lunedì 30 gennaio 2012

TERRA RUBATA – Viaggio nell’Italia che scompare


Dossier Consumo del Suolo 2012
“TERRA RUBATA – Viaggio nell’Italia che scompare”

Martedì 31 gennaio ore 11.30
Milano, Villa Necchi Campiglio, Via Mozart 14

Nel corso dell’incontro le associazioni ambientaliste denunceranno come speculazione edilizia e lobby del cemento stiano cancellando in modo irreversibile porzioni sempre più grandi di paesaggio e di ecosistemi del nostro Paese. Verrà presentata una mappa, con dati inediti e originali, del consumo del suolo negli ultimi 50 anni nelle diverse regioni italiane. La mappa mostra come nei prossimi 20 anni, l’edificazione e la cementificazione selvagge fagociteranno per sempre paradisi di biodiversità, terreni agricoli, spazi per la collettività, tesori naturalistici e paesaggistici.
Per arrestare questo scempio del territorio WWF e FAI, dopo un’analisi dei fattori che lo hanno favorito e continuano a favorirlo, presenteranno proposte e iniziative su cui Governo, istituzioni nazionali e locali e cittadini saranno chiamati a impegnarsi concretamente.

Intervengono

Giulia Maria Mozzoni Crespi, Presidente Onoraria FAI
Fulco Pratesi, Presidente Onorario WWF Italia
Marco Magnifico, Vice Presidente Esecutivo FAI
Gaetano Benedetto, Direttore delle Politiche Ambientali WWF Italia
Costanza Pratesi, Responsabile Ufficio Ambiente e Paesaggio FAI

Scarica qui il dossier sul consumo di suolo realizzato da FAI e WWF

sabato 28 gennaio 2012

Salviamo il suolo minacciato di Seregno


Lunedì 30 gennaio 2012 - ore 21,00
presso Cineteatro S. Ambrogio - viale Edison - Seregno MB

L'associazione culturale di Seregno
DARE UN'ANIMA ALLA CITTA'
organizza la proiezione del film-documentario

"Il suolo minacciato"
regia di Nicola Dall'Olio
  • salvaguardare la qualità della nostra vita fisica e comunitaria
  • smettere di continuare a vivere in una città cementificata
  • far costruire solo su aree già urbanizzate
seguirà discussione e raccolta di firme per petizione
“IL SUOLO MINACCIATO”
Soggetto e regia di Nicola Dall’Olio

L’opera mostra senza veli quanto sta accadendo al territorio e al paesaggio evidenziando l’importanza di preservare una risorsa finita e non rinnovabile come il suolo agricolo. Per quanto ambientato nella pianura parmense, il film, attraverso il montaggio di interviste ad esperti ed agricoltori locali, affronta il problema nazionale del consumo di suolo e della dispersione urbana, analizzandone costi e cause per poi proporre modelli alternativi di sviluppo urbano sulla scorta delle esperienze di altri paesi europei, come la Germania e la Francia, o di piccoli Comuni italiani, come Cassinetta di Lugagnano (MI). Il docu-film è una produzione di Legambiente Parma e WWF Parma e nasce dal progetto “Cambio di stile”, in collaborazione con LIPU, Il Borgo, Le città invisibili e con il sostegno di Forum Solidarietà. Ha ricevuto una menzione speciale al festival di Cineambiente di Torino edizione 2010.
Il film aderisce alla campagna “Stop al consumo di territorio”.

A Triuggio una serata per conoscere meglio Ciro, il più famoso dinosauro italiano


Venerdì 3/2/12 alle ore 21.00 presso la Sala Consiliare
il Comune di Triuggio - Assessorato alla Cultura
organizza una serata divulgativa su

CIRO IL DINOSAURO ITALIANO
CHE TUTTO IL MONDO CI INVIDIA

Relatore: Dr. Cristiano Dal Sasso
Paleontologo del Museo di Storia Naturale di Milano

Ciro (Scipionyx samniticus) è il primo dinosauro ritrovato in Italia. Il piccolo fossile appartiene ad un neonato e, dopo 110 milioni di anni, conserva ancora molti tessuti molli e organi interni fossilizzati in modo eccezionale. Per questo, e per molte altre scoperte - che saranno illustrate nel corso della serata - Ciro è ormai famoso in tutto il mondo.

Cristiano Dal Sasso vive a Triuggio dal 2006 e lavora al Museo di Milano dal 1991. Le sue ricerche sui dinosauri e su altri rettili preistorici, pubblicate da prestigiose riviste scientifiche internazionali quali Nature e Science, hanno riscosso l'attenzione di migliaia di testate giornalistiche e radio-televisive: un impatto senza precedenti per la paleontologia italiana.

Per informazioni:  0362/970645

Leggi anche:  
Nuove indagini su Ciro, il dinosauro meglio conservato del mondo di Cristiano Dal Sasso

Il nodo nell'albero


L' Associazione Nazionale Partigiani d'Italia - Sezione G. Pellegatta di Cesano Maderno, con il patrocinio dell'Amministrazione Comunale, organizza per la celebrazione della "Giornata della Memoria", uno spettacolo teatrale dal titolo "Il nodo nell'albero".

L' evento si svolgerà, domenica 29 gennaio 2012 alle ore 20.30 con ingresso libero, nell' Auditorium Paolo e Davide Disarò presso l'Antica Chiesa di Cesano Maderno.

martedì 24 gennaio 2012

A Desio per ricordare lo sterminio degli zingari


Mercoledì 25 gennaio 2012, ore 21.00

Desio (MB), Sala Pertini, Palazzo Comunale 
con ingresso da piazza don Giussani

L’Associazione Kirvè onlus, in occasione del mese della Memoria, organizza una serata con visione del film-documentario

“Porrajmos. Una persecuzione dimenticata”

La serata proseguirà con gli interventi di:
  • Goffredo Bezzecchi, detto Mirko, testimone rom deportato nel campo di concentramento di Tossicia
  • Maurizio Pagani, presidente dell’Opera Nomadi Milano
Porrajmos, in "romanès" la lingua dei Rom e Sinti, si traduce con "annientamento, distruzione, divoramento": lo sterminio degli "zingari" ad opera dei nazi-fascisti durante la seconda guerra mondiale. Segnati da un triangolo marrone della razza (ma anche da uno nero come "asociali) e dal tatuaggio di una "Z" (zigeuner), gli zingari furono chiusi nei campi di concentramento, usati come cavie e uccisi. Stime attendibili parlano di 500.000 morti e di questi almeno 200.000 bambini. Il Tribunale di Norimberga liquidò la questione in poche righe e senza testimonianze: gli "zingari" non furono ammessi come parte civile.

lunedì 23 gennaio 2012

Monzainbici: "E adesso pedalo, per salvare il pianeta"


di Massimo Benetti - FIAB MonzainBici

Su una delle tante targhette caratteristiche di MonzainBici, quelle che applichiamo alle nostre biciclette e che riportano vari messaggi di sensibilizzazione all'uso della bicicletta, c'è scritto: "LA BICI SALVA IL PIANETA".

