Vista aerea della Provincia di Monza e Brianza; la più cementificata d'Italia |
La Brianza, con la Provincia di Monza e Brianza (MB) al centro dell'attenzione, si conferma tristemente protagonista di un fenomeno che non accenna a diminuire: il consumo di suolo. Secondo il rapporto ISPRA 2023, la provincia mantiene il primato italiano per la più alta percentuale di territorio cementificato, con un impressionante 40,78% di suolo consumato. Questo dato non solo evidenzia l'entità del problema, ma ci pone davanti a una realtà drammatica: in Brianza, quasi metà del territorio è ormai urbanizzato o trasformato.
Dati tratti dal "Rapporto ISPRA 2023". Tabella diffusa da Europa Verde - Verdi MB |
Osservando la tabella diffusa nei giorni scorsi da Europa Verde - Verdi MB, emerge chiaramente come alcuni comuni abbiano percentuali di suolo consumato ben oltre il 50%, con Lissone che tocca un drammatico 71,43%, seguita da Muggiò (61,97%) e Varedo (58,68%). Questi dati fanno riflettere: in un contesto dove il suolo disponibile è già limitato, ogni ulteriore incremento, anche minimo, pesa come un macigno.
Ad esempio:
- Lissone, già al 71,43% di suolo consumato, ha registrato un incremento di 0,5 ettari rispetto al 2022. Anche se il valore assoluto può sembrare piccolo, in un territorio così saturato, la cementificazione ulteriore contribuisce a ridurre spazi verdi vitali per il benessere ambientale e sociale.
- Giussano, con il 54,16% di suolo consumato, mostra un incremento significativo di 5 ettari, evidenziando una pressione urbanistica particolarmente intensa.
- Desio, al 50,76%, ha registrato un incremento di 0,86 ettari, dimostrando come anche in aree già fortemente urbanizzate la crescita non accenni a fermarsi.
Altri comuni mostrano aumenti meno marcati, ma il quadro generale rimane preoccupante: il consumo di suolo in Brianza avanza, nonostante si sia già superata la soglia di guardia in molti centri.
Il consumo di suolo non è solo una questione di numeri, ma ha ripercussioni dirette sull'ambiente e sulla qualità della vita:
- Perdita di biodiversità: La cementificazione riduce gli spazi naturali che ospitano flora e fauna locale, compromettendo gli ecosistemi.
- Rischi idrogeologici: La crescente impermeabilizzazione del suolo aumenta il rischio di alluvioni e di ristagni d’acqua.
- Riduzione del benessere: La scarsità di aree verdi influisce negativamente sulla salute fisica e mentale dei cittadini.
- Impatto climatico: La mancanza di vegetazione amplifica l'effetto "isola di calore" urbana, aggravando l’impatto del cambiamento climatico.
[Leggi: Consumo di suolo e isole di calore urbano in Brianza]
La Brianza, storicamente caratterizzata da un’economia dinamica e un’alta densità abitativa, ha sacrificato gran parte del suo territorio sull’altare dello sviluppo industriale e residenziale. Tuttavia, la crescita non è stata accompagnata da una pianificazione sostenibile. I piccoli incrementi registrati tra il 2022 e il 2023 rappresentano spesso interventi puntuali, come nuove lottizzazioni o infrastrutture, ma contribuiscono a un processo complessivo di frammentazione del territorio.
Un dato che colpisce è il rapporto tra percentuale di suolo consumato e incremento. In comuni come Nova Milanese (58,54%) o Brugherio (54,81%), incrementi rispettivamente di 1,14 e 1,69 ettari sembrano numeri piccoli, ma rappresentano ulteriore pressione su territori già fortemente antropizzati. Questo è un segnale evidente di come il problema non sia solo quantitativo, ma qualitativo: in aree già sature, ogni nuova cementificazione toglie ulteriore spazio a una natura sempre più sacrificata.
I dati forniti dal rapporto ISPRA devono suonare come un campanello d'allarme per le istituzioni e i cittadini. È necessario un cambio di paradigma nella gestione del territorio:
- Stop al consumo di suolo: Introdurre regolamenti più stringenti per fermare nuove edificazioni non necessarie, privilegiando il recupero di aree già urbanizzate.
- Riqualificazione urbana: Promuovere il riutilizzo di edifici dismessi o abbandonati, riducendo la necessità di nuovi interventi sul suolo libero.
- Pianificazione sostenibile: Integrare principi di sostenibilità ambientale nei piani regolatori comunali e provinciali.
- Tutela delle aree verdi: Proteggere e valorizzare i pochi spazi naturali rimasti, promuovendo la creazione di parchi e corridoi ecologici.
La Brianza, simbolo di dinamismo economico e sociale, rischia di diventare un esempio negativo di sfruttamento insostenibile del territorio. I dati del consumo di suolo ci mostrano una realtà che non possiamo più ignorare: la cementificazione continua, spesso silenziosa, sta compromettendo il futuro ambientale della provincia. Serve un’azione coordinata e coraggiosa per invertire questa tendenza, puntando a un modello di sviluppo che metta al centro la tutela del territorio e il benessere delle comunità.
di Luciano Ponzoni
Di fronte ad un quadro del genere, la parola che ritengo la più idonea per un commento è "drammatico". E non è ancora finita, perché la drammaticità della situazione avrà un'importante alleata nella Pedemontana, quel nastro d'asfalto con annessi e connessi che renderà più fluido il traffico veicolare ma spazzerà via gli ultimi spazi verdi di diverse porzioni di territorio della nostra provincia e andrà a intaccare irrimediabilmente quelle ampie aree verdi che alcuni comuni hanno la fortuna di avere ancora a disposizione. Senza contare il richiamo che questa autostrada avrà sulle industrie con conseguente incremento dell'edificato, anche civile, perché all'aumento dei posti di lavoro corrisponde quello delle abitazioni. Concludo con una mia immagine commentata che potrebbe/dovrebbe diventare occasione di riflessione per tutti/e coloro che governano o governeranno il nostro territorio, così tanto modificato negli ultimi settant'anni.
Rosso ferroso / forgiato dalla natura / in tempi remoti / preziosa eredità / per noi tutti / e per le generazioni a venire. / Basta una firma / per cancellarla. / Per sempre! |
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