Sulla viabilità romana e tardo-romana della Lombardia nord-occidentale segnaliamo un interessante studio di Matteo Dolci, pubblicato su Archeologia Barbarica (n. 4, giugno 2020), che prende in considerazione il percorso della Via Longa.
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Abstract
Matteo Dolci, Alpes: da Perviae a Limes. Trasformazioni della viabilità della Lombardia nord-occidentale e dei valichi alpini in funzione del nuovo assetto politico e amministrativo del Regno longobardo.
Lo sviluppo della rete stradale romana nel territorio a nord di Milano nel suo divenire storico è oggi unanimemente accettato, almeno nelle sue direttrici principali. Rimane tuttavia impossibile individuarne con puntualità i percorsi al suolo, data la grande trasformazione del territorio negli ultimi sessant’anni.
Alcuni dati archeologici, cartografici e toponomastici, unitamente ai pochi tratti messi in luce anche recentemente definiscono una viabilità maggiore lungo la valle del Seveso e forse nel settore monzese e una serie di percorsi minori, necessari alla fitta rete abitativa della Brianza.
Con il tardoantico, la documentazione cartografica e degli itineraria aggiunge il percorso pedemontano che proviene da est, che supera l’Adda con il ponte di Olginate e scavalca la sella di Galbiate per dirigersi verso Como per la valle del Cosia. E’ in questo periodo che Como diventa centro nevralgico del controllo militare delle vie di valico grigionesi (è nota la presenza in città di un preafectus classis), raggiungibili non senza difficoltà per via d’acqua, stante la volubilità della navigazione sul Lario.
Con il crollo dell’Impero, l’intero settore lariano è interessato dalle vicende della guerra greco-gotica prima, del regno longobardo poi. Il territorio sembra strutturarsi su alcuni centri di controllo maggiori (Chiavenna a nord, Como a un capo del lago, Monza lungo il Lambro) e da una serie di capisaldi con doppia funzione di controllo visivo del lago e dei percorsi fluviali e stradali verso sud, nonchè di presenza e presidio nel territorio.
La viabilità romana e tardoromana della cosiddetta pedemontana e della Mediolanum-Comum restarono in uso. Recenti studi aprono la possibilità anche di un altro percorso, a sud dei laghi di Annone e Pusiano, che in età medievale è definito via Longa, e raggiunge Como correndo più bassa della valle del Cosia. Ugualmente si proseguì a utilizzare il lago, mentre un percorso pedonale (la ormai famosa via Regina) poteva avere funzione di movimento locale, ma certamente non di viabilità unitaria e strutturata, se non dal Medioevo.
In questo quadro il centro di Olginate-Capiate, proposto da studi recenti come ubicazione dell’Insula Comacina di Paolo Diacono, pur nei molti dubbi di attribuzione, si può proporre come snodo viabilistico e centro di potere al confine con il territorio bergamasco.
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