Potrebbe essere una forzatura, una provocazione, e così l'avevamo concepita qualche anno fa, cercando comunque di far capire che la bicicletta faceva bene in tutti i sensi, anche per la difesa dell'ambiente, e in ultima analisi, alla nostra Terra.

Ma leggendo lo studio elaborato dall'European Cyclist Federation (ECF, fondata nel 1983, è la federazione che raccoglie le associazioni nazionali dei ciclisti in Europa, tra le quali la FIAB, a cui noi siamo affiliati), il messaggio non sembra più solo una provocazione, ma un'affermazione calata nella realtà.

Infatti i risultati dello studio portano a questa considerazione:

"Basta percorrere in bici 5 km al giorno, invece che con mezzi a motore, per raggiungere il 50% degli obiettivi proposti in materia di riduzione delle emissioni per quanto riguarda il comparto della mobilità".

Le emissioni prodotte dalle biciclette sono oltre 10 volte inferiori a quelle prodotte dalle autovetture, anche tenendo conto del consumo calorico addizionale di un ciclista rispetto a un utente di mezzi di trasporto motorizzati.

L'autore dello studio Benoit Blondel, ha commentato: "Se vogliamo seriamente conseguire tali obiettivi, dobbiamo cambiare il nostro comportamento. Non si tratta di muoversi di meno ma di usare mezzi di trasporto diversi. Se i cittadini della UE dovessero utilizzare la bicicletta tanto quanto i danesi nel corso del 2000, (una media di 2,6 km al giorno) , la UE conseguirebbe più di un quarto delle riduzioni delle emissioni previste per il comparto mobilità."

Ecco quindi che la bicicletta entra di diritto tra uno dei più importanti mezzi per combattere i gas climateranti.

Sembra che la UE faccia fatica a raggiungere gli obiettivi fissati per il 2050, in materia di riduzione dei gas serra. Il loro raggiungimento richiederà piani ambiziosi che prevedono l'allontanamento, a livello europeo, del trasporto individuale motorizzato.

Mettere sui pedali un maggior numero di persone è molto più economico che mettere sulle strade flotte di auto elettriche.

Tra i tanti benefici che si ottengono scegliendo la bicicletta come principale mezzo di trasporto, da oggi possiamo aggiungere, con molto orgoglio, questo fondamentale contributo, che è la riduzione dei gas serra, che tanti problemi ci stanno portando a tutti i livelli.

Spesso la soluzione è così a portata di mano che neppure ce ne accorgiamo.

"Obbedienza civile": parte la campagna per far rispettare il voto del referendum sull'acqua


di Graziano Polli, presidente di Immagina Lomazzo

Martedì scorso numerose persone hanno assistito alla presentazione del libro di Marco Bersani “Come abbiamo vinto il referendum", organizzata dall'associazione Immagina Lomazzo . Oltre all'autore, hanno animato il dibattito anche Edi Borgianni, responsabile del Comitato Referendario Provinciale - Acqua Como, Riccardo Bianchi responsabile di Lura Ambiente SpA e Samuele Arrighi, rappresentante dell'amministrazione comunale.

Non si è trattato solo di una chiacchierata sui Beni Comuni: sono emerse anche proposte concrete che potrebbero risultare utili ai cittadini e agli enticoinvolti.

In particolare, Bersani ha suggerito di creare un'azienda speciale per il “Sub-ambito Lura”, aggiungendo Saronno agli 8 paesi che già hanno il servizio idrico integrato, gestito da Lura Ambiente SpA. L'idea sembra già aver trovato un certo consenso: Lura Ambiente SpA scongiurerebbe il rischio di smembramento tra il gestore unico varesino e quello comasco; i comuni lariani che aderiscono al servizio eviterebbero i costi derivanti dal fatto che il depuratore di Caronno (Va) appartiene ad un diverso ATO (Ambito Territoriale Ottimale, coincidente col territorio della provincia).

Inoltre, un consigliere comunale presente in sala ha preso accordi “in diretta” col dirigente di Lura Ambiente SpA per assicurare al Consiglio Comunale, attraverso report periodici, una più approfondita informazione rispetto all'operato della società.

La platea lomazzese è stata riscaldata da alcuni passaggi dell'intervento di Marco Bersani; ne riportiamo un estratto:”Non bisogna rassegnarsi, abituarsi ad accettare qualsiasi compromesso per non corrucciare i nuovi “dei dell'olimpo”, le multinazionali.

Una Azienda Spa ha come fine il profitto economico: se vorrà sopravvivere dovrà necessariamente invitare i propri clienti a consumare acqua, non potrà mai promuovere una campagna credibile contro lo spreco idrico.

Una Azienda Spa, come tutte le Spa, pagherà le tasse allo Stato, cioè a Roma. Una Azienda Speciale pubblica lascerebbe queste risorse sul territorio.

L'amministrazione comunale non potrà avere davvero voce in capitolo in una Spa, si limiterà a delegare problemi e responsabilità alla gestione privata.

La legge regionale n. 18/2006 prevede per gli ATO l’obbligo di separare l’erogazione del servizio dalla gestione delle reti, creando nuovi “carrozzoni” e moltiplicando i Consigli di Amministrazione. Ma quel che è peggio obbliga a mettere a gara (ossia a privatizzare) l’erogazione dei servizi idrici, cioè il core business dell’acqua.

Il referendum di giugno mirava a far valere un principio chiaro: nella gestione dell’acqua non si devono fare profitti. 27 milioni di italiani si sono espressi a favore della cancellazione del profitto”.

Dal 21 luglio 2011 è stata pertanto abrogata la norma che consentiva ai gestori di caricare nelle bollette anche la componente della “remunerazione del capitale investito”.

A distanza di alcuni mesi, però, i gestori del servizio idrico italiano hanno ignorato l’esito referendario, mentre il Governo Monti lasciava intendere che la privatizzazione dell'erogazione dei servizi idrici, cacciata dalla porta col voto, sarebbe rientrata dalla finestra per decreto.

Per questo motivo è nata la campagna di “obbedienza civile” che - spiega Marco Bersani - ”Consiste nel pagare le bollette relative ai periodi successivi al 21 luglio 2011 applicando una riduzione pari alla componente di costo della “remunerazione del capitale investito. La campagna è stata chiamata di “obbedienza civile” perché in realtà non si tratta di “disobbedire” ad una legge ingiusta, ma più semplicemente di avere comportamenti del tutto conformi alle vigenti leggi, così come modificate dagli esiti referendari”.

Ieri il Governo ha ritirato il provvedimento che vietava la gestione del servizio idrico attraverso enti di diritto pubblico, quali le Aziende Speciali, ma la mobilitazione del “popolo dell'acqua” continua per la piena attuazione del risultato referendario: ripubblicizzazione del servizio idrico e definizione di una tariffa corretta.

La serata è stata ripresa, il video è sul sito di Immagina Lomazzo, www.immaginalomazzo.org

Ponzoni, il PGT di Seregno e le omissioni del TGweb comunale

Per vedere il TGweb cliccare sull'immagine

Nei giorni scorsi ha avuto ampio risalto sulla stampa l'arresto di esponenti politici brianzoli. Della vicenda si è occupato anche il TGweb del 20/1/2012 edito dal Comune di Seregno.

