venerdì 29 giugno 2018
giovedì 28 giugno 2018
martedì 26 giugno 2018
Pedemontana e le aree contaminate da diossina: avviata la gara per il progetto operativo di bonifica
a cura di:
Sinistra e Ambiente - Meda
Legambiente circolo Laura Conti Seveso
Legambiente circolo Laura Conti Seveso
Il 21 giugno 2018, sul sito di Autostrada Pedemontana Lombarda (APL) è
comparso l'avviso di una procedura di evidenza pubblica per un bando di
gara come "Procedura aperta ex art. 60 del D.Lgs. 50/2016 per
l’affidamento del Progetto Operativo di Bonifica e/o di messa in
sicurezza, ai sensi del D.Lgs. 152/2006 e del coordinamento della
sicurezza in fase di progettazione, delle aree dell’incidente ICMESA
contaminate da diossina ed interessate dal tracciato Autostradale
Pedemontana".
Si tratta dell'avvio dell'iter per aggiudicare a partire dalla base
d'asta di 137.257 euro l'elaborazione e l'affidamento di un Progetto
Operativo di Bonifica e/o messa in sicurezza di quelle che sono state
identificate come aree da assoggettare a tale obbligo ai sensi del D.Lgs
152, a seguito della Caratterizzazione e del Decreto Regionale 14300
del 16-11-2017. (ce ne siamo occupati qui)
Il Capitolato Speciale d'Appalto ci consente una prima comprensione
rispetto a ciò che, secondo APL, dovrà essere tenuto in considerazione
nella stesura del Progetto Operativo di Bonifica.
Oltre a tutta la documentazione della Caratterizzazione e agli atti
formalizzati e approvati da Regione Lombardia al tavolo tecnico del
28-2-2017 che sono divenuti esecutivi con il Decreto Regionale 14300, il
Progetto dovrà considerare le risultanze dello studio di fattibilità commissionato da APL alla soc. ST&A srl di Milano.
Le risultanze di questo studio non sono purtroppo al momento accessibili
anche se nel Capitolato Speciale d'Appalto è scritto che con lo studio
di fattibilità è stata stimata quantitativamente la terra contaminata,
sono stati identificati i siti di conferimento della stessa ed è stata
specificata la necessità di indagini chimiche aggiuntive atte a
definire/escludere aree risultate contaminate non direttamente ma per
interpolazione dei poligoni di Thiessen (vedi qui).
Secondo il capitolato speciale di appalto, il Progetto Operativo di Bonifica dovrà dettagliare su:
- quantificazione dei volumi di terreno contaminato sulla base delle risultanze della caratterizzazione, delle indagini integrative con valutazione critica di quanto stimato nel Progetto di Fattibilità Tecnico Economica;
- eventuale proposta di integrazione delle indagini, da eseguire in fase di Progettazione Esecutiva dell’opera autostradale
- aggiornamento del Modello Concettuale definitivo del sito;
- aggiornamento dell’analisi di rischio;
- rettificazione e regolarizzazione operativa dei poligoni di Thiessen al fine di definire le aree di scavo effettivamente eseguibili in fase operativa di bonifica;
- individuazione delle più opportune operazioni di bonifica ai sensi del D.Lgs. 152/2006
- modalità operative di esecuzione dell’intervento di bonifica
- piano degli Scavi;
- piano degli Smaltimenti (Modalità di gestione dei terreni contaminati con individuazione dei siti di conferimento, flussi e tracciabilità dei rifiuti, codici CER, quantitativi);
- modalità di gestione delle terre non contaminate prodotte nel sito di bonifica, anche in relazione al loro potenziale impatto rispetto alle aree limitrofe, esterne al cantiere autostradale, a destinazione verde/residenziale;
- suddivisione dell'intervento in più lotti funzionali;
- modalità di allestimento e gestione dei cantieri di bonifica;
- coordinamento delle attività di bonifica dei terreni con le attività di Bonifica degli Ordigni Bellici (BOB);
- coordinamento delle attività di bonifica con le problematiche di gestione/deviazione del traffico lungo l’asse dell’attuale superstrada Milano-Meda;
- individuazione delle principali modalità di gestione delle attività di bonifica in coordinamento con le attività di cantierizzazione dell’infrastruttura autostradale in merito alla sequenzialità/suddivisione in lotti dell’intervento di bonifica;
- valutazione delle attività di bonifica in relazione alla presenza di sottoservizi;
- definizione del protocollo di verifiche ambientali (campionamento ed analisi), finalizzate all’omologa dei terreni contaminati;
- definizione delle modalità di collaudo dell’intervento di bonifica;
- definizione del protocollo di monitoraggio delle polveri;
- individuazione delle "pratiche migliori" per il controllo della diffusione degli inquinanti/polveri in fase di scavo dei terreni e di trasporto degli stessi verso i siti di conferimento;
- definizione delle modalità di gestione di eventuali acque di lavorazione/lavaggio/ecc.;
- predisposizione di un cronoprogramma con la definizione di tutte le fasi.
