venerdì 30 maggio 2014

Seregno: il percorso di Bicinfesta 2014

Per ulteriori informazioni cliccare qui

PERCORSO (totale 18 km)

PARTENZA:  ore 9.00  da Via Pacini  “ COLZANI – CAFFE’ VELO’ ”  
VIA PACINI
VIA NAZIONI UNITE
VIA BEATO ANGELICO
VIA CADORE
PIAZZALE SANTUARIO
VIA PIAVE
VIA MINORETTI (1) ingresso  Fondazione “Don Gnocchi”
uscita VIA PIAVE
VIA TAGLIAMENTO
VIA ORCELLETTO
VICINALE DELLA PURADELLA
VIA PER MARIANO
VIA SAN VITALE
VIA MONTE ROSA
VIA VERDI (2) ingresso Istituto “Don Orione”
uscita VIA DON ORIONE 
VIA VERDI
VIA CERVI
VIA RESEGONE
VIA ALBERTO DA GIUSSANO
VIA CORSICA (contromano)
VIA BRIANTINA
VIA VICO
IA MESSINA
VIA REGGIO
VIA TICINO
VIA GALILEI (3) saluto a Carletto
VIA CAVOUR (tratto contromano)
PIAZZA VITTORIO VENETO
VIA VINCENZO DA SEREGNO
PIAZZA CONCORDIA
VIA UMBERTO I° (4) sosta alza bandiera municipio
VIA COLOMBO
VIA MAGENTA
VIA GIOVANNI XXIII
 VIA MAZZINI 
PIAZZA ROMA 
VIA MILANO  (ristoro)
VIA PACINI 
VIA IV NOVEMBRE (contromano) 
VIA ROVERETO 
VIA TURATI 
VIA SOLFERINO 
VIA CROCEFISSO 
VIA NAZIONI UNITE 
VICINALE DEL MERE’ NORD 
VIA SARONNO 
PARCO MEREDO 
VIALE TIZIANO 
ARRIVO ALLA PORADA PARCO 2 GIUGNO

mercoledì 28 maggio 2014

Bimbi al Parco 2014

7 giugno,  ore 15.30
Bosco del Chignolo, Triuggio (MB)
Il grande leprotto

Letture animate per bambini dai 6 ai 10 anni, seguiti da originali laboratori manuali e… una gustosa merenda!

Qualcuno ha visto impronte di leprotto nel bosco, ma grandi, molto grandi anzi giganti!
 

Partiamo insieme alla ricerca del grande leprotto per scoprire cosa ci fa da queste parti, per chiedergli notizie sugli altri leprotti del bosco e giocare un po’ con loro…

In caso di maltempo, la lettura si terrà nella Sala Consiliare di Villa Campello – Municipio di Albiate, ingresso da Via Dante

La partecipazione alle animazioni è gratuita, ma è richiesta l’ISCRIZIONE entro le ore 12 del venerdì precedente l’iniziativa.
E’ possibile ricevere informazioni ed effettuare l’iscrizione tramite e -mail:  sabina.rossi@parcovallelambro.it telefono: 0362  970 961  int.2

"LAMBRO, un monologo" al Festival della letteratura di Milano



COME NASCE LA MOSTRA …

Lambro. Un monologo, nasce dalla volontà di far parlare il Lambro, metamorfosi di un fiume che si fa persona per narrare se stesso.

Seguendo questo percorso poetico- parole Iride Enza Funari e immagini di Rodolfo Zardoni- potremo riscoprirci un po’ fiume e un po’ terra.

I sogni, le speranze, i dubbi e le sofferenze del nostro fiume sono anche nostri. Perché il Lambro parla del nostro modo di vivere in rapporto con la natura; di come essa talvolta soffra per il mutamento imposto: trasformando la propria essenza, la forma originale del proprio corpo.

Un monologo dettato per lambire le emozioni di chi saprà calarsi nelle acque talvolta beate, talvolta turbate del fiume Lambro.


Tutto parte da una domanda, da lì si inseguono i pensieri.

Alla domanda “chi sono?” il Lambro si apre al mondo per raccontarsi.