Ci saremmo aspettati che venissero spiegate alla cittadinanza alcune preoccupanti dichiarazioni contenute nell'ordinanza di custodia cautelare. In particolare laddove si afferma che Ponzoni, uno degli arrestati, era in grado di incidere nell'iter di formazione del PGT di Seregno.

Nella cronaca del TGweb nulla viene detto al riguardo; si citano i comuni di "Desio, Giussano, Monza e Seveso" omettendo proprio Seregno.

Forse c'erano troppe cose da spiegare...

sabato 21 gennaio 2012

L’impegno dei volontari del WWF Groane per la sopravvivenza della popolazione di Bufo bufo sul ramo occidentale del Lario

Su "Pianura n. 27" edito dalla Provincia di Cremona sono stati pubblicati gli Atti del quarto Convegno SALVAGUARDIA ANFIBI (Idro 2011). 

Il pdf del volume completo è liberamente scaricabile dal Sito web della Biblioteca digitale della Provincia di Cremona cliccando qui.
 


Qui trovate anche l'ormai introvabile Atlante degli Anfibi e Rettili della Lombardia (2004).

Di seguito riportiamo il riassunto dell'intervento presentato al Convegno dai volontari del WWF Groane.

 

2000-2010: l’impegno del volontariato per la sopravvivenza della popolazione di Bufo bufo sul ramo occidentale del Lario

Mirco CAPPELLI, Maurizio VALOTA, Cristina VOLONTÈ
(Gruppo Volontari WWF Groane, via Canova 45 - I-20024 Garbagnate Milanese, MI).

Riassunto

Risale al 1996 il primo tentativo di salvaguardare la migrazione del rospo comune sul ramo occidentale del Lario. Lungo la trafficata Strada Provinciale 583, 30 km circa di strada panoramica, nelle località di Faggeto, Pognana e Bellagio si contavano allora poche decine di individui in migrazione, mentre a Nesso e Lezzeno la presenza di qualche centinaio di anfibi faceva sperare in una possibile ripresa.
Nell’anno 2000 un gruppo di volontari decise di occuparsi di tale problema concentrando le poche risorse disponibili nelle due località di maggiore interesse. Vennero dunque contattate altre associazioni con il risultato che la sinergia di più organizzazioni di volontariato (ENPA, LAC, OIPA, WWF ed altre) con la collaborazione di istituti scolastici, come il Liceo Scientifico G.B. Grassi di Saronno, consente oggi di monitorare l’andamento della migrazione in tutto il periodo interessato con più di 10.000 individui salvati durante la migrazione.
Nel 1996 venne effettuato il primo tentativo di salvaguardia della migrazione del rospo comune sul ramo occidentale del Lario, lungo la trafficata SP583 (ex Strada Statale 583 “Lariana”) che collega Como a Bellagio snodandosi, con un tracciato panoramico ondulato e pieno di curve, lungo la costa occidentale del Triangolo Lariano. Le località di Nesso e Lezzeno furono individuate come quelle in cui era prioritario intervenire poiché, mentre in altre località vicine (Faggeto, Pognana e Bellagio) si contavano solo pochi individui, in esse si trovavano ancora alcune centinaia di anfibi.
Proprio in queste due località si concentrarono quindi le poche risorse (umane e finanziarie) disponibili quando, nel 2000, un gruppo di volontari del WWF Groane decise di intervenire con delle campagne di salvataggio anfibi.
Grazie all’impegno di numerosi volontari, da dieci anni è possibile monitorare la migrazione durante l’intero periodo riproduttivo che va, indicativamente, dalla seconda decade di marzo alla metà di maggio, per una durata media di 52 giorni. L’attività dei volontari ha generalmente inizio con la posa delle barriere temporanee in polietilene a monte della strada provinciale che hanno lo scopo di impedire l’ingresso dei rospi in discesa sulla sede stradale e di convogliarli, dove possibile, verso i tombotti che corrono sotto la strada. Realizzati contemporaneamente alla costruzione della strada, per favorire il deflusso delle acque piovane provenienti da monte, questi manufatti sono presenti a distanze irregolari lungo tutta la provinciale. Nell’area di intervento sita nel comune di Lezzeno, in particolare, sono presenti quattro tombotti: uno in località Crotto e tre in località Cavagnola, situati il secondo a circa 50 metri dal primo e il terzo a circa 300 metri dal secondo.

Fig. 1 e Tab. 1: durata del periodo di attività di salvataggio dei rospi.

La posa delle barriere è stata effettuata a Nesso e nella località Cavagnola di Lezzeno. In località Crotto di Lezzeno la posa di barriere invece non è stata effettuata poiché l’area interessata al passaggio dei rospi si sviluppa nel pieno centro abitato e la presenza di abitazioni e giardini rende l’operazione di difficile attuazione. Complessivamente le barriere in polietilene, disposte in più punti, raggiungono la lunghezza di circa 300 metri. L’area interessata dalla migrazione dei rospi, invece, è di circa 200 metri a Nesso, di circa 500 metri nella località Cavagnola e di circa 300 metri nella località Crotto.

 
Fig. 2: aree di intervento nelle località di Nesso e Lezzeno.

Con l’inizio della migrazione, i volontari, muniti di torcia, corpetto catarifrangente, secchio e guanti in lattice, si muovono lungo la strada per intercettare i rospi in discesa e in risalita e trasportarli da un lato all’altro della carreggiata. Le operazioni di salvataggio vengono effettuate tutte le sere, dall’imbrunire a tarda sera, con qualsiasi condizione di tempo, fino alla conclusione della migrazione di risalita dei rospi.
A distanza di dieci anni dall’inizio delle attività di monitoraggio e salvaguardia la popolazione di rospo comune sul ramo occidentale del Lario mostra un trend positivo che ha raggiunto un picco nel 2006 per poi ridursi leggermente negli anni successivi. Dai circa 3.000 rospi contati dai volontari nel 2000 si è passati ai circa 10.000 degli ultimi anni, suggerendo che le attività di salvataggio anfibi possono avere una effettiva utilità al fine della conservazione delle popolazioni di questi animali.

Fig. 3: numero di rospi conteggiati durante le operazioni di salvataggio.

giovedì 19 gennaio 2012

Un "polmone verde" per il Vimercatese


Vimercatese, sos per l'ambiente
Un superparco contro il cemento


articolo di Anna Prada, tratto da "Il Cittadino" del 18 gennaio 2012

Punti di contatto e permeabilità tra i parchi dei Colli Briantei, del Molgora della Cavallera, passando per Arcore, Usmate e Vimercate. E ancora, un grande parco agricolo, che stringa vincoli di tutela sulla vasta area verde che sorge tra il PLIS del Molgora (parco locale di interesse sovracomunale) e quello del Rio Vallone e che potrebbe fungere da trait d'union ecologico tra i due polmoni verdi, accorpando porzioni di territorio in una decina di Comuni del Vimercatese, e arrivando fino a toccare le aree libere del Trezzese.



