sabato 29 giugno 2019

Seregno: l'estate in piazza con sacro, magia e tradizioni in Brianza


Giovedì 4 luglio 2019 alle ore 21.15 avrà luogo, presso Area Libri di piazza Biella a Seregno la presentazione del nuovo libro di Franca Pirovano: "Sacro, magia e tradizioni in Brianza" edito da "La vita felice".

Riportiamo di seguito alcuni brani tratti dalla prefazione di Giovanni Santambrogio.

I brianzoli ricorrevano alla magia soprattutto quando scienza ed esperienza non erano sufficienti a risolvere un problema o a evitare un pericolo: solo, per così dire, in caso di necessità, e senza che per questo venisse meno il loro attaccamento al cattolicesimo. La contraddizione tra religione e magia, così evidente per la Chiesa, non lo è altrettanto per i fedeli, capaci di vivere senza apparenti contrasti la fede nel soprannaturale magico e religioso, o, più spesso, magico-religioso. Eppure i contadini sapevano bene che «var püssé la fedascia che ul legn de la barcascia». Il detto nasce da una storiella probabilmente inventata: una donna malata aveva chiesto una reliquia a un mercante in partenza per la Terra Santa. Il mercante dimenticò l’incarico ma pensò di consegnare una scheggia del legno della sua barca alla donna, che guarì. Era fede o magia? La ricerca, partendo dal piccolo osservatorio della Brianza, esplora il mondo magico di cui tutti possiamo avere esperienza, forse senza neppure accorgercene. è un mondo di tanti anni fa, ma che a volte sopravvive in parole, modi di dire e in piccole manifestazioni quotidiane.

Franca Pirovano è da sempre studiosa delle tradizioni e del folklore in Brianza. Ha recuperato, salvandole dall’oblio, feste, credenze, canti, giochi dell’infanzia, usi e costumi che si sono protratti nei secoli fino alla prima metà del Novecento. Sacro, magia e tradizioni in Brianza presenta una serie di ricerche dove è centrale il rapporto con la natura e la sua simbologia. Il mondo rurale viene raccontato andando a illustrare una cultura che aveva forte il rispetto dell’ambiente e la dimensione del sacro. Una fede semplice ma tenace si manifestava nel culto dei santi protettori, nei riti per il buon raccolto fino alle pratiche da adempiere per propiziare la pioggia e per scongiurare la grandine. Si parla delle fonti e dei poteri dell’acqua, di piante, di nuvole. Spaccati di vita che consentono di rivivere la cultura e le relazioni interne al mondo contadino. Il volume affronta anche i temi del dramma popolare, della presenza celtica nel personaggio della Gibiana, delle festività, dei santi minori venerati esclusivamente in Brianza. Un libro dalle numerose suggestioni, prezioso per rintracciare le peculiarità culturali e umane della gente di Brianza.
 

venerdì 28 giugno 2019

Il PLIS del Grugnotorto Villoresi difende l'integrità del parco dal deposito della metropolitana M5


Dopo la presentazione del progetto di ampliamento della linea metropolitana M5 verso Monza (leggi qui) interviene il Plis del Grugnotorto Villoresi per chiedere la tutela delle aree verdi del parco.

Arturo Lanzani, Presidente del parco evidenzia che: "il progetto di ampliamento della MM5 verso Monza, investe con il suo tracciato e soprattutto con il suo deposito uno dei pochi ambiti non edificati di dimensioni significative  tra i territori quasi totalmente urbanizzati di Sesto, Cinisello e Monza. Più in generale questo ampio spazio aperto fa parte di un sistema quanto mai contenuto di spazi aperti presenti nel territorio compreso tra i settori più a Nord del comune di Milano, il tracciato del fiume Lambro e l’altopiano delle Groane, una delle porzioni territoriali intercomunali più urbanizzate e più carenti di spazio verde in Italia e Europa (più del 70% del suolo urbanizzato). Ciò che si vuole sottolineare è che la soluzione proposta non solo non persegue un obiettivo di riduzione del consumo di suolo esplicitato in tutti i documenti di pianificazione regionali, provinciali e comunali pertinenti, ma che questo rilevantissimo consumo di suolo si realizza in uno dei pochi spazi rimasti inedificati nel territorio tra i più urbanizzati della regione, d’Italia, d’Europa.



