giovedì 19 giugno 2025

Pedemontana a Seregno: i Comitati di Quartiere chiedono chiarezza e coinvolgimento


Si è svolta ieri sera, presso la sala riunioni di via Bottego a Seregno, una partecipata riunione tra i rappresentanti dei Comitati di quartiere di Sant'Ambrogio, Lazzaretto-San Giuseppe, Ceredo e San Carlo. L’incontro ha rappresentato un momento di confronto aperto e costruttivo sull’impatto ambientale e viabilistico dei cantieri della Tangenziale Meda-Seregno (Pedemontana Lombarda), ormai in fase avanzata anche sul territorio cittadino.

L’atmosfera è stata di grande collaborazione e condivisione: informazioni, dubbi e riflessioni hanno circolato liberamente, diventando un patrimonio comune dei partecipanti. La discussione ha permesso di fare chiarezza su molti aspetti critici legati ai lavori in corso e alle possibili ripercussioni nei quartieri coinvolti, sia in modo diretto che indiretto.

Alla conclusione della serata, i rappresentanti dei Comitati hanno unanimemente convenuto sulla necessità di richiedere un incontro urgente con il Sindaco di Seregno, Alberto Rossi. Obiettivo: organizzare un appuntamento pubblico, alla presenza dei tecnici di Pedemontana, per ottenere risposte puntuali e trasparenti su diverse questioni cruciali, tra cui:

  • le eventuali varianti progettuali e le opere di mitigazione previste per il Parco Agricolo del Meredo,
  • gli impatti sulla viabilità delle vie Cadore, Wagner e Saronno,
  • le conseguenze delle attività di cantiere sul quartiere San Carlo,
  • gli interventi previsti sul passaggio a livello di San Giuseppe,  e le ripercussioni sulla mobilità del quartiere San Salvatore.

I Comitati, esprimendo soddisfazione per il clima di collaborazione emerso, ribadiscono l'importanza di una comunicazione chiara e di una partecipazione attiva della cittadinanza nelle scelte che riguardano il futuro della città.

Pedemontana, polveri, scuole e cimiteri: cronaca da un cantiere contestato (Macherio, giugno 2025)

Fig. 1 - Escavatore in azione, giugno 2025

A cura del dott. Renzo L. Valgrana - Istituto per le Memorie Urbane dell’Alta Brianza, Dipartimento di Storia Civile e Territoriale - Anno 2137


Nel contesto della terza campagna di recupero digitale condotta tra le province nord-milanesi (settori ex-Monza, ex-Desio, ex-Carate), è stato rinvenuto un corpus eterogeneo di frammenti testuali e audiovisivi relativi a una controversia civica che si sviluppò tra il 2024 e il 2026 nei territori di Macherio, Bareggia e Lissone. I materiali, localizzati in una vecchia piattaforma detta "WhatsApp", appartengono a un gruppo informale di cittadini riuniti sotto la sigla "Comitato per la difesa del territorio - NO Pedemontana."

Fig. 2 - Polveri visibili in sospensione dal suolo, giugno 2025


Tra i testi emersi, di particolare rilievo si è rivelato un intervento firmato da Giacomo M., figura attiva nel contesto dell’ambientalismo municipale lombardo del primo XXI secolo. Il testo si apre con un’esclamazione retorica, marcata da una doppia interpunzione tipica della retorica social-digitale del periodo:

“‼ CHE IMPATTO HANNO QUESTI CANTIERI SULL'ARIA CHE RESPIRIAMO ❓❓
Scenari quotidiani a zero metri dalla scuola RODARI di #macherio, a zero metri dal Cimitero di #bareggia, a poche decine di metri dagli Oratori di #santamargherita e #bareggia. Grandi quantità di terra movimentata, nuvole di polveri […]”.  
Nota del trascrittore (IA livello 3, programma di traduzione Antro-paleo):
Le seguenti righe sono state recuperate da un rudimentale strumento comunicativo del XXI secolo chiamato "WhatsApp". L’autore è un certo Giacomo M. Il documento fornisce spunti preziosi sull’era proto-apocalittica della cosiddetta Pedemontanizzazione del Nord Italia.