Sono forse le impalcature più ardite tra le molteplici disegnate dalle associazioni ambientaliste nel nutrito elenco di osservazioni presentate al piano urbanistico brianzolo (PTCP), per potenziare la tutela sulle aree agricole, mettere al riparo gli spazi verdi da cemento e strade, arrivare a una strategia d'insieme che ponga vincoli sempre più solidi, anche di natura paesaggistica. L'osservatorio del PTCP prova a correre in difesa dell'area verde distesa tra i confini dei parchi dei Colli Briantei e della Cavallera, unica in grado di congiungerli e in procinto di essere attraversata dall'autostrada Pedemontana; questo corridoio era considerato “da vincolare” anche nel più volte richiamato progetto della Dorsale verde nord, nelle tavole del 2007 commissionate dall'allora giunta provinciale Penati. Agire invece sulla connessione tra i parchi del Molgora e del Rio Vallone significa addentrarsi all'interno dei confini di Bernareggio, Aicurzio, Sulbiate, Mezzago, Vimercate, Burago, Agrate e Ornago.

Qui si trova una vasta area agricola, cuore del 'paesaggio agricolo delle visuali' individuato dall'architetto Andreas Kipar all'interno del progetto “2009 Molta + Brianza” commissionato in quell'anno dalla Provincia di Milano, dove sono in corso produzioni innovative di filiera corta, come il progetto Pane del Molgora e Gusto di Brianza est, e dove agisce una rete di gruppi di acquisto solidale. La salvaguardia di questo comparto, unito a quello già inserito nei confini dei parchi, permetterebbe la creazione di un vero e proprio parco agricolo di fascia nel nord milanese. Altro punto di connessione e di potenziamento di parchi esistenti è individuato tra Agrate e Concorezzo, tra i parchi della Cavallera e del Molgora.

L'area che le associazioni ecologiste vorrebbero tutelata è tagliata dalla tangenziale est e quindi servirebbe trovare una soluzione di continuità, magari tramite sottopasso. All'interno di questo settore c'è la cascina Vergana, edificio storico in buono stato, dotato di un pozzo nel cortile esterno; l'idea è di recuperarla. Richiesta di tutela come area agricola strategica anche per il territorio situato al confine est della provincia monzese, come corridoio ecologico aperto sul parco del Rio Vallone. In questo caso i Comuni interessati sono quelli di Bellusco, Busnago, Ornago e Roncello. Tra Mezzago e Cornate si colloca l'ambito strategico per connettere i parchi del Rio Vallone e il parco regionale Adda nord.

Oltre alla naturale vocazione agricola, questo territorio si presta allo sviluppo di un turismo ecocompatibile e il corridoio ecologico potrebbe fungere da collegamento alla rete di sentieri ciclopedonali dei due parchi. Lavorare su questa porzione di verde significa dirigersi verso quel parco agricolo nord Milano che potrebbe connettere anche le aree libere del Trezzese. Nei confini di Villasanta si estende la fascia che serve per unire il parco Valle Lambro con il PLIS della Cavallera. È l'ultimo corridoio ecologico tra i due parchi e l'osservatorio chiede la sua tutela esplicita.

19 marzo 2012 - Scadenza presentazione osservazioni al PTCP della Provincia di Monza e Brianza

Il 18 gennaio 2012 è stato pubblicato nel Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia n. 3 l’avviso di adozione e deposito del PTCP della Provincia di Monza e Brianza.

Le osservazioni al Piano vanno inviate entro il 19 marzo 2012 secondo queste modalità:
posta elettronica: territorio@provincia.mb.it
fax: 0399462192
posta raccomandata: Provincia di Monza e della Brianza – Settore Pianificazione Territoriale e Parchi – Piazza A. Diaz, 1 – 20900 Monza 

Leggi le segnalazioni presentate dall'Osservatorio delle associazioni ambientaliste cliccando qui.

martedì 17 gennaio 2012

Dal WWF di Lecco una proposta per proteggere rondini e balestrucci


La primavera dello scorso anno, con le serate divulgative “Amici con le ali!”, l’Associazione WWF Lecco ha avviato un’attività di sensibilizzazione sull’importanza della tutela di rondini e pipistrelli, con l’obiettivo di far conoscere le loro abitudini, il loro comportamento, e soprattutto di sensibilizzare i cittadini sulla loro drastica riduzione e sull’importanza di una pacifica convivenza che rappresenta un vantaggio anche per l'uomo.

In particolare, per quanto riguarda rondini e balestrucci - protette da convenzioni internazionali adottate anche dall’Italia - si tratta di specie fortemente legate all’ambiente urbano dove continuano a costruire i loro nidi e a riprodursi nonostante le condizioni sempre più difficili in cui si trovano a sopravvivere.

Ogni anno, verso marzo, si possono ancora ammirare le rondini nei nostri paesi e anche nel centro di Lecco: le possiamo ancora sentire garrire nei nostri cieli, ammirarle mentre sfrecciano a filo dell’asfalto, osservarle riprendere possesso dei nidi abbandonati l’autunno precedente. Se nessuno nel frattempo li ha distrutti...

Ma sono sempre meno, ogni anno. Esistono sicuramente problematiche molto complesse dietro la diminuzione della presenza di queste specie, che richiederebbero interventi coordinati a livello internazionale, campagne di sensibilizzazione, battaglie di lobby a livello di Unione europea per ottenere un’agricoltura sostenibile e rispettosa dell’ambiente.

Ma c’è qualcosa di concreto che è possibile fare anche a livello locale, nella nostra provincia lecchese, a cominciare per esempio da un problema legato alla ristrutturazione degli edifici rurali (stalle in particolare), che sono tra i più importanti siti di nidificazione delle rondini, le quali costruiscono appunto il loro nido, realizzato in fango e paglia, sotto le grondaie o sui  bordi delle stalle e dei cascinali, o  anche, quando non trovano di  meglio…, dei nostri condomini o delle nostre villette.

E’ importante, soprattutto nel periodo della nidificazione, che questi luoghi siano protetti da eventuali interventi edilizi o “di pulizia” e in questo caso anche la sensibilità di un Sindaco può rappresentare un importante contributo di tutela ambientale.

Per questo motivo il WWF vuole preparare una primavera più accogliente per il ritorno delle rondini nei cieli lecchesi, facendo partire un’iniziativa che vuole coinvolgere tutti i Comuni della provincia, chiedendo ad ogni Sindaco un atto d’amore e di attenzione verso questi amici con le ali!

La richiesta del WWF è quella di adottare una delibera specifica per la protezione di rondini e balestrucci tramite alcune semplici indicazioni: la tutela dei loro nidi,  la limitazione degli interventi di restauro degli edifici con la richiesta di un periodo temporale di “rispetto” nella fase della nidificazione, il divieto di utilizzare prodotti chimici diserbanti, soprattutto nei pressi dei corsi d’acqua...

Il WWF lecchese ha inviato in questi primi giorni del 2012 a tutti i Sindaci la bozza di delibera da adottare, sperando che siano tante le Amministrazioni che vorranno seguire l’esempio del Comune di Ello, che già dal 2009 ha raccolto l’invito del WWF lecchese, adottando una specifica delibera di protezione di rondini e balestrucci votata all’unanimità dall’intero Consiglio Comunale.