- definizione del costo dell'intervento (computo metrico estimativo della bonifica e quadro economico)
Oltre a questi aspetti, nel bando di gara, sono affidate le azioni di
comunicazione sulle attività in corso verso i Sindaci, le
amministrazioni locali, le istituzioni, la cittadinanza e gli organi di
informazione anche con incontri, riunioni e presentazione di elaborati.
Il Progetto Operativo di Bonifica dovrà essere poi presentato in
Conferenza di Servizi con possibilità di revisione su richiesta degli
Enti preposti.
Ora ci preme evidenziare alcune nostre preoccupazioni.
Il Progetto Operativo di Bonifica messo a gara, come tutte le
documentazioni sinora prodotte da APL nell'ambito della
Caratterizzazione, sarà basato sul PROGETTO DEFINITIVO DEL 2012.
Eppure, ad aprile 2018 è stato affidato un incarico alla soc. Conteco check srl di preparare un NUOVO progetto definitivo che costituirà la base per il successivo Progetto Esecutivo.
Nelle linee guida risulta che il definitivo 2018 introdurrà modifiche rispetto al definitivo 2012.
Sino a che punto il Piano Operativo di Bonifica ne terrà conto ? Quale incidenza avranno ?
Su quest'aspetto c'è un passaggio nel Capitolato Speciale d'Appalto che recita:
"Si fa presente, inoltre, che il progetto stradale che dovrà
essere utilizzato come base per lo sviluppo del Progetto Operativo di Bonifica
potrà subire lievi modifiche rispetto al tracciato considerato negli elaborati
di caratterizzazione e in quelli ad esso successivi."
Eppure, le modifiche SOSTANZIALI potrebbero comportare la riscrittura sia dell'ANALISI DI RISCHIO sia del MODELLO CONCETTUALE DI SITO, proprio a rispondenza di una prescrizione ARPA e ATS.
E ancora: cosa si prevede di fare nelle aree con livello di
contaminazione inferiore al limite industriale (100 ng eq/kg) e quindi
fuori dalla riperimetrazione della bonifica ma dove i lavori
autostradali comporteranno comunque movimentazione di terreno con
contenuto di diossina? Si pensa o si vuole forse lasciare la terra
lavorata ma inquinata dalla TCDD in loco?
Che influenza avrà lo studio (tutto interno ad APL e non pubblico) di
fattibilità tecnica/economica nell'orientare le scelte esplicitate nel
progetto di bonifica ?
Continua a mancare il PROGETTO ESECUTIVO (ora previsto dopo la
predisposizione del nuovo Definitivo 2018) ma è proprio sul Progetto
ESECUTIVO che va verificata la congruenza delle documentazioni prodotte
da APL all'interno del procedimento avviato a rispondenza dell'art 242
del testo unico ambientale. Come possono dunque essere inserite in un
procedimento avviato che ha ufficializzato con il D.R 14300 determinate
condizioni le riduzioni e le modifiche che ora APL persegue ?
Serve dunque continuare a seguire con attenzione tutti i passaggi connessi e conseguenti alla Caratterizzazione.