 

Pur nella sua forma frammentaria e colloquiale, questo passaggio racchiude un’interessante sintesi delle preoccupazioni ecoterritoriali del tempo. La denuncia si riferisce ai cantieri per la realizzazione della cosiddetta Autostrada Pedemontana Lombarda, e più precisamente ai movimenti preliminari di terra nei pressi di strutture scolastiche e religiose, in una zona caratterizzata da alta densità abitativa e bassa capacità di assorbimento politico delle istanze ambientali.

È importante notare che l’argomentazione non si sviluppa sul piano tecnico-ingegneristico, bensì su quello percettivo e simbolico: la scuola, il cimitero, l’oratorio diventano non solo indicatori spaziali, ma elementi di un’economia morale del territorio. È in questa chiave che va letta l’evocazione delle “nuvole di polveri” - percepite non solo come disturbo fisico, ma come segno tangibile di una frattura tra cittadino e territorio, tra istituzione e vita quotidiana.


Accanto a Giacomo M., interviene un secondo testimone, Andrè delle Torrette, il cui breve commento conserva una certa vividezza iconica:

Quella è la montagna di terra vicinissima alla scuola. Si vede benissimo tutta la polvere che si alza 😧


Qui l’uso dell’emoji - il glifo 😧 - è di particolare interesse antropologico: la stilizzazione di un volto sorpreso o sofferente costituisce una forma rudimentale ma efficace di prosodia visiva, oggi studiata come una delle prime sintesi tra linguaggio scritto e segnaletica affettiva.

Il comitato, da quanto si ricava, non si limitò alla denuncia, ma avanzò richieste formali alle amministrazioni comunali di Macherio e Lissone: pubblicazione dei dati sulla qualità dell’aria, installazione di centraline ARPA tra la scuola e via Santa Margherita, trasparenza informativa continuativa. Il tutto, si specifica nel documento, in una “logica di trasparenza” - formula lessicale standard nel periodo post-pandemico, sovente usata per sopperire all’assenza di trasparenza effettiva.

Le richieste furono al centro di mozioni consiliari discusse nel giugno 2025. Non disponiamo di fonti ufficiali circa l’esito di tali mozioni, ma l’assenza di successive documentazioni tecniche nel medesimo archivio lascia supporre che esse non abbiano prodotto mutamenti strutturali significativi.

Conclusioni storiografiche

Il “caso di Rodari e Bareggia” si inserisce in quella che la letteratura storiografica ha definito “fase del dissenso territoriale interstiziale” (2020-2032): un’epoca in cui i grandi progetti infrastrutturali si scontravano, non con proteste di massa, ma con fitte e persistenti reti di micro-contestazione civica, capaci di generare archivi digitali di dissenso, oggi oggetto di studio sistematico.

La figura di Giacomo M., pur marginale nei rapporti ufficiali dell’epoca, è oggi riconsiderata come una delle voci emblematiche della transizione tra ambientalismo reattivo e una più strutturata ecologia civica municipale. Il suo gesto - quello di indicare, pubblicamente e ripetutamente, il legame tra aria, bambini e scavo - sopravvive oggi come simbolo documentale di una stagione in cui la cittadinanza, pur priva di potere decisionale, tentò di esercitare una forma embrionale di controllo comunitario sul proprio respiro.

