domenica 26 luglio 2020

Attraversare la Brughiera a piedi rafforza il sistema immunitario


Sì alla Brughiera. No alla strada nel Parco

Domenica 2 agosto 2020 - ore 9,00

Attraversare la Brughiera a piedi 
rafforza il sistema immunitario

L'escursione ha lo scopo di contrastare la realizzazione della tangenziale ovest di Mariano Comense e far conoscere a tutti l'area del Parco della Brughiera che verrebbe distrutta nel caso la strada venisse realizzata.

Partenza  da via Matteotti, 117 - Mariano Comense
Itinerario: Località del Bundin, Cascina Belvedere, Laghetto della Mordina, Castelmarino
Durata: 2h 30' circa

Prenotazione e registrazione obbligatoria. Chiamare Alessia dopo le ore 16 al numero 346 9518249
La manifestazione si svolgerà nel rispetto delle normative anti-Covid19 (formazione gruppi max 12 persone e mascherina obbligatoria)

sabato 25 luglio 2020

GruBrìa Restart: un patto per rilanciare il parco


Il 22 luglio scorso la Provincia di Monza e Brianza ha chiamato a raccolta i principali rappresentanti delle istituzioni, delle associazioni di categoria, dei sindacati, dei rappresentanti della sanità, del welfare, del terzo settore e della scuola e formazione per promuovere il progetto Brianza Restart.

Il patto (cliccare qui) è stato sottoscritto, fra gli altri, dalle associazioni ambientaliste WWF, Italia Nostra, FAI e LIPU.

Gianni Del Pero, presidente del WWF Lombardia, da noi interpellato sulle possibili ricadute riguardanti il Parco GruBrìa, ci ha dichiarato: "Su questa questione abbiamo avuto l'opportunità di chiedere a tutti gli Enti presenti al 'Patto' (dalla Provincia ai singoli Comuni, Sindaco di Monza compreso) che i Parchi della Provincia diventassero nodi della rete della mobilità sostenibile, a partire dal Parco GruBrìa nella sua interezza (cioè con Monza presente e protagonista).  Usando e migliorando il PUMS (piano urbano per la mobilità sostenibile) in variante al PTCP. Con Arturo Lanzani, presidente del Parco, e alcuni amministratori locali abbiamo prospettato nuove direttrici di collegamento oltre ai 5 interventi già previsti nel PUMS, con l'ampliamento del GruBria ai Comuni di Meda, Seveso e Cesano Maderno."

Per scaricare il documento in formato PDF - 281 KB cliccare su ⇒ Brianza Restart. Un patto per Economia, Welfare, Formazione, Mobilità

martedì 21 luglio 2020

Rispetto per la Brughiera!


Riceviamo da una nostra lettrice alcune foto che documentano l'abbandono di rifiuti all'interno del Parco della Brughiera, lungo il sentiero che porta alla Zoca verso il lago azzurro di Lentate.


Purtroppo constatiamo ancora una volta come alcune persone, prive di ogni scrupolo, abbiano riversato in un'area verde tutelata rifiuti di ogni genere quali bidoni, plastiche, carte, metalli e sacchi della spazzatura.


Ci auguriamo che le autorità preposte intraprendano immediati accertamenti finalizzati ad identificarne l’autore o gli autori. Altre volte attraverso un approfondito controllo dei materiali depositati e ad una attenta indagine si è potuto risalire agli autori degli scarichi abusivi.


domenica 19 luglio 2020

A Piedi Nudi attorno al Lago di Montorfano


Grandi e piccini, giovani e meno giovani, tutti sono invitati a partecipare ad una “escursione” rigenerante… con una guida cammineremo intorno al lago (o almeno per un tratto) “a piedi nudi” (per chi se la sente) per fare riscoprire ai nostri piedi quel gradevole contatto sensoriale ormai smarrito.

