martedì 14 febbraio 2023

Rifiuti pericolosi nel Bosco della Moronera: il caso arriva in parlamento

Fonte immagine: AssoTV

Dopo il reportage trasmesso da AssoTV e l'interessamento dei Verdi comaschi e lombardi la questione dei rifiuti abbandonati nel Bosco della Moronera approda in Parlamento.

Elisabetta Patelli, storica esponente ambientalista del comasco, ha dichiarato: “70 ettari di  Bosco della Moronera trasformati in una discarica a cielo aperto, anche di rifiuti pericolosi. Si tratta di una delle poche aree verdi in una delle zone più urbanizzate d’Europa, nel sud della Provincia di Como e a pochi chilometri dalla periferia milanese. Quest’area forestale, compresa tra i residui agricoli dei Comuni di Turate, Cirimido e Lomazzo, è un tipico bosco dell’alta pianura insubre, originato dalla foresta primordiale che copriva l’Europa. In questo contesto territoriale. La Moronera è la più vasta e omogenea zona alberata nelle frammentate campagne sulla direttrice che da Milano porta a Como e costituisce un anello nella rete del risicato asse verde pedemontano”.

 

 

Ora, grazie a Devis Dori, deputato dell'Alleanza Verdi e Sinistra, il caso approda in Parlamento. Qui sotto trovate il testo dell'interrogazione.

 

Interrogazione al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, al Ministro dell'interno, al Ministro della salute.

Premesso che:

  • il Bosco della Moronera, con un'estensione di 70 ettari, rappresenta una delle poche aree verdi rimaste in una delle zone più urbanizzate d'Europa, nel sud della provincia di Como, a pochi chilometri dalla periferia milanese;
  • quest'area forestale, compresa tra i residui agricoli dei comuni di Turate, Cirimido e Lomazzo, è un tipico bosco dell'alta pianura insubre, originato dalle antiche brughiere che sostituirono già in epoca storica e per opera dello sfruttamento umano, l'Urwald, la foresta primordiale che copriva l'Europa;
  • in questo contesto territoriale, la Moronera in particolare è la più vasta e omogenea zona alberata nelle frammentate campagne sulla direttrice che da Milano porta a Como e costituisce un anello nella rete, spesso interrotta, dei corridoi ecologici del risicato asse verde pedemontano;
  • nonostante il Bosco della Moronera sia un «luogo del cuore» del Fai, Fondo ambiente italiano, da tempo è stato trasformato in una vera discarica a cielo aperto, con cumuli di detriti;
  • la società Pedemontana Lombarda si era impegnata con le sue opere di compensazione ambientale a realizzare intorno a Pedemontana «il più esteso progetto ambientale mai sviluppato in Italia»;
  • a margine della strada si trovano materiali edili e materiali di sgombero, sicuramente scaricati da camioncini a cassone, oltre a sacchi di rifiuti civili col marchio dei comuni di Lomazzo e Turate;
  • vi sono inoltre rifiuti pericolosi, soprattutto eternit, esposti alle intemperie quindi altamente pericolosi se dispersi nell'aria e nella falda;
  • ai sensi dell'articolo 309 del decreto legislativo n. 152 del 2006, il Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica, ove ve ne sia espressa richiesta, ha la facoltà di intervenire con autonomi e diretti poteri, al fine di impedire il verificarsi di danni ambientali, salva ogni discrezionalità sulle misure più opportune da intraprendere e sui provvedimenti da assumere conseguentemente;
  • l'estrema urgenza di un intervento è determinata dalla possibile presenza di sostanze pericolose potenzialmente in grado di arrecare un danno irreversibile all'ambiente e alla salute dei cittadini.

Si chiede:

  • se i Ministri interrogati siano al corrente dei fatti esposti in premessa e quali iniziative, per quanto di competenza, intendano adottare a tutela dell'ambiente e a garanzia della salute dei cittadini, anche promuovendo una verifica da parte del nucleo operativo ecologia dei Carabinieri, al fine di accertare quali materiali e sostanze siano presenti all'interno e in prossimità del Bosco della Moronera e restituirlo alla sua vocazione ecologica naturale.

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