domenica 30 novembre 2025

La forza della Memoria: Seregno e Rivarolo unite nel ricordo dei partigiani Colzani e Berone


Sabato 29 novembre 2025 è stato un pomeriggio intenso e carico di emozione che ha visto protagoniste le sezioni ANPI di Seregno e di Rivarolo, riunite per rinsaldare un legame fondato sulla condivisione della Memoria e dei valori della Resistenza. A raccontare lo spirito dell’iniziativa è Mariadele Frigerio, presidente dell’ANPI di Seregno, che definisce l’incontro “allegro ma soprattutto emozionante”, un momento di gioia e insieme di profonda riflessione.


Il gemellaggio tra le due sezioni ha assunto un significato particolarmente sentito: Seregno e Rivarolo sono unite infatti dal ricordo dei partigiani Livio Colzani e Flavio Berone, trucidati il 6 marzo 1944 a Castelnuovo Nigra. Una memoria dolorosa, come sottolinea Frigerio, ma al tempo stesso “piena di gratitudine e orgoglio” per il sacrificio di chi ha combattuto per la libertà.


Alla giornata hanno preso parte anche rappresentanti dell’amministrazione comunale di Seregno, tra cui il sindaco Alberto Rossi e il vicesindaco Viganò, insieme a esponenti del comitato di quartiere Sant’Ambrogio, a testimonianza della vicinanza delle istituzioni e della comunità a un percorso condiviso di storia e impegno civile.


“Grazie a tutt*”
, conclude la presidente dell’ANPI, rinnovando un messaggio che attraversa il tempo e torna attuale ad ogni incontro e iniziativa: Ora e sempre Resistenza.

Il Meredo si sveglia tra i lenzuoli: la protesta gentile che svela lo scempio della Tangenziale di Pedemontana


C’è un modo di protestare che non urla, non blocca strade, non accende polemiche. Un modo che parla al cuore prima che alle orecchie: stendere un lenzuolo bianco e lasciare che la sua semplicità diventi un messaggio inequivocabile.


È ciò che è accaduto ieri, sabato 29 novembre 2025, lungo le transenne del cantiere della futura tangenziale Meda–Seregno. All’improvviso, in una mattina che sembrava uguale a tutte le altre, quelle transenne che stringono il Parco del Meredo e le vie di Meda e Seregno si sono trasformati in un libro aperto, dove ogni lenzuolo era una pagina, ogni frase una ferita e al tempo stesso un atto d’amore.


Frasi semplici, dirette, impossibili da ignorare:

  • “No pedemontana. Salviamo il territorio.”
  • “Tangenzialina: ennesimo disastro ambientale.”
  • “Innamorati della vita, non del profitto.”
  • “Tangenzialina brucia natura & soldi.”
  • “Suolo libero.”
  • “Ne abbiamo pieni i polmoni.”
  • “Compensa qui, compensa là, ma l’asfalto non se ne va.”

Parole che oscillavano nel vento, come un coro silenzioso rivolto a chi passa distratto, a chi pensa che l’ennesima strada sia inevitabile, a chi ha smesso di credere che la bellezza valga la fatica di difenderla.


Chi ha appeso quei lenzuoli non è un gruppo di estremisti. Sono persone comuni: famiglie, giovani, pensionati, cittadini che hanno visto il loro quartiere trasformarsi in un corridoio di cantiere, che respirano polvere invece che aria, che assistono impotenti alla distruzione di un territorio che per decenni ha custodito prati, sentieri, biodiversità.


Sono cittadini che non si rassegnano.
Che chiedono una cosa semplice: essere ascoltati.

E proprio per questo la loro protesta è così disarmante: non urla, non insulta, ma mette a nudo l’assurdità di un’opera che divora terra mentre il mondo intero invoca il contrario.

 


 

venerdì 28 novembre 2025

Parcheggi al posto del parco: l’avanzata dell’asfalto nel cuore di Erba (CO)

Nelle foto: il parco privato di via Volta, che verrà in parte cancellato per la costruzione dei nuovi parcheggi

di Roberto Fumagalli, presidente del Circolo Ambiente "Ilaria Alpi"

A Erba si asfaltano aree verdi e si tagliano alberi per fare posto ai nuovi parcheggi! L'attuale Amministrazione comunale di Erba si dimostra a senso unico nelle scelte che sta portando avanti: solo distese di asfalto per la realizzazione dei nuovi posteggi.

Citiamo i più recenti progetti per i nuovi parcheggi in fase di realizzazione o di programmazione:

  • si va dai posteggi realizzati di recente in via Fiume (zona ex Enel), che hanno determinato il taglio di alcune piante;
  • a Crevenna si stanno completando nuovi parcheggi nel giardino dell’ex Ca’ Mornigo, anche qui sacrificando molti alberi;
  • ad Arcellasco il progetto di una nuova lottizzazione residenziale in via Marconi porterà – oltre a nuovo consumo di suolo su un’ampia area verde – anche la creazione di nuove aree di sosta al posto dei prati;
  • sempre ad Arcellasco, il progetto per un nuovo parcheggio in un’area verde di via Brugora.

Non bastassero questi, la recente variante al PGT contempla altri nuovi parcheggi:

  • in centro città si prevede di realizzare un nuovo collegamento viario e nuovi posteggi tra via Volta e via Diaz, cancellando con l’asfalto un bellissimo parco privato, con conseguente taglio di alberi di alto fusto (tra cui cedri, pini, ginkgo biloba);
  • infine in via Battisti si prevede un nuovo parcheggio di fianco alla scuola elementare, che cancellerà un’area privata con antico frutteto e orto (contro questa previsione i proprietari hanno presentato un ricorso al TAR).

Contro questi ultimi due interventi, molti cittadini – residenti nelle rispettive zone – ci hanno segnalato come inaccettabili e rovinose queste previsioni, poiché causeranno la cancellazione delle aree verdi e il taglio degli alberi!


Tutte queste scelte a base di asfalto avvengono in una città già fortemente cementificata, che più volte negli ultimi anni si è trovata in cima alla poco onorevole classifica del territorio con maggior consumo di suolo in provincia di Como: nel 2020 Erba è risultata di gran lunga il comune che ha cementificato di più (oltre 6 ettari in un anno, un vero record negativo!); nel 2024 il secondo in provincia!
Erba già oggi ha un centro città con poche zone libere dal cemento e poche piante, ma ora – per colpa delle pessime scelte dell’Amministrazione – si sta caratterizzando per l’asfaltatura di aree verdi e per il taglio di alberi! Il tutto per creare nuovi posteggi, che avranno come effetto quello di attirare ulteriore traffico in centro, quando – al contrario – l’obiettivo di un’Amministrazione lungimirante dovrebbe essere quello di lasciare le auto fuori dal centro città, rendendo pedonali e ciclabili le aree centrali.

Invece l’attuale Amministrazione comunale sa solo premere l’acceleratore sulle asfaltature delle aree verdi! Pessime scelte che non faranno altro che peggiorare la qualità di vita dei cittadini, l’inquinamento dell’aria, le isole di calore in centro!
La città di Erba ha bisogno di altro: di più verde, di più alberi, di aree pedonali e ciclabili; altro che nuovi parcheggi!

giovedì 27 novembre 2025

Pedemontana e la bonifica da diossina: sotto terra la verità – 12 aree ancora contaminate


A seguito della seduta dell’Osservatorio Permanente sulla Bonifica da Diossina della tratta B2 della Pedemontana, svoltasi il 17 novembre presso la sede di ARPA Monza, il Coordinamento dei gruppi ambientalisti e delle liste civiche (Sinistra e Ambiente–Impulsi Meda, Legambiente Seveso, Seveso Futura, Passione Civica Cesano, Altra Bovisio Masciago, Comitato Ambiente Bovisio, Cittadini per Lentate) ha diffuso un’analisi dettagliata sull’andamento dei lavori. L’obiettivo è chiarire lo stato effettivo della bonifica, andando oltre comunicazioni giudicate “ottimistiche” o “semplificate”, e offrendo alla cittadinanza un quadro completo delle criticità tuttora presenti.