Forse non tutti sanno che unitamente al sistema vestibolare e agli occhi, i nostri piedi sono l’organo di senso più importante per il controllo dell’equilibrio, della postura e del movimento.Per compiere questa fondamentale funzione, in milioni di anni i nostri piedi si sono evoluti a contatto con l’ambiente naturale. Hanno sviluppato particolari sensori capaci di discriminare la più lieve pressione, torsione, trazione, oltre a essere sensibili alla più leggera variazione di calore e alle asperità potenzialmente pericolose. I piedi sono in grado di fare tutto questo con semplicità ed efficienza e senza l’aiuto degli occhi. Purtroppo queste qualità dei nostri piedi, non vengono più allenate semplicemente perché fin dai primi giorni di vita i piedi vengono coperti da calze e scarpe. La ricca esperienza sensoriale fondamentale non solo per il loro corretto sviluppo, ma anche per la loro importante funzione, vanno persi. A ben poco serve camminare a piedi scalzi se lo facciamo tra le mura di casa e su superfici piane e lisce prive di contrasto.

Da molti anni la nostra associazione fa un grande sforzo per proteggere e conservare l’ambiente Naturale intorno al Lago. Un territorio incontaminato, con la protezione di flora e fauna. Ebbene in questo angolo di paradiso, domenica 26 luglio 2020 grandi e piccini giovani e meno giovani tutti insomma sono invitati a partecipare ad una breve passeggiata “a piedi nudi nella Riserva” per far scoprire ai nostri piedi quel ricco e gradevole contatto sensoriale ormai smarrito. L’idea è di presentare ai partecipanti il percorso che potrà poi essere ripetuto ognitempo da chi vorrà e quando vorrà.

Prenotazione e registrazione obbligatoria:
delegatolombardia@wwf.it – 330/225140
(posti limitati, gruppi di max 12 persone, misura temperatura alla partenza, mascherine e distanziamento di un metro)

Ritrovo (vi faremo sapere l’ora per evitare assembramenti non consentiti dalle norme Covid) presso il parcheggio del Cimitero, via Molino a Montorfano.L’organizzazione declina ogni responsabilità per danni a persone e cose. La manifestazione si farà anche in caso di maltempo (così ci rinfreschiamo anche di più…)

martedì 14 luglio 2020

Circolo Ambiente: "Sui traffici illeciti di rifiuti servono maggiori controlli"

di Roberto Fumagalli, presidente del Circolo Ambiente "Ilaria Alpi"


I 5 arresti (tra qui quello di un consigliere comunale di Busto Arsizio) eseguiti ieri, 13 luglio 2020, in Lombardia su ordine della DDA di Milano, attestano ancor di più che sui traffici di rifiuti ci sono interessi economici molto elevati, su cui troppo spesso agisce la criminalità organizzata.

Gli arresti di ieri sono connessi con l’inchiesta giudiziaria che ha come fulcro proprio l'impianto di stoccaggio rifiuti della “SMR Ecologia” in località La Guzza a Como, inchiesta che lo scorso ottobre aveva portato all’arresto di altre 11 persone.

Come Circolo Ambiente “Ilaria Alpi” denunciamo ancora una volta che sulla questione dei trasporti e degli impianti di stoccaggio e trattamento dei rifiuti occorre una maggior attenzione da parte delle Istituzioni, dal Ministero dell'Ambiente, alla Regione, fino agli Enti locali.

Il nostro plauso e sostegno vanno all’azione della Magistratura e delle Forze dell'ordine impegnate nel contrastare i traffici illeciti di monnezza. Servono ora interventi normativi e controlli molto più efficaci sui trasporti e sullo smaltimento di rifiuti, sia urbani che speciali.

lunedì 13 luglio 2020

Oasi Lipu di Cesano Maderno. Un luogo dove natura e cultura convivono


"Davvero piacevole questa camminata: sentieri agevoli, bella frescura, soste sotto cupole di rami e foglie, una quantità di informazioni interessanti tra storia e natura." Questo uno dei commenti all'escursione che si è svolta domenica 12 luglio 2020 all'Oasi Lipu di Cesano Maderno.

L'iniziativa rientrava tra quelle organizzate dalla Lipu insieme al WWF nell'ambito delle Escursioni Estive Guidate e gratuite nel Parco delle Groane e della Brughiera.

Di seguito pubblichiamo alcune foto della bella passeggiata. Per approfondimenti e la descrizione dei luoghi rimandiamo al sito della Lipu di Cesano Maderno (cliccare qui).

LA BACHECA STORICA


Daniele Santambrogio, una delle guide, illustra la nascita dell'Oasi avvenuta nell'ottobre del 1997.
L'allora sindaco di Cesano Maderno, Gigi Ponti, propose alla Lipu l'utilizzo della voliera presente all'interno dei giardini di Palazzo Arese Borromeo. La Lipu visionata la struttura non la ritenne idonea e propose la realizzazione di un'Oasi con finalità naturalistiche e didattiche. La proposta fu accolta sia dal Comune che dal Parco delle Groane.



