mercoledì 29 dicembre 2010

Area Alfa di Arese: un ricorso "a gamba tesa"

Il Comitato Difendiamo Arese e il Coordinamento Area Alfa esprimono profonda preoccupazione per il ricorso presentato in sede amministrativa dai proprietari di parte dell’area Alfa - le società AGLAR  e Zaffiro - nei confronti del Consiglio Comunale di Rho e della Elettro Europa di Giulio Tizzoni in seguito alla non-ratifica dell’Accordo di Programma per la reindustralizzazione dell’area Alfa Romeo di Arese.

Ovviamente il comitato e il coordinamento non mettono in discussione la legittimità di un ricorso che mira a difendere gli interessi delle proprietà. ma ritengono che la richiesta di risarcimento costituisca un elemento di grave disturbo del dibattito politico e appaia come un'azione intimidatoria nei confronti della libera espressione della dialettica democratica fra istituzioni. Da quello che si può evincere da una prima lettura del ricorso e dal comunicato dell’Amministrazione Comunale, AGLAR e Zaffiro indicano tra le ragioni del ricorso la mancanza di coerenza delle scelte amministrative fatte dal Comune di Rho e un attentato alla libera concorrenza a danno dei consumatori. Ma la prima motivazione negherebbe al Consiglio Comunale la possibilità di scelta (poiché nei passaggi istituzionali precedenti era stato espresso da parte dei rappresentanti comunali un primo assenso, secondo la proprietà la definitiva approvazione avrebbe dovuto essere sostanzialmente inevitabile). L’inconsistenza di queste considerazioni attengono al diritto/dovere di un’assemblea elettiva come il Consiglio Comunale di esprimere il proprio parere come richiesto dalla normativa (e anche di cambiare liberamente idea rispetto ai passaggi iniziali).

Il secondo aspetto, il presunto attentato alla libera concorrenza, è più insidioso, ma si poggia anch’esso su motivazioni piuttosto labili: il lavoro dei comitati come il nostro e la stessa discussione in Consiglio Comunale hanno dimostrato che le motivazioni “commerciali” erano solo una parte dei motivi di contrarietà all’AdP, dato che le ricadute ambientali, sociali e occupazionali avevano altrettanto peso.

«Ma al di là del merito del ricorso, su cui ci riserviamo di fare un’analisi più approfondita», dice Sara Belluzzo, Presidente del Comitato Difendiamo Arese, «è la carta della richiesta di risarcimento che le proprietà hanno deciso di giocare che inquieta di più. L’obiettivo è di far pesare il loro punto di vista sui singoli Consiglieri comunali e in generale sulle istituzioni che eventualmente si troveranno a discutere di un nuovo progetto con questa spada di Damocle sulla testa».
E Gianluigi Forloni di Legambiente aggiunge: «Questo ricorso va annoverato tra le “entrate a gamba tesa” che le società coinvolte hanno già tentato prima del voto in Consiglio Comunale. Tra gli altri ricordiamo la lettera con improbabili calcoli sui potenziali posti di lavoro associabili al Centro commerciale inviata ai Consiglieri comunali prima del voto, e i manifesti che tappezzavano i comuni della zona offrendo posti di lavoro anch’essi associabili al futuro centro commerciale. Questi interventi hanno in comune con il ricorso una relazione con il territorio di tipo padronale: quando mancano elementi sostanziali si ricorre a specchietti per le allodole. Se il Comune di Rho, attraverso il voto del suo Consiglio ha saputo dimostrare libertà e indipendenza di giudizio», conclude Forloni, «i cittadini non possono che essere grati».     

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