Fonti: 

Archivio F-338/MCH-BRG – “Pedemontana e periferie della percezione” – digitalizzazione completata il 22 marzo 2136, revisione linguistica e sintattica a cura del Progetto ETERIA


Fonti iconografiche: 

Figg. 1 e 2 - Riprese fotografiche di un escavatore in azione presso il perimetro scolastico Rodari, Macherio. Polveri visibili in sospensione al suolo. Fotogrammi attribuiti a Giacomo M. Data stimata: giugno 2025. Archivio F-338/MCH-BRG.
Fig. 3 (sequenza video) - Estratto da video amatoriale girato da “Andrè delle Torrette” il 17 giugno 2025. Inquadratura fissa dal sagrato della chiesetta di Bareggia, mostra un camion in fase di scarico e un escavatore che smuove terra, generando una nube di polveri. L’uso del commento verbale in prima persona e l’inserimento di emoji (😧) rappresentano un raro esempio di comunicazione emotiva audiovisiva nel dissenso civico digitale pre-Collasso. Archivio visivo: F-338/MCH-BRG – Clip A.

 

🚀 Cronache dal futuro (2137)
Dello stesso autore:
La "Tangenziale del Silenzio": appunti sull’infrastruttura fantasma tra Meda, Seveso e Seregno (giugno 2025)
 

mercoledì 18 giugno 2025

Un territorio, una visione: Comuni e cittadini uniti per il Parco Regionale del Seveso


Si è tenuto il 17 giugno 2025 un incontro istituzionale di grande rilievo tra l’Assessore regionale al Territorio e Sistemi Verdi, Gianluca Comazzi, e una delegazione di Sindaci e Amministratori del Parco Grubria, guidata dal presidente, prof. Arturo Lanzani. Al centro del confronto, la proposta di avviare il processo di trasformazione dell’attuale PLIS Grubria in un Parco Regionale.

L’iniziativa, già formalizzata dall’Assemblea dei Sindaci con un atto d’indirizzo intitolato “Per un Parco Regionale del Seveso, del Villoresi e della Brianza Centrale”, mira a dare maggiore tutela e riconoscimento istituzionale a un territorio oggi fortemente urbanizzato, fragile e soggetto a pressioni antropiche crescenti.

La proposta è sostenuta da circa venti tra Sindaci e Assessori in rappresentanza di undici Comuni, che insieme rappresentano una popolazione di circa 400.000 abitanti nel cuore della Brianza Centrale. L’Assessore Comazzi ha espresso interesse per l’iniziativa, sottolineando l’importanza di una visione condivisa e trasversale da parte delle amministrazioni comunali, indipendentemente dal colore politico. Ha inoltre invitato i Comuni ad approvare quanto prima delibere formali nei rispettivi Consigli comunali, primo passo verso l’istituzione del Parco Regionale.

Il processo promosso dai Comuni si affianca e si intreccia con iniziative dal basso, portate avanti da associazioni, gruppi civici e cittadini. Tra queste, il progetto “Un Parco per il Futuro”, recentemente illustrato pubblicamente e volto a promuovere una visione condivisa e partecipata di valorizzazione ambientale nella Brianza Centrale (link all’iniziativa).


In questa cornice si inserisce anche l’impegno del Laboratorio Parco Valle del Seveso, che sarà ospite sabato 21 giugno 2025, ore 18, alla Festa dell’Unità della Valle del Seveso, a Cesano Maderno. Lì presenterà pubblicamente la propria proposta per un Parco Fluviale della Valle del Seveso e raccoglierà firme a sostegno della relativa petizione popolare. Un primo invito pubblico che il Laboratorio accoglie con entusiasmo, con l’intento di coinvolgere attivamente cittadine e cittadini nella costruzione di un grande Parco Regionale fluviale e territoriale.

Un percorso, quindi, che cresce su due gambe: istituzionale e civica. Una convergenza che dimostra come la tutela del territorio possa diventare una causa condivisa e trasversale, capace di superare divisioni e logiche settoriali.