Interessante la sosta presso Cascina Montina, nucleo rurale risalente al XVI-XVII secolo e che recentemente era stato adibito a ristorante. 


La struttura portante dell'edificio è costituita da muratura continua in mattoni di laterizio mista a pietra.

IL BOSCO DEGLI GNOMI


Lasciato la stradina ciclopedonale ci si è inoltrati nel Bosco degli Gnomi, (una bacheca ne segnala l'ingresso), zona ombrosa caratterizzata dall'abbondante presenza di carpini, frassini, olmi e castagni. In primavera l'anemone (Anemone nemorosa) imbianca completamente il sottobosco.




CASSETTA NIDO DELL'ALLOCCO


Su alcuni alberi si notano nidi artificiali. In questo caso si tratta di un grosso nido collocato dai volontari della Lipu per favorire la nidificazione degli allocchi (Strix aluco).


POZZA TEMPORANEA


Lungo il sentiero abbiamo incontrato una pozza temporanea (detta Pozza dei girini) particolarmente importante in quanto luogo di riproduzione degli anfibi che qui depositano le loro uova.

L'ALBERO DEL PICCHIO


Un vecchio albero morto presenta, nella parte apicale, alcuni fori pressoché circolari, segno distintivo della presenza del picchio.

IL MAESTOSO CARPINO BIANCO


Un maestoso carpino bianco (Carpinus betulus) accoglie sotto i rami ombrosi i visitatori.


AREA UMIDA E CAPANNO DI AVVISTAMENTO


Presso l'area umida della riserva sono presenti due strutture di osservazione dell'avifauna, una in questo momento chiusa al pubblico, l'altra (nella foto) è stata recentemente oggetto di vandalismo.



Nell'area umida trovano rifugio diversi anatidi come la Marzaiola, il Tuffetto, la Gallinella d'acqua, la Folaga ed il Germano reale. Nei periodi di migrazione si sono osservati il Tarabusino e la Cannaiola.



LA TANA DELLA VOLPE


Sulla strada del ritorno, dopo aver eseguito una breve deviazione dal sentiero, la guida ci ha fatto osservare una tana abbandonata, probabilmente rifugio di una volpe.

LA PIANTA DELL'OASI


L'Oasi di estende su una superficie di circa 100 ettari ed è solcata da sentieri ciclabili ed altri solo pedonali.

La guida del Parco, completa di piantina, è disponibile presso il Centro Visite dell'Oasi.

La prossima visita all'Oasi Lipu di Cesano Maderno è stata programmata per domenica 19 luglio 2020, ulteriori informazioni cliccando qui.

Seveso 10 luglio 1976-2020. La memoria e il presente. Laura Conti, l'ambientalismo, il rischio diossina e la Pedemontana


a cura di Sinistra e Ambiente Meda

A 44 anni dal disastro della diossina TCDD fuoriuscita dall'ICMESA, una videoconferenza è stata organizzata e proposta dal circolo di Legambiente di Seveso per ricordare il pensiero di Laura Conti, la Memoria e il tempo presente.

Hanno relazionato le docenti universitarie Laura Centemeri (Università di Marsiglia), Monica Seger (Università William&Mary, Virginia) e Mariateresa Muraca (Università degli Studi di Verona), insieme a Luana Zanella (Esecutivo Federazione Verdi Italiani), Damiano di Simine (primo presidente del circolo Legambiente “Laura Conti” di Seveso) e Alberto Colombo (Sinistra e Ambiente di Meda).

Laura Conti partigiana, medico, ambientalista, politica e scrittrice, ha legato la sua storia e il suo agire alla drammatica vicenda del 10 luglio 1976 ove, la fuoriuscita di diossina TCDD dall'ICMESA di Meda contaminò vaste porzioni del nostro territorio. Le analisi, le ricerche e le pubblicazioni di Laura Conti sono state base e ispirazione per la consapevolezza e per le pratiche e le azioni ambientaliste per un Sapere diffuso che continuiamo a perseguire.