La riunione del 17 novembre è stata convocata su esplicita richiesta del Coordinamento, che da mesi denuncia difficoltà nell’ottenere dati tempestivi e completi da parte dei soggetti incaricati della bonifica. Solo attraverso specifici accessi agli atti gli ambientalisti sono riusciti ad acquisire le prime risultanze dei collaudi condotti in contraddittorio con ARPA su alcuni lotti già scavati, dai quali sono emersi diversi mancati raggiungimenti degli obiettivi di bonifica.

All’incontro erano presenti ARPA, Pedelombarda Nuova (General Contractor), Autostrada Pedemontana Lombarda, Regione Lombardia  Direzione Ambiente e Clima, e le amministrazioni comunali di Cesano Maderno, Seveso, Bovisio Masciago e Barlassina, oltre a una nutrita delegazione di associazioni e comitati del territorio.

Stato della bonifica: i numeri reali

Pedelombarda Nuova ha illustrato l’avanzamento dei lavori sui lotti finora affrontati: 2, 2A (Seveso), 3, 3-var, 4, 5 e 6 (Cesano Maderno). Da tali aggiornamenti emergono dati significativi:

  • Il 75% della superficie interessata è stato scavato e il terreno contaminato è stato rimosso.
  • Solo il 56% della superficie è stato sottoposto alle verifiche di collaudo con ARPA.

Ed è proprio la fase di collaudo a evidenziare le principali criticità: su 16 Aree Sorgente già esaminate, 12 non hanno raggiunto gli obiettivi di bonifica previsti dal D.Lgs 152/2006, che stabilisce i limiti per Diossine e Furani (10 ng/kg per aree residenziali/verde pubblico, 100 ng/kg per aree industriali).

Il Coordinamento sottolinea che, finché tali valori non rientrano nelle soglie di legge, “la bonifica non può dirsi completata”. Per questo motivo ritiene fuorviante l’affermazione secondo cui “il 75% delle aree sarebbe stato bonificato”: il dato riguarda solo lo scavo, non l’effettivo raggiungimento degli standard normativi.

Le non conformità comportano la necessità di scavi suppletivi di 20 cm, con nuova caratterizzazione del terreno, abbancamento in discariche autorizzate e ulteriori analisi in contraddittorio con ARPA. Pedelombarda Nuova stima che saranno rimossi almeno 3.500 m³ di terreno aggiuntivo, pari a circa 6.000 tonnellate.

Finora i costi aggiuntivi risultano coperti dal quadro economico dell’opera, ma il Coordinamento evidenzia che lo scenario potrebbe evolvere man mano che proseguiranno gli scavi sui lotti ancora non verificati, in particolare i Lotti 2 e 1 (Seveso e Meda).

Gli ambientalisti hanno chiesto il dettaglio completo sulla classificazione dei terreni smaltiti e sulle discariche di destinazione. Pedelombarda Nuova ha riferito che nessuna terra è stata finora classificata come rifiuto pericoloso, e si è impegnata a fornire i dati richiesti.

Per quanto riguarda la qualità dell’aria in cantiere:

  • non sono stati registrati superamenti dei limiti di Diossina,
  • alcuni picchi di PM10 sono stati affrontati con fermate temporanee dei lavori e l’uso di “cannon fog”.

Sono state inoltre segnalate possibili mancanze nell’applicazione dei protocolli di sicurezza da parte di operatori nei cantieri; Pedelombarda ha preso atto dell’osservazione impegnandosi a vigilare maggiormente.

Oltre alla diossina, sono emerse ulteriori criticità:

  • 6 superamenti dei limiti di IPA (Idrocarburi Policiclici Aromatici) nel Lotto 3 di Cesano Maderno, per i quali si stanno definendo nuove modalità di gestione con ARPA e Regione Lombardia.
  • Ritrovamenti di amianto in alcune aree durante la Bonifica Ordigni Bellici: sia in frammenti di eternit sia frammisto al terreno.
  • A Barlassina, nelle future aree di viabilità complementare, è stata rilevata un’ampia presenza di amianto, che richiederà interventi specifici e maggiori costi.

ARPA sta conducendo le analisi in contraddittorio con accuratezza, supportata anche da laboratori esterni per far fronte all’enorme carico di lavoro. Le associazioni chiedono una nuova convocazione dell’Osservatorio nei primi mesi del 2026, quando la fase di scavo dovrebbe essere quasi completata e disponibili i collaudi delle aree residue.

Il Coordinamento chiude il suo resoconto ricordando che, nonostante dichiarazioni rassicuranti, la bonifica è lontana dalla conclusione e richiede ancora attenzione, trasparenza e vigilanza costante.

mercoledì 26 novembre 2025

WWF Insubria: nuove piantumazioni tra Seveso e Meda

I volontari del WWF Insubria al lavoro

Negli ultimi giorni il WWF Insubria è stato protagonista di una serie di iniziative dedicate alla riforestazione, alla tutela della biodiversità e all’educazione ambientale. Tra Seveso e Meda, volontari, scuole, famiglie e realtà locali si sono uniti per dare nuova vita a oasi, parchi urbani e aree naturalistiche ricche di storia.

Piantumazioni al Fosso del Ronchetto – 22 e 29 novembre


Il primo appuntamento si è svolto il 22 novembre, quando i volontari WWF hanno dato avvio alla “Giornata di Piantumazione” presso l’Oasi Fosso del Ronchetto a Seveso. L’area è un luogo unico nel suo genere: un antico relitto glaciale trasformato nel tempo in un prezioso mosaico di boschi, stagni e habitat fondamentali per specie come il tritone crestato e il tritone punteggiato.

La giornata del 22 novembre ha permesso alla comunità di contribuire attivamente al rimboschimento dell’area, pesantemente colpita negli ultimi anni dagli effetti dei cambiamenti climatici. Sono stati messi a dimora decine di alberi e arbusti in un clima di partecipazione e condivisione.

Il 29 novembre, sempre al Fosso del Ronchetto, si terrà il secondo appuntamento, organizzato insieme a Humana People to People Italia, nell’ambito della campagna nazionale per piantare 30.000 alberi entro il 2027 nelle oasi WWF e in altre aree verdi. L’iniziativa, intitolata “Vestiamo le oasi di verde”, inizierà alle ore 10:00 e sarà l’occasione per dare continuità al lavoro svolto il 22 novembre. Ai partecipanti è consigliato di portare guanti e scarpe da giardinaggio, e al termine delle attività è previsto anche un momento conviviale.

Verso la Festa dell’Albero – 2 dicembre a Meda


La terza iniziativa riguarda invece l’Oasi Urbana WWF Valle dei Mulini, nei Giardini della Scuola Diaz di Meda, dove il 2 dicembre 2025 si terrà la terza edizione della “Festa dell’Albero”, proseguendo un percorso iniziato nel 2023 insieme al Comune di Meda e all’Istituto Comprensivo Diaz.

Negli ultimi due anni, grazie al coinvolgimento di studenti, volontari e associazioni locali, sono già stati piantati oltre 400 alberi e arbusti, oltre a una nuova vigna, un piccolo frutteto con 60 alberi, e alcuni pini silvestri. Questi interventi hanno segnato la rinascita del vecchio Sentiero della Vigna e del Vecchio Mulino, restituendo al quartiere un ambiente più ricco e accogliente.

