venerdì 19 aprile 2019

Cantù. Più di 100 anni di condanne per i 9 imputati per il controllo "mafioso" della piazza centrale della città

di Roberto Fumagalli, presidente del Circolo Ambiente "Ilaria Alpi"

"Aveva ragione la Direzione Antimafia di Milano: quella di Cantù era vera "mafia" e non semplice bullismo di piazza!"

Possiamo commentare così la sentenza emessa oggi dal Giudice del Tribunale di Como che ha comminato condanne per un totale di oltre 100 anni ai 9 imputati per le sparatorie e i pestaggi verificatisi nel periodo 2015-2016 nella piazza centrale di Cantù.

La Procura Antimafia aveva visto giusto fin dall'inizio dell'indagine, partita con l'arresto di alcuni imputati, parlando di fatti di "mafia". A Cantù gli 'ndranghetisti erano liberi di scorrazzare nella piazza centrale della città, senza che nessuno abbia mai denunciato i fatti!

Come associazione che da anni si occupa di antimafia, vogliamo sottolineare che ora nessuno può permettersi di dire che Cantù è un isola felice. Secondo noi questa sentenza deve dare la scossa affinché la cittadinanza si svegli, rinneghi il passato di omertà e inizi a lottare contro la presenza della 'ndrangheta nel nostro territorio. Serve grande senso civico e più coraggio.

Noi come associazione ci abbiamo messo più volte la faccia a Cantù, addirittura prima della retata della DDA, a settembre 2017 organizzammo il "Festival della Legalità", per cercare di svegliare le coscienze dei Canturini, purtroppo con deboli risultati in termini di partecipazione. Poi siamo stati i primi, da soli, a chiedere che il Comune si costituisse parte civile nel processo, anche qui nulla si è mosso.

Ecco, oggi si è sentita molto l'assenza delle Istituzioni, e in particolare del Comune di Cantù e di Regione Lombardia, che avrebbero dovuto costituirsi parte civile nel processo!

Ora, dopo la sentenza odierna, la comunità canturina deve trovare il coraggio di superare questa onta, lottando per far prevalere la legalità nel territorio. E poi scegliendo amministratori pubblici disposti a metterci la faccia nella lotta contro la 'ndrangheta, piuttosto che negarne o sminuirne la presenza, come purtroppo alcuni hanno fatto in passato.

Le mafie vanno sconfitte con la denuncia e la partecipazione civica, come in più occasioni ci hanno ricordato i magistrati impegnati sul campo, a partire dalla dottoressa Alessandra Dolci, responsabile della DDA di Milano, fino al dottor Nicola Piacente, a capo della Procura di Como. Concetto ribadito con enfasi anche dal professor Nando Dalla Chiesa, che è stato nostro ospite a Mariano Comense lo scorso lunedì, in una sala piena con più di 300 persone vogliose di schierarsi dalla parte della legalità.

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