sabato 7 ottobre 2017

La ‘ndrangheta non è più “silente”. Da Seregno parta il risveglio della Brianza onesta

Presidio per la legalità in piazza Vittorio Veneto, Seregno
di Brianza SiCura
 
Un altro «brusco risveglio» per la Brianza. Dopo la «banca della ‘ndrangheta» a Seveso, dopo la cava abusiva a Desio (solo per citare gli episodi più clamorosi degli ultimi anni), ecco l’arresto di un sindaco -quello di Seregno, una delle città più popolose e più ricche della Provincia- con l’accusa di corruzione per aver favorito un imprenditore vicino alla ‘ndrangheta.

Ancora una volta, grazie alle indagini della magistratura e delle forze dell’ordine,  la Brianza si accorge “stupita” (ma purtroppo sempre in ritardo) di quanto la criminalità organizzata di stampo mafioso sia radicata nel suo territorio­, e di quanto siano diffuse le sue ramificazioni nella politica e persino nelle istituzioni locali.

Anche questa volta gli inquirenti sono stati estremamente chiari al riguardo:
  • dalle intercettazioni emerge «la permeabilità e il totale asservimento da parte dei pubblici funzionari e di alcuni politici che si buttano a servire la criminalità e un imprenditore» (Maria Luisa Zanetti, procuratore capo di Monza);
  • all’interno del Comune di Seregno «le contaminazioni tra interessi pubblici e interessi privati» avrebbero coinvolto «pressoché l’intero establishment politico e amministrativo operante» (Pierangela Renda, giudice indagini preliminari di Monza);
  • «Una corruzione che non prevede più il passaggio di denaro è molto più sottile e molto più pericolosa perché coinvolge in pieno il senso di democrazia grazie al reperimento fraudolento del consenso popolare» (Salvatore Bellomo, procuratore della Repubblica di Monza);
  • «La mafia non è silente. Non lo è al Sud e nemmeno al Nord. È così poco silente che nella piazza centrale di Cantù ci sono pestaggi, violenze e soprusi della ‘ndrangheta senza alcun ritegno» (Alessandra Dolci, pubblico ministero Direzione distrettuale antimafia di Milano).
Brianza SiCura esprime la propria solidarietà ai cittadini di Seregno; ma, dopo segnali tanto numerosi e tanto gravi, non bastano più ormai la meraviglia e l’indignazione. Le mafie ormai ci «rubano» persino la democrazia, dunque la libertà di governare i territori dove viviamo!

Per questo Brianza SiCura chiede da tempo un impegno di informazione e prevenzione più puntuale a tutti:
  • ai cittadini consapevoli, che esprimendo con il voto i loro rappresentanti sono responsabili della formazione di una classe politica troppe volte rivelatasi disponibile all’illegalità e alle collusioni mafiose;
  • agli amministratori locali onesti, perché non chiudano gli occhi di fronte alla realtà e usino tutti i mezzi a loro disposizione per promuovere la trasparenza e la legalità e denuncino con coraggio ogni tentativo di corruzione;
  • agli educatori (insegnanti, famiglie, religiosi, responsabili di associazioni), affinché considerino il contrasto a tutte le forme di illegalità uno dei principali messaggi da trasmettere, soprattutto ai giovani;
  • ai pubblici ufficiali, perché continuino con ancora maggiore tempestività il loro compito di scoprire e stroncare ogni illecito e soprattutto la piovra delle mafie.
Non lasciamo passare ancora una volta l’occasione: nel nostro silenzio la piovra cresce e allarga i suoi tentacoli sul territorio. Trasformiamo i nostri sentimenti di sdegno e rifiuto in un impegno concreto per una Brianza SiCura perché onesta, pulita, capace di reagire.

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