Il 2 dicembre si proseguirà con la messa a dimora delle ultime piante rimaste: ginestre, rose canine, ciliegi, cappelli del prete e palloni di maggio, che daranno ulteriore colore ai giardini nel corso della primavera 2026.

Il WWF invita tutti a partecipare agli eventi ancora in programma e a sostenere attivamente le attività dell’associazione, perché la tutela del pianeta inizia sempre da piccoli gesti concreti.

Per informazioni: 331 2976315 – wwfinsubria@gmail.com

I martiri di Basovizza chiedono giustizia nella toponomastica di Seregno

Il post che abbiamo pubblicato ieri, 25 novembre 2025, ci ha spinto a tornare su una delle pagine più oscure della nostra storia: le fucilazioni di Trieste del settembre 1930, quattro condanne capitali decise dal Tribunale Speciale di cui Ivo Oliveti faceva parte. Approfondire quei fatti significa capire meglio perché quel nome, ancora oggi sulle targhe di Seregno, non può essere considerato neutrale.

I quattro partigiani fucilati a Basovizza il 6 dicembre 1930. Fonte: Patria indipendente, 19 dicembre 2010.

A volte la memoria si illumina da sola: basta accostare due immagini, due gesti, due momenti di storia che sembrano lontani e invece parlano la stessa lingua.

Da una parte, le pagine nere del Tribunale Speciale per la difesa dello Stato, dove tra il 1928 e il 1935 sedeva anche Ivo Oliveti, non magistrato ma uomo di fede fascista scelto proprio per questo. Le carte, studiate da storici, parlano chiaro: in quegli anni Oliveti partecipò a numerose sentenze di condanna contro dissidenti antifascisti, comprese condanne a morte.

Tra queste, le più note sono quelle del settembre 1930, quando vennero fucilati quattro giovani antifascisti sloveni e croati:

  • Ferdo Bidovec
  • Alojzij Valenčič
  • Fran Marušič
  • Zvonimir Miloš

Erano gli anni bui della repressione al confine orientale: italianizzazione forzata, persecuzioni delle minoranze, violenza di Stato. I quattro – poi ricordati come i Bazoviški junaki, gli Eroi di Bazovica – avevano partecipato a un attentato al giornale fascista “Il Popolo di Trieste”, un gesto estremo nato dentro un contesto di oppressione sistematica. Furono processati dal Tribunale Speciale e giustiziati all’alba al poligono di tiro di Basovizza.

In Slovenia e in tutta l’area del confine, il loro ricordo è diventato da allora simbolo di resistenza antifascista. Un monumento, eretto dalle associazioni locali, ne custodisce la memoria. Ogni anno si celebra una cerimonia: perché quelle morti non furono un incidente della storia, ma un monito.


E quel monumento, nel 2020, ha ospitato una delle immagini più belle della storia repubblicana recente:
Trieste, 13 luglio 2020. Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il Presidente della Slovenia Borut Pahor si tengono per mano davanti al monumento ai caduti sloveni di Basovizza.

Un gesto semplice, un gesto enorme.
Un gesto che dice: riconosciamo il dolore, condanniamo il fascismo, onoriamo chi ha combattuto per la libertà.

E non è stato un episodio isolato. Già nel 1997, il Presidente Oscar Luigi Scalfaro, primo capo di Stato italiano in visita ufficiale in Etiopia, aveva chiesto scusa – a nome di tutta la Repubblica – per la guerra coloniale fascista, per i bombardamenti con iprite, per le atrocità commesse.

La storia è questa:

  • Scalfaro chiede scusa per l’aggressione coloniale;
  • Napolitano rende omaggio in Africa alle vittime dell’espansione fascista;
  • Mattarella si reca a Basovizza e onora gli antifascisti giustiziati dal Tribunale Speciale a cui partecipò Oliveti.

E allora la domanda è inevitabile:
se tre Presidenti della Repubblica hanno saputo prendere posizione con questa chiarezza, perché non dovrebbe farlo il Comune di Seregno?

Perché mai dovremmo continuare a tenere nelle nostre strade il nome di un uomo che fu protagonista di quella repressione?
Perché mai dovremmo perpetuare un’intitolazione nata negli anni Trenta, nel pieno della propaganda fascista, per esaltare un regime che i nostri Presidenti hanno condannato senza esitazioni?

Non è questione di giudicare persone lontane nel tempo: è questione di scegliere cosa vogliamo ricordare oggi.
È questione di coerenza con i valori costituzionali.
È questione di rispetto verso chi ha subito violenza, coloniale e politica.
È questione di civiltà.

Se i Presidenti della Repubblica, massima espressione dell’unità nazionale, hanno saputo chinare il capo davanti ai caduti di Basovizza e davanti alle vittime dell’Etiopia, Seregno può – anzi deve – fare la sua parte.

Cambiare il nome di quella via non riscriverà la storia, ma dirà una cosa semplice e fondamentale:
noi scegliamo di stare dalla parte delle vittime, non dei persecutori.

Ed è ora che questa scelta venga finalmente compiuta.

martedì 25 novembre 2025

È ora di dire basta: Seregno non può continuare a onorare chi la dignità umana l’ha calpestata

Mussolini appunta la medaglia d'oro al V.M. sul petto della figlia di Ivo Oliveti. L'Illustrazione Italiana, 5 aprile 1936

Ci sono nomi che pesano come pietre. Nomi che non andrebbero pronunciati se non per ricordare ciò che non deve più accadere. Eppure, a Seregno, nel quartiere Lazzaretto, questi nomi continuano a vivere sulle targhe stradali, mimetizzati nell’abitudine quotidiana, quasi innocui. Ma innocui non sono.

Cinque anni fa avevamo già raccontato la storia di via Oliveti, una strada dietro l’Abbazia Olivetana che molti, in buona fede, credono dedicata al complesso monastico. Ma la verità è un’altra, e non è una verità comoda.

Quella via porta il nome di Ivo Oliveti, aviatore fascista morto in Etiopia e decorato da Mussolini con la medaglia d’oro al valor militare. Una biografia che il regime aveva costruito con cura propagandistica, cementando il mito dell’eroe caduto per l’Impero. Ma i miti della dittatura, quando la si guarda negli occhi senza retorica, rivelano spesso un volto oscuro.

Oliveti, prima ancora delle imprese belliche, fu infatti giudice del Tribunale speciale per la difesa dello Stato, l’organo repressivo che dal 1927 al 1943 stritolò oppositori, antifascisti, semplici sospettati. Un tribunale politico composto da magistrati e militi in camicia nera, molti dei quali provenienti dalle file degli squadristi.

Lo storico Mimmo Franzinelli – uno dei maggiori studiosi della giustizia fascista – lo cita più volte nel suo volume Il tribunale del duce. Non con toni celebrativi, ovviamente, ma negli elenchi dei responsabili di condanne capitali, persecuzioni, esecuzioni. Oliveti era tra i “duri”, tra quelli che sostenevano la pena di morte e che ebbero più volte la “soddisfazione” di decretarla.

Emblematica è la pagina scura delle fucilazioni di Trieste del settembre 1930: quattro condanne capitali, decise anche grazie a Oliveti. E mentre i condannati attendevano l’alba e i moschetti puntati al petto, i giudici trascorrevano la notte come se nulla fosse. L’informativa di polizia riportata da Franzinelli è agghiacciante: Cristini, presidente del Tribunale, passò quelle ore con una prostituta procurata da due colleghi. Uno di questi era proprio Ivo Oliveti.

Ed eccoci a oggi, 25 novembre 2025, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Una giornata che Seregno celebra con un programma ricco, necessario, urgente. Una giornata in cui si parla di rispetto, di dignità, di diritti calpestati, di cicatrici sulla pelle e nella vita. Una giornata che invita al coraggio di guardare in faccia tutte le forme di violenza, anche quelle che la Storia ha normalizzato.