Il gruppo di Sinistra e Ambiente di Meda, ha partecipato tra i relatori alla videoconferenza del 10 luglio 2020 proponendo la continuità tra la Memoria, gli scritti e i lavori di Laura Conti sull'ambiente e lo sviluppo insostenibile con il tempo presente. Un presente dove ancora, in nome dello sviluppo ad ogni costo e del profitto, si vogliono esporre nuovamente cittadini e cittadine al rischio diossina, realizzando un'autostrada laddove il suolo risulta ancora contaminato dalla Diossina TCDD del 1976.
Sotto le slide su cui abbiamo impostato il nostro intervento.


Vi proponiamo inoltre un contributo interessante di Massimiliano Fratter, cittadino di Seveso e storico che su quel periodo e sulle cause del disastro ha elaborato molto materiale documentale scrivendo anche un libro.


SEVESO, QUANDO LA STORIA NON INSEGNA

C'ero. Ero un bambino in quel “caldo sabato di luglio” del 1976.

Un altro secolo. Un'altra storia. Forse. E ho tre ricordi nitidi. Il giorno dell'incidente con il fischio - durato alcuni secondi - e l'odore. Insopportabile. E che inquinò l'aria per alcune ore, almeno fino a sera.

Il secondo frammento risale a 10 giorni dopo, quando la notizia della fuoriuscita della nube tossica dall'Icmesa è ormai di dominio pubblico e i miei genitori decidono di “evacuarmi” (la mia famiglia non dovette lasciare la casa) e mi portano dagli zii a Meda (!) ma a nord della fabbrica che si trovava proprio al confine tra i due paesi.

Il vento, al momento della rottura del disco di sicurezza (sicurezza di chi??) del reparto “B” soffiava in direzione sud, sud-est. La zona dove abitavano i miei zii non era stata colpita. O, almeno, non il 10 luglio 1976 perché l'Icmesa produceva e inquinava dal 1948 (i lavori di costruzione dello stabilimento erano terminati un anno prima) e non c'erano all'interno dei suoi obsoleti impianti tecnici ventilatori che potessero dirigere gli inquinanti da Meda verso Seveso. Perché farlo poi?

C'era il fiume dove scaricare tutto quello che era possibile scaricare e alle lamentele della popolazione o delle autorità si rispondeva, spesso, con il denaro o con la minaccia dei licenziamenti. E il posto di lavoro era “sacro” nell'Italia post seconda guerra mondiale, nell'Italia degli anni '50. Nell'Italia del boom economico. Oggi.

In fondo quando morivano le pecore o gli animali si pagava e di tosse non è mai morto nessuno. Questi italiani! Sempre pronti alla lamentela invece di ringraziare chi aveva portato denaro e benessere! E comunque all'Icmesa non si inquinava! Parola di Givaudan Hoffman La Roche! Proprietari che vivevano in Svizzera.

Dove ordine e pulizia sono valori Sacri. E per gli ansiosi da presunto inquinamento c'era sempre il Valium (marchio registrato!) perché Hoffman la Roche teneva (e tiene ancora!) alla salute. E al profitto.

L'ultimo mio ricordo è legato al periodo successivo e che non può essere collocato in un periodo preciso. Almeno nella mia mente. Un ricordo fatto di divise e tute.

Erano quelle dei soldati chiamati a pattugliare la zona più contaminata, la “famigerata” zona A (c'era poi una zona B – non evacuata – e una zona di Rispetto, con tracce minori di diossina. Io vivevo in quest'ultima area ed ero “rispettato” quindi!). E quelle degli addetti alla bonifica.

Crescevo e loro erano lì, parte integrante del mio, del nostro, quotidiano e raccontavano, evidenziavano, una normalità “altra”. Durata, complessivamente, quasi 10 anni e che via via cercava di riportare la città ad una vita normale con la fine dei lavori di bonifica che terminano con la nascita del Bosco delle Querce, avvenuta nel 1983 e i lavori di costruzione del parco terminati tre anni dopo, nel 1986.

Sono rimasto. E, poco più ventenne, siamo all'inizio degli anni '90 dell'altro secolo, incontro un piccolo gruppo di donne e uomini che hanno deciso di impegnarsi per il bene della Città “adottando” un'area degradata, il Fosso del Ronchetto.  7,5 ettari lontani dal Bosco delle Querce ma che rappresentano il desiderio di prendersi cura della città dove vivono. Seveso, appunto. Sono le socie e i soci del locale circolo di Legambiente, dedicato a Laura Conti, medica e all'epoca dell'incidente consigliera regionale in Lombardia e molto vicina alla Comunità.

