lunedì 26 novembre 2012

La "strana" e alquanto discutibile richiesta del Comune di Monza di far cassa con i soldi del servizio idrico integrato

Intervento del Comitato Beni Comuni di MB

Tutti sanno che gli investimenti del servizio idrico vengono sostenuti grazie alla tariffa che ogni cittadino corrisponde in base ai suoi consumi.
Per anni abbiamo sentito dire che la tariffa non è sufficiente a garantire i sempre più onerosi investimenti necessari a garantire un buon livello qualitativo per tale servizio. Questo assunto è anche stato il cavallo di battaglia di chi, schierandosi compatto contro il movimento referendario, sosteneva che l’intervento di capitale privato fosse assolutamente necessario.

Ora, apprendiamo con estrema sorpresa che in Brianza la tariffa è addirittura in eccedenza.

Su richiesta del Comune di Monza, che pare abbia necessità di far cassa in ogni modo, viene infatti convocata, per fine mese, l’Assemblea della patrimoniale ALSI, con all’ordine del giorno la distribuzione delle riserve fra i Comuni soci.

Questo in un momento in cui ogni Comune invoca interventi sulle proprie reti e i Cittadini del quartiere San Rocco aspettano da anni la riqualificazione dell’impianto di depurazione, mediante l’avvio dei relativi lavori, già aggiudicati con un appalto milionario.

Se viviamo in un Paese democratico e se, conseguentemente, la trasparenza è ancora un valore fondante della nostra Società è necessario che i Sindaci dei Comuni soci che vorranno approvare la distribuzione delle riserve di ALSI spieghino ai Cittadini che la tariffa da loro pagata non verrà utilizzata per l’acquedotto, per la rete fognaria o per cercare di diminuire i miasmi del depuratore, ma finirà nelle casse dei Comuni, magari per organizzare il convegno delle giovani marmotte o per l’ennesima piazzetta celebrativa del nulla.

Ma l’ATO dov’è?
 
La possibilità di distribuire le riserve delle patrimoniali era già stata ventilata nell’ambito dello strampalato progetto di riorganizzazione del servizio idrico brianzolo; le riserve, negli intenti degli “strateghi” della Provincia, sarebbero state utilizzate dai Comuni per acquistare le quote di Brianzacque.
Adesso, dopo che il “geniale” progetto che aveva portato all’affidamento a Brianzacque è stato dichiarato illegittimo anche dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato e dopo che nessuno ha ancora preso uno straccio di provvedimento, nessuno muove un dito neppure per impedire che le risorse del servizio idrico vengano distratte dal loro ambito naturale. Tutto ciò, ovviamente, sulle spalle dei Cittadini che, specie di questi tempi, pagano a fatica la loro bolletta.

Ma il Sindaco di Monza e la Sua giunta, rappresentanti del socio di maggioranza di Alsi, cosa dice e cosa fa in merito al pronunciamento di illegittimità dell'Autorità Garante, la quale è stata netta nel definire illegittimo l'affidamento diretto a Brianzacque? Cosa fa il Sindaco Scanagatti, che ha condotto la sua campagna elettorale all'insegna della trasparenza, della partecipazione, della legalità, della difesa dell'acqua pubblica e dei Beni Comuni?

Se la sua azione è rappresentata dalla convocazione dell'assemblea dei 29 soci di ALSI, per far cassa, e non si adopera per rimuovere la conclamata illegittimità dell’affidamento a Brianzacque, si deve constatare che I suoi comportamenti non appaiono propriamente coerenti con gli intenti manifestati in campagna elettorale, visto che, piuttosto, appaiono in linea con il progetto di riorganizzazione del SII – si ribadisce illegittimo – portato avanti dai C.d.A dell’ATO e di Brianzacque.

D’altra parte, oltre a essere illegittimo, come il Comitato ha da sempre denunciato, tutto il progetto è talmente astruso da risultare irrealizzabile; prova ne sia il fatto che niente finora è stato fatto. Eppure, secondo il parere reso dalla Conferenza dei Comuni del 22 dicembre 2011, la retrocessione delle quote delle patrimoniali doveva avvenire entro il 30 giugno 2012 e Brianzacque avrebbe dovuto acquisire tutti i necessari requisiti per l’in house entro il 31 dicembre 2012.
La convocazione dell’Assemblea di ALSI, certo, può far comodo ai Comuni per fare cassa (Monza chiede circa due milioni di euro, poi a ruota lo faranno tutti gli altri 28 sindaci), ma espone il servizio al pericolo di togliere alla patrimoniale le risorse necessarie per programmare e realizzare gli investimenti e, quindi, a svuotarla completamente.

Rivolgiamo quindi un appello perché le forze politiche sane del territorio intervengano per far cessare lo scempio del servizio idrico brianzolo, individuando i responsabili dello stesso e rimuovendoli prontamente.
Rivolgiamo un appello al Consiglio di Amministrazione di ALSI, perché prenda una posizione netta in merito all'illegittimità del progetto dell'ATO e al depauperamento delle proprie casse sociali che conseguirebbe dalla distribuzione delle riserve (fatto che comprometterebbe seriamente la possibilità di poter proseguire nella propria attività e favorirebbe, invece, le finalità connesse al progetto, illegittimo, dell’ATO).
Ribadiamo la necessità di abbandonare definitivamente il folle progetto dell'Ato e di adoperarsi per dar vita alla grande azienda interamente pubblica della Brianza che si occupi di Acqua e Rifiuti.

Chiediamo ufficialmente un incontro urgente con il sindaco di Monza perché ci ascolti, faccia un passo in avanti e interrompa questo stato di cose.

Qualora, non ci sarà nessuna risposta in merito, il Comitato Beni Comuni di MB, continuerà nella sua opera di denuncia nelle sedi più appropriate, intraprendendo le più opportune iniziative di mobilitazione.

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