E mentre sfogliamo il pieghevole delle iniziative comunali, l’occhio cade su un indirizzo:
Centro Antiviolenza White Mathilda – via Oliveti 17.

Via Oliveti.
Sì, proprio lui.
Proprio quel nome.
La via in cui si offre ascolto e protezione alle donne, porta il nome di un uomo che, secondo le fonti storiche, contribuì a procurarne una per “allietare” un giudice dopo aver firmato condanne a morte.
Un paradosso insopportabile, una dissonanza che ferisce.

Perché una città che condanna la violenza non può continuare a celebrarne – seppur inconsapevolmente – gli artefici.
Perché la toponomastica non è neutrale.
Perché ogni nome sulle nostre strade dice qualcosa di ciò che scegliamo di ricordare.

Oggi, proprio oggi, è evidente più che mai: è arrivato il tempo di cambiare il nome di via Oliveti.
Non per cancellare la storia, ma per smettere di onorare chi di quella storia rappresenta una pagina di brutalità.
Non per creare disagio ai residenti – un disagio minimo, una volta nella vita – ma per ristabilire un principio: nello spazio pubblico non si celebrano carnefici, nostalgie di dittatura, uomini che si fecero strumento di repressione e di violenza.

Cambiare quel nome è un atto di giustizia simbolica, civile, morale.
È un gesto che dice: abbiamo capito, abbiamo imparato, non tolleriamo più.
È un gesto che parla alle donne, agli antifascisti, a chi crede nella libertà, a chi rifiuta ogni violenza – fisica, politica, sociale.

Le targhe delle nostre strade devono raccontare chi vogliamo essere.
E noi vogliamo essere una comunità che la dignità la difende, non la oltraggia.


È tempo che quella via smetta di ricordare Ivo Oliveti.
È tempo che Seregno scelga di ricordare meglio.

Variante PTCP 2025: la Brianza rischia di perdere terreno


Negli ultimi mesi la Provincia di Monza e Brianza ha avviato il percorso di aggiornamento del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP), lo strumento che definisce le regole generali per l’uso del territorio: dove si può costruire, quali aree devono essere tutelate, come va preservata la rete ecologica, quali interventi sono compatibili con la tutela ambientale e paesaggistica.

Il PTCP, dunque, non è un documento tecnico per pochi addetti ai lavori: è il quadro che orienta le scelte urbanistiche dei Comuni e che influisce concretamente sulla qualità dell’ambiente, sul consumo di suolo, sulla sicurezza idrogeologica e sulla protezione degli spazi naturali.

Nel 2025 la Provincia ha pubblicato una nuova proposta di modifica – la “Variante 2025” – presentata come un aggiornamento tecnico e cartografico. Tuttavia, come abbiamo già evidenziato su questo blog, queste modifiche toccano aspetti sensibili della pianificazione territoriale, introducendo nuove regole e maggiore flessibilità in settori che incidono direttamente sulla tutela del paesaggio, delle aree agricole e della rete ecologica provinciale.

Secondo la normativa italiana ed europea, quando una modifica di piano può avere effetti significativi sull’ambiente, dev’essere sottoposta a una Valutazione Ambientale Strategica (VAS): un processo trasparente che analizza gli impatti delle scelte e permette la partecipazione dei cittadini e delle associazioni.

Proprio su questi aspetti è intervenuto il Coordinamento Ambientalista “Osservatorio PTCP di Monza e Brianza”, che ha presentato una serie di osservazioni e richieste formali, sostenendo che la Variante 2025 contenga cambiamenti troppo rilevanti per essere approvati senza una VAS completa.

Di seguito, proponiamo un’intervista approfondita a Giorgio Majoli, portavoce del Coordinamento, per capire meglio quali siano le criticità rilevate e perché, secondo gli ambientalisti, questa Variante debba essere valutata con maggiore attenzione.

Intervista a Giorgio Majoli

Giorgio Majoli, al centro, durante un sopralluogo

D. Majoli, avete appena presentato una serie di osservazioni alla Provincia sulla “Variante 2025” del PTCP. Perché questa scelta?

R. «Perché la Variante 2025 non è una semplice modifica minore, come viene presentata. Analizzando i documenti abbiamo riscontrato criticità rilevanti che non possono essere liquidate con un semplice screening. Secondo noi, per la portata dei cambiamenti e per i potenziali impatti cumulativi sul territorio, serve una Valutazione Ambientale Strategica completa, trasparente e partecipata. Le norme europee e nazionali sono chiare: quando un piano può incidere sull’ambiente in modo significativo, la VAS è obbligatoria.»

D. Entriamo nel merito. Una prima criticità riguarda l’aumento di “flessibilità normativa”. Cosa intendete?
R. «La Variante introduce margini di interpretazione molto ampi nelle aree tutelate. Questo significa che norme nate per garantire salvaguardia e protezione diventano più controverse, più interpretabili, e quindi potenzialmente più vulnerabili.
La preoccupazione è chiara: una disciplina troppo “flessibile” rischia di diventare una porta aperta a deroghe e trasformazioni difficili da controllare. In un territorio fragile come la Brianza, questo è particolarmente pericoloso. Abbiamo bisogno di chiarezza, stabilità e certezze, non di incertezze normative.»


D. Avete segnalato anche il rischio di nuove edificazioni in aree geomorfologicamente fragili. Perché?
R. «Perché le modifiche all’articolo 11 potrebbero permettere interventi edilizi perfino in valloni, orli di terrazzo, scarpate e altri ambiti geologicamente delicati, se questi ricadono dentro aree urbanizzate.
In Brianza molte zone sensibili sono ormai inglobate nella città: ciò significa che la Variante potrebbe indirettamente favorire nuove costruzioni proprio dove il territorio è meno adatto. Questo comporta rischi sia per la sicurezza idraulica sia per il consumo di suolo, che qui è già oltre i livelli di guardia.»

D. Nel vostro documento parlate anche di impianti a fonti rinnovabili: non siete favorevoli?
R. «Anzi, siamo favorevolissimi. Ma la Variante prevede la possibilità di installare impianti a fonti rinnovabili anche in aree agricole strategiche e nella rete ecologica, senza però definire criteri chiari per localizzazione e valutazione degli impatti.
Senza regole precise – lo ribadiamo – anche un intervento virtuoso può creare danni, ad esempio interrompendo corridoi ecologici o frammentando spazi naturali fondamentali. Le energie rinnovabili vanno sviluppate, ma con criteri robusti e non lasciando spazio all’improvvisazione.»

D. Un’altra criticità riguarda l’introduzione dei SIP. Cosa non funziona?
R. «La Variante introduce una nuova categoria di interventi, i Servizi di Interesse Provinciale, ma non ne definisce la tipologia.
Questo rende impossibile una valutazione trasparente degli impatti. È una sorta di scatola vuota che un domani potrebbe essere riempita con qualsiasi cosa, anche con funzioni potenzialmente insediabili nella Rete Verde, che è l’ossatura ecologica del territorio.
Una previsione così vaga è in contrasto con l’obiettivo di non compromettere la funzionalità ecologica dei nostri sistemi verdi.»


D. Le compensazioni ambientali sono un tema centrale. Cosa non va nella Variante?
R. «È stato introdotto un nuovo articolo sulle compensazioni ambientali e territoriali, ma senza indicare standard minimi, indicatori misurabili, criteri chiari.
Senza numeri e parametri verificabili la compensazione rischia di diventare una formalità burocratica che non garantisce un reale equilibrio ecologico.
Noi chiediamo criteri precisi e meccanismi certi di applicazione. Una compensazione deve ristabilire ciò che si perde, non limitarsi a dichiararlo.»