Lei che arriva da Milano per cercare di comprendere. Per aiutare. Per proporre. Amata da  pochi. Avversata da molti. Lei, donna dalle posizioni forti e dalle parole chiare su molti temi che la democristiana Brianza bianca non vuole ascoltare. Di cui non si deve parlare. Meglio tacere. E lasciar passare il tempo.

E dimenticare: “Un anniversario da dimenticare”. Così “Il Cittadino”, il settimanale locale cattolico più letto all'epoca, ricordava il ventesimo anniversario dell'incidente, il 10 luglio 1996. Le amiche e gli amici del Circolo sostengono invece che la rielaborazione di ciò che è accaduto nel 1976 e le sue conseguenze è un opportunità di crescita e di cura di una Comunità ancora dolente.

Nonostante la voglia di rimozione. Crediamo, perché anch'io mi iscrivo a Legambiente, che la Storia sia uno strumento di sollievo e alla fine del secolo iniziamo ad elaborare un progetto che diverrà poi la colonna portante di un percorso durato più di 15 anni. Nasce il “Ponte della Memoria”. Iniziamo a ricostruire l'archivio sociale della “vicenda Seveso”. Ascoltiamo storie. Raccogliamo storie. Raccontiamo la Storia.

Entriamo al Bosco delle Querce. Il parco è aperto al pubblico dal 1996 ma quasi nessuno lo frequenta. All'inaugurazione l'allora presidente regionale Roberto Formigoni parla davanti al deserto (tranne le cosiddette Autorità e pochi obbligati non c'è praticamente anima viva).
 Il parco è una sorta di “non luogo”. Io stesso che abito a poche centinaia di metri dall'ingresso non ci sono mai entrato.

Con il “Ponte della Memoria” inizia un percorso di rielaborazione e riappropriazione che porterà alla vera e propria apertura del Bosco nel 2004, quando, davanti a centinaia di sevesine e sevesini (durante la giornata poi continuo fu l'afflusso per visitare il percorso appena aperto), viene inaugurato il percorso della Memoria all'interno del parco, undici pannelli per non dimenticare. E sono  tante le persone che negli anni donano all'Archivio i propri documenti. Le scuole iniziano a chiedere di essere accompagnate al Bosco per conoscere. E il progetto trova il sostegno istituzionale del Comune di Seveso e della Fondazione Lombardia per l'Ambiente, la Fondazione nata nel 1986 proprio per valorizzare l'esperienza di Seveso e che, per la prima volta, sostiene economicamente un progetto per la Comunità. Meglio tardi che mai. 

Oggi, dopo tanti anni dedicati allo studio e alla valorizzazione della Storia della mia città, sono “lontano”.

Non racconto più Seveso. E nemmeno il Bosco delle Querce. Altri, se vorranno, potranno continuare. Non può esistere una narrazione esclusivamente individuale di una Memoria collettiva. E nemmeno una sorta di unica “voce ufficiale”.

Certamente c'è, a Seveso, ancora molto lavoro da fare affinché quanto seminato con il Ponte della Memoria continui a dare buoni frutti.

Da coltivare e per compiere, finalmente, altri passi in avanti e senza omertà o silenzi rispetto anche agli angoli meno chiari della vicenda.

O a quelli, volontariamente, taciuti anche dal sottoscritto – all'epoca responsabile del Progetto - perché non si dovevano alterare alcuni equilibri “sensibili”. Il Ponte era sostenuto dal Comune. Dalla Fondazione. La Brianza ha cambiato colore  ma è solo un'apparenza perché nella propria intimità è sempre rimasta Bianca. Cattolica. Reazionaria.  Ed è meglio non stimolare nervi ancora scoperti come i risarcimenti o l'aborto (nel 1976 in Italia l'aborto non era ancora legale ma nella Bianca Seveso furono autorizzati gli aborti “a scopo terapeutico” con le donne che sceglievano questa strada sottoposte ad un vero e proprio processo, quasi una tortura. Senza possibilità di assoluzione.).
Tutto è Passato. Andiamo avanti. Fino ad un certo punto perché il processo di pacificazione non troverà pieno compimento fino a quando non si deciderà di saturare tutte le ferite. Senza tacere. Con i contributi di tutti. Di tutte.

