a cura di Roberto Brambilla, Lista Civica Italiana
Il ritardo del Giorno del Sovrasfruttamento della Terra ci segnala
l’opportunità di costruire un futuro in armonia con i limiti ecologici del
nostro Pianeta.
La recente pandemia di COVID-19 ha causato una contrazione
dell’Impronta Ecologica dell’umanità, spingendo indietro di tre settimane
rispetto all’anno precedente la data del Giorno del Sovrasfruttamento della
Terra. La sfida della ripresa economica offre ai governi nazionali
l’opportunità senza precedenti di creare il futuro che desideriamo.
Il 22 agosto, secondo quanto
afferma Global Footprint Network, l’umanità avrà richiesto alla natura una
quantità di risorse pari a quella che la Terra produce in un intero anno.
Il blocco mondiale indotto dal Coronavirus ha causato una
contrazione del 10% dell’Impronta Ecologica, ma purtroppo continuiamo ad usare
le risorse ecologiche come se vivessimo su una Terra più grande di 1,6 volte.
Poiché la salute pubblica e la ripresa economica sono diventate
le preoccupazioni dominanti a livello globale, i responsabili delle decisioni
sono chiamati ad intervenire su questa emergenza che non ha precedenti, per
dare vita ad un futuro in cui tutti possano prosperare con le risorse del
nostro unico pianeta (“one-planet prosperity”)."La sostenibilità richiede
che sia l'equilibrio ecologico che il benessere delle persone siano garantiti a
lungo termine, quindi l'improvvisa contrazione dell'Impronta ecologica di
quest'anno non può essere confusa con un vero progresso", ha affermato
Laurel Hanscom, CEO del Global Footprint Network.
"Quest’anno, più di prima, il Giorno del Sovrasfruttamento
della Terra evidenzia il bisogno di strategie che aumentino la resilienza di
tutti”.
Esistono molte soluzioni che possono essere adottate a livello
di comunità o individualmente per avere un impatto significativo sul tipo di
futuro in cui investiamo: come produciamo il cibo che mangiamo, come
ci muoviamo, come ci
procuriamo l' energia, quanti figli decidiamo
di avere e quanta terra proteggiamo per la fauna selvatica.
Ridurre l'impronta di carbonio del 50% sposterebbe la data di 93
giorni. Poiché i sistemi alimentari attualmente utilizzano il 50% della
biocapacità del nostro pianeta, ciò che mangiamo è importante. Particolare
attenzione meritano le politiche che mentre migliorano la salute pubblica,
mirano a ridurre l'intensità di carbonio degli alimenti e l'impatto della
produzione alimentare sulla biodiversità come evidenziato dalla ricerca congiunta tra
Global Footprint Network e il Barilla Center for Food and Nutrition. Ridurre
della metà gli sprechi alimentari significherebbe spostare il Giorno del
Sovrasfruttamento della Terra di 13 giorni.
Poiché dobbiamo prepararci ad un mondo sempre più soggetto ai
cambiamenti climatici e alla limitazione delle risorse, il sito overshootday.org propone
i cambiamenti di stili di vita
che le persone possono fare, mentre il calcolatore dell'impronta
può aiutarle a misurare i progressi. Inoltre, le iniziative attive e in
esecuzione da parte di aziende, governi, comunità e individui per promuovere
efficacemente la sostenibilità sono enfatizzate nella mappa interattiva di crowdsourcing
#MoveTheDate.
Riconoscendo l’importanza della Conferenza sul Clima COP26
prevista in Scozia, l'Agenzia scozzese per la protezione dell'ambiente (SEPA),
l'Università di Glasgow e il Global Footprint Network lanceranno il Giorno del Sovrasfruttamento della
Terra a Glasgowil 20 agosto. Basandosi sull'approccio normativo
della SEPA della "prosperità in un pianeta unico", l'evento in
streaming dal vivo prevede l’intervento dei leader del settore pubblico e
privato della Scozia e di tutto il mondo. Nel complesso, consentire all'umanità
di prosperare sul nostro pianeta limitato sta diventando una strategia
aziendale chiave.
L’approccio della "prosperità basata su un pianeta
unico" fornisce il contesto per il successo a lungo termine, con l'indice
di sviluppo umano delle Nazioni Unite e l'impronta ecologica come indicatori:
così sostiene l'e-book di cui sono
autori la Schneider Electric e Global Footprint Network.
La resilienza delle aziende, ma anche dei paesi e delle città,
dipende dalla corretta gestione delle risorse ecologiche. La biocapacità australiana è
scesa a quasi la metà durante i massicci incendi boschivi del 2019, facendo sì
che l'Australia debba fronteggiare, per la prima volta nella sua storia, un
deficit di biocapacità. Al contrario, la Scozia, con la sua
aggressiva strategia di decarbonizzazione e grazie a risorse di biocapacità
piuttosto significative, si sta rendendo conto che sta per chiudere il suo
annoso deficit di biocapacità. Il sovraconsumo globale è iniziato nei primi
anni '70. Ora, il debito ecologico cumulato risultante è pari alla produzione
di 18 anni della Terra.
In altre parole, il pianeta utilizzando tutta la sua capacità
rigenerativa, impiegherebbe 18 anni per ripianare i danni causati da un uso
eccessivo delle risorse naturali, ammesso che quei danni siano completamente
reversibili. L' esistenza di soluzioni fa pensare che sia possibile vivere
entro la capacità del nostro unico pianeta. Se riuscissimo a #MoveTheDate di 5
giorni ogni anno, l'umanità potrebbe vivere entro la capacità del nostro
pianeta prima del 2050.