Scandendo passato, presente e futuro con le immagini ed i versi, gli autori intendono sovrapporre attimi per costruire un ritratto antropomorfico del Lambro, un fiume che si veste della nostra stessa natura per avvicinarci a lui, per obbligarci ad ascoltare il suo racconto appeso tra estasi e disperazione.

Il Lambro diventa così un simbolo, la metafora di una netta comprensione per chi voglia guardarlo negli occhi e confessargli il proprio disagio nel contemplare la sua morfologia così profondamente alterata, così profondamente cambiata.

martedì 27 maggio 2014

La passeggiata "narrante" nella brughiera di Montorfano


Domenica 25 maggio 2014, curata dall'associazione “L’Ontano” di Montorfano e dal "Comitato per il Parco Regionale della Brughiera", si è svolta un’escursione presso la Riserva Naturale lago di Montorfano, oasi di grande pregio storico, naturalistico e geologico.


La camminata ha preso il via dalla bella piazza Roma di Montorfano per inoltrarsi, poco dopo, nella fabbrica del ghiaccio chiamata “Giazzerun”.


"Il lago di Montorfano, nei periodi invernali, gela facilmente in superficie. Anni addietro, quando l'inverno era più rigido, lo spessore della lastra di ghiaccio che si formava era molto consistente e poteva raggiungere anche i 50-60 cm. Questo fatto ha costituito un'importante fonte di lavoro per i montorfanesi: la superficie ghiacciata veniva tagliata con la scure in pesanti lastre, che poi venivano spinte a riva e frantumate in pezzi più piccoli, il ghiaccio così raccolto era poi depositato in apposite costruzioni, dette ghiacciaie, per essere conservato ed essere venduto nella stagione calda."
(Descrizione tratta dal sito della Riserva Naturale del lago di Montorfano)

Dopo aver visitato la riserva del lago di Montorfano i numerosi partecipanti si sono inoltrati nella Brughiera.

 
 

"I territori di Montorfano e Capiago Intimiano sono caratterizzati dal tipico paesaggio della brughiera: paesaggio lievemente ondulato, terreno di tipo alluvionale ghiaioso, ricco di argilla e ossido di ferro ( cui si deve il tipico colore rossastro), brevi corsi d'acqua a carattere torrentizio, grande diffusione dell'arbusto di brugo, un'erica (Calluna vulgaris) che in autunno produce una fioritura di colore rosa pallido. Nelle vaste zone boschive, accanto al brugo, sono presenti la farnia, il carpino bianco, il castagno, il nocciolo, la rovere e, nei punti più elevati, il pino silvestre e la betulla. (...) Una sviluppata rete di facili sentieri offre la possibilità di passeggiare tra boschi e campi coltivati e visitare le vecchie cascine che, in alcuni casi, sono ora attrezzate a centri ippici e come punti di ristoro."
(Descrizione tratta dal sito della Riserva Naturale del lago di Montorfano)

Durante il tragitto poeti e scrittori hanno recitato poesie e racconti, attraverso i quali si respirava l’atmosfera più autentica della natura. Insieme alla poesia non è mancata la scienza, geologi, archeologi e botanici hanno spiegato le origini e le caratteristiche del territorio in cui viviamo e ci spostiamo quotidianamente.


La passeggiata si è poi conclusa con un piccolo rinfresco offerto dagli organizzatori con il Pantramvai, pane dolce con le uvette prodotto artigianalmente dai detenuti della casa circondariale di Opera.

Acque e romanico nel parco: la Fontana del Guercio e l'Oratorio di San Martino

DOMENICA 1° GIUGNO 2014 - FONTANA DEL GUERCIO A CARUGO (CO).

UN CAMMINO FRA MONUMENTI ARTISTICI DI DEVOZIONE E LUOGHI MAGICI DOVE L’ACQUA E LE EVOLUZIONI GEOLOGICHE HANNO “TESSUTO” LA STORIA DI QUESTI TERRITORI

Accompagnati da studiosi e dalle Guardie Ecologiche Volontarie si partirà dall’oratorio romanico di San Martino e camminando lungo i sentieri fra boschi silenziosi e massi erratici,  si visiterà  la Riserva Naturale della Fontana del Guercio, la Testa del Nan passando poi al ritorno dalla Cascina Sant'Ambrogio.