Serve ancora ribadire l'opportunità e la necessità che si rinunci al
completamento di questa inutile ed impattante autostrada, visti i rischi
che la contraddistinguono.
lunedì 25 giugno 2018
domenica 24 giugno 2018
Alla tavolata multietnica insieme a Legambiente
Pubblichiamo alcune foto del pic nic multietnico che si è tenuto sabato 23 giugno 2018 a Milano con la speranza che porti anche in Brianza una forte ondata di calore umano.
venerdì 22 giugno 2018
Rischio diossina e Pedemontana: gli ambientalisti incontrano la Fondazione Lombardia per l'Ambiente
a cura di:
- Sinistra e Ambiente Meda
- Legambiente Seveso circolo "Laura Conti"
Il 7 maggio 2018 il gruppo di
Sinistra e Ambiente di Meda e il Circolo "Laura Conti" di Legambiente
di Seveso hanno congiuntamente ed unitariamente chiesto informazioni e aggiornamenti alla Fondazione Lombardia per l'Ambiente (FLA) circa l'indagine di valutazione di rischio da
esposizione alla diossina residua dell'incidente ICMESA di cui era stata
incaricata la FLA ai sensi della DGR X/5268.
A seguito della disponibilità della
FLA, negli uffici milanesi della Fondazione, in data 11 giugno 2018 si è tenuto un incontro tra i rappresentanti
di Sinistra e Ambiente (Alberto Colombo) e Legambiente circolo Laura Conti di Seveso (Gemma Beretta) e la FLA, presente con il
Direttore Dr. Fabrizio Piccarolo, il Prof. Antonio Ballarin Denti del Comitato
Scientifico, il Dr Gianni Del Pero del Comitato Scientifico "Progetto
Icmesa", l'Ing. Giuseppe Pastorelli - Resp Settore Rischio e componente
del Comitato Scientifico "Progetto Icmesa" e la presenza del Dr. Nicola Di Nuzzo
della Direzione Generale Ambiente, Energia e Sviluppo Sostenibile di di Regione Lombardia.
Il primo quesito posto dai referenti delle associazioni ambientaliste ha
riguardato le cause del ritardo nella consegna della ricerca, prevista nella
DGR X/528 per dicembre 2017.
Il team della FLA ha evidenziato
che il ritardo è da attribuire alla metodologia di lavoro proposta e agli
eventi “imprevisti” che si sono interposti tra la previsione e quanto
riscontrato di fatto.
FLA ha infatti scelto di utilizzare un metodo di ricostruzione e confronto
"storico" rispetto a quella che è stata la precedente "Analisi
del Rischio relativa alla presenza di diossina residua nella zona B di
Seveso" del 2003 - ce ne siamo occupati qui – campionando nuovamente il suolo, laddove possibile, negli stessi punti di allora e cercando
di coprire le maglie della griglia 150x150 (del 1999) allora rimaste incomplete
o scoperte.
Tuttavia, in molti punti “storici” oggi non esiste più verde ma cemento
quindi non è stato possibile effettuare il carotaggio; altri punti si trovano in zone
di proprietà privata e qui in molti casi è stato lento e difficoltoso
l’ottenimento del consenso a procedere da parte dei proprietari.
Due situazioni tutt’altro che irrilevanti e che dovrebbero far riflettere e
forse avrebbero dovuto essere previsti da chi ha impostato la ricerca. In ogni
caso, per certo, elementi che sono stati causa
(a dire della Fla) di ritardi nell'iter dello studio con conseguente proroga
nei tempi di consegna dell'elaborato finale.
Come nel 2003, anche ora lo studio
della FLA riguarderà la sola zona B e utilizzerà anche le analisi della Caratterizzazione dei suoli della società Autostrada Pedemontana Lombarda
considerate compatibili e in sovrapposizione alla griglia originale del 1999.
Su questo punto i referenti delle associazioni ambientaliste hanno evidenziato che
è limitante occuparsi solo del rischio in zona B e che sarebbe stato opportuno
ampliare lo studio anche alla zona R, in particolare alle aree
direttamente confinanti con il perimetro della B.
Il lavoro della FLA prenderà dunque
in considerazione circa 30 nuovi punti di analisi di cui circa i 2/3 sono in
sovrapposizione per confronto con quelli identificati nella maglia del
1999 e nel rapporto del 2003.