Meda. Contro la Takahashia e la Popillia: interventi mirati nella Valle dei Mulini

Valle dei Mulini, Meda. Presenza della Takahashia japonica

Nella Valle dei Mulini, a Meda, proseguono i lavori di manutenzione forestale coordinati da un gruppo di realtà attive sul territorio: i Volontari di WWF OA Insubria, la Cooperativa sociale La Brughiera Onlus, il Comitato Parco Regionale delle Groane e della Brughiera, il Circolo XX Settembre, in collaborazione con il Comune di Meda.

Le attività attualmente in corso prevedono cicli di irrigazione per sostenere la crescita degli alberi recentemente piantumati e interventi di disinfestazione volti a contrastare la presenza di parassiti che si nutrono delle foglie, in particolare quelle della vite, che cresce comunque in modo soddisfacente.

Tra le specie più problematiche si segnala la Takahashia japonica, insetto invasivo le cui infestazioni, secondo il parere del WWF, non sarebbero state efficacemente contenute dall’intervento fitosanitario promosso nei mesi scorsi dal Comune di Meda. Per limitare la diffusione degli ovisacchi prodotti dal parassita, si sta procedendo con potature mirate di tipo sanitario.

Valle dei Mulini, Meda. Presenza della Popillia japonica

Un’altra presenza invasiva è quella della Popillia japonica, insetto che si riproduce rapidamente e attacca varie specie vegetali. Anche in questo caso, gli operatori stanno intervenendo con metodi esclusivamente biologici e manuali, nel rispetto dell’equilibrio ecologico dell’area.

L’intervento rientra in un percorso di gestione attiva della valle, frutto della collaborazione tra soggetti diversi, con l’obiettivo di tutelare e migliorare nel tempo le condizioni dell’ambiente locale.

martedì 17 giugno 2025

La "Tangenziale del Silenzio": appunti sull’infrastruttura fantasma tra Meda, Seveso e Seregno (giugno 2025)

Immagine drone 2026-02-19 - tracciato cantiere rotonda, fonte Droni Civici Lombardia

A cura del dott. Renzo L. Valgrana, Istituto per le Memorie Urbane dell’Alta Brianza - Anno 2137

Nel corso della campagna di digitalizzazione degli archivi locali pre-Collasso (ovvero prima della grande smaterializzazione documentale del 2092), tra faldoni dimenticati e server dismessi, è emerso un frammento cartaceo del periodico municipale Città di Meda Notizie, datato giugno 2025. In esso compare un articolo firmato da Luca Santambrogio, all’epoca sindaco della città di Meda, che così si esprimeva: "Stanno proseguendo anche i lavori per la realizzazione della tangenziale sud di Meda, un’infrastruttura che si prevede avrà un impatto positivo sul traffico cittadino. Questa nuova tangenziale, infatti, contribuirà a decongestionare le vie Indipendenza, Piave, Gorizia e Tre Venezie, rendendo la circolazione più fluida e migliorando la qualità della vita dei residenti."

Questa frase, apparentemente neutra e burocratica, ha attratto la nostra attenzione per il tono trionfalistico ma anche per le implicazioni territoriali contenute tra le righe. Da essa, si dirama un intero enigma urbanistico del primo venticinquennio del XXI secolo, noto oggi come "il caso della tangenziale sud e della rotonda dimenticata."

Documento #CMN062025 – Città di Meda Notizie, archivio cartaceo sez. C.

Spinti dalla curiosità, abbiamo tentato di rintracciare ulteriori informazioni sul progetto di tangenziale sud di Meda, spulciando tra ciò che resta degli archivi di Seveso e Seregno. Purtroppo, in nessuna delle collezioni digitali parzialmente recuperate risalenti al periodo 2024–2027, si trovano menzioni ufficiali, piani progettuali, delibere o comunicati connessi alla tangenziale in questione. L’unica eco di quel periodo sembra sopravvivere in alcuni post recuperati dalla piattaforma semi-autonoma “Brianza Centrale”, che ai tempi era un osservatorio civico online, oggi custodito in parte presso la Biblioteca delle Memorie Digitali Minori.