RITROVO:

ore 8.30 a Carugo (CO) al parcheggio delle scuole di Via XXV Aprile.
Rientro previsto alle ore 13,00 circa.
Percorso su sentieri segnalati di circa 8 km (durata 4 ore)
Scarpe idonee per escursionismo.

Per approfondire:
Passeggiata alla Fontana del Guercio

Link utili:
www.romanicomo.it/carugo.htm
www.prolococarugo.it
www.amicidellacorsa.it

Green Man lancia una petizione per sostenere il fotovoltaico in Brianza

di Nick Albanese
direttore dell'Istituto Green Maan

Cari tutti dei comitati ambientalisti MB

Vi scrivo sollecitato dagli eventi che vedono il tempo utile per poter ricorrere allo strumento dei finanziamenti europei FED a favore di lavoratori licenziati e cassintegrati del fotovoltaico di Monza Brianza e italiano ridursi drammaticamente.

Come dovreste sapere nella veste di Direttore dell'Istituto Green Man ho lanciato la petizione che porta il seguente testo: "Matteo Renzi: Presenti alla UE un progetto interregionale per utilizzare il Fondo Europeo adeguamento Globalizzazione a favore dei lavoratori dei distretti del solare in crisi di Monza Brianza, Padova e Bolzano." e ho bisogno del vostro aiuto per diffonderla.

Puoi prenderti 30 secondi per firmare? Ecco il link:
http://www.change.org/it/petizioni/matteo-renzi-presenti-alla-ue-un-progetto-interregionale-per-utilizzare-il-fondo-europeo-adeguamento-globalizzazione-a-favore-dei-lavoratori-dei-distretti-del-solare-in-crisi-di-monza-brianza-padova-e-bolzano

Ecco perché è importante:

In Italia, dal 2011 al 2013, l’industria solare fotovoltaica ha perso almeno 8.000 posti di lavoro, numero che corrisponde a una riduzione del 50% degli occupati nel settore. Il fatturato delle aziende si è quasi dimezzato e numerose imprese sono fallite o a rischio di chiusura.  Così da Monza a Bolzano oggi vi sono almeno 1.400 lavoratori in esubero o già licenziati, di cui 500 in Brianza (con 216 licenziamenti nelle sole società Solarday e MXGroup), 700 in provincia di Padova e 200 in provincia di  Bolzano. In questi territori siamo prossimi alla desertificazione industriale del fotovoltaico e grande è il disagio sociale per questa situazione dovuta ai mutamenti strutturali connessi alla crisi economico finanziaria e alla globalizzazione nonché a scelte imprenditoriali e politiche inadeguate. Sei vuoi saperne di più e renderti conto di come ho difeso gli interessi dei lavoratori italiani in una audizione il 20 marzo 2014 al Parlamento Europeo vai a  https://www.youtube.com/watch?v=NqJWvYtAACA

Puoi firmare la petizione di Green Man cliccando qui.

Meda si interroga su Pedemontana


lunedì 26 maggio 2014

Tutti i numeri dell'operazione salvataggio rospi del Moregallo 2014


Riceviamo e pubblichiamo il seguente report sull'operazione salvataggio rospi di Moregallo. L'impegno dei volontari è stato impressionante. Ringraziamo tutti i volontari che si sono dati da fare per salvare dalle ruote delle auto gli oltre 20.000 rospi che sono scesi a lago per riprodursi.

Operazione Salvataggio Rospi del Moregallo 2014
"Ce l'abbiamo fatta anche quest'anno"

di Felice

L'operazione "Salvataggio rospi di Moregallo" è quasi giunta al termine. Sono alcune sere che passano pochissimi rospi, giusto gli ultimi individui in risalita. Ancora per alcune sere i coordinatori faranno un salto a vedere se è rimasto ancora qualche ritardatario. Nel frattempo è iniziato lo smontaggio delle barriere sulla discese, partendo dalle porzioni più periferiche. Di coordinare la cosa se ne occupa Aldo asterixi@libero.it che avrà sicuramente piacere nel ricevere il vostro aiuto, quindi fatevi sentire.

