Si tratta di un progetto che punta alla rigenerazione e alla protezione del bacino del fiume Seveso, storicamente soggetto a inquinamento e frequenti esondazioni, con gravi impatti su Milano e le aree della Brianza.

Di seguito riportiamo i punti principali dell'ordine del giorno:

Quadro normativo e obiettivi del progetto
Il progetto nasce in conformità alle direttive europee in materia di gestione delle acque e di prevenzione delle alluvioni (Direttive 2000/60/CE e 2007/60/CE), perseguendo gli obiettivi già stabiliti dal Contratto di Fiume Seveso, stipulato nel 2006 e sostenuto da enti locali, regionali e da istituzioni di gestione ambientale. Questo contratto si prefigge di migliorare la qualità delle acque e ridurre il rischio di esondazioni.

Criticità ambientali e rischio idrogeologico

Il consumo di suolo e la cementificazione delle aree urbane, in particolare intorno al Seveso, hanno ridotto la permeabilità del suolo, aumentando il rischio di alluvioni. La necessità di affrontare i cambiamenti climatici e le esondazioni frequenti, che causano danni considerevoli alle infrastrutture e alle proprietà private, è stata ribadita più volte dal Consiglio.

Misure di contenimento e mitigazione
A partire dal 2014, sono stati finanziati piani per la costruzione di quattro vasche di laminazione per contenere le esondazioni del Seveso, due delle quali sono già in costruzione e una è stata ultimata. Tuttavia, la realizzazione della quarta vasca è ferma a causa degli elevati costi di bonifica dell’area prescelta tra Varedo e Paderno Dugnano. La conclusione di queste opere è considerata fondamentale per il controllo del rischio idrogeologico.

Creazione del Parco Fluviale come risposta sistemica
L’idea di un Parco Fluviale del Seveso, promossa dall’associazione Amici del Parco Nord, mira a utilizzare il fiume come un corridoio ecologico, con progetti di riqualificazione ambientale nelle aree urbane e periurbane della Lombardia. Il parco non solo contribuirebbe alla mitigazione climatica, ma faciliterebbe il drenaggio delle acque, diminuendo il rischio di alluvioni, e incrementerebbe gli spazi verdi urbani.

Azioni strategiche e coordinamento tra enti
Il Consiglio ha invitato la Giunta regionale e gli assessori competenti a istituire un tavolo di lavoro che coinvolga le province di Como, Monza e Brianza, e la Città Metropolitana di Milano, per elaborare un progetto condiviso e integrato di parco fluviale. Tale tavolo dovrà definire obiettivi e tempistiche per l’attuazione delle strategie previste, in linea con il Contratto di Fiume Seveso.

Obiettivi a lungo termine e bilancio

Infine, il Consiglio ha chiesto che la creazione del parco fluviale sia inserita tra gli obiettivi strategici della Regione Lombardia, con adeguati stanziamenti di bilancio. L’intento è di realizzare interventi strutturali e duraturi per rispondere alle sfide climatiche e migliorare la qualità della vita nelle aree più urbanizzate.

martedì 29 ottobre 2024

Un parco fluviale e territoriale nel medio bacino del fiume Seveso


a cura di Sinistra e Ambiente, Meda


Il 26 ottobre 2024, a Milano, presso l'Auditorium Teresa Sarti Strada, si è tenuto un interessante incontro a più voci sul tema della costituzione del "Parco Fluviale e Territoriale del Seveso", organizzato dall'Associazione Amici Parco Nord.

Hanno partecipato al convegno Raffaella Vimercati, Presidente dell'Associazione Amici Parco Nord; Anita Pirovano, Presidente del Municipio 9 di Milano; Gianfranco Cermelli e Daniela Gasparini dell'Associazione Amici Parco Nord; Arturo Lanzani, Presidente del Parco GruBria; Marzio Marzorati, Presidente del Parco Nord Milano; e, tra i contributi istituzionali, Gigi Ponti, Consigliere della Regione Lombardia; Francesco Vassallo, Vice Sindaco della Città Metropolitana di Milano; e Gianluca Comazzi, Assessore al Territorio e Sistemi Verdi della Regione Lombardia. Come invitati, Sinistra e Ambiente di Meda e il Circolo Legambiente "Laura Conti" di Seveso hanno seguito attentamente l'incontro.

LE BASI DEL CONFRONTO E DELLA PROPOSTA

Il 25 luglio 2024, il Consiglio Regionale della Lombardia ha approvato all’unanimità un ordine del giorno che sostiene la proposta di creare il Parco Fluviale del Seveso, affidandone la progettazione e realizzazione al Contratto di Fiume.

Alla base della proposta c’è la necessità di potenziare i depuratori del bacino per migliorare la qualità delle acque e di intervenire sulla gestione delle sempre più frequenti piene dovute alla crisi climatica, puntando a incrementare le superfici drenanti e filtranti su tutto il bacino del Seveso.

La proposta di un Parco Fluviale e Territoriale, che richiederà un lungo percorso di confronto e atti amministrativi per concretizzarsi, apre alcune importanti opportunità. Tra queste, vi è l’obiettivo di considerare il fiume Seveso come una risorsa attraverso un progetto di rigenerazione ambientale e territoriale, accompagnato dalla creazione di un Parco Regionale che connetta aree simili in termini di conformazione e vocazione: spazi liberi residuali nel contesto urbanizzato, su cui intervenire per riqualificarli tramite piantumazioni, corridoi verdi e faunistici, piste ciclabili e appropriati interventi di ingegneria ambientale per creare spazi di naturalità.

IL SISTEMA DEI PARCHI NEL MEDIO BACINO DEL SEVESO

Nella parte del bacino del medio Seveso, in un territorio fortemente antropizzato, da Meda a Niguarda esiste un sistema di parchi costituito da:

  • Parco Regionale Naturale del Bosco delle Querce;
  • Parco Locale Sovracomunale GruBria;
  • Parco Regionale Nord Milano.

Nelle vicinanze di questi parchi vi sono aree da tutelare, composte da zone lungo il fiume Seveso e il suo affluente, il torrente Certesa/Tarò, nonché da spazi di connessione tra i due corsi d’acqua e le superfici dei tre parchi. Su questo tema, e sulla creazione di un Parco Fluviale in contesto metropolitano, ha contribuito Arturo Lanzani, urbanista e docente al Politecnico, nonché attuale Presidente del PLIS GruBria, illustrando la sua visione tramite una serie di slide.