In uno di questi post si legge: "La tangenziale sud di Meda trasferisce altrove i problemi di traffico. Meda non ha fatto nulla per diminuire il traffico ma lo ha semplicemente trasferito altrove e il Sindaco Santambrogio con questa sua dichiarazione ce lo conferma. Nessuna conferma invece sulla rotonda nel parco da eliminare. I lavori di bonifica sembrano finiti e tutto tace. Le delimitazioni di cantiere sono ancora lì e seguono il tracciato originario, quello con la rotonda."

Ritaglio digitalizzato “Brianza Centrale”, archivio civico disperso, ricostruzione parziale AI v3.17

La mancata comunicazione da parte del sindaco di Seregno e l’assenza di qualunque presa di posizione da parte dell’amministrazione sevesina confermano ciò che oggi chiameremmo progetto a responsabilità decentrata, ovvero un'iniziativa frammentata, priva di un coordinamento trasparente e strategico intercomunale.

La rotonda prevista all’interno del Parco del Meredo – che secondo dichiarazioni iniziali sarebbe stata eliminata – compare ancora, mesi dopo, nel tracciato del cantiere, visibile dalle delimitazioni sul terreno. Le immagini satellitari d’epoca (riprese attraverso i droni civici di sorveglianza urbana, successivamente declassificati) mostrano chiaramente la sagoma dell’infrastruttura viaria ancora intatta nel 2026. Eppure, nessun comunicato stampa ne confermò l’eliminazione o la realizzazione definitiva.

Il caso della tangenziale sud di Meda, alla luce delle fonti frammentarie, può essere interpretato oggi come un esempio paradigmatico di urbanistica senza dialogo: un’infrastruttura progettata e iniziata, ma avvolta da un silenzio istituzionale che ne ha ostacolato la piena trasparenza e il coinvolgimento civico.

L’assenza di documenti negli archivi di Seregno e Seveso è tanto più significativa in quanto non silenzio casuale, ma forse una scelta politica di distacco o disinteresse. Il fatto che a Seregno, nel medesimo periodo, l’amministrazione fosse impegnata nella promozione dell’iniziativa “Città Europea dello Sport”, lascia intendere un probabile spostamento di priorità, anche comunicative, a scapito della questione infrastrutturale.

A quasi centodieci anni di distanza, resta l’interrogativo aperto: che fine ha fatto la rotonda? Una domanda che, al di là della topografia, riflette una più ampia riflessione sul rapporto tra cittadini e scelte urbanistiche. E su quanto, nella nostra storia collettiva, le opere pubbliche siano spesso state costruite più per sottrazione che per dialogo.

Fonti:

  • Documento #CMN062025 – Città di Meda Notizie, archivio cartaceo sez. C.
  • Ritaglio digitalizzato “Brianza Centrale”, archivio civico disperso, ricostruzione parziale AI v3.17
  • Immagine drone 2026-02-19 - tracciato cantiere rotonda, fonte Droni Civici Lombardia
🚀 Cronache dal futuro (2137)

lunedì 16 giugno 2025

Un parco per il futuro: il progetto del Parco Regionale Fluviale e Territoriale del Seveso


L’11 giugno 2025 a Meda si è tenuta un’importante serata dedicata al progetto del Parco Regionale Fluviale e Territoriale del Seveso, organizzata da Legambiente Seveso in collaborazione con diverse realtà ambientaliste del territorio e con il patrocinio dell’amministrazione comunale medese. Un evento che ha saputo mettere in luce la forza e la visione positiva di un'iniziativa che parla di tutela ambientale, rigenerazione territoriale, memoria e cittadinanza attiva.