Eccovi in sintesi qualche numero dell'operazione:
  • 53 giorni di controlli
  • 396 serate/uomo solo per il salvataggio escludendo i bambini e la posa delle barriere
  • 20.495 i rospi scesi
  • 16.320 quelli risaliti
  • 1.600 metri di barriera posata
  • 400 picchetti piantati
  • 1.800 metri di strada presidiati
La migrazione si è rilevata dai numeri, più o meno, come quella dell'anno scorso. Le discese sono praticamente le stesse del 2013, sia per la zona Melgone/cipressi che per quella di Onno, le risalite  risultano inferiori a quelle dell'anno scorso per la zone Melgone/cipressi, mentre per Onno sono aumentate.
Per sintetizzare possiamo dire che le popolazioni sembrerebbero arrivate ad un  livello di stabilità in questi ultimi anni: 19.000 rospi per la zona del Melgone, 800 ai cipressi e 1300 a Onno.
Per quanto riguarda la diminuzione degli individui in risalita c'è da tenere presente che quest'anno abbiamo cercato di raggruppare i rilasci nei punti in cui era poi possibile una risalita in autonomia, cioè in prossimità dei tombotti. Questo potrebbe aver favorito una certa misura di risalite attraverso le vallette e quindi non monitorate.
Vi mando la solita tabella riassuntiva e qualche grafico di confronto.


In questo si può vedere come, nonostante il caldo anomalo di quest'inverno abbia fatto partire in anticipo la migrazione, il freddo improvviso tra il 22 e il 28 marzo, accompagnato da numerose giornate di forte vento che ha reso molto secco il sottobosco, l'ha fermata quasi completamente. Il tutto è ripartito solo quando la temperatura si è rialzata e le piogge abbondanti del 19/21 aprile hanno ripristinato le giuste condizioni di umidità, sovrapponendosi perfettamente ai ritmi dello scorso anno, e costringendo i volontari a protrarre l'operazione per ben 53 giorni (contro i 38 del 2013)


In questo grafico sono ben visibili gli eventi meteo che hanno fermato per quasi un mese la migrazione. Basse temperature e giornate di forte vento non seguite da piogge, le vedete evidenziate dalle frecce rosse.


Questo è il grafico con lo storico dal 1995 ad oggi. Si vede come parrebbe che x la zona del Melgone si sia raggiunta una certa stabilità, con la popolazione che si aggira attorno ai 19-20.000 individui. La zona di Onno non ha mai dato segni decisi di crescita e ultimamente sta mantenendosi costante attorno ai 1300-1500. Servirebbe un'analisi più approfondita sull'areale di provenienza e sull'impatto dei numerosi lavori edili che hanno interessato la zona (porto, villette, box) per poter dire qualche cosa di più su questa zona.


Dal 2011 abbiamo iniziato a separare i dati della zona dei cipressi, in questo grafico i primi risultati. Si nota per quest'anno una significativa diminuzione delle discese, mentre sono aumentate le risalite. Anche questa zona in questi anni ha subito diversi cambiamenti, dovuti alla realizzazione di nuove reti paramassi, allargamento strada e posa del nuovo guardrail, che potrebbero aver interferito con la migrazione. La posa di una nuova barriera sulle risalite ha forse favorito il conteggio di queste. C'è comunque da ricordare che questa non è una vera zona a se stante ma è l'estensione dell'areale del melgone, il tener separati i dati ha più un valore per meglio programmare le operazioni di salvataggio ma per quanto riguarda i dati sulla popolazione vanno considerati assieme a quelli del Melgone.

Segni del passato: vecchi graffiti sui muri di Seregno

In occasione della passeggiata "Vecchia Seregno addio?", Franco Formenti ci ha fatto notare particolari che normalmente sfuggono.

Falce e martello in via Garibaldi
Particolare
Viva Bartali in vicolo Vignoli
Abbasso il duce, sempre in vicolo Vignoli

venerdì 23 maggio 2014

100 strade per giocare insieme a Legambiente Desio


Anche quest'anno torna 100 strade per giocare!

Grazie all'aiuto dell'agronomo Dante Spinelli e di Arbovita di Marco Nicolodi, continueremo (e finiremo) l'opera iniziata lo scorso anno.

Faremo manutenzione all'altro cedro posto davanti alla villa Tittoni (venerdì 23) e poi i bambini, imbragati in sicurezza, potranno salire sull'albero (domemica 25).

