di Dario Balotta, presidente ONLIT (Osservatorio Nazionale Liberalizzazioni Trasporti e Infrastrutture)
Questa fase di pandemia ha dato un nuovo impulso allo sviluppo dell’e-commerce e ad Amazon. Causando ulteriori distorsioni della concorrenza anche in Italia. La UE ha finalmente aperto due indagini nei confronti di Amazon.
La prima riguarda la distorsione della concorrenza nei confronti dei venditori indipendenti che utilizzano la stessa piattaforma di e-commerce, usando le informazioni raccolte ma non condivise.
La seconda indagine riguarda invece la fornitura da parte di Amazon di servizi logistici agli stessi venditori indipendenti. Secondo la Commissione, Amazon fornirebbe un trattamento preferenziale ai venditori che usano i suoi servizi. Viene inoltre alla luce la carenza di regole che riguardano la tassazione del settore. Amazon ha stretto un accordo con poste Italiane per la distribuzione dei pacchi. Il monopolio pubblico è stato diviso con il colosso privato.
I contratti di lavoro, spesso inesistenti, gli effetti ambientali e territoriali della nascita come funghi di centri logistici e la crescita abnorme di veicoli in circolazione, quindi di traffico e inquinamento per la distribuzione a domicilio sfuggono a qualsiasi controllo pubblico. Emerge un grande buco nero nella normativa che dovrebbe regolare il settore in questa fase di sviluppo sia europea che nazionale.
La Commissione indagherà se sussiste la possibilità per i venditori di proporre i propri prodotti agli acquirenti, privilegiando coloro che usano i servizi di stoccaggio e di consegna nell’ultimo miglio di Amazon, rispetto a quelli che non lo fanno. Le regole adottate non devono favorire artificialmente le offerte al dettaglio di Amazon o avvantaggiare quelle dei rivenditori che utilizzano i servizi logistici e di consegna di Amazon.
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