Il progetto del Parco Fluviale, sostenuto da gruppi come Amici del Parco Nord, Legambiente Seveso, Sinistra e Ambiente-Impulsi di Meda e Seveso Futura, si pone obiettivi concreti e lungimiranti: migliorare la qualità delle acque del Seveso, valorizzare e ampliare le aree naturalistiche residue, e promuovere una nuova cultura del territorio. Un tassello chiave è rappresentato dall’integrazione del Bosco delle Querce – luogo simbolico legato al disastro della diossina del 1976 – con il PLIS GruBrìa, creando così un’unità ambientale omogenea e coerente.

Le voci ascoltate a Meda – Arturo Calaminici (Amici Parco Nord), Federica Gorini (Vicepresidente Parco GruBrìa), Gemma Beretta (Legambiente Seveso), Alberto Colombo (Sinistra e Ambiente) e Salvatore Scebba (Amici Parco Nord) – hanno delineato con precisione una visione realistica e ambiziosa: un parco che nasce dal basso, animato da cittadini e associazioni che da anni si battono per dare un futuro diverso e sostenibile alla Valle del Seveso. La configurazione proposta non è arbitraria ma fondata su dati ambientali, esigenze ecologiche e opportunità di rigenerazione che convergono nella logica di un corridoio verde ampio, connesso e funzionale, in grado di ricucire territori e comunità.

Il Parco Regionale Fluviale e Territoriale del Seveso non è un’astrazione: è già in cammino, supportato da petizioni, percorsi istituzionali avviati, e l’impegno attivo di chi ama davvero il proprio territorio. In questo senso, la partecipazione dell’amministrazione medese e la crescente attenzione di altri enti locali e regionali testimoniano la validità di un progetto che non cancella, ma anzi rafforza, la memoria e la specificità dei luoghi.

Una visione da rilanciare, non da temere

Mentre a Meda si costruisce, si dialoga e si progetta il futuro, l’amministrazione sevesina guidata dalla Sindaca Alessia Borroni ha scelto di sfilarsi dal percorso con una nota diffusa proprio in concomitanza con l’incontro dell’11 giugno. Una scelta non solo tempisticamente infelice, ma anche politicamente miope. La nota parla di una presunta “svendita del territorio”, alimentando paure e confusione con cifre infondate e richiami propagandistici al 50° anniversario del disastro dell’ICMESA.

Si tratta di un approccio che ignora i contenuti della proposta e le sue garanzie: il Bosco delle Querce non perderebbe né fondi né autonomia, ma verrebbe potenziato nella sua funzione ecologica e memoriale. L’idea che l’accorpamento con GruBrìa rappresenti una minaccia è una mistificazione, ben lontana dalla realtà illustrata da anni di lavoro congiunto tra amministrazioni, associazioni e tecnici.

Borroni e la sua maggioranza – espressione di un centrodestra che sembra difendere confini amministrativi anziché comunità e ambiente – si pongono in aperto contrasto con una parte significativa del territorio e della cittadinanza attiva. Ignorano l’opportunità storica di trasformare Seveso in protagonista di una rete ecologica regionale, preferendo lo scontro frontale e la narrazione della paura.

Il Parco Regionale Fluviale e Territoriale del Seveso rappresenta una delle più concrete risposte alle sfide ambientali e urbanistiche della Brianza nord-occidentale. È una visione costruita con passione, competenza e partecipazione, in grado di tenere insieme ambiente, memoria, qualità della vita e sviluppo sostenibile.

Sostenere il Parco Fluviale del Seveso significa credere in un futuro condiviso, in una rete ecologica resiliente, in un territorio che sa riconoscere la propria storia e costruire nuove possibilità. Ed è proprio su questa strada che i cittadini, le associazioni e le amministrazioni più illuminate stanno già camminando.

domenica 15 giugno 2025

Valle dei Mulini a Meda: interviene il WWF Lombardia

Una delle aree recentemente piantumate

Gianni Del Pero, Presidente Delegato WWF Lombardia, con il sostegno del Comitato Scientifico WWF Lombardia e del Presidente di WWF Insubria ci ha inviato una comunicazione – dal titolo piuttosto deciso: “In difesa dell'Ambiente Naturale e nel rispetto del Lavoro delle decine di Volontari: No alla disinformazione e al Neonegazionismo!” – fa riferimento ad alcuni commenti apparsi sotto un post pubblicato sul nostro blog lo scorso 7 giugno.