Giocheremo, ci divertiremo e merenderemo tutti insieme

Vi aspettiamo DOMENICA 25 MAGGIO DALLE ORE 15!

Circolo Legambiente "R. Giussani"

giovedì 22 maggio 2014

Concorezzo mette in mostra le perle di Boemia

Villa Zoia, Concorezzo
30 maggio - 2 giugno 2014

 
orari: venerdì 30 maggio: 18-22;  sabato 31 e domenica 1 giugno: 10-22; lunedì 2 giugno: 10-19

La regione dei monti Jizera, nella parte settentrionale della Repubblica Ceca, è nota da secoli per la lavorazione del vetro, fra cui il celebre cristallo di Boemia. A partire dalla seconda metà del ‘700 la divenne il principale competitore di Venezia nella produzione di perle di vetro per il mercato mondiale, in particolare per le cosiddette “perle di scambio” che i mercanti europei utilizzavano nei loro commerci con le popolazioni dei vari continenti. Proprio per rispondere alla enorme richiesta di perle di vetro da parte delle colonie  i produttori boemi svilupparono nel corso dell’800 delle tecnologie produttive sempre più sofisticate, che permettevano la creazione continua di migliaia di nuovi modelli che, oltre al vetro, utilizzavano altri materiali come metalli, ceramiche, plastiche. Alla domanda delle colonie si aggiunse quella della moda occidentale, che vedeva nascere la “bigiotteria”, dapprima come imitazione della costosa gioielleria di corte eseguita con materiali economici, e successivamente , e successivamente anche "fantasia", fino a entrare nel mondo dell’alta moda dagli anni ’20 del ‘900, grazie agli stilisti Paul Poiret, Coco Chanel ed Elsa Schiaparelli.

La mostra, organizzata dalla Compagnia delle Perle-Centro Studi Archeologia Africana di Milano per l’Assessorato Cultura e tempo libero del Comune di Concorezzo,  introduce brevemente alle perle di Boemia  e alla sua vasta produzione per il mercato coloniale, in particolare per quello africano. Un ampio spazio è dedicato all’esposizione di gioielli realizzati con perle di Boemia a Milano da tre aziende, una sola delle quali ancora in attività. Imelde Chiozzi gestì diversi negozi che portavano il suo nome situati nel centro di Milano, fra il 1919 e i primi anni 30, in pieno periodo Art Deco. Ancora attiva è invece Unger, azienda fondata nel 1871, con una vasta produzione di gioielli di grande qualità e creatività. In mostra anche alcuni pezzi di gioielleria teatrale prodotti dalla storica ditta Corbella, fondata nel 1865, che ha cessato da pochi anni la sua attività dopo aver lavorato per i grandi teatri di tutto il mondo, a partire dal Teatro alla Scala.

La mostra è stata curata dalla storica del gioiello Bianca Cappello e da Giorgio Teruzzi. Da sabato a lunedì sarà aperto un bookshop e una sezione mostra-scambio.

Per ulteriori informazioni e materiali: Giorgio Teruzzi  compagniadelleperle@gmail.com

Alla scoperta della natura con la biblioteca comunale di Arcore, laboratorio per bambini dagli 8 agli 11 anni nel parco dei Colli Briantei


Domenica 25 maggio 2014
ore 15.00 Piazza Durini - Bernate

ALLA SCOPERTA DELLA NATURA
Laboratorio rivolto ai bambini da 8 a 11 anni

Chi vive nello stagno? Come sono fatti gli insetti? Chi ha mangiato questa nocciolina? Come posso usare l'energia del sole?
Con l'aiuto di veri naturalisti, ma soprattutto divertendoti con la tua famiglia scoprirai il mondo della natura dietro casa.