Questa condizione di criticità del sistema degli spazi aperti del Nord Milano e della Brianza centrale, al centro di numerose ricerche e pubblicazioni, è stata fatta propria da molti documenti di pianificazione (ed è stata in molti casi la premessa di importanti politiche attive). La volontà di incrementarne la qualità agroecologico-forestale, paesaggistica e la fruizione collettiva dello spazio aperto del Casignolo (al pari dei pochi altri spazi aperti residui) è infatti al centro di diverse azioni. L’intero ambito è stato infatti compreso nel Parco del Grugnotorto Villoresi al fine di tutelarlo e di elaborare interventi di valorizzazione ecologica paesaggistica e di fruizione collettiva e al tempo stesso è stato individuato dalla Provincia in parte come ambito agricolo strategico e in parte come ambito paesaggistico di interesse provinciale nel proprio piano territoriale. Tutti questi atti si propongono di tutelare questo suolo non urbanizzato, subordinando comunque eventuali urbanizzazioni di parti limitate di queste stesse a fini pubblico-infrastrutturali (come è già lo stesso percorso di MM5 nel suo baricentro) a rilevanti interventi di mitigazione ecologica e paesaggistica e soprattutto a cospicui interventi di compensazione ecologica."


Netta la posizione di Lanzani: "Alla luce di quanto qui velocemente richiamato il parco esprime la sua più decisa contrarietà alla soluzione proposta".


Lanzani, a nome del PLIS, propone quindi: "In via prioritaria l’individuazione dell’area a deposito, anche a costo di un suo ridimensionamento sul sedime di una delle tante are dismesse presenti nell’area metropolitana o nella provincia di Monza e Brianza, eventualmente con una modifica di tracciato funzionale a questo fine (ad esempio le aree industriali dismesse in via Matteotti a Cinisello). Non è infatti accettabile in questa porzione di territorio un ulteriore incremento del consumo del suolo".


Qualora non fosse possibile individuare un'area alternativa non mancano le proposte migliorative:
  1. Sulla base di un principio di riduzione dell’impatto: l’eliminazione dell’area cantiere o la sua provvisoria realizzazione su parte del sito a deposito e la drastica riduzione  dell’ingombro del deposito anche con una rivisitazione del suo programma funzionale (quindi riducendo l’insieme delle attività previste) e la sua disposizione ad una quota diversa da quella del piano di campagna o interrata (in parte a cielo aperto in parte in strutture coperte con tetto verde) o sopraelevata.
  2. Sulla base di un principio di compensazione omologa al consumo del suolo: la qualificazione di tutto lo spazio aperto residuo con la realizzazione preventiva nelle aree non toccate dall’intervento e contestuale sulle aree di intervento di una sistemazione a bosco e prato pubblico sul piano di campagna con eventuali passaggi sotto o sopra il piano di binari (sull’intera area del Casignolo perimetrata nel parco).
  3. Sulla base del principio di mitigazione degli interventi edilizi ed infrastrutturali e di più alte qualificazioni dell’intervento: la realizzazione di un progetto paesaggistico del deposito-officina, dell’eventuale tracciato in quota metropolitana e del bosco e prato pubblico attraverso un concorso internazionale che coinvolga gruppi con competenze multiple ingegneristiche, urbanistiche, architettoniche, paesaggistiche, forestali ed ecologiche.
In conclusione: "E’ sicuramente tema importante osservare che il posizionamento del deposito officina rappresenti un nodo cruciale di tutto il progetto di fattibilità".

mercoledì 26 giugno 2019

Smog: ozono fuori controllo tra Brianza e Lecchese


Torna implacabile, come il susseguirsi delle stagioni, l’allerta smog fotochimico in Lombardia. Protagonista con l’innalzamento delle temperature e l’aumento dell’irraggiamento solare è l’ozono troposferico, potente ossidante pericoloso per la salute. Procede, così, la conta dei giorni di superamentodei livelli di riferimento per l'inquinamento da ozono, fissato in 120 microg/mc come media di otto ore, da non superarsi per più di 25 giorni all'anno, ma con l'acutizzarsi del fenomeno si segnalano già livelli massimi preoccupanti, superiori alla soglia di informazione (180  micro/mc) e vicini ai livelli di allarme (240 microg/mc), come nel caso di Erba, che ieri ha raggiunto il picco orario di 225 microg/mc.

In natura più del 90% dell’ozono si trova nella stratosfera (fascia di atmosfera che va indicativamente dai 10 ai 50 km di altezza), dove costituisce un’indispensabile barriera protettiva nei confronti delle radiazioni UV generate dal sole. Nella troposfera (fascia di atmosfera che va dal suolo fino a circa 12 km di altezza) l’ozono si forma a seguito di reazioni chimiche in cui sono implicati inquinanti tradizionali, come gli ossidi di azoto e composti organici volatili. Si tratta, quindi, di un inquinante secondario i cui precursori sono generalmente prodotti da combustioni e da processi che utilizzano o producono sostanze chimiche volatili, come solventi e carburanti. Ancora una volta hanno un ruolo prevalente i motori diesel che rappresentano la fonte emissiva primaria di ossidi d'azoto in Lombardia.