La proposta è stata inoltrata in data 10 gennaio 2012 con Posta Elettronica Certificata a tutti i Comuni del lecchese: entro l'inizio della prossimo primavera, il WWF si impegna a rendere pubbliche le risposte di tutti i Sindaci per disegnare poi una mappa della nostra provincia, con l’indicazione di tutti i Comuni amici delle rondini!

Info: sezione@wwf.lecco.it

Foto di Martin Mecnarowski, licenza Creative Commons

domenica 15 gennaio 2012

Parco Adda Nord: Convegno sull'archeologia industriale


Centrali idroelettriche, vecchi opifici e fabbriche: l'archeologia industriale è uno dei tratti distintivi del Parco Adda Nord. Spesso questi vecchi manufatti rimangono inutilizzati e soggetti al degrado.

Scopo del parco è ovviamente valorizzarli e, perché no, renderli di nuovo fruibili. Scoprire e promuovere casi di riqualificazione di successo: questo il senso del convegno dal titolo "Se i vuoti si riempiono. La riqualificazione delle aree industriali dismesse" organizzato per sabato 21 gennaio alle ore 9.30 presso la biblioteca comunale "A. Sciondi" di Cassano d'Adda, in via Dante Alighieri 4.

Verrà inoltre inaugurata la mostra a cura di Marchingenio srl dal titolo "Buone pratiche per la valorizzazione dei siti di Archeologia Industriale".

Scarica il pieghevole con il programma degli interventi.

venerdì 13 gennaio 2012

Il giorno della memoria nelle opere di Antonio Galbiati


Per la commemorazione del giorno della memoria il 27 gennaio 2012 il comune di Macherio e A.N.P.I. sez. Elisa Sala di Macherio-Sovico, organizzano una mostra dal titolo IL SEGNO E LA MEMORIA

Inaugurazione: sabato 21 gennaio - ore 18
Presentazione
di Luigi Consonni

La mostra che si inaugura sabato 21 gennaio 2012 presso la sala mostre della “Corte del Cagnat” organizzata in collaborazione con l’A.N.P.I. Sezione Elisa Sala di Macherio-Sovico ci permette di soffermarsi e riflettere sulle atrocità che hanno caratterizzato quei terribili anni. Una memoria che si svela anche attraverso le opere, gentilmente concesse dalla famiglia dello scomparso artista brianzolo Antonio Galbiati opere realizzate nel periodo degli anni ‘40. Nel titolo “Il segno e la memoria” troviamo il connubio fra l’espressionismo verista delle grafiche e la collocazione temporale della mostra che comprende venerdì 27 gennaio “giorno della memoria”.

La pittura e la grafica di Antonio Galbiati si riferisce ad una pittura figurativa-verista, in cui il segno è il cardine del linguaggio espressivo. La forza espressiva e la durezza del segno richiamano alla mente per affinità agli espressionisti George Grosz e Otto Dix, i quali con le loro opere di satira e di denuncia, negli anni che precedono l’avvento del nazismo, esasperano dell’espressionismo, il realismo drammatico. Un richiamo, epurato dal sarcasmo della satira, che in Galbiati ritrovo in particolar modo nella durezza del linguaggio e della cromia dove il nero del segno predomina sul colore.

Come possiamo notare le opere di questo periodo sono in prevalenza su supporti cartaceo, le difficoltà imposte dalla guerra non permettevano certo un grande uso di tele ed il foglio di carta diventa il primo mezzo disponibile per raccontare, esprimere le proprie emozioni.

In mostra troviamo prevalentemente chine più o meno colorate, dove emerge con forza il tratto, forte, sicuro. Segni dai diversi spessori che affiancati a decisi punti di luce - il bianco della carta -conferiscono ai lavori ritmo e profondità. Tutti elementi che rendono le opere di Galbiati profonde, dinamiche e donano alle opere un senso di movimento e plasticità nonostante le sue figure siano tendenzialmente scultoree, ma soprattutto rimarcano la drammaticità della rappresentazione. Un forte e dirompente forza espressiva che alterna crudità del segno all’armonia della composizione e con inusuali tagli scenici. In queste opere di Antonio Galbiati vi trovo espresso anche un desiderio da cronista di quel sofferto periodo storico.

Biografia

Antonio Galbiati nasce a Triuggio il 18 maggio 1922. Cresce nella ‘curt di barun’, un cortile che avrà un posto di rilievo nella sua produzione artistica. Adolescente aiuta a dipingere gli affreschi della chiesa parrocchiale di Triuggio, cosi’ in paese viene chiamato il ‘pittore’.
Dopo aver frequentato la scuola d’arte di Monza presso la Villa Reale sotto gli insegnamenti dei maestri DeGrada e Semeghini diventa presto un giovane allievo del pittore Gino Meloni, con il quale instaura un rapporto di amicizia oltre che di collaborazione fino a quando si stacca dal maestro per intraprendere una evoluzione artistica propria e autonoma.

Nel 1941 inizia il servizio militare e la sua passione per il disegno continua, lasciando opere a testimonianza delle drammatiche vicende del conflitto della Seconda Guerra Mondiale.

Nel 1954 sposa Chiara Elli, dal matrimonio nascono cinque figli. Per poter mantenere la famiglia intraprende l’attività di artigiano, prima come decoratore e poi come lucidatore di mobili. Ma la sua attività artistica non si interrompe mai, dipinge nel tempo libero, nelle pause di lavoro e la sera a casa con i propri figli. Nel 1970 e’ costretto a trasferire prima il suo laboratorio ed in seguito anche la famiglia a Birone di Giussano. Questo sradicamento non e’ indolore e il suo attaccamento al paese nativo ed alla ‘curt di barun’ emerge spesso nei suoi racconti e nei suoi dipinti. A 73 anni abbandona le tele e i colori ad olio, ma continua incessantemente a dipingere su fogli utilizzando tecniche a pastello e a tempera con la particolare aggiunta di brillantini. All’eta’ di 76 anni smette definitivamente di disegnare, trascorre il suo tempo alla creazione di collages.

Il 20 aprile 2003 si spegne e i figli lo restituiscono alle sue radici riportandolo a Triuggio.

giovedì 12 gennaio 2012

La Brianza del '900 in mostra a Suello


Testimoni della tradizione: fotografie e filmati che raccontano della Brianza del '900

articolo di Paola D'Ambrosio
tratto da Lecco Provicia del 10 gennaio 2012

Suello, un piccolo comune del lecchese ai piedi del Cornizzolo, da qualche tempo sta riscoprendo il valore e l'importanza del patrimonio culturale che le classi popolari hanno saputo coltivare nel corso di tutto il '900. L'urgenza di dare valore a questo importante patrimonio che andrebbe, altrimenti, dimenticato, ha dato vita a una serie di iniziative e ricerche che hanno coinvolto l'intero paese, dagli anziani – testimoni delle tradizioni – ai giovani – spesso, i realizzatori delle ricerche.