Senza dimenticare il pericolo che, silenziosamente, incombe sulla Comunità: quello di un'autostrada che vorrebbe passare dove oggi c'è il Bosco delle Querce.

Sbancare i terreni mai bonificati. Quelli un tempo classificati in “Zona B” e dove, sotto, si trova la cancerogena diossina. Riportare a Seveso le tute bianche visto che all'interno del cantiere si dovrà operare in sicurezza.

Quando scrivo queste righe (giugno 2020) ci sono il progetto definitivo e la volontà politica di Regione Lombardia ma, per fortuna, non ci sono ancora i fondi. 

E, nel frattempo,  osservo il mio territorio dove, nel bene e nel male, ci sono le mie radici. 
La mia vita. E sono preoccupato. E mi chiedo se tutto quello che abbiamo costruito negli anni sia stato utile perché, se dovesse concretizzarsi lo scenario devastante dell'autostrada Pedemontana Lombarda, dovremo rivivere la Storia.

Calerà il buio. Tornerà per noi l'incubo. E sarà una tragedia. Tutta italiana questa volta.

Massimiliano Fratter, autore del libro "Memorie sotto il bosco"

Alleghiamo anche i link a documenti di riferimento ripresi e citati durante la videoconferenza.

Qui il documento sull'intitolazione del circolo Legambiente di Seveso a Laura Conti

Qui l'articolo di "L’ambientalismo operaio visto da Seveso" di Laura Centemeri sulle lotte a Seveso per il Sapere diffuso.

Qui il lavoro di Mariateresa Muraca su Laura Conti.

venerdì 10 luglio 2020

Terreno confiscato a Caslino d’Erba: parte il progetto per l’uso agricolo

Sopralluogo della Commissione regionale Antimafia a Caslino, per il progetto ideato dal Circolo Ambiente “Ilaria Alpi”

Roberto Fumagalli: “Faremo del terreno un presidio di legalità”

Sopralluogo presso il terreno confiscato di Caslino d’Erba
Partirà a breve il progetto per la coltivazione agricola biologica del terreno confiscato di Caslino d'Erba. Ieri, 9 luglio 2020, c'è stato il sopralluogo sul terreno da parte della Commissione regionale Antimafia, presente anche l'Agenzia nazionale dei Beni Confiscati e l’Amministrazione Comunale di Caslino.

Nel 2017 il Circolo Ambiente “Ilaria Alpi” aveva presentato una proposta per l'uso agricolo-sociale del terreno, che era stata premiata da Regione Lombardia come una delle migliori proposte di utilizzo dei beni confiscati. Ora si arriva finalmente alla progettazione definitiva, con l'intento di attuare il progetto entro la primavera 2021.

Il progetto prevede la coltivazione agricola biologica da parte di una cooperativa sociale che si occupa di disagio e disabilità. Mentre un’altra porzione del terreno verrà destinata ad un orto sociale con finalità anche didattiche, che coinvolgerà le scuole di Caslino d'Erba e di altri comuni del territorio.

Nell’ambito del progetto, che vedrà come capofila il Comune di Caslino, il Circolo Ambiente “Ilaria Alpi” si occuperà della promozione della cultura della legalità, attraverso iniziative di sensibilizzazione per adulti e nelle scuole, oltre a campi di volontariato, finalizzati a diffondere le tematiche legate alla lotta alla criminalità e all’illegalità.

Consegna dell’attestato da parte di Regione Lombardia a Roberto Fumagalli del Circolo Ambiente “Ilaria Alpi”, insieme al sindaco di Caslino d’Erba, anno 2017
Dichiara Roberto Fumagalli, presidente del Circolo Ambiente "Ilaria Alpi", presente al sopralluogo: “Siamo soddisfatti della partenza del progetto che avevamo proposto nel  2017. Andremo a utilizzare il terreno per una finalità sociale e ambientale. Trattandosi di un bene confiscato, faremo del terreno un presidio di legalità. Infatti vogliamo proporre eventi e iniziative per diffondere nelle scuole e tra la comunità i temi legati alla diffusione della cultura della legalità e del rispetto dell’ambiente”.