Ieri le concentrazioni più alte sono state misurate tra Monza e l’alta Brianza, ma anche nel varesotto, nelle Alpi Lariane e in Lomellina, ma nessun territorio della pedemontana e pianura lombarda è immune. Le condizioni peggiori sono previste per i prossimi giorni della settimana, specialmente nelle fasce pedemontane: stando alle stime di ARPA Lombardia, la situazione appare destinata ad aggravarsi con il crescere della canicola. In queste zone, oltre che nei bacini dei laghi, è necessario essere particolarmente prudenti e consapevoli che, nelle ore del pomeriggio e della prima serata, è bene astenersi da attività fisiche intense e all'aria aperta per limitare il contatto con aria inquinata.

«Non ci stancheremo, come ogni anno, di denunciare la grave sottovalutazione dell'inquinamento estivo da ozono - dichiara Marzio Marzorati, vicepresidente di Legambiente Lombardia -. Le politiche di moderazione del traffico, da attuare anche in estate, si devono integrare con la gestione delle emissioni industriali, delle centrali termoelettriche e degli inceneritori A caldaie domestiche spente, ma con alta domanda di elettricità per la climatizzazione, questi consumi insieme al traffico pesano complessivamente per la quasi totalità delle emissioni di NOx»

Legambiente ricorda che gli orari più critici per gli alti livelli di ozono sono quelli del pomeriggio, ma anche della prima serata, perché questo inquinante resta nell’aria anche nelle prime ore dopo il tramonto del sole. Dunque, se possibile, le attività all'aperto dovrebbero essere limitate alle ore mattutine, mentre nel resto della giornata è consigliabile tenere ben chiuse porte e finestre di casa. Un’attenzione particolare va posta ad anziani e bambini, i soggetti più a rischio. È bene anche fare attenzione al fumo e ad altre sostanze irritanti presenti in ambienti domestici e lavorativi, considerando che la tossicità dell'ozono aumenta considerevolmente la vulnerabilità delle mucose respiratorie. Se nelle città l'ozono esercita la sua azione nociva in combinazione con gli altri inquinanti da traffico, la situazione non migliora in aree verdi e montane: perché a differenza delle altre sostanze, l’ozono tende ad avere valori molto alti proprio in aree aperte e spazi rurali, anche in montagna o sulle rive dei laghi.

Montorfano, fra poesia e cultura: le opere di Graziella Molinari


Graziella Molinari è nata nell'agosto del 1931 a Como dove vive la sua infanzia e la sua giovinezza.
Tradendo la sua inclinazione per gli studi umanistici, consegue il diploma di perito chimico presso l'Istituto Nazionale di Setificio. A ventidue anni si sposa, ha due figlie e si dedica alla famiglia coltivando nelle pause di questa attività la sua passione per la letteratura, per la poesia e l'arte in genere. Nella seconda metà degli anni settanta - le figlie ormai cresciute - con alcuni amici che condividono i suoi stessi interessi fonda il gruppo letterario Àcàrya. Il nome è stato scelto per il suo significato: "termine sanscrito che significa colui o anche il luogo dove si insegna con l'esempio".

Diventa presidente dal 1984 al 1989 ( 2 mandati) e dal 2001 al 2003. Da allora opera attivamente nel campo culturale comasco promovendo incontri, rassegne, dibattiti, convegni e sopratutto idee innovative. Ha inoltre sempre rivolto particolarmente l'attenzione ai temi sollevati dal recupero, la salvaguardia, la valorizzazione (portandone un grosso contributo) e la conservazione del nostro patrimonio culturale di cui il dialetto è parte integrante. Molte sue poesie e prose sono state pubblicate in diverse antologie e riviste letterarie nonché sui giornali cittadini.

Nel 1990 ha pubblicato una sua raccolta di poesie in dialetto comasco come quaderno dell'Àcàrya nr. 14 dal titolo: "Rivà a Pekino". Nel 2011 quaderno dell'Àcàrya nr. 39 "E pöö... Shahrazàd".

Socia della Famiglia Comasca, collabora attivamente con la sezione dialettale per portare nelle scuole di Como e della provincia le nostre tradizioni e la lingua dei nostri padri.

Scheda tratta dal sito: www.acarya.it

Bicinfesta 2019, il Parco della Brianza Centrale ed il Grugnotorto


Riceviamo e pubblichiamo

Sono passate tre settimane da quando si è svolta Bicinfesta per Seregno 2019. Al termine della biciclettata Arturo Lanzani, Presidente del Parco del Grugnotorto ha voluto portare il suo saluto, qualche ricordo e un auspicio. Ascoltatelo, ne vale la pena.

Sacro, magia e tradizioni al Mulino di Briosco


lunedì 24 giugno 2019

Alla scoperta di libellule e farfalle nel Parco di Montevecchia e della Valle del Curone


La visita ha come tema farfalle e libellule,  ma sarà anche l’occasione per una breve escursione che ci porterà a conoscere alcuni fra i luoghi più interessanti del parco. Percorreremo vari habitat ideali per la vita dei nostri insetti volatori, di cui sottolineeremo le numerose differenze, per nulla casuali, dato che si sono diffusi in periodi molto differenti della scala evolutiva.