“Suello: volti, luoghi e riti del '900” è il titolo dell'ultimo appuntamento, una mostra fotografica ospitata presso la nuova sede della Associazioni di Suello.
Il progetto, realizzato dal gruppo di lavoro “Mostra” del Progetto Novecento Suello, ha preso vita nel 2011, attraverso la raccolta di fotografie del paese, delle famiglie, delle manifestazioni, dei luoghi di lavoro e di ritrovo dal 1930 in avanti. Luoghi, volti, riti e grandi trasformazioni che hanno caratterizzato il '900 di un piccolo paese e che sono raccontati grazie al coinvolgimento di tutti, anziani e giovani: gli uni ricordando e divenendo testimoni di un periodo storico ricco di trasformazioni velocissime e irreversibili dell'ambiente geografico, del tessuto urbanistico, degli stili di vita e delle abitudini quotidiane; gli altri, i giovani, divenendo veri e propri raccoglitori del patrimonio ereditato dai propri nonni.

La fotografia è, quindi, il mezzo attraverso cui raccontare un periodo storico importante e attraverso cui “capire fino in fondo quello che hanno desiderato perpetuare nel tempo il fotografo e le persone fotografate, quale immagine di sé e della propria vita ci hanno voluto lasciare in eredità”.
Il percorso espositivo della mostra ha l'obiettivo non solo di mettere a confronto ieri e oggi, ma anche di suscitare domande sulla vita di oggi e sugli effetti delle profonde modifiche avvenute nella sfera economica, sociale e culturale degli ultimi sessant'anni. Un modo, quindi, per ridare dignità a un passato che spesso era considerato come sinonimo di arretratezza e ignoranza, ma che nella realtà è il patrimonio e l'eredità che ha dato significato al nostro vivere contemporaneo.

Il rischio di rimanere legati a un passato più o meno lontano, si sa, è quello di accaparrarsi diritti di identità e di sbandierare radici che fermano lo sguardo nostalgico al passato. In realtà, ciò che bene emerge dalla mostra e dalle iniziative a Suello è il valore educativo di leggere il passato come legato al presente, come ricco di trasformazioni e contaminazioni che hanno spesso portato ad un arricchimento di conoscenze e di  pratiche, e dunque a nuove possibilità di scelta per gli individui e per le comunità.

Per continuare ad approfondire queste tematiche, il luogo della mostra ospita da domenica 8 gennaio una serie di proiezioni di film-documentari di Etnografia visiva prodotti dal Museo Etnografico dell'Alta Brianza di Galbiate (Lc). Il primo, “Romeo Riva, testimone della tradizione”, è stato proiettato domenica scorsa e ha visto l'intervento sempre appassionato del protagonista, Romeo Riva, oppure, come soprannominato da molti, il nonno del MEAB. Romeo, sulla cui figura è centrato tutto il film, è uno dei grandi testimoni della tradizione – non a caso nel 2007 è stato insignito del prestigioso Premio "Costantino Nigra" nella sezione "Testimoni della Tradizione” di Castelnuovo Nigra (TO) – con la ferma convinzione dell'importanza di dover far sapere che il benessere che viviamo oggi è grazie alle tante, troppe fatiche di ieri.

Romeo è uno dei principali protagonisti del MEAB, il museo dedicato alle persone vive, ai testimoni diretti dei lavori tradizionali e delle usanze, delle credenze, delle forme espressive delle classi popolari nei secoli XIX e XX. Il documentario racconta, attraverso le parole e i gesti di Romeo, i diversi aspetti della sua vita: dall'infanzia contadina, che ha saputo trasmettergli l'amore e il rispetto della terra; alle necessità e passioni giovanili, come la pesca in un lago una volta molto prolifico, ma oggi “morto”, oppure la caccia e la passione per la bicicletta; ai gesti del lavoro, come limare la falce e occuparsi della fienagione; all'incontro con il museo, con l'obiettivo di “far sapere com'era la vita di una volta”. Dunque, una vera e propria testimonianza di una società cambiata.

Le prossime proiezioni si terranno domenica 15 gennaio con i filmati  “La pecora è d'oro. L'allevamento ovino in Brianza ieri e oggi” e “Il lavoro del pescatore. Adda, Brianza e lago di Como” e la partecipazione del direttore del MEAB, Massimo Pirovano; e domenica 22 gennaio con i filmati “Ul cavagnén – il cestaio” e “Melga e lisca. Materiali dell'artigianato contadino” e l'intervento del professor Italo Sordi.

Un nuovo presidio NO TEM

mercoledì 11 gennaio 2012

Una raccolta firme per salvare le Torrette


il suolo, la natura e il paesaggio sono beni comuni di tutti i cittadini

Salviamo le Torrette

Raccolta firme
a sostegno delle presenti osservazioni al Piano di Governo del Territorio del Comune di Macherio:


con riferimento all'immagine n°1
Si richiede la tutela e la preservazione, da ogni forma di possibile edificazione e trasformazione urbanistica, di tutte le aree agricole delle Torrette, ivi comprese quelle tra la via Edison, a ovest, e la via Bosco del Ratto e la strada vicinale dello Streccione, a est.


con riferimento all'immagine n°2
Si richiede la completa inclusione nell'istituendo Parco locale di interesse sovracomunale (Plis “Alma Solis” / ampliamento del Parco Brianza Centrale) di tutte le aree agricole e delle aree standard comunali situate a ovest di via Bosco del Ratto e della strada dello Steccione e a nord delle vie Sant'Ambrogio, Cardinal Ferrari e viale Regina Margherita.


con riferimento all'immagine n°3
come minimo, indispensabile e non sostituibile risarcimento per il territorio di Macherio, ferito irrimediabilmente dal passaggio di Pedemontana e dalle opere stradali accessorie ad essa connesse Si richiede la completa attuazione delle opere di compensazione ambientale di Pedemontana (progetto locale n°24) nelle forme e nei modi indicati dal progetto(*) approvato in via definitiva dal CIPE - Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica.

(*) PROGETTO DEFINITIVO DELLE OPERE E MISURE DI COMPENSAZIONE DELL'IMPATTO TERRITORIALE E SOCIALE - PROGETTO LOCALE n°24 – TRATTA C del Collegamento Autostradale Dalmine-Como-Varese-Valico del Gaggiolo e opere ad esso connesse

Per informazioni: brianza.centrale@libero.it

Dal Lodigiano alla Brianza, si allarga il fronte No Tem


articolo di Alessandra Zanardi, tratto da Il Giorno del 10 gennaio 2012

Dal Sud Milano alla Brianza, dal Lodigiano alla Martesana, gli attivisti sono pronti a scendere di nuovo in piazza per fermare la Tangenziale esterna

Pessano con Bornago, 10 gennaio 2012 - Dal Lodigiano alla Brianza, passando per la Martesana, si allarga il fronte no Tem. L’esperienza di Paullo fa scuola: a oltre un anno dalla nascita del primo comitato anti-tangenziale, nuove sacche di malcontento stanno sorgendo a Comazzo e anche a Tribiano, dove nel fine settimana gli attivisti di Paullo hanno organizzato un’iniziativa di piazza.

Dopo una pausa di riflessione, riprendono slancio anche i comitati della Martesana, un territorio strategico per allargare alla Brianza la mobilitazione contro la Est Esterna. Un nuovo presidio permanente è stato allestito a Pessano con Bornago con l’obiettivo di diventare punto di riferimento per i movimenti no Tem di tutto il territorio. La casetta dei comitati verrà inaugurata alle 21 di venerdì. Quella stessa sera è in programma l’estrazione dei premi della lotteria, un’iniziativa promossa per sostenere i ricorsi legali contro la superstrada. In due mesi, gli organizzatori sono riusciti a vendere circa 6.000 biglietti.