Il riferimento, per chi volesse contestualizzare, è ai commenti anonimi o pseudonimi pubblicati sotto questo post: Proseguono le attività di "Fare Ambiente" del WWF Insubria

Pensavamo che la questione fosse stata chiarita. Tuttavia, la lettera del WWF dimostra che, almeno da parte loro, la vicenda resta aperta.
Riportiamo integralmente il testo ricevuto, che è accompagnato dalla foto della pagina 104 del volume "Dorsale Verde Nord" (2009), dove viene descritta la “Connessione Ecologica della Valle dei Mulini a Meda”, uno dei primi progetti strutturati in quell’area.

Testo integrale della lettera WWF Lombardia


Con interventi anonimi, usando pseudonimi "Gruppo di..." e "Medese", ma mostrando gravissimi problemi di memoria o peggio con finalità contrarie alla tutela dell'Ambiente Naturale, su Medinforma e sul Blog Brianza Centrale si tenta l'ennesimo assalto alla Valle dei Mulini e al lavoro di progettazione e realizzazione di decine di aree verdi nel nostro territorio. Come WWF non possiamo accettare disinformazione e neonegazionismo!

E' infatti grazie al lavoro di decine di volontari, alla collaborazione di tutte le Associazioni Ambientaliste di Meda (citiamo le più attive: Cooperativa sociale La Brughiera Onlus, Comitato Parco Regionale Groane - Brughiera, WWF OA Insubria ODV, Circolo XX Settembre) con il contributo economico del Comune di Meda, di BrianzAcque e di due aziende del territorio, che sono stati piantumati in questi anni quasi 10000 Alberi che sono patrimonio di tutti, anche di chi ne nega l'esistenza. Chiunque può percorrere Via Seveso (sì, proprio quella Via Seveso devastata da un'amministrazione comunale che avrebbe dovuto essere più sensibile ai temi ambientali), Via degli Angeli Custodi (lato Scuole /Mulino ma anche lato "Lazzaretto"), Via Giovanni XXIII, Via della Vigna (che esiste così come Via Molino), Via Canturina e Via Manzoni fino in Via Pescarenico e Via Santa Maria e verificare che il progetto di compensazione ambientale che Pedemontana avrebbe dovuto realizzare nei decenni scorsi è stato in gran parte realizzato. E anche il sentiero ciclo-campestre della Vigna e del Vecchio Mulino, elemento di connessione tra il Bosco delle Querce di Seveso e Meda e il Parco Delle Groane e della #Brughiera, è stato riaperto grazie al lavoro dei Volontari. Regaleremo a chiunque sia interessato, il Volume "Dorsale Verde Nord", edito nel 2009, che a pag. 90-91-92 e 104 riporta la prima scheda progettuale della "Connessione Ecologica della Valle dei Mulini a Meda" di Paolo Conte e Gianni Del Pero. 

Nell'immagine: pag. 104 del volume “Dorsale Verde Nord”, 03/2009

In quel testo storico i contributi di molti Amici dell'Ambiente e del WWF tra i quali Andrea Longo (WWF Bosco di Vanzago), Gianni Casiraghi, Paolo Pirola, Fabio Lopez, Iolanda Negri, Salvatore Colombo, Daniele Santambrogio, Silvia Baldo, Luca Frezzini, Gianni Del Pero (WWF Groane), Zeno Celotto (allora WWF Groane), Francesco Nicolodi, Fabio Cologni (WWF Trezzo), Neil Citterio (allora WWF Vimercatese), Marco Monguzzi, Nicolò Mapelli.
Il neonegazionismo è inaccettabile e la disinformazione non paga.
Gli Alberi e i Parchi ci sono, impossibile negarlo, Meda e la Brianza tutta ringraziano.

