mercoledì 28 dicembre 2022

La salvezza del Monte San Primo è dire addio agli impianti sciistici


Mentre la Comunità montana Triangolo Lariano pensa di realizzare impianti sciistici sul Monte San Primo nella vicina Svizzera si pensa di dire addio allo sci di bassa quota.

Sull'argomento è intervenuto, con una intervista rilasciata a Blick (leggi qui), Thomas Egger, direttore del Gruppo svizzero per le regioni di montagna (SAB), che consiglia alle stazioni invernali situate a meno di 1600 metri di dire addio allo sci alpino: "Abbiamo appena vissuto l'anno più caldo dall'inizio delle misurazioni. Tali condizioni sono la nuova normalità. Al di sotto dei 1600 metri l'innevamento non è più garantito."
 

Secondo Egger "le località turistiche di bassa e media quota devono pensare a trovare alternative al turismo sciistico". Gli impianti di risalita, per poter rimanere in funzione, devono affrontare grandi sfide finanziarie, spesso con sostegno pubblico, "ma questo non salva a lungo termine gli impianti di risalita. Questi soldi potrebbero essere utilizzati meglio". "La questione non è tanto se vogliamo o meno il cambiamento. Semplicemente non abbiamo altra scelta che adattarci".

Nell'intervista vengono illustrate anche gli interventi che alcune località hanno attuato per risolvere la situazione: "La funivia dello Stockhorn ha cessato di essere utilizzata per il turismo sciistico alpino. Ci siamo attrezzati per offrire ai clienti gite con le ciaspole ed escursioni invernali. In Ticino, sul Monte Tamaro, nel 2003 si è deciso di abbandonare del tutto il turismo invernale. Facciamo affidamento su offerte come escursioni e slittino estivo. Oggi il fatturato annuo è superiore di un terzo rispetto a prima".

Per leggere l'intera intervista (in francese) cliccare qui.

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