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Monza e Brianza: nonostante gli appelli, il territorio è ancora inascoltato
di Luca D’Achille, tratto da Salviamo il paesaggio del 4/2/2013
La Provincia di Monza e Brianza, secondo il rapporto di Legambiente Lombardia presentato a dicembre, ha un territorio cementificato all’84%. Poche le risposte al Censimento del Cemento. Manca la volontà di arginare il problema nonostante la criticità della situazione.
Dopo gli appelli, si contano presenti e assenti
Ad inizio 2013 questa è la situazione delle risposte al Censimento del Cemento proposto da Salviamo il Paesaggio per la Provincia di Monza e Brianza, la più urbanizzata d’Italia.
Su 55 comuni 7 questionari consegnati con 2 risposte giudicate positive e complete (Mezzago e Vimercate) e ben 5 valutate parziali (Agrate Brianza, Biassono, Camparada, Lentate sul Seveso e Seveso).
A distanza di 4 mesi dal precedente punto della situazione e dopo qualche sollecito inviato direttamente ai comuni da associazioni e singoli individui che hanno compreso l’importanza del tema, l’aumento di risposte è comunque limitato a solo 4 schede consegnate.
Tra le assenze spicca soprattutto il capoluogo, Monza. Qui dopo le elezioni dello scorso anno, che hanno portato un cambio alla guida della città, non sono mancate le polemiche su scelte fatte in termini di tutela del territorio.
Lo spostamento previsto di un centro commerciale che verrà chiuso e riaperto ancora più grande, con palazzi per uffici, su un’area agricola, a poca distanza da un altro centro commerciale esistente ha suscitato molta discussione.
Le associazioni, che più delle amministrazioni hanno compreso la gravità della situazione, speravano che le priorità e le scelte dell’amministrazione fossero altre.
Mancano all’appello tanti comuni del vimercatese, tra cui Bernareggio, da tempo protagonista in negativo. A dicembre è scoppiata la polemica a seguito dell’adozione di un PGT (Piano di Governo del Territorio) che, nonostante il notevole sviluppo urbanistico degli anni passati, prevede ulteriore consumo di suolo. Rimangono inascoltati gli appelli per tutelare il territorio e per non essere più l’unico comune che non aderisce a nessun Parco locale.
Anche dalla fascia ovest della Provincia, fortemente cementificata, in cui il degrado ambientale, misurato attraverso il progetto ACI (Antropentropia Comuni Italiani), fa segnare i risultati più elevati e preoccupanti, sono arrivati pochi riscontri.
Vedano al Lambro (cementificata al 90% secondo il già citato rapporto di Legambiente), Lissone, Bovisio-Masciago, Muggiò, Verano Brianza e Villasanta fanno registrare valori molto alti di alterazione dell’ambiente a causa dell’edificazione.
Considerando che il valore massimo della misura dell’alterazione è 1, in tutti questi comuni siamo oltre lo 0,9.
Nonostante questo non si agisce e ancor peggio, non si vuole affrontare il tema neanche tramite la compilazione del censimento.
Chi ha risposto cosa dice
Apriamo i questionari e diamo una prima ed indicativa lettura dei dati che saranno ovviamente oggetto di analisi più dettagliate.
Cominciamo da Mezzago, comune che da subito si è dimostrato sensibile al problema con il tentativo di riunire più amministrazioni in una sorta di carta d’intenti per la tutela del paesaggio. A Mezzago questa è la situazione : su 1576 unità immobiliari di qualsivoglia destinazione risultano vuote o non utilizzate 121. Nello specifico per le unità abitative risultano non occupate 93 su 1482. Si apprende inoltre che sono 52 gli ettari di verde in previsione rispetto ai 45 già presenti.
Vimercate, uno dei comuni più grandi della provincia, comunica invece questa situazione: su 29701 unità immobiliari di diversa destinazione sono 677 quelle vuote. Per le unità abitative invece le non occupate sono più di 2000 sulle 13000 totali circa.
Restando nel vimercatese, questa è la situazione ad Agrate Brianza: non è disponibile il dato delle non occupate, ma si apprende che sono ancora da costruire 317063 mq di superficie lorda già prevista dal PGT (Piano di Governo del Territorio) di cui 33078 mq a destinazione abitativa. In aumento le aree a verde già previste: 52,42 ettari rispetto a 31,77 già disponibili. Si rileva anche che 1,58 ettari di superficie sono utilizzati per fotovoltaico “a terra”.
Dai Comuni alla Provincia: è fondamentale capire il territorio prima di decidere
Queste situazioni locali si incrociano con quanto sta succedendo ad un livello di pianificazione più alto, quello provinciale. Questo incrocio evidenzia ancor di più la notevole distanza tra associazioni e politica.
Nelle osservazioni al Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (P.T.C.P) sono tante infatti le richieste di nuova edificazione presentate da privati e dalle stesse amministrazioni comunali, in direzione totalmente contraria a quelle presentate dalle associazioni che chiedono disperatamente di scegliere la tutela del territorio.
Per quest’ultime sembra veramente un’impresa disperata quella di far superare gli interessi e le diverse priorità che la politica, provinciale e non solo, continua ad avere e che continuano a prevalere.
Proprio i Comuni, l’ente che dovrebbe essere più vicino alle richieste della cittadinanza e attento nella gestione di un bene pubblico così prezioso, chiedono di edificare ancora nonostante la crisi del mercato immobiliare, la disponibilità di case sfitte e la possibilità di recuperare aree dismesse.
Le entrate provenienti dagli oneri di urbanizzazione ingolosiscono ancora troppo le casse delle amministrazioni locali che continuano così a scegliere il cemento peggiorando ulteriormente la situazione.
Manca ancora la consapevolezza, o peggio, la volontà di trovare quella convergenza di intenti tra la difesa dell’interesse pubblico e la corretta scelta politica che rappresenta l’unica possibilità di salvezza per il nostro territorio.
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