I punti "storici" non
ripetibili sono stati sostituiti predisponendo una decina di nuovi punti di
campionamento suddivisi tra Seveso (2), Desio (5), Cesano Maderno
(4).
Tutte le nuove analisi sono in fase
di certificazione da parte del laboratorio ARPA.
Nell’incontro abbiamo sottolineato che sarebbe stato auspicabile avere un numero maggiore di campionamenti,
visto che la stessa DGR X/528 definisce "indagini sul top soil, almeno
in 50 punti dell’area vasta, a carico dell’Agenzia regionale per la protezione
dell’ambiente(ARPA Lombardia)".
In questo momento FLA è in attesa
dei risultati delle ultime analisi chimiche effettuate e sta predisponendo e impostando il testo sul rischio da
esposizione cui seguirà il lavoro sulla compatibilità d'uso dei suoli presi in
considerazione a fini di eventuali prescrizioni per attività di pascolo
animali da latte, orticolo (piante ipogee e a contatto del suolo), da
allevamento domestico, agricolo (piante epigee), verde pubblico e privato,
residenziale e commerciale/industriale.
E' ipotizzato il termine
dell'attività di elaborazione testuale con presentazione all'istituzione
regionale entro l'anno.
Come gruppi operanti sul territorio,
abbiamo chiesto una diversa metodologia di presentazione e diffusione rispetto
al precedente studio del 2003.
Metodologia che tenga conto anche di
un coinvolgimento dei gruppi e delle associazioni ambientaliste oltrechè delle
amministrazioni, con un'azione di trasparenza e restituzione pubblica.
La planimetria con le concentrazioni di diossina dell'indagine FLA del 2003 |
domenica 17 giugno 2018
Il Parco Monte Barro vola in Finlandia
Importante presentazione del progetto “L’uomo e la natura nel Parco Monte Barro” che vede la collaborazione di Università di Padova, WWF Lecco e Parco Monte Barro
Mercoledì 13 giugno nella città di Jyväskylä (Finlandia), in occasione della V Conferenza della Società Europea per la Conservazione (ECCB2018), Linda Ferrante, dottoranda all’Università di Padova del gruppo di ricerca di Barbara de Mori, ha presentato lo stato di avanzamento del progetto “L’uomo e la natura nel Parco Monte Barro” realizzato dal Dipartimento di Biomedicina comparata e Alimentazione (BCA) dell’Università di Padova in collaborazione con l’Associazione WWF Lecco e l’Ente Parco Monte Barro.
La presentazione dal titolo “Il rischio di estinzione per le specie minacciate all’interno delle aree protette: il caso del gambero di fiume (Austropotamobius pallipes) in Italia” è stata presentata davanti ad una platea di esperti nella sezione del convegno “La dimensione sociale della conservazione” ed ha suscitato interesse e consenso.
Al convegno sono stati presentati i risultati sulla conoscenza e sulla sensibilità etica dei visitatori del Parco Monte Barro sul gambero di fiume e sui comportamenti che possono essere pericolosi per la conservazione di questa splendida specie nostrana. Alcuni comportamenti infatti, come il bracconaggio, l’introduzione nei ruscelli di pesci e uova di rana o anche solo l’ingresso nei torrenti con stivali usati in altri corsi d’acqua possono mettere a rischio la presenza del gambero all’interno dell’area Parco.
Una prima fase del progetto ha riguardato un’indagine per lo studio del rapporto tra utenti e l’ambiente del Parco Monte Barro, attraverso la raccolta di dati che consentissero di ottenere informazioni essenziali per la ricerca. La sottoposizione di appositi questionari agli utenti del Parco si è svolta nell’estate-autunno 2017, concludendosi con la raccolta di circa 300 sondaggi ed un ''censimento'' dati bimensile. Nel dicembre dello scorso anno sono poi state avviate le elaborazioni dei questionari e definite le modalità per un’ulteriore raccolta di dato presso i residenti, avviata nelle scorse settimane con la distribuzione di 320 questionari nelle aree urbane limitrofe al Parco nel Comune di Galbiate.