E' necessaria la prenotazione
Si consiglia di indossare scarpe chiuse e abbigliamento sportivo comodo
Il laboratorio si svolgerà nel Parco, località Laghettino

Info e prenotazioni:
Biblioteca civica Nanni Valentini, Via Gorizia 20 – 20862 Arcore, tel.039616158

Monza: in ricordo dei martiri brianzoli di Fossoli


Bicinfesta per Seregno 2014: una pedalata che fa bene al cuore

Per informazioni: cliccare qui

PERCORSO (totale 18 km)


PARTENZA:  ore 9.00  da Via Pacini  “ COLZANI – CAFFE’ VELO’ ”  
VIA PACINI
VIA NAZIONI UNITE
VIA BEATO ANGELICO
VIA CADORE
PIAZZALE SANTUARIO
VIA PIAVE
VIA MINORETTI (1) ingresso  Fondazione “Don Gnocchi”
uscita VIA PIAVE
VIA TAGLIAMENTO
VIA ORCELLETTO
VICINALE DELLA PURADELLA
VIA PER MARIANO
VIA SAN VITALE
VIA MONTE ROSA
VIA VERDI (2) ingresso Istituto “Don Orione”
uscita VIA DON ORIONE 
VIA VERDI
VIA CERVI
VIA RESEGONE
VIA ALBERTO DA GIUSSANO
VIA CORSICA (contromano)
VIA BRIANTINA
VIA VICO
IA MESSINA
VIA REGGIO
VIA TICINO
VIA GALILEI (3) saluto a Carletto
VIA CAVOUR (tratto contromano)
PIAZZA VITTORIO VENETO
VIA VINCENZO DA SEREGNO
PIAZZA CONCORDIA
VIA UMBERTO I° (sosta alza bandiera municipio)
VIA COLOMBO
VIA MAGENTA
VIA GIOVANNI XXIII
 VIA MAZZINI 
PIAZZA ROMA 
VIA MILANO (4) ristoro
VIA PACINI 
VIA IV NOVEMBRE (contromano) 
VIA ROVERETO 
VIA TURATI 
VIA SOLFERINO 
VIA CROCEFISSO 
VIA NAZIONI UNITE 
VICINALE DEL MERE’ NORD 
VIA SARONNO 
PARCO MEREDO 
VIALE TIZIANO 
ARRIVO ALLA PORADA PARCO 2 GIUGNO

martedì 20 maggio 2014

Camminata narrante in Brughiera


Domenica 25 maggio 2014 l'Associazione “L’Ontano” di Montorfano (CO) organizza in collaborazione con il "Comitato per il Parco Regionale della Brughiera" un’escursione in un oasi di grande pregio storico, naturalistico e geologico:

LA RISERVA NATURALE LAGO DI MONTORFANO 
(SITO D'IMPORTANZA COMUNITARIA - SIC) 

La camminata sarà “narrante” e scopriremo, oltre al nostro territorio, personaggi che vi abitano e lo vivono. Ci racconteranno della bellezza e della storia di Montorfano e del suo territorio circostante. Ascolteremo dalla voce di una poetessa le sue poesie e tutti quelli che vorranno potranno esprimere un libero pensiero.     

Il percorso è su sentieri poco impegnativi. Gli organizzatori ci porteranno a visitare la fabbrica del ghiaccio chiamata “Giazzerun”, la riserva del lago di Montorfano e, passando nelle vicinanze del “Golf Villa D’Este”, ci inoltreremo nella Brughiera.     

Il ritrovo è domenica 25 maggio 2014 alle ore 8,30 al parcheggio di Piazza Roma a Montorfano (CO) con rientro verso le 12,30 /13.00. Seguirà un rinfresco finale offerto dagli amici dell'associazione "L'Ontano".

Storie per ridere con Legambiente Seregno


Vimercate: una serata dedicata al rapporto Lavoro e Ambiente

Giovedì 22 maggio - h 21
Vimercate, Sala S. Gerolamo, via Dozio 9.

LA LUCE IN FONDO AL TUNNEL È VERDEUROPA
Green New Deal Europeo e le proposte dei Verdi per le Europee

LAVORO E AMBIENTE IN BRIANZA
Esperienze di  lavoro nuovo e “verde” - crisi fotovoltaico in Brianza : cosa hanno fatto i Verdi

IMPRONTA ECOLOGISTA
Le proposte degli Ecologisti per i Comuni che andranno al voto

IL RILANCIO ECONOMICO NON DEVE CONSUMARE IL SUOLO
Analisi del problema nella Provincia di Monza Brianza e nel Vimercatese

Con:
Roberto Albanese, candidato Green Italia Verdi Europei circoscrizione Nord Ovest
Luca D'Achille, ingegnere ambientale e membro degli Ecologisti e Civici Monza e Brianza

domenica 18 maggio 2014

Ceredo: la ricerca della cascina perduta

La cascina Ceredo a Seregno
Il nome Ceredo deriva da cerredo o cerreto, a sua volta derivante da cerrus, ovvero cerro o quercia; la denominazione rimanda quindi all'antica copertura boschiva dei luoghi.