Ci recheremo di prima mattina verso la collina dei cipressi, luogo panoramico sulle cui pendici soleggiate si  distendono i prati magri, ricchi di erbe spontanee e  di farfalle. Ci aspettiamo di vedere quanto meno la Melanargia galathea presente lì in abbondanza, ma solo nel periodo fra giugno e luglio, e tante altre specie. 

Prima che il sole cominci ad arroventarsi, ci incammineremo nel boschi, auspicabilmente più freschi, ma solitamente meno frequentati dalle farfalle, dove però potremo incontrare la Pararge aegeria e, particolarmente nelle radure e nei campi che attraverseremo, altre specie a sorpresa. 

Scenderemo fino a degli stagni, in un luogo poco frequentato e ancor meno pubblicizzato, che costituisce un vero scrigno di biodiversità. Qui si stanno conducendo esperimenti di reintroduzione di cui faremo cenno. Per piante acquatiche, anfibi e soprattutto libellule, exuvie comprese, avremo di che scegliere. Vi mostreremo la pianta nutrice del bruco della Aglais urticae,  tanto bistrattata quanto preziosa.

Risaliremo al luogo della partenza per un bosco,  costeggiando un ruscello. dove non è difficile incontrare la Calopteryx virgo, libellula che ama le acque pulite e le rive ombrose.

Per quanto riguarda le farfalle, sul sito del parco potrete soddisfare ogni curiosità, consultando qui i risultati di una minuziosa ricerca pluriennale condotta dall'entomologa Laura Farina e dalla GEV Ezio Galbussera che hanno osservato e schedato ben 62 specie, su 280 in Italia.

Per le libellule, al momento ci sono note 28 specie, su 97 in Italia; occorrerà aspettare i risultati di una ricerca scientifica tuttora in corso, ma un'anteprima apparirà sul calendario del Parco del 2020. 

Rassegna stampa

TuttoMilano di Repubblica 27 giugno 2019

domenica 23 giugno 2019

Pedemontana: l'autostrada pagata anche dai lombardi che non la usano

I tratti a pedaggio di Pedemontana

di Dario Balotta, Europa Verde

Regione Lombardia mette altri 600 milioni sul piatto di Pedemontana. Dato che la tariffa carissima pagata dai pochi che se la possono permettere, non sarà sufficiente a pagare banche e concessionaria allora a pagare ci penseranno tutti i lombardi che l'autostrada non la usano!

Sommati ai 300 milioni messi da Maroni un paio di anni fa per evitare il fallimento ora siamo quasi ad un miliardo di aiuti pubblici extra.

In compenso nessuna traccia dei 600 milioni di capitale dei soci (la stessa Regione Lombardia è socia all'85%) previsti dal contratto di concessione firmato con lo Stato e che servirebbero a completare l'opera. Bisognerebbe prendere atto della irrealizzabilità della Pedemontana visti i costi e il danno ambientale che provocherebbe.

Pedemontana è un'opera pubblica pagata con soldi pubblici: le tre tratte (tangenziali di Como e Varese e la Cassano Magnago-Lomazzo ) fin qui realizzate sono state pagate all'80% (1,2 miliardi con soldi statali e per il resto con soldi di enti pubblici che giocano (male) a fare i privati (provincia di Milano prima, regione ora) e con 200 milioni di prestito delle banche socie che senza alcun rischio (ci ha pensato Maroni) incassano lauti interessi. Anche questa volta con la foglia di Fico del Project Financing e quindi la promessa che si sarebbe ripagata da sola con i ricavi tariffari si è autorizzata una grande opera autostradale.

Se almeno l'opera fosse pubblica  si potrebbe abbassare la tariffa e già che il danno ambientale è fatto almeno metterlo a frutto facendo passare le auto da lì invece che nei paesi.

Al Ministro dei Trasporti non resta che annullare la concessione che non è mai stata rispettata e riconoscere che l’autostrada è un'opera pubblica e che deve essere l’Anas a gestirla, che almeno così si fa l'interesse pubblico e non solo quello delle banche e di falsi privati.

venerdì 21 giugno 2019

Linate chiusa e Malpensa intasata: un disagio lungo tre mesi


di Dario Balotta, Europa Verde

La lunga durata (dal 27 luglio al 27 ottobre 2019) dei lavori di rifacimento della pista di Linate con il conseguente trasferimento dei voli a Malpensa sta già portando le prime conseguenze negative. E’ di ieri la notizia che le tariffe dei taxi verranno aumentate di 5 euro. La Linate-Malpensa passerà a 110 euro, la Malpensa-Fiera  a 70 euro e la Malpensa-Varese 70 euro. Utenti del trasporto aereo e soprattutto cittadini dell’intorno dell’aeroporto di Malpensa si troveranno le maggiori sorprese negative.