 

 



L'AGGREGAZIONE DEI PARCHI ESISTENTI

La configurazione del Parco Fluviale e Territoriale del Fiume Seveso non potrà che essere un’aggregazione e una fusione dei parchi già esistenti, poiché la legge regionale non consente la creazione di nuove istituzioni. Naturalmente, l’ipotesi di aggregazione a un Parco Regionale esistente dovrà prevedere un congruo dimensionamento sia del personale sia dei fondi a disposizione della nuova entità per garantirne l’efficacia operativa.

Sarà necessario costituire un tavolo di concertazione che includa le strutture gestionali dei tre parchi, la Regione Lombardia, i comuni interessati, i gruppi e le associazioni, per avanzare proposte che definiscano anche possibili ampliamenti.

IL RUOLO DEL BOSCO DELLE QUERCE DI SEVESO E MEDA

Dopo questo convegno, è previsto un nuovo incontro dedicato alle associazioni e ai gruppi del territorio che desiderano contribuire all’avvio del progetto, valorizzando la loro conoscenza e il lavoro svolto sul campo. Questo lavoro collettivo dovrà tenere conto delle peculiarità di tutti i parchi coinvolti.

In particolare, per il Bosco delle Querce di Seveso e Meda, simbolo e testimonianza del disastro della diossina del 1976, minacciato oggi dal progetto dell'Autostrada Pedemontana Lombarda che prevede il disboscamento di circa due ettari e l'abbattimento di circa 3.000 alberi, è fondamentale assicurare la continuità del suo ruolo di memoria attraverso il "Ponte della Memoria" e un progetto ambientale lungimirante per restituire questo bene alla collettività. Le associazioni ambientaliste locali si impegnano a proporre attività in linea con la storia del luogo, affinché questo patrimonio non venga disperso.

Il messaggio e l’esempio di costruzione della naturalità, uniti al costante impegno per mantenere viva la consapevolezza del danno ambientale e della necessità di rigenerazione operata nel contesto di Seveso e Meda, possono diventare un modello in una Brianza sempre più segnata dal cemento e dall'asfalto.

40 anni di passione per il Parco della Brughiera: due eventi per celebrarlo


Il Comitato Parco della Brughiera celebra quarant’anni di attività con due importanti eventi che fondono l’amore per il territorio con il riconoscimento istituzionale. A parlarne è Tiziano Grassi, presidente del Comitato, che invita tutti gli appassionati della natura e del parco a partecipare numerosi a due appuntamenti significativi, in programma per il 31 ottobre e il 14 novembre 2024.

Escursione tra natura e cultura

Il primo evento avrà luogo il 31 ottobre 2024 a Mariano Comense, dove il Comitato organizza un’escursione mattutina alla scoperta delle bellezze naturalistiche e architettoniche del territorio. Il ritrovo è previsto alle ore 9:00 presso la stazione FNM di Mariano Comense. L’escursione permetterà di visitare il Battistero di San Giovanni Battista e di esplorare il Parco Regionale delle Groane e della Brughiera Briantea.

Durante il percorso, i partecipanti saranno accompagnati lungo i sentieri boschivi fino alla storica Cascina Mordina, dove verranno illustrate le ultime novità sui progetti di ristrutturazione e sulle potenziali destinazioni pubbliche degli spazi. Tiziano Grassi sottolinea l'importanza di questo incontro: “Camminare insieme è un modo per far conoscere e amare il parco, ma anche per discutere con la comunità di progetti futuri e della valorizzazione degli spazi storici come la Cascina Mordina.”

La passeggiata si concluderà con un brindisi celebrativo presso il laghetto della Mordina, in occasione del quarantesimo anniversario del Comitato, prima di fare rientro al punto di partenza per le 13:00. La partecipazione è aperta a tutti, ma viene raccomandato di indossare calzature impermeabili per affrontare i sentieri, resi fangosi dalle piogge autunnali.

Premio PROMEDA 2024: un riconoscimento al Comitato

Il secondo appuntamento si terrà il 14 novembre 2024 alle ore 21:00 presso la Sala del Consiglio Comunale di Meda. In questa serata, il Comitato Parco della Brughiera riceverà il prestigioso Premio PROMEDA 2024, assegnato dalla Proloco Promeda, con cui il Comitato collabora da anni. Un traguardo che assume un valore speciale proprio nell’anno del quarantesimo anniversario dell’associazione.

“Ricevere questo premio ci riempie di orgoglio e gratitudine,” afferma Grassi. “Siamo arrivati fino a qui grazie al sostegno di tutti i volontari e i partecipanti alle nostre iniziative. È un riconoscimento che condividiamo con tutti coloro che, nel corso degli anni, hanno contribuito a proteggere e promuovere il nostro Parco.” La serata si concluderà con un rinfresco offerto dalla Proloco Promeda a tutti i presenti, per brindare insieme a questo significativo traguardo.

L’obiettivo del Comitato, come sottolineato da Grassi, è continuare a lavorare affinché il Parco Regionale possa estendersi fino a Como e Montorfano, coinvolgendo sempre più comunità e sensibilizzando i cittadini verso la tutela di questo patrimonio naturale. Grassi invita quindi tutti i simpatizzanti a prendere parte alla serata e a continuare a sostenere il lavoro del Comitato: “Annotatevi la data sulle vostre agende, vi aspettiamo per celebrare insieme questo premio che appartiene a tutti noi.”

domenica 27 ottobre 2024

Canturina Bis: un piano controverso tra consumo di suolo e insufficienza di fondi


Secondo un recente post pubblicato dal blog Sinistra e Ambiente, il progetto della nuova strada Canturina Bis, un’arteria che collegherebbe Cantù a Mariano Comense, torna al centro del dibattito. Questa proposta infrastrutturale ha attirato l'opposizione di diversi gruppi ambientalisti riuniti nel Coordinamento per una Mobilità Sostenibile - NO Canturina bis. I critici sottolineano come la costruzione della Canturina Bis comporterebbe un considerevole impatto ambientale, minacciando aree naturali di alto valore ecologico all'interno del Parco Regionale Groane-Brughiera, con significativi rischi di impermeabilizzazione e consumo di suolo.