Gianni Del Pero - Presidente Delegato WWF Lombardia
Il Comitato Scientifico WWF Lombardia
    Claudio Clemente
    Giovanni Gottardi
    Riccardo Mancioli
    Fabrizio Merati
    Alessandro Tolomeo
Maurizio Borghi
- Presidente di WWF Insubria


Osservazioni: una vicenda che merita attenzione e confronto

Pur riconoscendo il grande impegno di volontari e associazioni nel corso degli anni, ritieniamo utile offrire ai nostri lettori anche alcuni spunti di riflessione, utili per alimentare un dibattito trasparente e civile:
  • Toni forti e linguaggio polemico: termini come “neonegazionismo” o “assalto alla Valle dei Mulini” risultano eccessivi rispetto alla natura dei commenti apparsi, che – pur critici – ponevano dubbi e non negazioni. Il confronto sull’ambiente dovrebbe restare su toni più misurati.
  • La documentazione e il riferimento a vie e toponimi locali (es. Via della Vigna, Via Molino) vengono usati per dimostrare la realizzazione del progetto. Tuttavia, la presenza di alberi o nomi di vie non è sempre sufficiente, da sola, a dimostrare "che il progetto di compensazione ambientale che Pedemontana avrebbe dovuto realizzare nei decenni scorsi è stato in gran parte realizzato".
Il progetto locale 15 (PL15) di Pedemontana, 02/2009


Per chi volesse approfondire uno dei nodi più discussi – il PL15 – segnaliamo una scheda informativa pubblicata su: http://www.alternativaverde.it/rete/meda/medapl15.html

Il blog Brianza Centrale, nel rispetto di tutte le parti coinvolte, continuerà a pubblicare documenti, osservazioni e testimonianze che possano aiutare i cittadini a farsi un'opinione consapevole, evitando semplificazioni e inutili polemiche.

 

Aggiornamento 16/06/2025

Abbiamo ricevuto da Gianni Del Pero, Presidente Delegato del WWF Lombardia, una risposta al sottostante commento di Roberto (leggi qui), corredata da alcune mappe che volentieri condividiamo. Le immagini mostrano gli interventi di riqualificazione ambientale effettuati negli ultimi anni nell’area oggetto del discusso progetto di compensazione ambientale PL15.

Del Pero segnala che, oltre agli interventi visibili sulle mappe, sono stati ripristinati anche percorsi ciclopedonali e aree non facilmente rappresentabili (come il frutteto o i tracciati campestri). Inoltre, sottolinea l’esistenza di una convenzione firmata con il Comune di Meda, che include i mappali pubblici interessati dal progetto.

A questo proposito, ricordiamo che sul blog erano già stati pubblicati in passato articoli e mappe relative al PL15 e agli interventi previsti e realizzati, come nel post di ottobre 2024:

👉 WWF Insubria: aggiornamento sui progetti nella Valle dei Mulini

Condividiamo di seguito le nuove mappe ricevute, che aiutano a inquadrare meglio lo stato attuale del progetto.

In rosso vivo gli interventi completati nel 2025, in blu l'area riqualificata del "Lazzaretto". Non rappresentabili il frutteto e i percorsi campestri e ciclocampestri.

In rosso il Sentiero  ciclocampestre della Vigna e del Vecchio Mulino ripristinato e collegato a percorsi protetti all'interno delle Scuole Diaz  e alla ciclabile dell'area Brianzacque in progetto. 

L'elemento principale della campestre lungo circa 500 metri.

Per chi volesse approfondire ulteriormente, è disponibile anche il link a un articolo pubblicato su Medinforma nel settembre 2023 (cliccare qui).
 
da Medinforma, settembre 2023