D. Parliamo di partecipazione. Perché ritenete inadeguati i tempi previsti?
R. «Perché la Provincia ha messo a disposizione i documenti per soli 30 giorni, un tempo insufficiente per un confronto pubblico serio su scelte che influenzeranno il territorio per decenni.
Chiediamo un incontro pubblico, più tempo e più strumenti di partecipazione. La VAS completa garantirebbe proprio questo: trasparenza, confronto e coinvolgimento dei cittadini e delle associazioni.»


D. In sintesi, cosa chiedete alla Provincia?
R. «Chiediamo una cosa semplice e di buon senso: che la Variante 2025 venga assoggettata a Valutazione Ambientale Strategica completa.
Non siamo contrari agli aggiornamenti del PTCP, ma qualunque modifica che incide sulle tutele ambientali deve essere valutata con la massima attenzione.
La Brianza è una delle aree più consumate d’Italia: ogni passo verso una maggiore flessibilità urbanistica deve essere accompagnato da garanzie solide, verificabili e trasparenti. Altrimenti il rischio è di compromettere ulteriormente un territorio che ha già pagato troppo.»

 

Per scaricare le osservazioni presentate dal Coordinamento Ambientalista cliccare qui.

 

lunedì 24 novembre 2025

Valle dei Mulini (Meda), cresce la preoccupazione: “Ritardi ingiustificati sulla compensazione ambientale”

La Misura Compensativa MC15 “Valle dei Mulini” di Meda 

Nella vicenda della Misura Compensativa MC15 “Valle dei Mulini”, il gruppo civico Sinistra e Ambiente-Impulsi torna a sollevare interrogativi e preoccupazioni, richiamando i cittadini di Meda sulla lentezza dell’iter di realizzazione. La questione riguarda una delle opere ambientali più rilevanti collegate al Masterplan Pedemontana del 2009.

Il gruppo ricorda che “in data 07/11/2025, Sinistra e Ambiente-Impulsi, Partito Democratico e Medaperta avevano protocollato un’interrogazione per avere un aggiornamento ufficiale sulla compensazione ambientale prevista a Meda”. La risposta dell’amministrazione Santambrogio è arrivata il 20/11/2025, ma secondo i promotori dell’interrogazione mostra un quadro tutt’altro che rassicurante.

Gli ambientalisti sottolineano come, dopo la firma del Protocollo d’Intesa tra Comune di Meda e Autostrada Pedemontana Lombarda, avvenuta il 05/08/2024, ci si aspettasse l’avvio rapido della fase progettuale, soprattutto alla luce del contributo di 215.500 euro, versato da APL nella tesoreria comunale il 16/10/2024, e destinato proprio alla progettazione.

Eppure, lamentano, “non c’è ancora alcun incaricato per la progettazione e tantomeno un progetto della Misura Compensativa MC15 da valutare. L’incarico è previsto nell’esercizio 2026 mentre la realizzazione è slittata al triennio 2026-2028”. Un rinvio che appare ai gruppi firmatari come l’ennesimo passo indietro nella tutela di un’area di pregio.

Nella risposta ufficiale indirizzata al consigliere Marcello Proserpio, il Sindaco di Meda Luca Santambrogio conferma diversi elementi sollevati nell’interrogazione. Specifica che “alla data attuale non risulta formalizzato l’incarico di progettazione, per quanto vi siano state interlocuzioni con il professionista che aveva già seguito la progettazione dell’intervento nel 2009”, e comunica che l’intera operazione è stata “riprogrammata sul triennio 2026/2028, con incarico di progettazione nell’esercizio 2026”.

A proposito dei rapporti istituzionali, il sindaco aggiunge che “ulteriori passaggi informativi in Commissione avverranno non appena completata la fase progettuale”. Quanto all’ipotesi di trasferire fondi aggiuntivi — come suggerito nella stessa interrogazione — Santambrogio precisa che tale possibilità “potrà essere valutata solo a valle dell’approvazione del progetto esecutivo con il quadro economico definitivo dell’intervento”.

Il confronto tra gruppi civici e amministrazione evidenzia una distanza significativa sulla tempistica e sulla priorità attribuita alla Valle dei Mulini. Da un lato, chi vede nella compensazione ambientale un’occasione irrinunciabile per migliorare un’area dal grande valore storico e naturalistico; dall’altro, un’amministrazione che riconosce i ritardi ma rimanda gli sviluppi operativi a prossimi esercizi finanziari.

Nel frattempo, Sinistra e Ambiente-Impulsi assicura che “continuerà a monitorare con puntualità e interesse questo importante intervento ambientale”.
Una promessa che si traduce nella volontà di mantenere vivo il dibattito pubblico attorno a un’opera attesa da oltre un decennio e che, per molti cittadini, rappresenta un vero test di credibilità per la politica ambientale locale.

sabato 22 novembre 2025

Oggiono, il Circolo Ambiente contro il dragaggio del Gandaloglio: “Rischio di danni ecologici”

Gandaloglio, esondazione Oggiono (ottobre 2024)

Il progetto del Comune di Oggiono (LC) per rimuovere i detriti dal letto del torrente Gandaloglio solleva critiche da parte del Circolo Ambiente “Ilaria Alpi”. Secondo l’associazione, l’intervento previsto — che prevede il passaggio delle ruspe in diversi tratti del torrente — rischierebbe di alterare l’equilibrio ecologico di uno degli ultimi corsi d’acqua ancora in buona parte naturali della zona.

Per il Circolo Ambiente, i depositi di ghiaia e sedimenti non sarebbero un problema da eliminare, ma un elemento naturale della dinamica fluviale. «Il trasporto di detriti è un processo fisiologico dei torrenti — spiega il presidente Roberto Fumagalli —. Rimuoverli significa intervenire su un equilibrio naturale che si ripristinerà comunque e che, se alterato, può arrecare più danni che benefici».

L’associazione chiede in particolare che non vengano toccati gli ultimi tratti rimasti naturali, in cui il torrente può espandersi nei prati limitrofi. Si tratta della porzione a valle della SP51, tra cascina Bergamina e cascina Altobello, fino al collegamento con il canale diretto verso la futura vasca di laminazione.
«È in queste aree — sostiene il Circolo — che il Gandaloglio deve poter mantenere la sua capacità di esondare in modo naturale».

Più accettabile, secondo gli ambientalisti, sarebbe intervenire solo nei tratti ormai fortemente artificializzati, come quello a monte del ponte della Santa, dove l’alveo è stretto tra recinzioni e edifici industriali.

Alla base del progetto comunale ci sarebbero anche gli allagamenti verificatisi nel 2024 e nel 2025 nella zona del Mognago, prima del tratto destinato alla futura vasca di laminazione della Redaella. Secondo l’associazione, gli episodi dimostrerebbero che il Gandaloglio non si comporta come un canale artificiale, come ipotizzato in fase di progettazione della vasca, ma è soggetto a variazioni naturali del proprio letto.

«I fiumi non sono tubi idraulici in cui basta impostare pendenze e sezioni per controllare il flusso — ribadisce Fumagalli —. Adattarsi alla loro natura significa lasciare spazio alle esondazioni e ridurre l’impermeabilizzazione del suolo».

Gandaloglio al Mognago di Oggiono (novembre 2025)

L’associazione lega il problema non solo agli interventi idraulici, ma soprattutto alle trasformazioni urbanistiche degli ultimi decenni. A Oggiono, come in altri comuni attraversati dal Gandaloglio, le zone storicamente destinate alle esondazioni naturali — in particolare tra Peslago e Mognago — sarebbero state progressivamente occupate da capannoni e villette.

Per il Circolo Ambiente, questo avrebbe aggravato gli episodi di dissesto idrogeologico, rendendo il territorio più vulnerabile alle piogge intense.
La ricetta proposta dall’associazione è opposta alla logica delle opere idrauliche: stop al consumo di suolo, rinaturalizzazione delle sponde, restituzione di spazi vitali ai corsi d’acqua e rispetto del loro ecosistema.