Il Coordinamento, negli ultimi mesi, ha monitorato l'iter regionale e si è confrontato con l'assessorato regionale alla Mobilità. Questo è avvenuto grazie al supporto del gruppo consiliare Alleanza Verdi-Sinistra (AVS) in Regione Lombardia, che ha raccolto informazioni cruciali per comprendere i prossimi sviluppi del progetto.

Il 5 agosto 2024, la Giunta Regionale ha confermato il proprio sostegno economico al progetto tramite la Deliberazione N° XII / 2965, destinando 95 milioni di euro nel bilancio 2024-2026, somma derivata dal Piano Lombardia e dal Piano Marshall (legge 9/2020). Questo finanziamento, però, è insufficiente rispetto ai 334 milioni di euro necessari per completare l'intero tracciato. Il costo elevato ha portato alla decisione di procedere con una strategia a lotti funzionali, cominciando con il lotto 2, che prevede un tratto di strada tra Cantù e Figino Serenza, per una spesa di 60,7 milioni di euro.

Il progetto prevede un nuovo asse stradale di circa 7 km, dei quali 4 saranno in galleria, e si sviluppa in tre sezioni principali:

  • Tratto 1: da Cantù verso Montesolaro, con una parte significativa in galleria.
  • Tratto 2: il lotto funzionale iniziale, che attraversa Cantù e Figino Serenza.
  • Tratto 3: da via Marche a via Segantini, in Mariano Comense.

Questa modalità di finanziamento e costruzione per lotti, secondo quanto riportato da Sinistra e Ambiente, potrebbe rivelarsi una strategia per giustificare un eventuale completamento futuro dell'opera, similmente a quanto accaduto con l’autostrada Pedemontana Lombarda.

Nel dettaglio, il tratto 2 della Canturina Bis, che si svilupperà in parallelo a via Milano da via Genova fino a via Marche, avrà un notevole impatto ambientale, occupando aree boschive e terreni agricoli. La costruzione di svincoli nelle zone di via Genova, via Piemonte e via Marche è inoltre vista dai gruppi ambientalisti come un intervento destinato a generare traffico pesante e un ulteriore consumo di suolo.

Il Coordinamento per una Mobilità Sostenibile - NO Canturina bis conferma la volontà di proseguire nella sua azione di contrasto, cercando anche di avviare un dialogo con le amministrazioni recentemente elette di Figino e Carimate.

Difendere il verde è un diritto: assoluzione per la protesta pacifica contro la Canturina Bis

La manifestazione per dire "NO alla strada nel Parco" a Figino Serenza dello scorso 29/04/2022. Immagine tratta dal web.

Il tribunale di Como ha sancito la conclusione positiva della vicenda giudiziaria che ha coinvolto Tommaso, attivista di Fridays for Future Cantù e membro del Coordinamento No Canturina Bis, portato in giudizio per l'accensione di un fumogeno durante una manifestazione pacifica. La protesta, tenutasi il 29 aprile 2022 sotto il Comune di Figino Serenza, era un’iniziativa pubblica in difesa del Parco delle Groane e contro la Canturina Bis, un progetto infrastrutturale ritenuto devastante per l’area naturale.

Secondo l’accusa, l'attivista avrebbe violato la legge accendendo un fumogeno, considerato però dai manifestanti come un gesto simbolico, tutt'altro che minaccioso. Durante l’udienza istruttoria, il pubblico ministero ha ascoltato testimoni e, al termine, ha richiesto l’assoluzione dell’imputato “poiché il fatto non sussiste”. La sentenza ha quindi rappresentato un esito positivo per la difesa dell’ambiente e dei diritti di chi lotta per esso, confermando la natura pacifica e non pericolosa della manifestazione.

Fridays for Future Cantù ha accolto la notizia con soddisfazione, definendo l’accusa come “spropositata, senza alcun senso”, rivolta “ancora una volta all’attivismo giovanile in difesa dell’ambiente.” L’organizzazione ha ricordato come la manifestazione fosse “pacifica, con la presenza di famiglie, ragazzi e agricoltori” e caratterizzata da cori di speranza “per difendere la nostra terra dal cemento”.

Anche il Comitato Parco Regionale Groane Brughiera ha espresso sollievo e partecipazione per l’assoluzione di Tommaso, evidenziando, in un post su Facebook, la “fine di questa brutta vicenda che ha colpito l’amico Tommaso durante una protesta completamente pacifica e di impegno sociale per la difesa dell’ambiente contro un’opera inutile e devastante come la Canturina Bis”.

Questa vittoria, oltre a rappresentare un riconoscimento per il movimento ambientalista, segna un passo avanti verso una maggiore tutela delle libertà di espressione e di protesta. “Ora il passaggio successivo sarebbe brindare per questa soluzione positiva e pensare ai prossimi passi da affrontare contro progetti come questo, devastanti per il Parco delle Groane e per il nostro territorio,” ha concluso il Comitato, lanciando un chiaro segnale d’impegno verso nuove battaglie in difesa del paesaggio e della biodiversità.

Puliamo il Parco Grubria: successo per l'iniziativa di Legambiente Seregno


Oggi Legambiente Seregno ha radunato i cittadini per una nuova giornata di “Puliamo il Mondo”, un evento volto a sensibilizzare la comunità sull'importanza della tutela ambientale. L'iniziativa, che ha avuto luogo nel quartiere San Carlo, ha visto la partecipazione di diversi volontari di tutte le età, i quali hanno dedicato la mattinata a ripulire le aree verdi di via Arienti e del parco Grubria.

Fatima, presidente del Circolo Legambiente di Seregno, ha espresso soddisfazione per la buona riuscita della giornata: "Questa mattina Puliamo il parco Grubria! Il tempo ci ha permesso di fare una piccola pulizia in via Arienti nel quartiere San Carlo. Ringraziamo i coraggiosi partecipanti! Come sempre il nostro furgoncino carico di rifiuti. Avanti tutta instancabilmente."

Il ritrovo dei volontari è avvenuto alle 10:30 in via Arienti, da cui sono partiti per ripulire alcune aree del quartiere. L’evento, organizzato per coinvolgere persone di tutte le età, ha ribadito un messaggio chiaro: basta un piccolo gesto da parte di ciascuno per contribuire alla salvaguardia del nostro ambiente. Pulire gli spazi pubblici non è solo un atto di rispetto verso la natura, ma anche un segno di responsabilità nei confronti della comunità stessa.