Il Ceredo entra nella storia nella seconda metà del XIII sec., quando il bosco originario era ormai ridotto a pochi residui e la quasi totalità delle terre era destinata ad arativo. A quell'epoca risalgono infatti i primi documenti che lo nominano e soprattutto la contesa che oppose, dal 1273 al 1311, il Monastero di S. Vittore di Meda, proprietario quasi esclusivo dei terreni, alla famiglia dei Torriani, che se ne impossessarono in due riprese. La disputa vide trionfare il Monastero, in seguito alla sconfitta definitiva dei Torriani da parte dei Visconti, e da allora le Monache rimasero padrone indiscusse del Ceredo fino alla soppressione del Monastero stesso nel 1798 (vedi più avanti).

La Madonna del latte, affresco sulla facciata della cascina
A proposito di cereali, dobbiamo ricordare che il frumento all'epoca era un prodotto piuttosto pregiato, che il mais naturalmente non era ancora conosciuto in Europa e che la base dell'alimentazione popolare era costituita da una mistura di segale e miglio, così come il canone d'affitto pagato alle Monache per le terre del Ceredo dal comune di Seregno, che alla fine del XIII sec., variava dalle 85 alle 130 moggia all'anno.

Comunque nella zona non c'era traccia di abitazioni, per le quali bisognava aspettare ancora due secoli. E' del 1495 infatti la prima notizia della "cassina del Ceredo", allora "costituita da due case contigue con antistante portico, rustici di paglia per gli attrezzi agricoli, stalla, aia, orto e vigneto per i due fittavoli che si dividevano la conduzione dell'intero podere.  (...) Oltre alla solita mistura di segale e miglio, vi si producevano rape, fagioli, ceci, olio di lino, grano e - dopo la parziale riconversione in vigneto di quelle che un tempo erano soltanto terre arative - anche il vino, il cui largo consumo ne stimolava la produzione, prevista nei canoni di fine Quattrocento accanto alla cera, ai capponi, alle uova, a ciliege, amarene e marroni." [M. Tagliabue in (1)]


Questo contratto di locazione ne fa la prima cascina di Seregno di cui si abbia notizia, anche se probabilmente coeva o addirittura più antica deve considerarsi la cascina Arienti (ora frazione San Carlo), visto che nei due censimenti alla metà del '500 questa risultava di 5 e poi di 7 "fuochi" (cioè famiglie) mentre quella del Ceredo ne contava solo tre.


Nella seconda metà del XVII sec. le monache di Meda fecero costruire una chiesetta per i fittavoli, che fu intitolata a S. Ambrogio; la cascina veniva ora chiamata "il Chiaré". Pochi anni dopo probabilmente furono demolite o rimaneggiate le prime abitazioni per costruire una grande cascina, che rimane in parte ancora oggi e che reca incisa la data del 1694.

Questa cascina è quella che risulta dalle mappe del Catasto teresiano, redatte all'inizio del secolo successivo (1721-22). Queste stesse mappe ci danno una fotografia della situazione: le proprietà del Monastero di Meda comprendevano oltre al Ceredo anche le aree degli attuali parchi della Porada e del Meredo; parte del terreno arativo era vitato o, in minor misura, "con moroni", ovvero piante di gelso, chiaro sintomo del fatto che stava prendendo piede la bachicoltura; resistevano solo circa 38 pertiche di bosco, pari a poco meno di 25.000 mq.

