sabato 17 ottobre 2020

Circolo Ambiente: Niente cemento sugli argini del fiume Lambro!

Il Lambro tra Asso e Castelmarte

Il Circolo Ambiente “Ilaria Alpi” interviene in merito ai fondi concessi dalla Regione per la regimazione del fiume Lambro.  
Gli ambientalisti si dicono preoccupati per il finanziamento di 600 mila euro destinato (da come si evince dal comunicato del Pirellone) alla “regimazione fluviale del torrente Lambro” (sarebbe più corretto definirlo fiume…) concesso dalla Regione Lombardia per “interventi per la difesa del suolo e la mitigazione dei rischi idrogeologici”. L’intervento sul Lambro coinvolgerebbe i territori di Erba, Ponte Lambro, Caslino d’Erba, Castelmarte, Canzo, Asso, Eupilio.

Dichiara in proposito Roberto Fumagalli, presidente del Circolo Ambiente: “Siamo contrari a qualsiasi nuova opera di cementificazione degli argini, per cui chiediamo che i nuovi lavori che verranno eseguiti sul fiume prevedano solo interventi per eliminare il cemento utilizzato in passato sugli argini”.  

Gli ambientalisti ricordano, a tale scopo, i lavori eseguiti nel 1993 dal Magistrato del Po, che hanno comportato una devastante cementificazione, che ha ridotto il corso del Lambro tra Asso e Castelmarte alla stregua di un'autostrada!

Prosegue Fumagalli: “In passato abbiamo assistito a lavori di “regimazione” che hanno devastato il corso del Lambro! Per questo siamo scettici sugli interventi previsti ora dalla Regione. Se proprio si devono eseguire dei lavori, questi devono essere destinati a rinaturalizzare le sponde del fiume, che sono state artificializzate nei decenni passati proprio in occasione di lavori per fantomatiche “sistemazioni idrauliche”, volute dal Magistrato del Po. Una pesante cementificazione, visibile tutt’oggi nel tratto di fiume che va da Asso a Caslino, in particolare nel territorio di Castelmarte, che ha portato solo a deturpare il corso del fiume e a velocizzarne le acque. Lavori che quindi – considerata la necessità di nuove opere, in base a quanto deciso ora dalla Regione – non solo non hanno risolto i paventati problemi di rischio idrogeologico, ma anzi li hanno aumentati!
Occorre considerare che l’esondazione dei fiumi è un fenomeno naturale, per cui gli unici interventi da eseguire devono essere quelli destinati a liberare le sponde. Per fare questo occorre rinaturalizzare gli argini, ovvero togliere il cemento in cui il fiume è stato costretto proprio a causa dei lavori spondali eseguiti anni fa! Pertanto se ora si pensa di intervenire sul fiume con nuove opere – e noi non ne siamo convinti – queste devono essere destinate unicamente ad interventi per rinaturalizzare le sponde. Ovvero laddove gli argini sono stati cementificati, occorre riportarli ad una condizione di naturalità, senza l’uso di leganti cementizi, che distruggono l’habitat naturale del corso d’acqua e aumentano il rischio idrogeologico”.

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