Legambiente Seregno ringrazia tutti coloro che hanno contribuito al successo dell'evento, ricordando che la cura del territorio è un impegno costante e che ogni partecipazione è un passo importante verso un futuro più pulito e sostenibile.

Pedemontana a Seveso: cosa c'è da sapere sui lavori di bonifica alla vigilia del cantiere


Il Comune di Seveso ha convocato una seduta straordinaria del Consiglio Comunale per martedì 29 ottobre alle ore 21.00. L'incontro si terrà presso l’auditorium "Paolo Cappelletti" della Fondazione Lombardia per l’Ambiente, situato in Largo 10 Luglio 1976, 1. L’ordine del giorno prevede un unico punto: aggiornamenti sulle attività di bonifica diossina propedeutiche agli interventi di realizzazione della tratta b2 dell'Autostrada Pedemontana Lombarda.

L'evento offrirà ai cittadini un'occasione per conoscere meglio le misure di sicurezza e l'andamento dei lavori preliminari volti a garantire la bonifica del suolo prima dell'avvio dei lavori principali. La seduta sarà anche trasmessa in diretta streaming sul canale ufficiale YouTube “Città di Seveso”.

sabato 26 ottobre 2024

Castelmarte: successo per l'incontro su "Il giro dei soldi delle mafie"

Sala gremita anche per il secondo appuntamento della Rassegna antimafia "4 colpi alla 'ndrangheta".


Ancora una sala gremita, con circa 70 persone, per il secondo incontro della Rassegna antimafia "4 colpi alla 'ndrangheta", organizzata dal Circolo Ambiente "Ilaria Alpi", in collaborazione con CGIL Como e coi Comuni di Castelmarte, Eupilio, Tavernerio e Ponte Lambro.

Ieri sera, venerdì 25 ottobre nella sala della biblioteca di Castelmarte si è tenuto l'incontro sul tema del 'giro dei soldi delle mafie'. Protagonisti i due autori del libro “Il giro dei soldi: storie di riciclaggio”, Ilaria Ramoni e David Gentili, che hanno avuto modo di illustrare al numeroso e attento pubblico presente, le dinamiche relative al riciclaggio dei soldi soprattutto da parte della criminalità organizzata. Siamo ormai in presenza di una sorta di Ndrangheta 2.0 che, per finanziare le proprie attività criminali è passata, nei decenni, dall'epoca dei sequestri di persona a quella dei traffici di droga, e ora, per 'ripulire' i grandi flussi di denaro sporco ricorre sempre più spesso al riciclaggio internazionale, sfruttando nuovi strumenti finanziari come ad esempio le cripto-valute, unite all'evasione fiscale, alle coperture offerte dai paradisi fiscali, unitamente alla corruzione negli appalti e forniture pubblici.


Nell'incontro è stato fatto anche un riferimento alla recentissima inchiesta che, nei giorni scorsi, ha portato al commissariamento di Banca Progetto a seguito dei prestiti illeciti di soldi pubblici ad alcune società legate alla 'ndrangheta.

Soddisfatto il Circolo Ambiente "Ilaria Alpi" che invita al prossimo incontro della Rassegna, che si terrà giovedì 14 novembre a Tavernerio, con la presenza del professor Nando dalla Chiesa - tra i maggiori esperti di mafie a livello internazionale - che parlerà della presenza della 'ndrangheta in provincia di Como, che si conferma uno dei territori più infiltrati dalla criminalità organizzata nel Nord Italia.

Pioggia sul Monte San Primo: annullato il doppio evento di domenica 27 ottobre


Riceviamo e pubblichiamo


A causa delle avverse condizioni meteo, siamo costretti ad annullare il doppio evento previsto per domani, domenica 27 ottobre, sul Monte San Primo. Pertanto, sia la camminata che lo spettacolo teatrale non avranno luogo.

Il Coordinamento, formato da 35 associazioni, proseguirà nel prossimo periodo a programmare altre iniziative volte a sensibilizzare la cittadinanza sulla tutela del territorio del Monte San Primo, anche in opposizione al pessimo progetto che prevede la realizzazione di nuovi impianti sciistici e di innevamento artificiale sulle pendici del Monte San Primo.

Coordinamento "Salviamo il Monte San Primo"


Pedemontana: chi paga? ma soprattutto, chi non pagherà?


di Domenico Corrusco 

 

È un giorno qualunque, o quasi, quando Sabato Fusco, direttore generale di Autostrada Pedemontana Lombarda, si affaccia con la placida determinazione di chi sa bene la gravità dei suoi annunci. Nell’intervista rilasciata ieri a MBNews, Fusco svela una consapevolezza quasi predestinata: ha per le mani una vera e propria “gallina d’oro” – il pedaggio della Milano-Meda – e l’idea di rinunciarvi è intrigante, ma solo se qualcun altro (meglio ancora se munito di portafoglio elastico e voglia di beneficenza infrastrutturale) decidesse di caricarsi l’onere. L’ardita proposta riecheggia nelle stanze del potere come il sussurro di un’amara e raffinata diplomazia: rinunciare al pedaggio? Magari. Ma per carità, che si trovino prima i fondi per coprire la “sofferenza economica” che altrimenti graverebbe sull’iniziativa.

E sì, la nobiltà di animo qui pare abbondare, ma con un retrogusto severo: è chiaro, dichiara Fusco, che Pedemontana ha investito, e ora esige il suo tributo. Una narrazione che riecheggia come una tragedia greca, con il suo inevitabile senso di destino già scritto: perché, dice Fusco, quando un progetto si avvia, è tardi per ripensamenti. Le casse devono essere rimpinguate e il pedaggio non è, dunque, che il sacrificio richiesto ai cittadini per onorare tale patto.


