mercoledì 1 dicembre 2010

L'acqua è un bene prezioso: difendiamola in Lombardia

Riceviamo da Valerio Bettoni il testo dell'intervento fatto ieri in consiglio regionale per contrastare l'adozione della Legge sulla gestione dei servizi idrici integrati. Ne pubblichiamo qui alcuni passi.

L’acqua è un bene pubblico e attorno al suo razionale e solidale utilizzo deve sempre prevalere l’interesse pubblico. (...).

Nel rapporto annuale di Mediobanca si evidenzia che la gestione dell’acqua in Lombardia è tra le migliori a livello europeo e con le tariffe più basse. In Europa esistono realtà territoriali dove l’acqua viene pagata circa 4 Euro al metro cubo, mentre in Lombardia siamo al di sotto di 1 Euro.

Sono stato per dieci anni alla guida della Provincia di Bergamo e posso testimoniare degli ottimi risultati raggiunti dagli AATO e dai Comuni su un percorso orientato a costruire un sistema efficace, efficiente ed economico del servizio.

E’ stata realizzata una compagine societaria pubblica al 100%, rappresentante di tutti i comuni della Provincia di Bergamo in una gestione pubblicistica, partecipata ed innovativa del sistema idrico integrato, con investimenti previsti per circa 600 milioni di Euro in dieci anni e l’applicazione di un sistema tariffario che ha costi per i cittadini tra i più bassi d’Europa.

Ad oggi sono stati investiti oltre 130 Milioni di Euro.

Anche in altre Provincie e in tutta la Regione si è lavorato molto e bene tanto che – altra semplice ma cruciale affermazione – non riusciamo a capire il perché dobbiamo cambiare rispetto ad una impostazione che ha funzionato e funziona bene.
Se l’organizzazione per il controllo pubblico dell’acqua funziona in Lombardia perché dovremmo cambiarla in nome di costrizioni europee e nazionali per la ricerca di quella efficienza ed economicità che noi abbiamo già ricercato ed attivato proprio nella consistente storia del solidarismo municipale lombardo.?

La sgradevole sensazione è quella che si vuole smantellare le buone cose pubbliche che funzionano per consentire ai privati – i soliti ed insoliti “furbetti del quartierino” – di buttarsi sul primo 40% di un altro appetibile affare, dopo quello dello smantellamento delle partecipazioni statali, questa volta mettendo mano al patrimonio che generazioni di amministratori locali lombardi hanno costruito sull’interesse pubblico, nell’attenzione a migliorare i servizi di pubblica utilità e nella solidità delle aziende pubbliche, quando queste politiche non si chiamavano ancora federalismo o sussidiarietà orizzontale. (...).

Vignetta di Vauro, eseguita per MicroMega

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