Lo studio ha permesso di raccogliere informazioni su come proporre attività educative per promuovere la conoscenza e la protezione del gambero di fiume all’interno del Parco. A breve verrà svolta una nuova indagine che coinvolgerà ancora gli abitanti dei comuni su cui il Parco insiste e saranno progettate dall’Università di Padova e dall’Associazione WWF Lecco alcune attività educative ad hoc per promuovere la conservazione delle specie dulcacquicole del Parco Monte Barro.
Mercoledì 13 giugno nella città di Jyväskylä (Finlandia), in occasione della V Conferenza della Società Europea per la Conservazione (ECCB2018), Linda Ferrante, dottoranda all’Università di Padova del gruppo di ricerca di Barbara de Mori, ha presentato lo stato di avanzamento del progetto “L’uomo e la natura nel Parco Monte Barro” realizzato dal Dipartimento di Biomedicina comparata e Alimentazione (BCA) dell’Università di Padova in collaborazione con l’Associazione WWF Lecco e l’Ente Parco Monte Barro.
La presentazione dal titolo “Il rischio di estinzione per le specie minacciate all’interno delle aree protette: il caso del gambero di fiume (Austropotamobius pallipes) in Italia” è stata presentata davanti ad una platea di esperti nella sezione del convegno “La dimensione sociale della conservazione” ed ha suscitato interesse e consenso.
Al convegno sono stati presentati i risultati sulla conoscenza e sulla sensibilità etica dei visitatori del Parco Monte Barro sul gambero di fiume e sui comportamenti che possono essere pericolosi per la conservazione di questa splendida specie nostrana. Alcuni comportamenti infatti, come il bracconaggio, l’introduzione nei ruscelli di pesci e uova di rana o anche solo l’ingresso nei torrenti con stivali usati in altri corsi d’acqua possono mettere a rischio la presenza del gambero all’interno dell’area Parco.
Una prima fase del progetto ha riguardato un’indagine per lo studio del rapporto tra utenti e l’ambiente del Parco Monte Barro, attraverso la raccolta di dati che consentissero di ottenere informazioni essenziali per la ricerca. La sottoposizione di appositi questionari agli utenti del Parco si è svolta nell’estate-autunno 2017, concludendosi con la raccolta di circa 300 sondaggi ed un ''censimento'' dati bimensile. Nel dicembre dello scorso anno sono poi state avviate le elaborazioni dei questionari e definite le modalità per un’ulteriore raccolta di dato presso i residenti, avviata nelle scorse settimane con la distribuzione di 320 questionari nelle aree urbane limitrofe al Parco nel Comune di Galbiate.
Lo studio ha permesso di raccogliere informazioni su come proporre attività educative per promuovere la conoscenza e la protezione del gambero di fiume all’interno del Parco. A breve verrà svolta una nuova indagine che coinvolgerà ancora gli abitanti dei comuni su cui il Parco insiste e saranno progettate dall’Università di Padova e dall’Associazione WWF Lecco alcune attività educative ad hoc per promuovere la conservazione delle specie dulcacquicole del Parco Monte Barro.
venerdì 15 giugno 2018
Cabiate: pic nic del Conte nel parco di Villa Padulli
IL CONTE VI INVITA A UN PRANZO DAVVERO UNICO!
Domenica 24 giugno potrete godere del fresco sotto le bellissime piante monumentali dei giardini di Villa Padulli, accomodati sul prato o sulle tavolate allestite per l'occasione nel parco. Possibilità di scegliere tra un menu per tutti e una versione vegetariana. Per tutto il pomeriggio inoltre sarà possibile rifocillarsi presso l'antica osteria allestita all'ingresso del parco.
Nel pomeriggio invece i volontari, in costume d'epoca, vi accompagneranno attraverso una rievocazione della tipica giornata estiva di fine ‘800, con tante sorprese: la Falconeria con i suoi splendidi rapaci notturni: Civetta, Gufo reale, Barbagianni, Falchi di alto e basso volo, Falco Pellegrino e altri ancora; l'Antica Osteria e le sue locandiere, le Dame e i Nobili del tempo, il Tè dei tempi nel salone delle carrozze della Villa, i giochi d'epoca all'aperto per tutti, la Fiaba animata per gli ospiti più giovani, il Pittore ottocentesco che realizzerà un ritratto del Conte in loco e i bambini che potranno realizzare il loro ritratto.
