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Fig. 1 - Escavatore in azione, giugno 2025 |
A cura del dott. Renzo L. Valgrana - Istituto per le Memorie Urbane dell’Alta Brianza, Dipartimento di Storia Civile e Territoriale - Anno 2137Nel contesto della terza campagna di recupero digitale condotta tra le province nord-milanesi (settori ex-Monza, ex-Desio, ex-Carate), è stato rinvenuto un corpus eterogeneo di frammenti testuali e audiovisivi relativi a una controversia civica che si sviluppò tra il 2024 e il 2026 nei territori di Macherio, Bareggia e Lissone. I materiali, localizzati in una vecchia piattaforma detta "WhatsApp", appartengono a un gruppo informale di cittadini riuniti sotto la sigla "Comitato per la difesa del territorio - NO Pedemontana."
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Fig. 2 - Polveri visibili in sospensione dal suolo, giugno 2025 |
Tra i testi emersi, di particolare rilievo si è rivelato un intervento firmato da Giacomo M., figura attiva nel contesto dell’ambientalismo municipale lombardo del primo XXI secolo. Il testo si apre con un’esclamazione retorica, marcata da una doppia interpunzione tipica della retorica social-digitale del periodo:
“‼ CHE IMPATTO HANNO QUESTI CANTIERI SULL'ARIA CHE RESPIRIAMO ❓❓
Scenari quotidiani a zero metri dalla scuola RODARI di #macherio, a zero metri dal Cimitero di #bareggia, a poche decine di metri dagli Oratori di #santamargherita e #bareggia. Grandi quantità di terra movimentata, nuvole di polveri […]”.
Nota del trascrittore (IA livello 3, programma di traduzione Antro-paleo):
Le
seguenti righe sono state recuperate da un rudimentale strumento
comunicativo del XXI secolo chiamato "WhatsApp". L’autore è un certo
Giacomo M. Il documento fornisce spunti preziosi sull’era
proto-apocalittica della cosiddetta Pedemontanizzazione del Nord Italia.
Pur nella sua forma frammentaria e colloquiale, questo passaggio racchiude un’interessante sintesi delle preoccupazioni ecoterritoriali del tempo. La denuncia si riferisce ai cantieri per la realizzazione della cosiddetta Autostrada Pedemontana Lombarda, e più precisamente ai movimenti preliminari di terra nei pressi di strutture scolastiche e religiose, in una zona caratterizzata da alta densità abitativa e bassa capacità di assorbimento politico delle istanze ambientali.
È importante notare che l’argomentazione non si sviluppa sul piano tecnico-ingegneristico, bensì su quello percettivo e simbolico: la scuola, il cimitero, l’oratorio diventano non solo indicatori spaziali, ma elementi di un’economia morale del territorio. È in questa chiave che va letta l’evocazione delle “nuvole di polveri” - percepite non solo come disturbo fisico, ma come segno tangibile di una frattura tra cittadino e territorio, tra istituzione e vita quotidiana.
Accanto a Giacomo M., interviene un secondo testimone,
Andrè delle Torrette, il cui breve commento conserva una certa vividezza iconica:
“Quella è la montagna di terra vicinissima alla scuola. Si vede benissimo tutta la polvere che si alza 😧”
Qui l’uso dell’emoji - il glifo 😧 - è di particolare interesse antropologico: la stilizzazione di un volto sorpreso o sofferente costituisce una forma rudimentale ma efficace di prosodia visiva, oggi studiata come una delle prime sintesi tra linguaggio scritto e segnaletica affettiva.
Il comitato, da quanto si ricava, non si limitò alla denuncia, ma avanzò richieste formali alle amministrazioni comunali di Macherio e Lissone: pubblicazione dei dati sulla qualità dell’aria, installazione di centraline ARPA tra la scuola e via Santa Margherita, trasparenza informativa continuativa. Il tutto, si specifica nel documento, in una “logica di trasparenza” - formula lessicale standard nel periodo post-pandemico, sovente usata per sopperire all’assenza di trasparenza effettiva.
Le richieste furono al centro di mozioni consiliari discusse nel giugno 2025. Non disponiamo di fonti ufficiali circa l’esito di tali mozioni, ma l’assenza di successive documentazioni tecniche nel medesimo archivio lascia supporre che esse non abbiano prodotto mutamenti strutturali significativi.
Conclusioni storiograficheIl “caso di Rodari e Bareggia” si inserisce in quella che la letteratura storiografica ha definito “fase del dissenso territoriale interstiziale” (2020-2032): un’epoca in cui i grandi progetti infrastrutturali si scontravano, non con proteste di massa, ma con fitte e persistenti reti di micro-contestazione civica, capaci di generare archivi digitali di dissenso, oggi oggetto di studio sistematico.
La figura di Giacomo M., pur marginale nei rapporti ufficiali dell’epoca, è oggi riconsiderata come una delle voci emblematiche della transizione tra ambientalismo reattivo e una più strutturata ecologia civica municipale. Il suo gesto - quello di indicare, pubblicamente e ripetutamente, il legame tra aria, bambini e scavo - sopravvive oggi come simbolo documentale di una stagione in cui la cittadinanza, pur priva di potere decisionale, tentò di esercitare una forma embrionale di controllo comunitario sul proprio respiro.
Fonti: Archivio F-338/MCH-BRG – “Pedemontana e periferie della percezione” – digitalizzazione completata il 22 marzo 2136, revisione linguistica e sintattica a cura del Progetto ETERIA
Fonti iconografiche:
Figg. 1 e 2 - Riprese fotografiche di un escavatore in azione presso il perimetro scolastico Rodari, Macherio. Polveri visibili in sospensione al suolo. Fotogrammi attribuiti a Giacomo M. Data stimata: giugno 2025. Archivio F-338/MCH-BRG.
Fig. 3 (sequenza video) - Estratto da video amatoriale girato da “Andrè delle Torrette” il 17 giugno 2025. Inquadratura fissa dal sagrato della chiesetta di Bareggia, mostra un camion in fase di scarico e un escavatore che smuove terra, generando una nube di polveri. L’uso del commento verbale in prima persona e l’inserimento di emoji (😧) rappresentano un raro esempio di comunicazione emotiva audiovisiva nel dissenso civico digitale pre-Collasso. Archivio visivo: F-338/MCH-BRG – Clip A.
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