venerdì 5 settembre 2025

Città vetrina o città giusta? Il contributo delle Acli di Seregno sull’area ex Dell’Orto

Il Circolo Acli Leone XIII di Seregno ha diffuso nei giorni scorsi una nota di sintesi che accompagna il “Dossier Partecipato PII area ex Dell’Orto”, un documento che intende offrire un contributo politico, civico e tecnico al futuro di una delle aree più delicate della città.

Copertina del documento presentato dalle ACLI di Seregno

Le Acli chiariscono subito il senso dell’iniziativa: «L’area ex Dell’Orto non è una questione tecnica, ma un nodo strategico per il futuro di Seregno. Le ACLI di Seregno scelgono di intervenire con un contributo documentato e propositivo, dentro una dialettica democratica che valorizza i corpi intermedi e rilancia la partecipazione».

L'area dell'ex Dell'Orto, oggetto dell'intervento

La sintesi non risparmia critiche al progetto presentato. Le parole sono nette: «In sintesi: non si costruisce città, si occupa spazio». Tra i principali punti critici evidenziati troviamo:

  • volumetrie eccessive (14 piani, oltre 41.000 m³), con un indice edificatorio molto superiore ad altri comparti cittadini;
  • assenza di dotazioni pubbliche significative, con il rischio che gli standard vengano monetizzati anziché tradotti in spazi collettivi;
  • verde frammentato e condominiale, privo di vere connessioni ecologiche e sociali;
  • viabilità incoerente, orientata all’uso dell’auto e non alla mobilità sostenibile;
  • nessuna edilizia sociale, con un’offerta destinata solo a fasce medio-alte;
  • processo chiuso e senza confronto pubblico, che priva la cittadinanza di strumenti partecipativi.

Secondo le Acli, i rischi sono molteplici: esclusione sociale, impatti ambientali e costi indiretti per la collettività, fino a un indebolimento della stessa qualità democratica del dibattito pubblico.

Il Piano di Intervento presentato (vista da via San Rocco)

Il nodo, spiegano dal Circolo, è eminentemente politico: «Vogliamo una città costruita a misura di investitori o una città coesa e inclusiva? Accettiamo di delegare ai privati la regia urbana, rinunciando a una visione collettiva?».

La responsabilità ricade sull’Amministrazione comunale, che – sempre secondo le Acli – ha «il potere, il dovere e la responsabilità di guidare le trasformazioni: rinunciare significa abdicare al proprio ruolo».

Il documento non si limita alle critiche, ma avanza sette assi strategici per “invertire la rotta”:

  • Incrementare le dotazioni pubbliche.
  • Garantire alloggi accessibili e forme di edilizia sociale.
  • Integrare il progetto nella mobilità sostenibile.
  • Istituire un tavolo civico permanente.
  • Vincolare a standard ambientali elevati.
  • Applicare davvero la normativa regionale sulla rigenerazione.
  • Rinegoziare l’accordo urbanistico per riequilibrare gli interessi.

Un approccio che punta a «una nuova visione condivisa», in cui il futuro della città non sia appaltato agli interessi privati ma «costruito con visione, giustizia e partecipazione».

Il Circolo Acli Leone XIII, proprio nell’anno del suo 80° anniversario, ribadisce così la volontà di giocare un ruolo attivo nel dibattito civico: «Studiare, spiegare, condividere e dialogare per un governo del territorio giusto, trasparente e democratico».

Nei prossimi giorni torneremo su questo tema, entrando nel merito dei diversi aspetti politici, urbanistici e sociali sollevati dal Dossier partecipato sull’area ex Dell’Orto, per contribuire a un confronto pubblico più consapevole e inclusivo.

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