NOTA:

Il terreno di Caslino, di circa 3 mila metri quadrati (attualmente incolto e utilizzato solo per lo sfalcio d’erba), è stato confiscato a Ruggero Cantoni, ora deceduto, condannato in quanto a capo di un’organizzazione accusata di estorsione, truffa, circonvenzione di incapace e usura a danno di piccoli imprenditori e commercianti della zona compresa tra il Comasco e il Lecchese.

All’organizzazione che faceva riferimento a Cantoni appartenevano ben 23 immobili sequestrati in provincia di Como, tra cui: 4 appartamenti a Canzo e 5 a Erba, 5 locali a Erba, 4 garage a Canzo, 2 terreni agricoli a Caslino d’Erba e 1 a Erba.

giovedì 9 luglio 2020

Seveso, 10 luglio 1976-2020: ricordare è un dovere civico


di Gianni Del Pero, presidente WWF Lombardia

“Una nube si diffonde forte verso l'alto con un sibilo violento che rompe il silenzio dell’Estate. Un fischio acuto giunge dal reparto B dove si produce il triclorofenolo, una reazione chimica esotermica fa esplodere un reattore e fuoriesce una sostanza sconosciuta “la Diossina” passata alla storia come la Diossina di Seveso”

Ricordare è un dovere civico. La “nuvola” di Diossina fuoriuscita dall’Icmesa di Meda ha segnato il volto, immagine del dramma, di Stefania Senno, deturpato dalla cloracne e della soda caustica, ma ha segnato anche la vita di migliaia di persone che hanno dovuto fare i conti con una tragedia “inaspettata” che li ha costretti a lasciare le proprie abitazioni e le proprie attività. E alcuni non hanno mai più potuto fare ritorno.


Ricordare è un dovere civico. La Diossina, questa sostanza “creata” dall’industria chimica come indesiderato risultato di attività a rischio, peraltro colpevolmente ignoto, in fabbriche a due passi dalle abitazioni, aveva creato problemi sanitari prima ancora che la si conoscesse: aggredisce i tessuti umani e animali (le immagini delle innumerevoli carcasse buttate in enormi fosse sono state il simbolo di una parte della tragedia), colpisce il sistema cardiocircolatorio e quello nervoso centrale. E’ una sostanza tossica, ancor oggi la più tossica mai prodotta, cancerogena, ha proprietà mutagene.

Ricordare è un dovere civico. Dopo 44 anni nei terreni di Meda, Seveso, Cesano Maderno e Desio la Diossina c’è ancora, a poca profondità, qualche decimetro. Non è presente nell’aria e, a meno che non si decida di scavare e movimentare terreni senza precauzioni, non si disperde più nell’Ambiente. Alcune attività agricole e zootecniche sono ancora esposte al rischio di accumulare diossine nel prodotti alimentari. Ancora oggi cerchiamo di prevenire il rischio di esposizione alla diossina residua.


44 anni sono passati dall'incidente dell'Icmesa del 10 luglio 1976. Ora sappiamo cos’è la Diossina, la coscienza ambientale è migliorata rispetto a 44 anni fa. Seveso ha insegnato al mondo intero cosa sia un incidente industriale, quali le sue conseguenze. E Seveso deve servire ad insegnare che non dovranno più ripetersi tragedie come la nostra:

RICORDARE E’ UN DOVERE CIVICO!

Meda-Seveso, 10 Luglio 2020

mercoledì 8 luglio 2020

Le escursioni estive in brughiera fanno tappa all'Oasi Lipu di Cesano Maderno

Zona umida all'Oasi Lipu di Cesano Maderno

Quinto appuntamento delle Escursioni Estive Guidate e gratuite nel Parco delle Groane e della Brughiera. Rigoroso rispetto delle norme anti-Covid, prenotazione obbligatoria, gruppi al massimo di 12 persone con mascherina di comunità e distanziamento sociale.

Domenica 12 luglio 2020
OASI LIPU di Cesano Maderno
 
L’OASI LIPU di Cesano Maderno nata nel 1997 si estende su una superficie di circa 100 ettari di boschi, brughiere e zone umide con 4 chilometri di sentieri percorribili a piedi e una pista ciclabile che la attraversa. Ricca vegetazione: querce, ontani, carpini, aceri e betulle e habitat di Brughiera.