«Al di là delle nostre iniziative, sul piatto restano una serie di questioni irrisolte legate alla nuova tangenziale e all’atteggiamento assunto dai Comuni nei confronti di questo progetto», dichiara Francesca Di Bella, consigliere comunale e rappresentante dei «no Tem» di Paullo. Proprio a Paullo, durante l’ultimo consiglio comunale il sindaco Claudio Mazzola avrebbe fatto riferimento alle pressioni subite dai colleghi di alcuni Comuni (in particolare Tavazzano), pressioni che avrebbero costretto le amministrazioni locali ad accettare il ridimensionamento delle opere compensative connesse alla nuova tangenziale.

«Vogliamo sapere se gli amministratori locali hanno subito effettivamente queste sollecitazioni durante i confronti con Tem in Regione. Inoltre, perché i sindaci avrebbero affrontato la situazione da soli, senza avviare un confronto allargato con le altre forze politiche?», si chiede Baldovino Fasano, ex assessore oggi consigliere comunale a Tavazzano. «Nel nostro Comune – continua - l’interramento della via Emilia, che pure era stato previsto in un primo momento, è stato stralciato dall’elenco degli interventi di mitigazione e sostituito con un by-pass esterno che dirotterà il traffico della statale fuori dall’abitato. Una grave penalizzazione per il paese».

«Il Partito Democratico e i suoi sindaci prendano posizioni più decise contro la Tem – aggiunge Enrico Bosani, segretario di Rifondazione Comunista a Lodi -. Posizioni poco chiare e attendiste rischiano di passare per un silenzio assenso». L’altro giorno una sede del Pd milanese è stata imbrattata con la scritta «No Tem No Tav». «Ovviamente condanniamo il gesto, ammesso che provenga dai nostri militanti», precisano i comitati del Sud Milano.

L'acqua rimarrà pubblica? Ne parliamo a Lomazzo con Marco Bersani


Pubblichiamo di seguito il comunicato stampa del Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua, emesso a seguito delle insistenti dichiarazioni del Presidente del Consiglio Monti e suoi ministri sulle liberalizzazioni, tra cui quella dell'acqua.

La posizione del Forum è chiara: col voto ai Referendum del 12 e 13 giugno 2011, la maggioranza (27 milioni) dei cittadini italiani hanno chiesto che l'acqua non venga privatizzata e resti in mani pubbliche.

COMUNICATO STAMPA

Non esiste liberalizzazione del servizio idrico che rispetti i referendum.
Basta trucchi e trucchetti, il Governo Monti rispetti il voto popolare

Ormai da giorni il Presidente del Consiglio Monti e i suoi ministri parlano di privatizzazioni alludendo anche ad un intervento sul servizio idrico. Ultimi in ordine di tempo il sottosegretario Polillo secondo cui il referendum è stato “un mezzo imbroglio” e il sottosegretario Catricalà che ha annunciato “modifiche che non vadano contro il voto referendario” alla gestione dell'acqua.

Diciamo chiaramente a Monti, Passera, Catricalà e Polillo che non esiste nessuna liberalizzazione del servizio idrico che rispetti il voto referendario: il 12 e 13 giugno scorsi gli italiani hanno scelto in massa per la gestione pubblica dell'acqua e per la fuoriuscita degli interessi privati dal servizio idrico.

Non pensi il Governo Monti con la scusa di risanare il debito di poter aggirare il voto referendario con trucchi e trucchetti, 27 milioni di italiani si sono espressi per la ripubblicizzazione del servizio idrico e questo ci aspettiamo dal Governo nei prossimi giorni.

Saremo molto attenti alle prossime mosse del Governo Monti sul fronte delle liberalizzazioni, non permetteremo che la volontà popolare venga abbattuta a colpi di decreto, di Antitrust o di direttive europee in stile Bolkestein. Metteremo in campo ogni strumento utile alla difesa dei referendum, a partire dalla campagna di obbedienza civile lanciata da noi del Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua.

L'applicazione dei referendum è la prima e la più urgente emergenza democratica nel nostro paese, per questo il Forum chiede, come già fatto e sinora senza risposta, un incontro urgente con il Presidente del Consiglio Mario Monti. Nel contempo chiede a tutte le realtà che hanno sostenuto i referendum, ai partiti che da fuori o dentro il Parlamento hanno dato indicazione per il “Sì” ai referendum di giugno, di prendere da subito una netta posizione in difesa del voto democratico del popolo italiano.

“Quante specie di uccelli ci sono nel nostro territorio?” Scoprilo con il WWF Le Foppe!


“Quante specie di uccelli ci sono nel nostro territorio e come faccio a saperlo?”

“Come avviene la migrazione degli uccelli?”


“Ma il pettirosso che osservo nel mio giardino ci sarà anche in estate? ”


Per rispondere a queste domande il WWF Le Foppe ha organizzato un corso di ornitologia per conoscere e approfondire la vita, le strategie e i pericoli del mondo degli uccelli.

Sette serate e un’uscita pratica

Il corso si terrà a partire da venerdì 2 Marzo 2012 dalle ore 21.00 alle 22.45 presso la sede del Parco Adda Nord, sala corsi della prestigiosa Villa Gina, Via Benigno Calvi,  Trezzo Sull’Adda.

venerdì 2 marzo
Riproduzione degli uccelli e i loro suoni, relatore Mario Caffi

venerdì 9 marzo
Nidi uova e nidiacei, relatore Mario Caffi

venerdì 16 marzo

Migrazione studi ricerche e il Birdwatching, relatore Antonio Delle Monache

venerdì 23 marzo
L’avifauna nel Parco Adda Nord, relatrice Giuliana Pirotta

venerdì 30 marzo
Chi viene e chi va: gli uccelli di fronte alle modifiche ambientali, relatore Enrico Cairo

sabato 31 marzo
GITA ALL’OASI LIPU DI RACCONIGI
quota di partecipazione da definire, non inclusa nel corso

venerdì 6 aprile
Bird gardening e come aiutare i nostri amici alati, relatore Luigi Andena

venerdì 13 aprile
Caccia, bracconaggio e stravolgimento degli habitat, relatore Antonio Delle Monache

USCITA PRATICA NEL PARCO ADDA NORD
a cura delle G.E.V.

In palio tra i partecipanti al corso un binocolo da Birdwatching 10x25 Nikon

Costo del corso:
50,00 € - studenti 35,00 € - G.E.V. 30,00 €
Durante le serate verranno distribuite alcune dispense e libretti.
Per chi lo desidera è possibile iscriversi per singole serate a 10,00 €.
Per i partecipanti che ne faranno richiesta preventiva, al termine del corso verrà consegnato l’attestato di partecipazione.