Per asfaltare la pista di Linate lunga 2.400 metri, rimodernare i cancelli delle partenze e sostituire l’impianto di smistamento dei bagagli, la  Sea ha deciso di chiudere il Forlanini tre mesi in cui l'aeroporto di Malpensa verrà preso letteralmente d'assalto da aerei e passeggeri, passando da 550 movimenti giornalieri a 900 movimenti tra arrivi e partenze mentre i passeggeri  passeranno da 80 a 120 mila.

Con la crescita dei voli il rumore andrà alle stelle. Il traffico  sulle strade già congestionate di accesso alla Malpensa come la SS 336 andrà in tilt mentre si stanno realizzando nuovi parcheggi  intorno allo scalo della brughiera con nuovo consumo di suolo. Le proteste dei sindaci lombardi e piemontesi, che avevano chiesto di distribuire i voli di Linate su più aeroporti  non sono state ascoltate. Per asfaltare la pista di  Linate occorreranno tre mesi quando per rifare la pista di Orio al Serio, lunga 2.700 metri (più 400), sono bastate tre settimane .

E’ molto grave  la Sea e la Regione Lombardia non abbiano ritenuto  necessaria una Valutazione d’impatto per adottare tutti gli accorgimenti necessari per ridurre l’impatto ambientale. Con strade congestionate e l’invito a presentarsi ai check-in in largo anticipo raggiungere Malpensa aumenteranno i tempi di percorrenza e i disagi non solo per i passeggeri  del più vicino Linate. Trenord raddoppiarà le composizioni  dei malpensa express sottraendo treni ai pendolari lombardi. Non solo i sindaci hanno protestato ma anche i comitati e le compagnie aeree che dovranno trasferire gli operativi dei voli.

giovedì 20 giugno 2019

Laghi, laghetti e zone umide del Parco delle Groane e della Brughiera



WWF Insubria: proteggiamo il Parco delle Groane da se stesso

Fonte immagine: sito Parco delle Groane
di Edoardo Manfredini, Presidente WWF Insubria

Dopo un attenta riflessione vogliamo dire la nostra su alcune manifestazioni che il Parco delle Groane organizza o sponsorizza. Ci riferiamo in particolar modo a quelle svolte nel primo weekend del mese di Giugno, e non solo quelle. Riteniamo che manifestazioni come Star Wars e Silent Disco non sia assolutamente compatibili con quelle che dovrebbe essere le finalità di un Parco Regionale.

Credo e crediamo che organizzare un evento “isterico” come la Silent Disco nella sede di un Parco Regionale non c’entri assolutamente nulla con l’ambiente e con uno stile di vita “green” di cui il Parco dovrebbe essere promotore. Portare 1200 persone, in un area dove ci si dovrebbe entrare in punta di piedi e lasciare che la natura faccia il suo corso, è pura follia, perchè la disco sarà pure “silent”, ma tutto il  contorno è  molto “loud”, luci stroboscopiche incluse. Per dirla tutta, infine, pensiamo che chi partecipa a questi eventi non abbia grandi interessi verso la natura e il Parco delle Groane in generale.

Un grande scrittore del Novencento, Herman Hesse, diceva che la natura ci parla, sono e siamo convinti che canta anche, non una silent disco ma un “natural sound”, che non ha bisogno di cuffie e luci artificiali, ma è tutto naturale e bisogna saperla ascoltare.

mercoledì 19 giugno 2019

Comitato Bevere. Il Contratto di fiume chiede... Il nostro territorio come risponde?


Seveso: perchè la Fondazione Ambiente non rende noto lo studio sulla valutazione del rischio da esposizione alla diossina?


Con Delibera di Giunta Regionale n° X/5268 del giugno 2016 la Fondazione Lombardia per l’Ambiente (FLA) è stata incaricata di svolgere una indagine di valutazione di rischio da esposizione a diossina TCDD residua dell’incidente ICMESA.

Per questa ricerca sono stati stanziati 100.000 euro dalla Regione Lombardia e un cofinanziamento FLA per altri 124.000 euro.

La Fondazione ha svolto la ricerca e ne ha dato un iniziale e parziale riscontro al gruppo di Sinistra e Ambiente di Meda e al circolo Laura Conti di Legambiente di Seveso nel corso di un incontro avvenuto più di un anno fa e precisamente l'11 giugno 2018.

I due gruppi ambientalisti hanno successivamente chiesto alla Fondazione Lombardia per l'Ambiente (FLA) di essere messi a parte dei contenuti dell'indagine di valutazione di rischio da esposizione a diossina TCDD residua dell'incidente ICMESA e di essere coinvolti con una metodologia partecipata di diffusione del lavoro e delle valutazioni dello studio di FLA. All'ultima richiesta, del  4 febbraio 2019, la FLA aveva risposto con un rimando che coinvolgeva i referenti di Regione Lombardia "per fissare a breve una data utile per organizzare un incontro".