Fra i mammiferi del Bosco il riccio europeo, lo scoiattolo rosso, la talpa e la volpe.

E nell’area umida di circa 10 ettari: Airone bianco maggiore e gruccioni, germani, gallinelle d’acqua, folaghe, Martin pescatore e Airone cenerino, Tarabuso, Tarabusino e Nitticora. Nella fauna degli ambienti umidi rane verdi e rosse, rospi e tritoni.

Prenotazione e registrazione obbligatoria:
informazioni@comitatoparcobrughiera.it - delegatolombardia@wwf.it – 330/225140

La verità è un bene pubblico. Laura Conti vista da Seveso, 10 luglio 2020


A 44 anni dal disastro della diossina fuoriuscita dall'ICMESA, la Memoria è importante soprattutto quando è legata al presente.

In un videoseminario si ricorderà Laura Conti, il suo ambientalismo, la sua volontà nel ribadire che la Verità è un bene pubblico e si farà un excursus verso i tempi nostri e la Pedemontana.

Venerdi 10 luglio 2020 alle ore 18 il Circolo Legambiente Laura Conti di Seveso con NATUR& Onlus e Musicamorfosi organizza un seminario a distanza dal titolo

La verità è un bene pubblico. 
Laura Conti vista da Seveso, 10 luglio 2020

Ti invitiamo a seguire in diretta il seminario accedendo alla pagina Facebook Circolo Legambiente "Laura Conti" Seveso

Ascolteremo  Laura Centemeri, sociologa docente dell'Università  di Marsiglia, Monica Seger, docente all'università "William & Mary" di Virginia, Mariateresa Muraca, docente dell'Università  degli Studi di Verona e dell'Istituto universitario Progetto Uomo e dell'Istituto universitario Giorgio Pratesi.

Coordina e facilita lo scambio Stefano Carbone, psicologo di comunità già curatore a Seveso del percorso comunitario del Ponte della Memoria realizzato al principio di questo millennio

Intervengono, Luana Zanella, coportavoce dell'Esecutivo Federazione Verdi Italiani e Presidente Fondazione Scuola Alta Formazione Donne di Governo, Damiano Di Simine, sevesino e primo Presidente del Circolo Legambiente Laura Conti di Seveso, Alberto Colombo, medese portavoce del gruppo Sinistra e Ambiente di Meda.

Seveso 10 luglio: Presidio itinerante per ricordare il disastro diossina

lunedì 6 luglio 2020

In brughiera, da Intimiano a Cantù


Domenica 5 luglio 2020 si è svolto il terzo appuntamento del nutrito programma previsto nelle "Escursioni estive guidate nel Parco delle Groane e della Brughiera" organizzate dal WWF e LIPU insieme al Comitato per il Parco Regionale Groane-Brughiera, l'Associazione Il Gambero di Capiago Intimiano e l'Associazione Cantù, verde, brughiera e dintorni.


Al ritrovo, fissato in piazza san Pietro a Capiago Intimiano, si sono ritrovate una trentina di persone. Gli organizzatori hanno suddiviso i partecipanti in tre gruppi che, dopo aver ottemperato alle prescrizioni anti-Covid, si sono incamminati alla scoperta delle rogge e dei lavatoi della zona Montecastello.

Spiegazioni in prossimità della Roggia di Montecastello
La Roggia di Montecastello
Il lavatoio di Montecastello

La visita è proseguita verso il centro storico per lambire il Castello di Ariberto.

Il Castello di Ariberto
Castello di Ariberto. Il cortile interno
La soliva passeggiata è proseguita poi verso il laghetto - impianto di fitodepurazione di recente realizzazione.


Le piante acquatiche presenti nel laghetto sono, in questo caso, utilizzate come supporto alle colonie batteriche presenti nel sub-strato (ghiaia, sabbia, terreno) per assicurare una depurazione efficace  dell'acqua (per approfondire cliccare qui).


I gruppi si sono poi diretti verso Fecchio (Cantù) attraversando la Birintina con le storiche cascine ai piedi della Specola e le aziende agricole ancora attive.


Dopo aver lambito lo storico nucleo rurale di Cascina Santa Naga i partecipanti si sono diretti verso "La cascina di Mattia" per poi ritornare al punto di partenza.

Cascina Santa Naga
Il sentiero verso La Cascina di Mattia
Un cervo volante incontrato lungo il percorso