Arriviamo quindi all’incontro pubblico, un tema sul quale Fusco mostra la sua peculiare apertura. Aperto agli incontri, sì, ma solo a quelli “costruttivi”. “Costruttivo”, però, è un termine che lascia spazio a varie interpretazioni: nella visione di Fusco, le assemblee vanno bene finché non c’è dissenso. Che i cittadini dunque siedano composti e, magari, silenziosi; che ascoltino con quel tocco di reverenza che si confà a simili occasioni, senza far troppo rumore e, men che meno, esprimere contrarietà. Le preoccupazioni? Accettabili, ma purché si presentino sotto forma di domande educate, non di vibranti appelli.

Con un tono da attore esperto, Fusco si rende disponibile a “rassicurare” chi di dovere, a patto però che nessuno rovini il copione con esternazioni degne di una tragedia popolare. E così, tra una rassicurazione e l’altra, mentre la Pedemontana tira dritta con le sue bonifiche e recinzioni, qualcuno fuori scena continua a sperare che un intervento celeste cali a salvarli dal pedaggio incombente.

Pedemontana, piantatela lì: i cittadini mettono radici contro l’autostrada


Ieri sera, 25 ottobre, il Comitato per la Difesa del Territorio No Pedemontana ha radunato oltre settanta persone alla rotonda Casabella di Lissone. Con lo slogan “Pedemontana, piantatela lì”, i partecipanti hanno espresso il loro dissenso contro il progetto autostradale, sfidando la pioggia e attirando l’attenzione dei passanti. Luigi De Vincentis, membro del comitato, ha ringraziato i partecipanti: “Grazie di cuore a tutti… grande comitato!”. Altri attivisti, come Giacomo Mosca, hanno sottolineato come questa manifestazione rappresenti solo l’inizio di una lunga battaglia.


La protesta giunge in un momento critico: sono stati recentemente recintati alcuni terreni nella zona di Santa Margherita per la ricerca di ordigni bellici, un’operazione che, come spiegato da De Vincentis, non implica l’inizio dei lavori autostradali. Il comitato invita infatti a “non abbassare la guardia” poiché Pedemontana, oltre a dover risolvere molteplici problemi logistici e finanziari, non ha ancora un cronoprogramma per il cantiere.


L’impatto previsto per Santa Margherita è grave, con l’inquinamento e la cementificazione che stravolgerebbero una delle poche aree verdi rimaste, tagliando il quartiere tra Pedemontana e la statale 36. Diversi cittadini hanno espresso preoccupazione per l’impatto su salute e qualità della vita: “Perché rischiare tutto questo per un’autostrada che non serve?”


Con iniziative di sensibilizzazione che il comitato intende espandere nei comuni circostanti, l’opposizione a Pedemontana non si ferma qui, anzi, come hanno sottolineato gli attivisti, è appena iniziata.

 

venerdì 25 ottobre 2024

Nuove strade e mancata attenzione alla mobilità ciclabile: gli ambientalisti chiedono un PTCP sostenibile per la Provincia di Como

Il logo del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale di Como

Diverse associazioni ambientaliste della provincia di Como, tra cui il Circolo Ambiente Ilaria Alpi, il Comitato Parco Regionale Groane Brughiera, Legambiente, WWF, Fridays for Future Cantù, Gruppo Naturalistico della Brianza e No alla strada nel parco hanno espresso una forte preoccupazione per i recenti sviluppi del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP), che la Provincia di Como intende adeguare al Piano Territoriale Regionale (PTR). Le associazioni chiedono una riformulazione del piano per dare priorità alla sostenibilità ambientale e alla mobilità ciclabile, temi che al momento sembrano marginalizzati rispetto all’imponente investimento sulle nuove infrastrutture viarie.

Al centro delle critiche è il progetto di potenziamento della Strada Provinciale 32 "Novedratese", che prevede tre interventi principali per un valore complessivo di 46 milioni di euro, di cui 24 milioni assegnati direttamente alla Provincia di Como. Questi lavori includono il riassetto del tratto tra Figino Serenza e Mariano Comense (9 milioni di euro) e la risoluzione del nodo di Arosio (15 milioni di euro). Un terzo intervento, affidato a Concessioni Autostradali Lombarde (CAL Spa), riguarderà una riqualificazione più ampia dell’arteria per un importo di 22 milioni di euro.

Le associazioni esprimono preoccupazione per la destinazione di fondi considerevoli verso nuove strade senza che vi sia un piano chiaro per la mobilità ciclopedonale. In particolare, viene criticata la mancanza di attenzione verso la mobilità ciclabile e sostenibile, una lacuna che, secondo gli ambientalisti, si pone in contraddizione con gli obiettivi dichiarati dal piano di "tutela della biodiversità, valorizzazione delle aree verdi e riduzione del consumo di suolo".

Nelle loro osservazioni, le associazioni ambientaliste rinnovano l’opposizione alla "Canturina Bis" e alla "Tangenziale Ovest" di Mariano Comense, la cui costruzione comporterebbe un impatto negativo sulle aree del Parco Regionale Groane-Brughiera. Parallelamente, sottolineano la carenza di iniziative a favore della mobilità ciclistica, prevista invece dal Piano Regionale della Mobilità Ciclistica del 2014, ancora non attuato nella provincia di Como.

Le associazioni auspicano che la Provincia di Como istituisca un tavolo tecnico sulla mobilità sostenibile, che includa esperti di trasporti, rappresentanti della provincia e delle agenzie di trasporto pubblico, come l’Agenzia del TPL Como-Varese-Lecco, di cui la Provincia di Como è partecipante. L’obiettivo è valutare alternative sostenibili per ridurre la congestione e promuovere una mobilità rispettosa dell’ambiente, includendo proposte per migliorare il trasporto pubblico e favorire la mobilità ciclistica e ciclopedonale.

Inoltre, viene avanzata la richiesta di sviluppare soluzioni sostenibili anche per il trasporto merci, in linea con il progetto “AlpTransit” adottato dalla Svizzera, per trasferire il trasporto pesante dalla gomma alla rotaia e ridurre l’impatto ambientale.

 

Le associazioni che hanno presentato le osservazioni al PTCP di Como

Presidio contro Pedemontana a Lissone: “Piantatela lì”


Questa sera, 25/11/2024 alle ore 18, alla rotonda del “Casabella” di Lissone, il Comitato per la Difesa del territorio ha organizzato un presidio sotto lo slogan “Pedemontana, piantatela lì”. La manifestazione rappresenta un chiaro messaggio di protesta contro il progetto della Pedemontana Lombarda, accompagnata dalla determinazione di cittadini e comitati nel contrastare un’opera che ritengono dannosa per il territorio.