In attesa che l’amministrazione comunale definisca tempi e modalità degli interventi di dragaggio, la discussione sulla gestione del Gandaloglio rimane aperta. Da un lato le esigenze di sicurezza idraulica, dall’altro la richiesta degli ambientalisti di adottare un approccio più vicino alla natura del torrente e meno basato sulla movimentazione meccanica dei sedimenti.

Il confronto tra Comune, tecnici e associazioni potrebbe diventare l’occasione per ripensare il rapporto tra urbanizzazione, fiumi e rischio idrogeologico in un territorio che, negli ultimi anni, ha mostrato tutta la sua fragilità.

venerdì 21 novembre 2025

Meda: cantieri Pedemontana, ciclabili e fondi regionali. Tutte le novità dalla Commissione Territorio

Mercoledì 19 novembre 2025 si è riunita la Commissione consiliare Territorio e Ambiente del Comune di Meda. All’ordine del giorno, gli aggiornamenti sulle opere di compensazione legate alla realizzazione di Pedemontana e sul protocollo d’intesa che coinvolge il Comune.

Viabilità: programmati i periodi di chiusura degli svincoli sulla SS35


Il sindaco Luca Santambrogio ha comunicato le tempistiche previste da Pedemontana per gli svincoli medesi della SS35:

  • Da settembre 2026 a luglio 2027 sarà chiuso lo svincolo di via Cadorna, mentre rimarrà aperto in tutte le direzioni quello di via Vignazzola.
  • Da luglio 2027 ad aprile 2028 la situazione si invertirà: chiusura di via Vignazzola e apertura dello svincolo Cadorna.

La chiusura del 2026 scatterà solo dopo il completamento della Tangenziale Meda–Seregno sud, che rappresenta una condizione vincolante.

Nuovi fondi regionali per le compensazioni

Regione Lombardia ha destinato 5 milioni di euro ai Comuni della tratta B2, più Bovisio Masciago (tratta C).
La gestione dei fondi passerà attraverso la Provincia di Monza e Brianza, che – dopo un protocollo d’intesa con i Comuni – potrà:

  • utilizzare parte delle risorse (esclusi gli 800.000 € destinati a Meda) per interventi di riqualificazione della SS dei Giovi,
  • oppure lasciare ai singoli Comuni la gestione diretta, sempre tramite accordo provinciale.

Ciclovia Meda–Milano: il tratto medese verso Porada e Meredo


Il Comune di Meda valuta di destinare la propria quota (circa 800.000 €) alla realizzazione del tratto locale della Ciclovia Meda–Milano, che:

  • da via Asti arriverebbe in via Croce, collegando così il Parco delle Groane-Brughiera con il Parco della Porada per poi proseguire verso il Meredo (Parco GruBrìa).

Il sindaco ha espresso l’intenzione di affidare l’opera alla Provincia MB.
Il costo stimato è di circa 420.000 €, a cui vanno aggiunti IVA, progettazione, sicurezza e spese tecniche.
L’eventuale avanzo sarebbe destinato alle opere del Masterplan delle compensazioni, che integrerà sia gli interventi già eseguiti da BrianzAcque, sia quelli finanziati tramite il bilancio partecipato e gestiti da WWF Insubria.

Riqualificazione di via Indipendenza e nuova ciclopedonale


Il sindaco ha inoltre aggiornato sul progetto di riqualificazione di via Indipendenza, nel tratto da via Caterina da Siena al confine con Seregno, che prevede:

  • una pista ciclopedonale con superfici drenanti, in linea con i criteri della “città spugna”.
  • Meda ha già ottenuto l’intesa con il Comune di Seregno affinché la ciclabile prosegua oltre il confine, collegandosi al Parco della Porada e al Meredo.
  • La parte seregnese del tracciato sarà finanziata direttamente da Pedemontana.

giovedì 20 novembre 2025

Diventa Guardia Ecologica Volontaria: parte il corso al Parco GruBrìa


A partire da dicembre 2025, la Provincia di Monza e della Brianza, in collaborazione con il Parco GruBrìa, organizza un corso di formazione per diventare Guardia Ecologica Volontaria (GEV). L’iniziativa si rivolge a tutti coloro che amano la natura e desiderano contribuire attivamente alla tutela dell’ambiente. Scopri cos’è una GEV.

Le lezioni si terranno presso la sede del Parco, nella sala consiliare del municipio di Nova Milanese (via Zara 1), ogni martedì e giovedì sera dalle 20:30 alle 22:30. Il percorso formativo si svolgerà dal 18 dicembre 2025 al 16 aprile 2026 e comprende 25 lezioni teoriche serali e 2 uscite pratiche sul territorio.

Il corso, completamente gratuito, sarà tenuto da esperti del settore e affronterà tematiche fondamentali quali normativa ambientale, ecologia e tutela del territorio. Per conseguire il titolo di Guardia Ecologica Volontaria sarà necessario frequentare almeno il 75% delle lezioni e superare un esame finale.

Le iscrizioni sono aperte fino al 10 dicembre 2025. Per informazioni e registrazioni è possibile scrivere a: parco@grubria.it.

Meda e la “Valle dei Mulini”: le opposizioni chiedono chiarezza sulla compensazione ambientale di Pedemontana


Il 7 novembre 2025 i gruppi consiliari medesi di Sinistra e Ambiente–Impulsi, Partito Democratico e Medaperta hanno depositato in Comune un’interrogazione per ottenere informazioni aggiornate sulla Misura Compensativa MC 15 “Valle dei Mulini”, prevista nel Masterplan delle compensazioni ambientali di Pedemontana sin dal 2009. L’atto è stato presentato dal consigliere comunale Marcello Proserpio.

La misura compensativa, confermata anche dall’attuale amministrazione guidata dal sindaco Luca Santambrogio, riguarda un’area collocata tra via Angeli Custodi, via delle Cave, via Canturina e via XXIV Maggio. Negli ultimi anni i gruppi proponenti hanno seguito da vicino l’evoluzione delle compensazioni ambientali previste sulle tratte B2 e C di Pedemontana, rilevando però un progressivo rallentamento nel flusso delle informazioni fornite dal Comune dopo la notizia della firma del protocollo d’intesa con Autostrada Pedemontana Lombarda (APL).

Alcuni aggiornamenti erano giunti nel 2023, in seguito a incontri con il sindaco e a una precedente interrogazione, chiarendo tra l’altro che gli interventi finanziati dal Bilancio Partecipato e assegnati al WWF Insubria riguardano zone limitrofe, come gli spazi presso la scuola A. Diaz, il Vecchio Mulino e altre aree del territorio.

Considerato il tempo trascorso, i gruppi di opposizione ritengono ora necessario un quadro ufficiale e aggiornato sullo stato dell’iter, anche alla luce della copertura economica già disponibile. La recente deliberazione di Giunta n. 72 del 25 marzo 2024 ha infatti approvato il protocollo d’intesa con APL, che prevede un anticipo di 215.500 euro per la progettazione della misura. Successivamente, con la delibera del Consiglio comunale n. 23 dell’11 luglio 2024, il progetto è stato inserito nel programma triennale delle opere pubbliche per un importo complessivo di oltre 2,3 milioni di euro.

Nell’interrogazione, i gruppi chiedono all’amministrazione:

  • se e quando il protocollo d’intesa con APL sia stato firmato;
  • la data dell’avvenuta erogazione dell’anticipo per la progettazione;
  • a chi sia stato affidato l’incarico progettuale e a che punto sia lo sviluppo del progetto;
  • se esista già una documentazione preliminare condivisibile in Commissione o in Consiglio;
  • quali siano i successivi passaggi procedurali e la loro calendarizzazione;
  • se si intenda destinare una quota delle risorse derivanti dalla Prescrizione 51 del CIPESS per integrare la progettazione e intervenire anche sulle aree delle cave, come discusso nelle commissioni del 10 ottobre e 5 novembre 2024.

