Gianni Del Pero, geologo e presidente del WWF Lombardia, ci ha segnalato un volantino diffuso dal Comitato No Pedemontana, ritenendo le affermazioni in esso contenute errate e pericolose. A seguito di ciò, ci ha inviato le sue precisazioni, che riportiamo di seguito. Da parte nostra, auspichiamo che questa discussione possa rappresentare la premessa per costruire un percorso che porti all'unità dei gruppi impegnati nel contrasto alla Pedemontana. Mettere insieme le competenze di ciascuno rappresenta un valore aggiunto incomparabile per affrontare una questione così complessa.
Nel documento diffuso dal Comitato No Pedemontana si legge: "NON È VERO CHE NON È POSSIBILE IL RISCHIO ZERO, BASTEREBBE NON PROSEGUIRE CON I LAVORI DI PEDEMONTANA." Il volantino critica l’attuale progettazione della bonifica, accusata di rispondere esclusivamente alla necessità di realizzare l’infrastruttura, senza considerare adeguatamente la sicurezza ambientale e la tutela della salute pubblica. Come alternativa, il Comitato propone:
- Una mappatura approfondita delle concentrazioni e dell’estensione della contaminazione.
- La destinazione a verde delle aree non edificate.
- L'aggiunta di strati di terreno pulito e una rimozione graduale del suolo contaminato in piccole porzioni, lontano dai centri abitati.
Secondo Gianni Del Pero, le proposte contenute nel volantino sono problematiche e rischiose. Egli sottolinea: "Gravissimo errore ritenere che sia meglio spostare un po' di terra un po' alla volta senza adottare le cautele che vengono utilizzate nelle 'bonifiche' per impedire l’aerodispersione di polveri con diossina."
La questione della dispersione di polveri è infatti cruciale quando si tratta di inquinanti come la diossina, classificata come uno dei contaminanti organici più pericolosi. La rimozione del terreno contaminato senza misure di sicurezza adeguate potrebbe aumentare i rischi per la salute umana e l’ambiente.
Del Pero contesta inoltre l’affermazione del volantino secondo cui mancherebbe una mappatura delle aree inquinate, ricordando: "Esiste una mappatura aggiornata delle aree contaminate, ottenuta grazie all'attività delle associazioni ambientaliste e al Coordinamento Insieme in Rete. Migliaia di analisi sono state condotte dal 2012 in poi, includendo la caratterizzazione di Pedemontana (2016-2018) e le analisi di rischio (2018-2019)."
Le affermazioni di Del Pero richiamano l’attenzione sull’importanza di affrontare il problema della bonifica in modo scientificamente rigoroso. La diossina, un inquinante organico persistente, è notoriamente difficile da rimuovere e richiede protocolli specifici per evitarne la dispersione.
- Mappatura e monitoraggio. Un monitoraggio accurato è alla base di qualunque intervento efficace. La mappatura citata da Del Pero rappresenta un passaggio fondamentale per definire le strategie di intervento più appropriate, evitando soluzioni improvvisate che potrebbero aggravare la situazione.
- Vincolo a verde delle aree non edificate. La destinazione a verde delle aree non edificate può rappresentare una scelta strategica per limitare l'esposizione diretta al suolo contaminato. Tuttavia, come sottolineato dal presidente WWF, è indispensabile garantire che queste aree siano prima messe in sicurezza attraverso interventi certificati e non semplicemente "coperti" da nuovi strati di terreno.
- Gestione dei rischi durante la rimozione del terreno. L’asportazione graduale di terreno contaminato, come suggerito nel volantino, presenta criticità evidenti. Senza l’impiego di tecnologie avanzate, il rischio di aerodispersione di polveri contaminanti è elevato. Per questo, le tecniche di bonifica devono prevedere barriere fisiche, contenimento controllato e trasporto in discariche specializzate per minimizzare i rischi di esposizione.
La questione della bonifica delle aree contaminate dalla diossina rappresenta una delle sfide più complesse legate alla realizzazione della Pedemontana. Da un lato, è fondamentale che le associazioni e i comitati cittadini continuino a esercitare un ruolo di vigilanza e proposta; dall’altro, è altrettanto importante che le soluzioni proposte siano fondate su basi scientifiche solide e su una valutazione accurata dei rischi.
Sinistra e Ambiente di Meda era parte attiva del coordinamento Insieme in Rete per uno Sviluppo Sostenibile che volle ed ottenne mappature delle aree contaminate. Va però ricordato che questa mappatura, ricavata da analisi del 2008, 2012, 2016 con la caratterizzazione del suolo e 2019, riguarda solo le aree interessate dal tracciato della Pedemontana.
RispondiEliminaLo studio della FLA nel 2019 è un'analisi del rischio attuato sulle ex zone B, parziale per i molti dinieghi ricevuti dai privati che hanno negato l'accesso per i campionamenti di terreno e le successive analisi chimiche e che ha consentito quindi valutazioni in prevalenza su aree pubbliche e nel solo Top Soil. Va poi detto, come da tempo si fa rilevare, che essendo stata definito il tracciato autostradale quale "area industriale" con limite CSC di 100 ng/kg, alcune aree, pur essendo risultate contaminate con valori compresi tra 10 ng/kg (limite per aree ad uso residenziale e verde pubblico e 100 ng/kg (limite per aree ad uso industriale) non verranno bonificate poichè su di esse i PGT non prevedono "aree residenziali" o con possibile accesso al pubblico. La bonifica da diossina in oggetto è quindi esclusivamente propedeutica alla realizzazione dell'autostrada Pedemontana e mostra delle debolezze e delle criticità. É proprio per questa ragione che Sinistra e Ambiente-Impulsi, con Legambiente Seveso, Seveso Futura, Passione Civica per Cesano, Altra Bovisio, Comitato Ambiente Bovisio, Cittadini per Lentate ha chiesto ed ottenuto il Tavolo Permanente sulla bonifica e segue con attenzione e un atteggiamento indipendente e critico le fasi della bonifica stessa, con tanto di richieste agli altri soggetti presenti al Tavolo.