In merito alla presenza a Lissone delle recinzioni nei cantieri di bonifica, che potrebbero suggerire l’avvio imminente degli scavi Luigi De Vincentis, figura di rilievo nel comitato, precisa che per ora si tratta solo di operazioni di sbancamento obbligatorie per legge, legate alla ricerca di ordigni bellici e reperti archeologici. Questi lavori preliminari, spiega, non sono ancora gli scavi per la realizzazione dell’autostrada. Anzi, sottolinea che la Pedemontana ha davanti a sé ostacoli finanziari e logistici, tra cui la necessità di risolvere questioni legate a espropri e ricorsi. "Non è il momento di rassegnarci… tutto può ancora succedere", afferma De Vincentis, invitando i cittadini a mantenere alta l’opposizione.


Giacomo Mosca
, altro attivista del comitato, concorda con De Vincentis, ricordando che "questi lavori non sono quelli di costruzione dell’autostrada". Il comitato evidenzia che, finché non verranno risolte le questioni legali e burocratiche, i lavori di costruzione vera e propria non partiranno. "Ancora non è finita…anzi, ancora non è iniziata!", conclude Mosca.

Luca, un altro membro attivo del comitato, ha commentato la situazione sottolineando che, ad oggi, la Pedemontana non dispone di un piano di cantierizzazione. A conferma di questo, la società ha disdetto una commissione urbanistica a Lissone proprio per mancanza di un piano dettagliato. Un fatto che alimenta ulteriori dubbi tra i residenti e offre al comitato un periodo di tempo prezioso per proseguire la loro battaglia.

Una delle questioni sentite riguarda l’impatto che l’autostrada avrà sulle scuole del territorio. Isotta Como, un’altra attivista, ha commentato lo spostamento di un cantiere Pedemontana a Lesmo, inizialmente previsto vicino a una scuola dell’infanzia. "Non si dovrebbe nemmeno pensare di aprire un cantiere accanto a una scuola", sottolinea Como, criticando quella che considera una gestione superficiale e pericolosa dei lavori.

Mattia Lento ha portato in discussione il pensiero ecologista attraverso le parole di Gianni Rodari, richiamando la poesia come forma di protesta. Lento propone la “guerrilla poetry”, un’iniziativa che potrebbe vedere i luoghi minacciati dall’autostrada animarsi di versi che esprimono amore per la natura e per il territorio. Oltre a Rodari, sono stati condivisi anche versi di Giorgio Caproni: “L’amore finisce dove finisce l’erba e l’acqua muore”, evocando immagini potenti e fortemente simboliche.

"Splendide… nelle prossime assemblee inizieremo leggendo queste poesie", ha commentato De Vincentis, trovando nella poesia una fonte di forza per contrastare Pedemontana.


Il presidio di stasera sarà un’occasione per ribadire, ancora una volta, il dissenso verso la Pedemontana e per ricordare che “ancora non è iniziata”. Con cartelli, striscioni, bandiere e fischietti, il comitato è pronto a farsi sentire, determinato a far prevalere la voce di una comunità che chiede attenzione e rispetto per il proprio territorio.

Come gestire le tartarughe esotiche: linee guida del Parco delle Groane e della Brughiera per il loro contenimento


In risposta alla domanda di un lettore, oggi affrontiamo un tema rilevante per chiunque si trovi a gestire una tartaruga esotica, abbandonata o trovata in libertà, e desideri portarla in un centro di contenimento. Il Parco delle Groane e della Brughiera Briantea, in collaborazione con la Polizia Locale, ha istituito procedure specifiche per il ricovero di tartarughe esotiche invasive, come la Trachemys scripta – comunemente nota come tartaruga palustre americana, tartaruga scivolatrice, o tartaruga dalle orecchie gialle (Trachemys scripta scripta) e dalle orecchie rosse (Trachemys scripta elegans).
L’iniziativa per il contenimento delle tartarughe esotiche invasive

Dal 2022, il Parco ha avviato un percorso dedicato alla gestione delle tartarughe esotiche abbandonate nelle zone umide, un problema ambientale particolarmente rilevante in Lombardia, data la loro capacità di sopravvivere e proliferare, mettendo in pericolo l’ecosistema locale. Questi animali, infatti, sono estremamente voraci e competono per il cibo e l’habitat con le specie autoctone di pesci e anfibi, comprese le ultime popolazioni della testuggine palustre europea (Emys orbicularis), una specie vulnerabile e protetta.

Per chi si trova a gestire una tartaruga esotica, sia perché ne è proprietario sia per averla rinvenuta in libertà, è possibile chiedere il ricovero presso il Parco delle Groane, inviando una richiesta all’indirizzo e-mail dedicato: testuggini@parcogroane.it. Tuttavia, è fondamentale seguire precise indicazioni per evitare che la domanda venga rifiutata.

Le richieste di ricovero che giungono incomplete non possono essere accettate. È quindi importante includere i seguenti elementi nella comunicazione via e-mail:

  1. Copia della denuncia: Se la tartaruga è di proprietà, è necessario allegare copia della denuncia compilata ai sensi del decreto legislativo n. 230 del 15 dicembre 2017 sulla prevenzione delle specie esotiche invasive. Questo documento non è richiesto per chi ha rinvenuto la tartaruga in libertà.
  2. Fotografia dell’animale: La foto deve mostrare chiaramente sia la testa sia il carapace della tartaruga. Ciò facilita il riconoscimento e la valutazione della specie e delle sue caratteristiche.
  3. Dimensioni della tartaruga: Specificare la lunghezza del carapace. È importante notare che è vietato il ricovero di esemplari troppo giovani, in quanto il Parco accoglie solo tartarughe adulte, ossia con carapace di lunghezza superiore a 14-15 cm, in modo da consentire anche l’identificazione del sesso.
  4. Documento di identità del consegnatario: È richiesta copia del documento di identità della persona che effettuerà la consegna della tartaruga presso il centro di contenimento.

Fonte immagine: Parco delle Groane

Per garantire che le procedure siano seguite correttamente, il Parco ha coinvolto la Polizia Locale, il cui Commissario Capo Orietta Borella ha collaborato nella definizione delle modalità di raccolta dati. Questo supporto consente un miglior controllo sul contenimento delle specie esotiche e garantisce che la gestione delle richieste sia veloce ed efficace, riducendo i rischi per l'ecosistema locale.