Da allora, 5 febbraio 2019, tutto tace. Nessuna risposta anche all'ulteriore sollecito inviato il 26 marzo 2019.

Le due associazioni nel ribadire che i contenuti della ricerca debbano essere resi noti e nella disponibilità dei cittadini, hanno avanzato delle legittime critiche e domande sull'operato della Regione e della FLA.

Alberto Colombo, di Sinistra e Amiente Meda, ha chiesto: "Quale utilità può avere uno studio se resta confinato nei cassetti degli estensori e degli uffici tecnici regionali e se lo stesso non viene restituito alla Comunità e a chi s'è dichiarato interessato ad averne contezza? Che senso ha limitarne la conoscenza ai soli addetti ai lavori e agli uffici degli Enti dove risulta sia già stato depositato? Vi sono forse contenuti non divulgabili perchè possono ingenerare preoccupazione?"

Afferma Gemma Beretta, del Circolo Legambiente "Laura Conti" di Seveso: "Le nostre associazioni hanno dimostrato da tempo di saper valutare attentamente ogni tipo di documento tecnico, anche complesso, riproponendolo con dettagli ed approfondimenti indispensabili per una buona, leggibile e credibile informazione. Si sta ripetendo quanto già avvenuto nel 2003 dove analogo studio rimase per anni sconosciuto ai più".

domenica 16 giugno 2019

Monza: le aree verdi del PLIS Gru-Bria saranno devastate dal deposito della metropolitana

In questi giorni è ritornato in auge il progetto sul prolungamento della Metropolitana (MM5) a Monza. Il progetto di fattibilità prevede di consumare dai 13 ai 18 ettari di aree agricole (nel PGT vigente; nel PTCP; inserita nel PLIS Gru-Bria) per il deposito dei mezzi.



L'impegno di suolo per il deposito è devastante (come potete vedere nelle immagini sopra).

Se proprio dev'essere realizzato lo si realizzi completamente in interrato coperto (la linea 5 deve comunque sottopassare la tangenziale nord A52 che corre in trincea) e la MM5 correrà comunque 20 metri sotto terra.

Il percorso della MM5 a Monza e il deposito in località Casignolo

Italia Nostra: No ai fanghi di rifiuto dei depuratori nei nostri campi. Non vogliamo rischi sulle nostre tavole!


Nelle maglie di una legislazione vetusta, basata sulle limitate conoscenze scientifiche di 40 anni fa, i fanghi dei depuratori delle fognature urbane, anziché essere smaltiti come rifiuto, vengono sparsi sui suoli dove si pratica l’agricoltura. Il “Decreto Genova” varato a seguito del crollo del Ponte Morandi, conferma questa situazione e all’art. 41 fissa limiti assai elevati per alcuni parametri che genericamente includono anche sostanze pericolose per la salute umana e per l’ambiente. I fanghi dei depuratori potrebbero rendere i suoli contaminati e compromettere la qualità degli alimenti, mentre controlli adeguati sono realisticamente impossibili. Tutto questo per permettere di ridurre le spese alle società che gestiscono i depuratori.

Per saperne di più leggi il report:
“Documento sullo spandimento dei fanghi derivanti dagli impianti di depurazione biologici delle acque reflue urbane in Italia”
(a cura di Giovanni Damiani per Italia Nostra)

Fermiamo lo smaltimento sul suolo agricolo di questi fanghi pericolosi.

Vai su: https://www.change.org/p/giuseppe-conte-no-fanghi-di-rifiuto-dei-depuratori-nei-nostri-campi-no-rischi-sulle-nostre-tavole

ITALIA NOSTRA chiede l’emendamento dell’art. 41 del c.d. Decreto Genova che pone seri rischi ambientali per quanto riguarda la qualità dei suoli agricoli, e quindi degli alimenti e della salute umana e animale. Si sottolinea anche la possibilità di bioaccumulo nei vegetali e dell’aumento delle concentrazioni che si può produrre attraverso le catene alimentari.

ITALIA NOSTRA esprime inoltre il timore che lo smaltimento di tali rifiuti in agricoltura, alle concentrazioni consentite dal “Decreto Genova” compromettano suolo e acque sotterranee al punto di produrre siti potenzialmente contaminati e rientranti nella severa normativa delle bonifiche.

ITALIA NOSTRA ritiene che, anche in considerazione del fatto che l’Unione Europea ha in revisione la propria disciplina in materia, in questi casi estremamente delicati vadano applicati i principi di prevenzione e di precauzione.

ITALIA NOSTRA è favorevole al compostaggio e impiego in agricoltura dei soli fanghi di origine controllata e sicura, come quelli derivanti dall’industria degli alimenti, nell’ottica di strategie di economia circolare.

