A nome delle associazioni promotrici della serata "Un PGT sostenibile. Si può ridurre il consumo di suolo e far quadrare il bilancio comunale?", nel ringraziare il folto, qualificato ed attentissimo pubblico che ha riempito la sala mostre della biblioteca di Macherio, rimarchiamo il nostro dispiacere per l'assenza del Sindaco Porta, poiché perdendosi questo incontro ha mancato ben due importanti occasioni di confronto cui avrebbe beneficiato senza dubbio la sua azione politica e di contro l'intera Macherio. La prima di confrontarsi con i cittadini di un comune che, già senza Pedemontana, è fra i più urbanizzati della Lombardia. La seconda di toccare con mano (ed eventualmente prendere appunti preziosi) su come sia realmente possibile - da amministratore pubblico - far quadrare il bilancio comunale evitando il consumo di suolo, risorsa non rinnovabile, datoci in eredità dai nostri padri e dalle nostre madri e che noi abbiamo il dovere morale di trasmettere ai nostri figli. E non bisogna andare su Marte per verificare ed imparare come fare, ma basta andare a Ronco Briantino o a Cassinetta di Lugagnano.
Forse qualcuno ha ancora l’idea che le associazioni ambientaliste facciano battaglie un po’ folcloristiche o che la tutela ambientale sia un lusso che non possiamo permetterci. Al contrario: non possiamo permetterci ancora altro spreco di territorio per l’edificazione. Da uno recente studio sul consumo di suolo, risulta che Macherio ha un indice di consumo del suolo (cioè il rapporto tra il suolo edificato e territorio comunale nel suo complesso) di circa il 64%, cioè fa parte del gruppo di comuni a più intensa urbanizzazione della provincia, superiore a quella della stessa Milano. Teniamo presente che tutta la letteratura scientifica sul tema fissa al 45% il limite di sostenibilità, oltre il quale i terreni non garantiscono più la rigenerazione ambientale.
Apprendiamo inoltre che, proprio durante il consiglio comunale del 20 aprile, è stata deciso, con un voto unanime, di sacrificare nuovo territorio agricolo che verrà destinato alla costruzione delle nuove residenze per gli espropriati di Pedemontana. Il nostro coordinamento dà piena solidarietà agli espropriati, ma non può che commentare come infelice questa scelta, ed altre scelte simili (come a Seregno dove le nuove case sono finite all’interno del PLIS Brianza Centrale), proprio per le ragioni che hanno generato la serata fatta che ha dimostrato come è realmente possibile ridurre il consumo di suolo senza incidere sui bilanci comunali. Le aree libere non sono e non devono essere riserve per l’edilizia, sono altro, ed hanno valore per tutti in quanto tali. Il riuso delle aree dismesse e del patrimonio edilizio esistente, che è anche già dotato di tutti i servizi, ma che però è largamente sottoutilizzato e lasciato esclusivamente al libero mercato selvaggio, come è stato dimostrato durante la serata, avrebbero potuto risolvere questo ed altri problemi legati alla necessità di residenza.
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