Catasto Teresiano - 1722
Nel frattempo, verso la metà del '600, nella nostra zona era stata introdotta la coltura del granoturco, che si diffuse sempre più nel XVIII sec., mentre perdevano importanza i cosiddetti "cereali minori" come la segale e il miglio.
Ma alla fine di quel secolo la Rivoluzione arrivava a coinvolgere, o a sconvolgere, anche la cascina del Ceredo. Nel 1798 infatti il Monastero di Meda fu soppresso e i suoi beni incamerati dalla Repubblica Cisalpina e poi ceduti per pagare forniture militari. L'acquirente a sua volta vendette il Chiarè con la maggior parte dei terreni circostanti a Giuseppe Rivolta. Questi trasformò tutta l'ala est della cascina in una villa, che esiste ancor oggi. Forse contemporaneamente venne costruita una parte nuova di lato e davanti alla cascina, che la chiudeva a corte allungata, con il lato aperto verso la villa.

L'attuale Oratorio della B.V. Addolorata
Il vecchio Oratorio di S. Ambrogio fu demolito e fu ricostruito sul lato della villa che dava verso la cascina; probabilmente in tale circostanza cambiò l'intitolazione, prendendo quella alla Beata Vergine Addolorata, in onore della statua lignea già presente nella vecchia chiesetta.

Il "Casun"
Altri fabbricati, tra cui il cosiddetto "Casun", furono aggiunti più tardi; possiamo vedere la situazione dopo la metà dell'800, che ci è rappresentata dal catasto del Lombardo-Veneto del 1856-73 (il fabbricato a C sulla destra è quello della villa).

Catasto Lombardo Veneto -1856/1873
Un nuovo restauro della cascina fu effettuato nel 1906, come ci informa la data incisa sul muro, che reca anche il nome Rivolta, famiglia che evidentemente deteneva ancora la proprietà. Negli anni successivi tuttavia la villa passava alla famiglia Fumagalli, che la possiede ancor oggi e con il cui nome è conosciuta.

Ca' Foeu o Casa delle margherite
Al 1914 risale la cascina Fumagalli, soprannominata Ca' Foeu o Casa delle margherite, fra via Induno e via Lambruschini, e sempre alla prima metà del XX sec. risalgono le case lungo via Lambruschini, dietro la chiesa attuale, e il caseggiato di fronte alla villa in via Cadore - soprannominato Tri Boeucc -, in cui si aprivano i negozi di prima necessità. Il tutto è fotografato nella bella veduta aerea del 1943, in cui si notano il bel giardino della villa e i campi estesi a perdita d'occhio.

Veduta aerea nel 1943. Immagine tratta dal sito della Parrocchia del Ceredo
Nella prima metà del '900 era ancora molto diffuso l'allevamento dei bachi da seta. Nella Curt de la Gesa o Curt de' Matt Matisch, come veniva chiamata adesso l'antica cascina, i gelsi crescevano spontaneamente, così come numerosi crescevano nella campagna circostante. La vendita dei bozzoli costituiva un'importante integrazione al ricavato dal lavoro dei campi, che era ancora prevalente.

Cascina Ceredo o Curt de la Gesa prima del 1980. Foto Radaelli, tratta da (3)
La villa Fumagalli fu sede durante l'ultima guerra di un incontro clandestino di partigiani a cui partecipò anche Sandro Pertini in rappresentanza del Comitato di Liberazione Nazionale.

E siamo ormai prossimi ai nostri giorni. E'del 1964 la costruzione dell'attuale chiesa di San Giovanni Bosco - di cui quest'anno ricorre il cinquantenario - ed era da poco iniziata quell'espansione edilizia, durata circa trent'anni, che ha snaturato completamente la fisionomia della frazione.

Il Ceredo ai giorni nostri (da Google Earth)
Nel 1980, dopo la demolizione della parte anteriore della Curt de la Gesa, veniva costruito un condominio proprio davanti all'antica cascina, che contemporaneamente veniva ristrutturata e rialzata di un piano.


Oggi per cercare la cascina del Chiaré bisogna entrare in un angusto vicoletto, al termine del quale il fabbricato che ci si trova davanti dice ben poco del suo lungo passato.

Testo di Chiara Ballabio 
Fotografie di Zeno Celotto

© riproduzione riservata
 
Riferimenti bibliografici:
1) Seregno. Una comunità di Brianza nella storia (secoli XI-XX). A cura di G. Picasso e M. Tagliabue - Seregno 1994
2) AA.VV. - Il futuro nella tradizione e nell'attualità - Besana Brianza, 1982
3) Parrocchia San Giovanni Bosco al Ceredo - Una comunità che fa memoria - Osnago, 1990