Fonte: Italia Nostra
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lunedì 10 giugno 2019

Il record di Erba (CO): la più alta concentrazione di Ozono di tutta la Lombardia

di Roberto Fumagalli
presidente del Circolo Ambiente “Ilaria Alpi” 
 
A Erba nei giorni scorsi si è avuta la più alta concentrazione di Ozono di tutta la Lombardia! Nello specifico il 4 giugno 2019 è stato registrato un picco giornaliero di 187 microgr/mc (cioè oltre la soglia di informazione, corrispondente a 180 microgr/mc), con una media giornaliera pari a 172 microgr/mc (di molto superiore al “valore obiettivo”, definito in 120 microgr/mc). Quando si superano i limiti di legge dovrebbero scattare i provvedimenti per il contenimento dello smog e per l'allerta alla popolazione più a rischio (anziani, bambini, malati respiratori). Invece ci sembra che nulla sia stato diramato. Eppure ancora ieri, 5 giugno, Erba ha avuto tra i valori più alti in Regione, con un picco di 171 microgr/mc e una media giornaliera di 158 microgr/mc.

Ozono oltre i livelli di legge significa che l'aria è molto inquinata, quasi irrespirabile!

L'ozono (O3) è un gas tossico per gli esseri viventi (uomini, animali, piante). Si forma come reazione chimica tra altri inquinanti (tra cui ossidi di azoto e composti organici volatili), che si innesca con le temperature elevate, tipiche dell'estate. Ma ora siamo solo a fine primavera! Che succederà in piena estate, quando le temperature aumenteranno ancora? L'ozono è infatti denominato "smog estivo".
L'ozono viene appunto definito "inquinante secondario" poiché si forma a seguito dell'emissione di altri inquinanti causati dalle combustioni (civili e industriali) e da lavorazioni produttive in cui vengono utilizzate sostanze chimiche volatili, come solventi e carburanti.

Per tutto questo come Circolo Ambiente "Ilaria Alpi" lanciamo l'allarme smog, proprio a partire da Erba, che questa settimana ha appunto avuto picchi con la più alta concentrazione in Lombardia.

È possibile contenere l'ozono, e più in generale lo smog, agendo sulle cause: bisogna quindi ridurre il traffico veicolare, e in particolare quello dei mezzi diesel. Occorre pertanto puntare su una mobilità diversa: meno trasporti privati su gomma e più trasporti pubblici, meglio se su rotaia. E poi servono piste ciclabili e la chiusura al traffico dei centri storici, a partire proprio da quello di Erba.
Servono poi più controlli sulle attività industriali che utilizzano combustibili e solventi, che appunto provocano la formazione dell'ozono.

E visto che lo smog viene contenuto (e in parte riassorbito) dal verde, occorre uno stop alla nuova edificazione, lasciando inalterate le aree verdi; ovvero tutti i comuni, a partire da Erba, devono impostare i loro PGT sul "consumo di suolo zero".

Solo con questi impegni si riuscirà a ridurre l’ozono e a contenere l'inquinamento atmosferico che attanaglia i nostri polmoni.

Tra Groane e Brughiera, alla scoperta di nuove aree naturalistiche


Domenica 16 giugno 2019 siete tutti invitati a "PARCHI IN RETE. Camminata alla scoperta di nuove aree naturalistiche tra Groane e Brughiera a Lentate sul Seveso".

Attraverso un percorso facile di circa 10 km, lungo sentieri e percorsi ciclo-pedonali, scopriremo gli interventi realizzati dal Parco delle Groane per favorire la biodiversità e per creare nuovi spazi per la fruizione e il tempo libero.

A guidarvi:
  • Parco delle Groane,
  • Agenzia InnovA21 per lo Sviluppo Sostenibile
  • FLA - Fondazione Lombardia per l'Ambiente
  • Comitato Parco Regionale Groane - Brughiera
  • La Puska - Lentate s/S
  • WWF Insubria-Groane
  • GEV Groane
Ritrovo alle 8.45 in via Superga a Lentate, rientro alle 11.45 e aperitivo finale. Programma dettagliato al seguente link: PARCHI IN RETE - LENTATE SUL SEVESO

Con il contributo di Fondazione Cariplo

Partecipazione gratuita - iscrizione a info@agenziainnova21.org o telefonando al numero 0362 546210

Arriva la 2° Pedalata No Pedemontana


15 giugno 2019
Pedalata No Pedemontana
partenza da Desio alle 17.30
arrivo a Meda al Muro ICMESA

Percorso:
DESIO: Partenza Via Per Cesano Civico,92.
CESANO MADERNO: Via per Desio, Via Verbano, via Benaco, via Monte rosa, via Giovanni De Medici, Via per Baruccana.
SEVESO: Via Colombo, Via Borghetto, via Trento e Trieste, Via Marco Polo, Via della Roggia, ingresso al Bosco delle Querce da via Senofonte, Via Ada Negri, Via Carducci, Via Francesco D'Assisi, Via San Carlo.
MEDA: Via Icmesa ARRIVO e Apericena (aperta anche a chi non partecipa alla pedalata).

martedì 4 giugno 2019

Agricoltura, ambiente e salute sono gli argomenti trattati alla Fiera della Canapa di Ponte Lambro


Agricoltura, ambiente, salute: sono queste le parole d’ordine emerse nel corso della terza edizione della “Fiera della Canapa”, organizzata dal Circolo Ambiente “Ilaria Alpi”, tenutasi ieri, domenica 2 giugno 2019, a Villa Guaita di PonteLambro.