Non mancate!
PRENOTAZIONE PER IL PRANZO OBBLIGATORIA ENTRO IL 21 GIUGNO - Per prenotare seguite le indicazioni sul manifesto.
mercoledì 13 giugno 2018
Fecchio (Cantù): una passeggiata tra storia, natura e cucina per festeggiare il nuovo parco Groane Brughiera
Durante la serata di sabato 9/6/2018 a Fecchio, organizzata dal Gruppo Cantù verde, Brughiera e Dintorni e dal Comitato Parco Regionale Groane-Brughiera, si è festeggiato il nuovo Parco Regionale Groane Brughiera.
Oltre cento persone si sono ritrovate nel piazzale antistante la Chiesa Parrocchiale dedicata a San Carlo.
Giancarlo Montorfano, giornalista e storico locale, ha dapprima illustrato ai presenti le origini storiche di Fecchio che sembrerebbero risalire al I secolo d.C.; a testimoniarlo la scoperta, nel Cinquecento, nella chiesa di San Giuliano di una lapide di marmo con un'iscrizione romana dedicata a Plinio il Giovane.
La chiesa dedicata a San Carlo Borromeo fu consacrata il 30 aprile 1967 da parte del cardinal Giovanni Colombo. Da quel giorno vennero anche esposte nella chiesa alcune lapidi per ricordare Giulio Orombelli che aveva donato i terreni su cui costruire l'edificio religioso.
Il gruppo ha imboccato poi la strada sterrata, costeggiante la ferrovia Como Lecco, in direzione del nucleo rurale di Santa Naga, che prende probabilmente il nome da Santa Eurosia.
La cascina, realizzata prima del Settecento, nel 1872 è stata colpita da una epidemia di tifo; oggi è abbandonata e alcune parti sono crollate.
Ultima tappa la visita a Cascina Pessedo che presenta sotto i portici due dipinti murali.
Il vicino agriturismo "La Cascina di Mattia" ha accolto i numerosi presenti per una cena conviviale.
Tiziano Grassi, storico Presidente del Comitato della Brughiera, e Gianni del Pero, altrettanto storico componente dello stesso, nonchè geologo e consigliere del WWF Lombardia, hanno poi illustrato ai presenti la lunga storia e le varie iniziative che hanno portato alla realizzazione del nuovo Parco Regionale Groane Brughiera. Il percorso non è ancora concluso in quanto è possibile un nuovo allargamento a diversi comuni confinanti del comasco.
Da dx verso sinistra: Tiziano Grassi, Marco Consonni e Gianni Del Pero |
Il brindisi finale ha suggellato i festeggiamenti.
I più sono poi tornati al punto di partenza percorrendo i sentieri illuminati dalle stelle e dalle lucciole... e dalle torce.
A questo link il filmato dell'escursione.
sabato 9 giugno 2018
Oasi Lipu di Cesano: 20 giovani comunicatori per aiutare la tutela della natura
Il volontariato europeo approda a Cesano Maderno con il progetto Life Choose Nature
Hanno acquisito le competenze necessarie in materia di comunicazione e ora sono i referenti nazionali per l’intero progetto. Sono 20 i giovani volontari che a Cesano Maderno danno vita da oggi a un gruppo di comunicazione nell’ambito del Life Choona, il progetto della Lipu sostenuto dall’Unione Europea e dalla Fondazione Cariplo. Progetto che mira a reclutare 310 volontari in tutta Italia, tra i 17 e i 30 anni, per contribuire alla salvaguardia di importantissime specie di uccelli selvatici.
Il progetto Life Choona ha lo scopo di monitorare otto specie di uccelli gravemente minacciate (tra le quali la cicogna bianca, il fratino, l’albanella e il grillaio) grazie all’impegno di 22 gruppi di volontari distribuiti in 12 regioni italiane. Nei prossimi due anni questi ragazzi saranno chiamati a individuare i problemi che affliggono l’ambiente e la natura e a divulgarli alla cittadinanza.