Come raggiungere la sede del corso:

Coi mezzi pubblici da Milano: MM linea 2 (linea verde) della metropolitana, fermata Gessate, poi bus fino a Trezzo sull'Adda;

In automobile: autostrada A4 MI - VE uscita Trezzo sull'Adda, alla rotonda a destra, alla successiva rotonda a sinistra, poi dritto seguendo i cartelli segnaletici del Parco;

In autobus: da Bergamo il servizio è assicurato dalla linea TBSO; la linea Autostradale ferma a Trezzo sull'Adda in entrambe le direzioni (da Bergamo stazione autolinee, da Milano Foro Buonaparte);

In treno: linea Milano - Bergamo via Carnate, fermata Paderno Robbiate (la stazione dista alcuni km dalla sede del Parco).

Parcheggio in Villa Gina, Attenzione! Solo chi è munito di pass può accedere al parcheggio di Villa Gina, pertanto a coloro che devono recarsi presso i nostri uffici consigliamo di usufruire dell'area di sosta di via Paolo Bassi e di accedere alla villa attraverso il parco.

Informazioni e iscrizioni:
www.oasilefoppe.it
info@oasilefoppe.it
Anna cell. 333 1457043
Loredana cell. 333 3810199

Equibici: "Diamo il via ad un nuovo anno di biciclettate!"

Domenica 15 gennaio 2012

Equibici ti invita ad una ciclogita per pedalare insieme ai piedi delle colline brianzole fino a Lesmo e Camparada.

Ritrovo alle ore 9,15 davanti alla biblioteca di Lissone.

Ciclopercorso di circa 23 km andata/ritorno. La parte più impegnativa è da Biassono a Lesmo che è in salita ma su pista ciclabile, e per chi non fosse ancora ben allenato, è possibile condurre la bici a mano. Verranno percorse, in genere, strade poco trafficate di campagna. Il percorso prevede numerose soste per ammirare cascine, chiesette e paesaggi.

PORTA CON TE LA MACCHINA FOTOGRAFICA E POTRAI RIPRENDERE I MOMENTI PIU' BELLI DELLA GITA.

Equibici pubblicherà tutte le foto sul proprio sito e mette in palio un premio per la foto piu' bella.

SE NON L'HAI ANCORA FATTO POTRAI ANCHE RINNOVARE L'ADESIONE AD EQUIBICI PER IL 2012 !

I contributi sono invariati rispetto all'anno precedente:
- socio ordinario: 15,00 €
- 1° familiare: 10,00 €
- 2° familiare: 6,00 €

Il WWF di Lecco ricorda Chico Mendes


Una nuova targa in memoria di Chico Mendes è stata posata in questi giorni dall’Associazione WWF Lecco nella centrale piazza Manzoni, in sostituzione di quella posata circa vent’anni fa ormai resa illeggibile dal tempo e dalle intemperie.

Francisco Alves Mendes, più noto come “Chico” Mendes, classe 1944, brasiliano di Xapuri, nacque in una famiglia di seringueiros (raccoglitori di caucciù) e nella sua vita riunì l’impegno sindacale e la lotta contro il disboscamento della foresta amazzonica.

Chico nella foresta ci era nato e aveva imparato il duro lavoro di raccogliere il lattice dell'albero della gomma: "bisogna alzarsi alle due o alle tre del mattino e la presenza delle pantere, dei serpenti e di insetti velenosi richiede professionalità e organizzazione" diceva. Ma lo preferiva alle città, invivibili e caotiche, dove "bisogna pagare tutto, anche l'acqua che il buon Dio ci ha dato gratuitamente".

Nel 1970 il piano di integrazione nazionale (PNI) previsto dal governo brasiliano attrasse in Amazzonia costruttori, allevatori di bestiame, esportatori di legname e di carne. Nel 1975, Chico Mendes organizzò un sindacato di lavoratori rurali per difendersi dalle violente intimidazioni e dalle occupazioni della terra dei nuovi arrivati, che stavano distruggendo la foresta e togliendo ai colonos (i contadini, piccoli produttori espulsi dai latifondisti del sud del Brasile e immigrati al Nord) i loro mezzi di sostentamento.

Mendes organizzò gruppi di colonos per formare catene umane non violente intorno alle aree di foresta minacciate dalla distruzione, salvando migliaia di ettari di foresta dove i lavoratori rurali potevano continuare a raccogliere e lavorare il lattice di gomma e a raccogliere frutti, noci e fibre vegetali.

Il suo impegno contro i latifondisti attirò l’attenzione dei media sul tema della distruzione delle foreste. Nel 1987 una delegazione dell’ONU si recò direttamente a Xapuri per verificare le accuse rivolte alle grosse finanziarie statunitensi che appoggiavano i progetti di disboscamento dell’Amazzonia, causando la disoccupazione forzata dei seringueiros, l'esilio forzato degli indios amazzonici e un danno ambientale incalcolabile.

Quando fu invitato a Washington per descrivere la drammatica situazione amazzonica di fronte al Congresso statunitense, Chico si recò nella capitale con un vestito prestato da un amico, senza soldi (quando la hostess gli offre uno spuntino, timidamente si azzarda a chiedergli "quanto costa”, perché “ho solo pochi cruzeiros..."). A Washington ricevette il premio Global 500 dell'Unep, l'organizzazione ONU per la tutela dell'ambiente.

Il 22 dicembre 1988 la mano assassina dei latifondisti e dei trafficanti di legname pone fine alla vita di Chico Mendes.

È passato quasi un quarto di secolo, durante i quali l’Amazzonia ha perso oltre 350.000km2 di foresta (un’area più grande dell'Italia). Il tasso di deforestazione è il più elevato nel mondo ed è causa di una enorme perdita di biodiversità.

Il WWF internazionale è impegnato da anni con il programma ARPA (Amazon Region Protected Areas) che opera nell’area brasiliana per la conservazione del bioma amazzonico. Il partenariato alla base del programma, unico nel suo genere, include Banca mondiale, GEF, KfW, Funbio e Chico Mendes Institute nell’impegno di triplicare l’area amazzonica sotto protezione legale.

Investendo nella corretta gestione di stati e territori biologicamente importanti, l’ARPA svolge un ruolo chiave nell’assicurare che il futuro sviluppo della regione amazzonica possa realizzarsi sulla base di una solida impronta ambientale

Il WWF lecchese con un piccolo gesto ricorda Chico Mendes, che per la foresta amazzonica ha dato la propria vita.

Info: www.wwf.lecco.it - sezione@wwf.lecco.it

lunedì 9 gennaio 2012

Befana sul Lambro 2012: le immagini di uno spettacolo affascinante


Pubblichiamo alcune immagini della Befana sul Lambro 2012 per documentare uno spettacolo affascinate, arcaico e magico.

Un grazie alla Commissione di Cultura Alternativa, ad Enrico Mason e a tutti i volontari che da 25 anni ci regalano una Befana veramente speciale.

domenica 8 gennaio 2012

Il triste destino del Bosco della Moronera


Riceviamo e pubblichiamo le sottostanti foto che documentano i lavori all'interno del Bosco della Moronera in corrispondenza dell'incrocio tra la Provinciale Turate/Lomazzo e l'autostrada A9.

 
 
 

Chissà cosa rimarrà del Bosco della Moronera quando verrà realizzato l'enorme svincolo previsto da Pedemontana...

Le foto si riferiscono alla zona evidenziata dalla nuvoletta.