Buona la partecipazione alle conferenze: sia a quella dedicata allo sviluppo della filiera agro-industriale della cannabis sativa, che a quella rivolta al tema degli usi terapeutici della canapa. 
Al dibattito del mattino, dal titolo “Canapa: una risorsa per l’agricoltura e per l’ambiente”, sono intervenuti Michele Maglia (dalla Val d’Intelvi) e Lorenzo Bottani (da Mantova), che hanno portato la loro esperienza di coltivatori di canapa nei rispettivi territori. Nel corso del dibattito si è cercato di dare alcune prime risposte a seguito della sentenza della Cassazione (emanata lo scorso 30 maggio); la poca chiarezza della sentenza (nell’attesa delle motivazioni) rischia di condizionare una parte della filiera, se non altro per il settore della cosiddetta "canapa light".


Nel pomeriggio si è tenuto un interessante e partecipato dibattito dal titolo “Usi terapeutici della canapa”, a cui è intervenuto il medico svizzero Werner Nussbaumer e membri dell'Associazione pazienti cannabis medica. Nel corso del dibattito il dott. Nussbaumer ha ricordato la sua battaglia, condotta nel Canton Ticino, per la legalità nell’utilizzo dei farmaci a base di cannabis, utilizzati per la cura di alcune malattie.


Al termine di questa conferenza è seguito un momento di approfondimento e dibattito dal titolo “Legalizzazione: parliamone”, con l’ex parlamentare Daniele Farina. 


Questo il commento degli organizzatori del Circolo Ambiente “Ilaria Alpi”, con le parole di Moreno Casotto, vicepresidente dell’associazione, nonché responsabile della Fiera: “Siamo soddisfatti in particolare per l’interesse riservato alle conferenze sui temi della coltivazione e degli usi della canapa. In special modo sottolineiamo l’attenzione rivolta al dibattito sugli usi terapeutici della cannabis: dalle conferenze è emersa la necessità di legalizzare, anche in Italia, l’utilizzo della cannabis in medicina, ovviamente sotto stretto controllo medico”.


Per tutta la giornata, nel parco di Villa Guaita è stato allestito il mercato di esposizione e vendita dei prodotti derivanti dalla trasformazione della canapa (prodotti alimentari, cosmetici, industriali) e del mondo agricolo e solidale. Alla Fiera hanno partecipato, per la prima volta, alcune aziende agricole della provincia di Como, che da pochi anni hanno intrapreso la coltivazione della canapa.

Durante la Fiera si sono tenuti anche momenti di divertimento e di svago, tra cui laboratori per adulti e bambini, massaggi shiatsu e molto altro ancora. Il Circolo Ambiente “Ilaria Alpi” ringrazia l’Amministrazione Comunale di Ponte Lambro per la collaborazione e per aver messo a disposizione gli spazi di Villa Guaita. 

Altre info sul sito dedicato www.fieradellacanapa.it

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lunedì 3 giugno 2019

Traffico, smog, opere incompiute e mobilità: presidio di Legambiente a Cusano Milanino


Dopo i blitz a Cormano a marzo, Bollate ad aprile e Paderno Dugnano a inizio maggio e Novate Milanese lo scorso mercoledì, i circoli di Legambiente dell'area nord di Milano tornano a manifestare contro smog,traffico e opere incompiute, in particolare il completamento della S.P.119 tra Bollate, Senago e Paderno, un’arteria stradale che alleggerirebbe parte del traffico che attraversa Bollate e poi si scarica su Novate e Cormano.

L’attenzione è posta anche sulle problematiche legate all’A52 (ex Rho-Monza), sulla proposta di realizzare un sistema di mobilità pubblica integrato nell’area metropolitana attraverso il biglietto unico e sulla necessità di valorizzare la mobilità dolce delle biciclette. A tal proposito per il quinto presidio che vuole testimoniare la preoccupazione dei quartieri, delle persone e delle comunità locali, è stato scelto un incrocio con la pista ciclabile.

L'appuntamento è per MARTEDÌ 4 GIUGNO A CUSANO MILANINO PER LE ORE 8, presso la rotonda all’incrocio di Viale Marconi e via Sormani (https://goo.gl/maps/g3cwvJF9K3fQDXx96)

A questa nuova manifestazione saranno presenti i rappresentanti di Legambiente Lombardia e dei circoli di Cormano, Bollate, Paderno Dugnano e Cusano Milanino.