I gruppi firmatari sottolineano l’importanza di procedere quanto prima alla realizzazione della MC15, considerata un’opera ambientale strategica per la città e dotata dei finanziamenti necessari. Ora attendono una risposta formale da parte dell’amministrazione comunale.

Passeggiando alla Fontana del Guercio: l’incontro con un’Araneus marmoreus


Martedì 18 novembre mattina, lungo il sentiero che porta alla Testa del Nan, un piccolo punto giallo che attraversava il sentiero ha catturato la mia attenzione. Mi sono chinato per osservare meglio e ho scoperto che si trattava di un ragno davvero particolare.

Davanti a me c’era una femmina di Araneus marmoreus pyramidatus, una splendida araneide dalle dimensioni modeste ma dal colore inconfondibile. Il suo addome, tondo e rigonfio, mostrava una vivace tonalità gialla con una caratteristica macchia scura verso l’estremità. Le zampe, sottili e veloci, presentavano sfumature aranciate che spiccavano sul terreno chiaro.
La sottospecie pyramidatus è presente esclusivamente in Europa e solitamente la si incontra su alberi, arbusti o tra l’erba alta, dove costruisce ragnatele verticali e rimane in attesa delle sue prede, nascosta ai margini della tela.

In questo caso, però, il ragno stava semplicemente attraversando il sentiero. Alla mia presenza ha accelerato il passo, forse intimorito, fino a rifugiarsi tra i fili d’erba a bordo del cammino. Gli ho lasciato spazio, limitandomi a scattare qualche foto per immortalare l’incontro.

È proprio in momenti come questo che si percepisce tutta la ricchezza della Riserva Naturale della Fontana del Guercio. Ogni metro di sentiero può riservare incontri inattesi: piccoli invertebrati, uccelli nascosti tra la vegetazione, tracce di animali più schivi che vivono in questi ambienti protetti.

La presenza di specie come Araneus marmoreus pyramidatus testimonia l’equilibrio degli habitat della Riserva, dove anche gli organismi più piccoli trovano condizioni favorevoli per prosperare. Osservarli da vicino, rispettando il loro spazio, permette di riscoprire la bellezza della natura nei suoi dettagli più minuti.

Un semplice punto giallo sul sentiero, oggi, mi ha ricordato quanto siano preziosi questi luoghi e quanto valga la pena esplorarli con attenzione e curiosità.

mercoledì 19 novembre 2025

Tutti insieme per il verde: torna la Festa dell’Albero a Seregno


Promossa dal Parco GruBrìa, in collaborazione con il Comune di Seregno e la Consulta Ambiente e Territorio, si svolgerà sabato 22 novembre la Festa dell’Albero 2025, un appuntamento dedicato alla cura e alla valorizzazione del verde cittadino.

La mattinata prenderà il via alle ore 9.30 dal parcheggio tra via Donizetti e via Silva, da cui partirà una breve camminata divulgativa immersa nella natura. A seguire, è prevista la piantumazione di nuovi alberelli nel parco urbano situato nell’area del posteggio di via Cherubini/Respighi, zona ricompresa nel territorio del Comitato di Quartiere Lazzaretto–San Giuseppe, che parteciperà all’iniziativa offrendo supporto e presenza.

L’attività è pensata soprattutto per famiglie e bambini, che avranno l’opportunità di scoprire direttamente l’importanza del prendersi cura del verde pubblico e del contribuire alla sua crescita. Un invito aperto a tutti per condividere una mattinata all’aria aperta, all’insegna dell’educazione ambientale e della comunità.

Radici che svelano il passato: il ritrovamento alla Riserva Fontana del Guercio

Una passeggiata nella Riserva rivela antiche tracce della discarica che cinquant’anni fa ne deturpava il cuore verde.


Martedì 18 novembre, camminando lungo i sentieri della Riserva Naturale Fontana del Guercio, l’atmosfera era ancora impregnata dell’umidità lasciata dalle recenti piogge. I passi affondavano leggermente nel terreno molle e, qua e là, il bosco mostrava i segni del maltempo: diversi alberi, ormai abbattuti dal vento, giacevano a bordo dei percorsi, come ferite aperte nel paesaggio.


Proprio accanto al sentiero principale, uno di questi tronchi caduti ha rivelato qualcosa di inaspettato. Le radici, sollevate dalla forza dello schianto, hanno smosso il terreno circostante formando una buca. E in quella cavità, la terra ha lasciato riaffiorare un frammento di storia: alcune vecchie latte di vernice, arrugginite e deformate dal tempo, sepolte più di cinquant’anni fa, quando questa zona era stata ridotta a una discarica abusiva.


Un ritrovamento che sembra parlare.
Un monito silenzioso proveniente dal passato.

Proprio l'anno scorso l’Associazione Museo “nel Novecento” ha pubblicato nel suo ultimo volume — realizzato in occasione del cinquantenario della grande opera di pulizia — alcune fotografie d’epoca che documentano lo stato drammatico dell’area prima dell’intervento dei volontari. Gli “Amis de la Funtana”, così si erano chiamati, furono i protagonisti di un’impresa che cambiò il destino del luogo: restituirono dignità a un ambiente ferito e posero le basi per la tutela che oggi conosciamo.


Vedere oggi quegli oggetti riaffiorare dal terreno è come aprire una finestra su quei tempi. È una testimonianza ancora potente, che ricorda quanto il territorio sia fragile e quanto la cura di chi lo vive faccia la differenza. La natura, anche quando sembra avere ritrovato un equilibrio, porta ancora dentro di sé le tracce di ciò che è stato.

La Fontana del Guercio, come molti altri luoghi della Brianza, ci insegna che la salvaguardia del paesaggio non è un obiettivo raggiunto una volta per tutte, ma un impegno continuo. Occorrono attenzione costante, manutenzione, rispetto. Non solo per preservare la bellezza ambientale, ma anche — e soprattutto — per garantire il nostro stesso benessere.

Quei vecchi barattoli di vernice, affiorati dopo decenni, ci ricordano che il passato non è mai completamente sepolto. Ma ci ricorda anche che la responsabilità del futuro è nelle nostre mani.

martedì 18 novembre 2025

Ad Alzate Brianza la commemorazione di Franco Invernizzi, volontario del Circolo Ambiente "Ilaria Alpi"​


Si è tenuto ieri, lunedì 17 novembre 2025 nella sala civica di Alzate Brianza, un toccante momento di commemorazione della figura di Franco Invernizzi - deceduto a maggio del 2023 -, evento organizzato dall'Amministrazione Comunale alzatese su proposta del Circolo Ambiente "Ilaria Alpi".
 

Presenti i consiglieri comunali di Alzate, i familiari, gli amici e i molti membri delle associazioni frequentate dal volontario.
 


Franco è stato in passato consigliere comunale di opposizione ad Alzate,  nonché tra i fondatori dell'associazione L'Ortica e tra i membri più attivi del Circolo Ambiente "Ilaria Alpi". Proprio quest'ultima associazione ha proposto all'Amministrazione Comunale alzatese di tenere il momento di commemorazione. Sono intervenuti il sindaco di Alzate Brianza, Paolo Frigerio, insieme ad Antonio Bertelè del Circolo Ambiente "Ilaria Alpi", che hanno ricordato la figura di Franco, volontario instancabile e sensibile ai temi della tutela dell'ambiente. Sono seguiti gli interventi commossi di molti amici, collaboratori e dei familiari.
Un momento toccante e doveroso per celebrare l'impegno e la sensibilità di Franco Invernizzi.