Compito del gruppo dei 20 volontari di Cesano Maderno è quello di fungere da punto di riferimento per tutti e 22 i gruppi per la selezione, e la post produzione, di prodotti comunicativi (foto, video) che poi saranno pubblicati sui canali istituzionali della Lipu, come il sito web e la pagina Facebook.
“Grazie al Life Choona sarà possibile contribuire alla salvaguardia della natura e degli animali di gran parte delle regioni italiane - dichiara Massimo Soldarini, project manager del Life Choona - Diventando volontario della Lipu è possibile entrare a far parte di questa splendida esperienza di volontariato ambientale, un’occasione ideale per chi ama la natura e abbia voglia di mettersi in gioco. Tutta la squadra della Lipu è entusiasta di contribuire a un importante progetto dell’Unione europea in difesa dei luoghi naturalistici più belli e preziosi del nostro Paese. E’ una sfida che non potevamo lasciarci sfuggire”.
Per informazioni sul progetto e inviare la propria candidatura: www.lipu.it/choona. Per la partecipazione al progetto occorre iscriversi al portale ESC (European Solidarity Corps) che offre ai giovani opportunità di volontariato nel proprio paese o all’estero.
sabato 2 giugno 2018
Festeggiamo il nuovo parco Groane Brughiera tra tramonti, cultura e buon cibo
Sabato 9 giugno 2018 - ore 19
Festeggiamo il nuovo parco tra tramonti, cultura e buon cibo
Partenza dalla chiesa di Fecchio ( Cantù) in via per Alzate 73.
Si entra nella strada sterrata che porta alla cascina Santa Naga (nella foto sopra), si attraversa parte della valle accompagnati dai racconti storici di Giancarlo Montorfano (noto storico e giornalista Canturino) sulle chiese scomparse di Fecchio (San Giuliano, Santa Naga, Orombelli) si sale alla cascina Pessedo con visita alla corte dove si trovano due dei più antichi dipinti devozionali della zona sempre accompagnati dai racconti storici di Giancarlo.
Terminata la visita ci si reca a cena nell'agriturismo "La cascina di Mattia" A fine cena breve presentazione del nuovo Parco Regionale delle Groane e della Brughiera a cura di Tiziano Grassi (presidente del comitato del parco) e Gianni Del Pero (geologo ed esponente di spicco del comitato del parco) al termine dolce e brindisi finale.
Il ritorno si potrà fare con accompagnatore nel buio della brughiera attraverso i sentieri percorsi all'andata (percorso rosso, munirsi di torcia) oppure attraverso la comoda ed illuminata via Ovidio (percorso azzurro).
Per informazioni:
- Gruppo Facebook Cantù verde, Brughiera e Dintorni
- Comitato Parco Regionale Groane-Brughiera
Per prenotare la cena chiamare direttamente l'Agriturismo "La cascina di Mattia" tel. 031 707 3814
Questo il menu:
Antipasto della cascina, Bis di primi ( risotto alle ortiche.Tagliolini al ragù d'asino), Stinco di maiale sfilettato con patate, Taglierino di formaggi, dolce e spumante.
Vino e bibite escluse. Costo 20 euro per gli adulti 15 per i bambini.
Il prezzo è riservato esclusivamente all'evento, quindi quando si prenota specificare che si fa parte del gruppo "Cantù verde,brughiera e dintorni"
Bicinfesta 2018. Per un giorno Seregno diventa la capitale ciclabile della Brianza
Circa 600 ciclisti hanno partecipato alla 21° edizione di Bicinfesta per Seregno organizzata dal GS Respace Biketeam, il GS Dosso ed il WWF Insubria.
Bicinfesta per Seregno nasce infatti nel 1998 raccogliendo fin dalla sua prima edizione un successo per certi versi inaspettato.
Di seguito il fotoracconto della giornata.
Il banchetto delle iscrizioni |
La partenza in via Pacini |
Alzabandiera sul piazzale del Municipio in via Umberto I° |
La sosta al Don Orione |
Via Resegone |
Piazza Risorgimento |
Piazza Concordia |
Il sottopasso di via Sciesa |
L'ingresso nel parco del Meredo da via Saronno |
L'arrivo al Parco "2 Giugno" |
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