Abbandonare una tartaruga esotica non è solo un gesto irresponsabile, ma anche un atto potenzialmente dannoso per l'ambiente e contrario alle normative italiane. Chiunque non possa più prendersi cura del proprio animale dovrebbe quindi attivarsi attraverso i canali ufficiali come il Parco delle Groane e della Brughiera Briantea per garantire che l'animale venga gestito in modo sicuro e rispettoso dell'ambiente.

giovedì 24 ottobre 2024

Lago di Annone: contro le alghe serve togliere le fogne!


di Roberto Fumagalli, presidente del Circolo Ambiente "Ilaria Alpi"


Per risolvere il problema dell'eutrofizzazione delle acque del lago di Annone occorre agire - in termini di assoluta priorità - sugli scarichi fognari, che arrivano nel lago attraverso le rogge e i torrenti immissari.

Come risaputo - non da ora ma ormai da svariati decenni - il fenomeno della formazione delle alghe è dovuto all'immissione nel lago, per lo più tramite gli affluenti, di 'nutrienti' che possono avere più origini, le più comuni sono:

  • le acque reflue, ovvero scarichi fognari non collettati che, direttamente o tramite i canali scolmatori, finiscono nelle rogge e torrenti e da qui nel lago;
  • i fertilizzanti (ricchi di azoto e fosforo) utilizzati in agricoltura, che finiscono nei corsi d'acqua e nel lago per dilavamento, soprattutto in coincidenza con le forti piogge.

Finché non si risolverà il collettamento di tutti gli scarichi fognari (anche piccoli) e si interromperà l'uso/abuso dei fertilizzanti in agricoltura, il lago non sarà risanato e periodicamente - soprattutto in coincidenza con periodi di gran caldo a cui purtroppo siamo sempre più abituati - si dovrà assistere alla formazione delle alghe.
Altri interventi ipotizzati o in corso (prelievi ipolimnici dai fondali, ecc.) rischiano di essere un palliativo. I decisori politici non possono non sapere che la priorità per il risanamento delle acque del lago di Annone deve necessariamente passare attraverso l'intercettazione degli scarichi delle fogne.

La fragilità del Monte San Primo: investire nella natura, non nel cemento


Gli impianti di innevamento artificiale e risalita progettati per la zona del Monte San Primo, situato nel cuore del Triangolo Lariano, sono solo uno dei tanti segnali d'allarme per la crescente urbanizzazione delle aree montane. Questi progetti rischiano di trasformare i paesaggi montani in periferie urbane, snaturando un territorio prezioso dal punto di vista ambientale e culturale.

Il Partito della Rifondazione Comunista e l'Osservatorio Urbanistico di Unione Popolare di Como denunciano la grave minaccia rappresentata dal Piano di Indirizzo Forestale (PIF), adottato nell'aprile del 2024 dalla Comunità Montana del Triangolo Lariano. Questo piano prevede, tra le altre cose, la possibilità di trasformare fino a 170 ettari di suolo agricolo e forestale in aree edificabili o destinate a impianti turistici. Questo consumo di suolo, benché teoricamente compensato da misure di "basso impatto", rischia di avere conseguenze disastrose per l'ecosistema locale.

Il PIF evidenzia numerose problematiche legate alla fragilità del territorio montano. La tavola 9 del piano riporta numeri preoccupanti:

  • 21 aree colpite da piccoli fenomeni franosi
  • 35 aree con movimenti lenti del suolo
  • 20 fenomeni di erosione delle sponde dei corsi d'acqua
  • 35 frane attive
  • 60 casi di erosione per dilavamento dei suoli

Questi dati confermano che almeno un terzo del territorio è potenzialmente instabile, rendendo evidente la vera emergenza: la gestione del dissesto idrogeologico.

Invece di investire in infrastrutture turistiche che rischiano di aggravare la situazione ambientale, Rifondazione Comunista e l’Osservatorio Urbanistico propongono un'inversione di tendenza. È fondamentale arrestare il consumo di suolo e promuovere una gestione sostenibile del territorio montano attraverso:

  • Ripristino delle superfici permeabili e fertili, per contrastare l'espansione di cemento e asfalto.
  • Rilancio delle pratiche agricole e zootecniche di montagna, per combattere l’abbandono dei territori e rivitalizzare l'economia locale.
  • Miglioramento della mobilità pubblica regionale, per ridurre la dipendenza dall'auto privata dei turisti.
  • Investimenti pubblici nella cura dell'assetto idrogeologico, attraverso tecniche di ingegneria naturalistica che possano prevenire i dissesti.

Le risorse economiche per affrontare queste problematiche esistono. Tuttavia, è necessario destinarle alla salvaguardia del territorio e alla prevenzione del dissesto idrogeologico, piuttosto che a progetti di sviluppo turistico insostenibili.

La montagna ha bisogno di essere tutelata e non trasformata. Salvaguardare il Monte San Primo e le altre aree montane significa proteggere un patrimonio naturale insostituibile, per il bene delle comunità locali e delle generazioni future.

Creda Monza: Perché modifichiamo la Natura? Un incontro sui cambiamenti ambientali e il futuro delle terre alte


Domenica 27 ottobre 2024, alle ore 11:00, presso lo Spazio Invento ai Mulini Asciutti del Parco di Monza, si terrà un evento imperdibile per riflettere sul rapporto tra l'uomo e la natura. Michele Argenta, portavoce del progetto @occhio_del_gigiat, interverrà per discutere di uno dei temi più urgenti del nostro tempo: le trasformazioni ambientali che stanno mutando i paesaggi alpini e gli ecosistemi in generale.

L'incontro, ispirato dal libro e dalla mostra dell'autrice tedesca Antje Damm, affronterà il quesito "Perché modifichiamo la Natura?", esplorando i processi di cambiamento del paesaggio montano e le loro conseguenze. Michele Argenta presenterà casi concreti, spiegando le ragioni dietro queste trasformazioni e discutendo dei possibili scenari futuri legati al cambiamento climatico.