Lenzuoli contro l’autostrada. Territorio ostaggio dei cantieri: il 29 novembre la risposta dei No Pedemontana


Dopo la pubblicazione del nostro precedente articolo dedicato alla “Lenzuolata No Pedemontana”, arriva ora un nuovo tassello che chiarisce meglio spirito, obiettivi e contesto dell’iniziativa. Il volantino diffuso dai comitati mostra infatti in modo netto la linea della mobilitazione: denunciare l’ennesimo anno trascorso senza reali avanzamenti del cantiere e, soprattutto, senza un progetto che convinca i territori interessati.

Il materiale diffuso ricorda che i cantieri della Pedemontana hanno aperto a dicembre 2024, ma già oggi – novembre 2025 – accumulano 500 giorni di ritardo sulla tabella di marcia. La conclusione dei lavori, prevista inizialmente per settembre 2027, è stata posticipata al novembre 2028: un incremento del 50% sui tempi previsti, quando ancora non si è entrati nella fase più complessa dell’opera.


Una situazione giudicata dai promotori non solo preoccupante, ma addirittura indicativa di un cantiere che procede “in tragico ritardo, con mille difficoltà, che sta solo distruggendo il nostro territorio”, come si legge nella parte testuale del volantino.

Le contestazioni non si limitano ai ritardi. I gruppi No Pedemontana denunciano:

  • promesse disattese sull’utilità dell’autostrada;
  • un impatto crescente sul territorio, ritenuto sproporzionato rispetto ai presunti benefici;
  • dubbi sulle risorse effettivamente disponibili per completare l’opera;
  • il rischio concreto di un cantiere “più che decennale”, che lascerebbe comunità e paesi ostaggio dei lavori.

Il tono è netto: “Ora l’unica opzione possibile è fermare Pedemontana. Costerebbe meno fermarla adesso che portare a termine l’opera”.

Il volantino ufficializza anche modalità e appuntamento della protesta. Sabato 29 novembre, alle ore 14, i cittadini sono invitati a raggiungere il cantiere più vicino e appendere un lenzuolo di dissenso alle recinzioni o anche dalle finestre delle proprie abitazioni.

L’obiettivo è trasformare il territorio in un mosaico visibile e capillare di protesta: “Copriamo di dissenso tutte le recinzioni. Scegli il cantiere vicino a te e appendi uno striscione”. Nel volantino compaiono anche esempi di messaggi già esposti, che evidenziano un tema centrale: la percezione che il progetto non risponda ai bisogni reali dei pendolari e delle comunità locali.

La Lenzuolata si inserisce in una mobilitazione che, come ricordato dagli organizzatori, prosegue dalla manifestazione del 4 ottobre a Monza e promette di intensificarsi nei prossimi mesi. La scelta di una protesta decentralizzata, visibile e facilmente replicabile vuole raggiungere proprio coloro che vivono quotidianamente l’impatto del cantiere.

Comunque la si pensi sull’autostrada, è chiaro che la partita politica e territoriale attorno alla Pedemontana resta tutt’altro che chiusa. La diffusione di questo nuovo volantino – diretto, confrontativo e ricco di dati – indica che il fronte del dissenso è in crescita.

Natale 2025 con la LIPU: “La Natura è una storia preziosa”

I biglietti d'auguri della Lipu nelle piazze il 29 e 30 novembre © Lipu

La LIPU di Cesano Maderno presenta gli Eventi Natura – Eventi Speciali Natale 2025, in programma sabato 29 e domenica 30 novembre presso il Centro Visite. Le due giornate saranno dedicate alla scoperta del valore simbolico e umano della natura, attraverso un percorso pensato per avvicinare il pubblico al mondo naturale in modo creativo e coinvolgente.

In occasione dell’evento verrà presentato il nuovo kit di biglietti d’auguri illustrati da Giulia Orecchia, dedicati allo scricciolo, al pettirosso e al codirosso spazzacamino. Ogni biglietto sarà accompagnato da brevi racconti che uniscono fantasia, emozione e conoscenza naturalistica. Le stampe sono realizzate su carta FSC e su carta ottenuta da agrumi riciclati, una scelta sostenibile che riflette l’impegno della LIPU verso l’ambiente.

Con una donazione minima di 7 euro sarà possibile sostenere i 60 anni di attività dell’associazione nella tutela degli uccelli e degli habitat naturali. Durante le due giornate, nel piccolo emporio del Centro Visite si potranno inoltre acquistare mangiatoie, peluche e shopper LIPU, da abbinare ai biglietti d’auguri.

WWF Lecco: "Imparare dalla natura. Un corso per creare cosmetici sostenibili"


Un pomeriggio dedicato all’autoproduzione di saponi naturali per riscoprire un approccio consapevole alla cura del corpo e dell’ambiente. L’evento, frutto della collaborazione tra WWF Lecco, ÈCO Anima Botanica e Parco Monte Barro, si terrà il 29 novembre.

In un mondo sempre più attento all’impatto delle proprie scelte, imparare a produrre in casa ciò che usiamo quotidianamente rappresenta un passo fondamentale verso uno stile di vita più sostenibile. Con questo spirito, WWF Lecco, in sinergia con ÈCO Anima Botanica e il Parco Monte Barro, organizza un “Corso di autoproduzione di cosmetici naturali” che si terrà sabato 29 novembre 2025, dalle 14:30 alle 17:30, presso Villa Bertarelli a Galbiate.

L’iniziativa nasce con un obiettivo chiaro: fornire ai partecipanti gli strumenti pratici e teorici per creare prodotti per la cura della persona partendo da ingredienti semplici e naturali. Il focus del corso sarà la produzione di un sapone alla lavanda, un’esperienza che permetterà di apprendere le tecniche essenziali della produzione di questi cosmetici e di scoprire le proprietà benefiche degli ingredienti utilizzati.

L’evento è molto più di una semplice lezione pratica. È un invito a riflettere sulle nostre abitudini di consumo e a scegliere alternative consapevoli che facciano bene sia a noi stessi sia al pianeta. L’autoproduzione di cosmetici, infatti, permette di evitare l’esposizione a elementi chimici e microplastiche, spesso presenti nei prodotti industriali, e di ridurre drasticamente l’inquinamento legato al packaging. Dire addio a flaconi di plastica e imballaggi superflui è uno dei messaggi chiave dell’iniziativa, in piena sintonia con una filosofia a “rifiuti zero”.

Durante il pomeriggio, i partecipanti non solo impareranno a creare e conservare in modo sicuro i propri saponi e unguenti, ma scopriranno anche come personalizzare le ricette base, aprendo le porte a un mondo di creatività sostenibile. Al termine del laboratorio, ogni iscritto potrà portare a casa il sapone realizzato con le proprie mani.

L’evento è pensato per un gruppo ristretto di massimo 12 persone, per garantire a tutti un’esperienza formativa di qualità e un’interazione diretta con la docente di ÈCO Anima Botanica, Irene Misani. A rendere ancora più piacevole il pomeriggio, una merenda offerta da Erba Infusa, erboristeria locale, che delizierà i presenti con le sue tisane. In linea con lo spirito “green” dell’evento, gli organizzatori invitano a “portare la propria tazza” per ridurre ulteriormente gli sprechi.

Il contributo richiesto per la partecipazione è di 15 euro, comprensivo di tutti i materiali necessari e della merenda. L’iscrizione è obbligatoria e può essere effettuata tramite il sito del WWF Lecco all’indirizzo wwf.lecco.it/saponi.

Un’occasione imperdibile per chi desidera muovere i primi passi nel mondo dell’autoproduzione, valorizzando un approccio alla bellezza più naturale, salutare e rispettoso dell’ambiente.