Un’occasione per comprendere l’impatto delle nostre azioni sull’ambiente e riflettere insieme su come le scelte di oggi influenzino il domani del Pianeta. Il dialogo sarà un'opportunità per sensibilizzare il pubblico sull'importanza di tutelare le terre alte e gli ecosistemi fragili.

L'evento è realizzato grazie al sostegno della Fondazione Monza e Brianza, in collaborazione con il Goethe-Institut e Orecchio Acerbo, che hanno reso possibile la mostra.

Dettagli dell'evento:

  • 📅 Quando: Domenica 27 ottobre 2024, ore 11:00
  • 📍 Dove: Spazio Invento, Mulini Asciutti, Parco di Monza

Non mancate a questo importante appuntamento con la natura!

mercoledì 23 ottobre 2024

Puliamo il Mondo a Seregno: domenica 27 ottobre 2024 nel Quartiere San Carlo


Il prossimo 27 ottobre, Legambiente Seregno invita tutti i cittadini a partecipare a una giornata dedicata alla cura e alla salvaguardia del nostro ambiente. L’evento "Puliamo il Mondo", che si svolgerà nel quartiere San Carlo di Seregno, sarà un’occasione per unire le forze e dare il proprio contributo per mantenere pulito il nostro territorio. L’iniziativa, aperta a persone di tutte le età, vuole sensibilizzare la comunità sul rispetto per l’ambiente e il valore della collaborazione.

Il ritrovo è fissato per le ore 10:30 in via Arienti, da dove partiranno le attività di pulizia che coinvolgeranno soprattutto il parco della zona. Il messaggio principale è chiaro: basta un piccolo gesto da parte di ciascuno per proteggere il nostro ecosistema. Contribuire a mantenere puliti gli spazi pubblici è un atto di responsabilità verso la natura e verso la comunità stessa.

Partecipare a "Puliamo il Mondo" non sarà solo un’occasione per fare la propria parte per l’ambiente, ma anche un modo per incontrare nuove persone che condividono la stessa passione per la tutela del pianeta. L’evento è aperto a tutti: bambini, famiglie, gruppi di amici, perché ogni mano può fare la differenza.

Quindi, cosa aspetti? Unisciti a Legambiente Seregno domenica 27 ottobre e partecipa a questa importante iniziativa di cittadinanza attiva. Insieme possiamo rendere Seregno un posto più pulito e accogliente, e contribuire a costruire una comunità più attenta e rispettosa dell’ambiente.

Dettagli dell’evento:

  • Data: Domenica 27 ottobre 2024
  • Orario di ritrovo: 10:30
  • Luogo: Via Arienti, Quartiere San Carlo, Seregno (MB)

Non mancare! Ogni gesto conta, e insieme possiamo fare la differenza per un futuro più verde!

martedì 22 ottobre 2024

Il Bosco Urbano di Lissone: uno spazio sempre più curato e protetto

Foto di Gianni Casiraghi

Il Bosco Urbano di Lissone si presenta oggi come un esempio virtuoso di riqualificazione ambientale e gestione delle aree verdi. Le ultime immagini documentano uno stato di manutenzione eccellente, con la recente installazione di panchine e l’aggiunta di recinzioni per proteggere le nuove piantumazioni dagli automezzi. Questi interventi si concentrano nelle aree a nord, lungo via Bottego, rafforzando la protezione e la valorizzazione di uno spazio prezioso per la città.


Questo sviluppo segue un percorso iniziato nel 2020, con la firma di un protocollo d’intesa tra il Parco GruBrìa e il Comune di Lissone. Allora, il progetto di riqualificazione mirava a restituire nuova vita a un'area di circa 600.000 metri quadrati, caratterizzata da un sistema di sentieri e un laghetto centrale. Il piano, approvato dall'Assemblea dei Sindaci, prevedeva un investimento di circa 2 milioni di euro per migliorare la fruibilità e l'integrazione del Bosco nel tessuto cittadino.


L'operatività ha già prodotto risultati concreti e le recenti azioni confermano la continuità del progetto, con un’attenzione particolare alla tutela delle aree verdi e alla creazione di un ambiente sicuro e accogliente per i cittadini.

 


Il giro dei soldi delle mafie: se ne parla il 25 ottobre a Castelmarte


Si parlerà di usura e del giro dei soldi delle mafie, nel secondo incontro della Rassegna antimafia "4 colpi alla 'ndrangheta", organizzata dal Circolo Ambiente "Ilaria Alpi", in collaborazione con CGIL Como e col patrocinio dei Comuni di Castelmarte, Eupilio, Tavernerio e Ponte Lambro.  

L'incontro si terrà venerdì 25 ottobre 2024, alle ore 21, a Castelmarte presso la sala della Biblioteca, sita in via Roma n. 16; la serata è realizzata in collaborazione con Fisac-CGIL Lombardia, Como e Lecco, e con la Commissione Biblioteca e Cultura di Castelmarte.

Nel corso dell'incontro verrà presentato il libro “Il giro dei soldi: storie di riciclaggio”, che si concentra soprattutto sul fenomeno del riciclaggio, la gigantesca lavatrice che ‘pulisce’ il denaro di provenienza illecita, finanziando le mafie ma anche progetti leciti, magari il ristorante o il supermercato sotto casa. In tal modo la criminalità organizzata riesce a ‘giustificare’ legalmente immani somme di denaro, consentendo alle stesse mafie di estendere le proprie attività criminali. Il libro prende spunto da una frase del giudice Giovanni Falcone, che più volte aveva affermato che per trovare le mafie occorre seguire il flusso del denaro.
Il riciclaggio costituisce un sistema criminale ben rodato e internazionale, che danneggia e condiziona in modo pesante la qualità della vita delle comunità locali, sottraendo loro risorse fondamentali, inquinando i mercati e danneggiando la libertà di impresa. Così come nel libro, nel corso della serata di Castelmarte verranno citati esempi reali di riciclaggio avvenuti anche nella nostra Regione.
 
All'incontro di Castelmarte del 25 ottobre interverranno Ilaria Ramoni, avvocato, esperta di legislazione antimafia, e David Gentili, membro del Comitato Antimafia del Comune di Milano. Modera Roberto Fumagalli, presidente del Circolo Ambiente “Ilaria Alpi”.

L'incontro è aperto al pubblico, tutti i cittadini sono invitati a partecipare.