domenica 3 novembre 2024

Pedemontana: bonifiche in corso e dubbi "pragmatici"

Le dichiarazioni di Del Pero a "il Post", 3 novembre 2024


di Domenico Corrusco

Il Post di domenica 3 novembre 2024 riporta che le bonifiche dei terreni per il progetto Pedemontana - la nuova autostrada che attraverserà la Brianza - procedono con il benestare pragmatico del WWF. Un’associazione ambientalista che collabora con chi sta realizzando una controversa infrastruttura? Un ossimoro che merita qualche approfondimento.

Del Pero, presidente delegato del WWF Lombardia, sottolinea che la posizione dell'associazione è “pragmatica.” In qualità di supervisore dei cantieri di bonifica, spiega che senza l’intervento del WWF l’autostrada sarebbe già stata completata, ma senza le bonifiche: “Senza il nostro intervento l’autostrada sarebbe già stata fatta senza bonifiche.” È dunque grazie alla presenza dell’associazione che l’infrastruttura è stata fermata e “corretta” per consentire un intervento di messa in sicurezza.

Tuttavia, questa posizione attuale sembra contrastare con le dichiarazioni passate dello stesso Del Pero. Nel 2016, infatti, il geologo aveva dichiarato alla televisione svizzera RSI che la costruzione della Pedemontana avrebbe rischiato di “riaprire una ferita dolorosa” per il territorio di Seveso, sottolineando che riportare alla superficie il suolo contaminato avrebbe aggravato i rischi di esposizione alla diossina: “Una ferita riaperta [...] riportare alla superficie quella che era sepolta aggrava il rischio.” Parole nette, che oggi sembrano lasciare spazio a nuove priorità.

A conferma di questo cambiamento di approccio, Del Pero ha commentato l’articolo del Post affermando: “Nella Terra della #Diossina detta di Seveso si discute ancora della #Bonifica ma dopo 48 anni, finalmente, si interviene nelle aree non bonificate negli anni settanta e ottanta.”

Viene però da chiedersi se questo “intervento” sia davvero così ampio come Del Pero lascia intendere. La bonifica, infatti, riguarda esclusivamente le aree attraversate dal tracciato dell’autostrada, mentre altre zone storicamente inquinate restano intatte e senza prospettive di risanamento. Risulta quindi curioso come il progetto di bonifica, invece di risolvere il problema su vasta scala, si concentri soltanto dove passa la Pedemontana, ignorando altre aree che da quasi cinquant’anni convivono con i residui di diossina.

 

Scheda / Trascrizione dell'intervista alla RSI, 10 luglio 2016
Link al video: cliccare qui

Intervistatore: "Quarant’anni fa la nube tossica, quarant’anni dopo una sorta di ferita che viene magari riaperta grazie all’autostrada?"
Gianni Del Pero: "Assolutamente una ferita riaperta. Per chi era già residente, due volte aperta: già abbiamo subito le conseguenze dell’esposizione alla diossina nel 1976, riportare alla superficie quella che era sepolta aggrava il rischio e richiama a quello che abbiamo subito tanti anni fa."



3 commenti:

  1. I tentativi di Domenico Corrusco di trovare presunti conflitti di interesse o incoerenze nell'attività del presidente della prima associazione ambientalista della Lombardia stanno perdendo vigore. Insistere equiparando la reiterazione della richiesta ambientalista (dal 2009!) di bonifica con un presunto sostegno a Pedemontana ritenuta ormai da tutti (eccetto Domenico e pochi altri) una "panzana" o fake che dir si voglia. affermazione falsa oltre a non per tutti tra. L'altra affermazione per la quale la bonifica riguarda esclusivamente le aree attraversate dal tracciato dell’autostrada, mentre altre zone storicamente inquinate restano intatte e senza prospettive di risanamento è ancora più falsa (bonifiche e analisi di rischio si stanno completando a decine, sia sul sedime di Pedemontana che nei diversi comuni coinvolti, meglio sapere di cosa si sta parlando, no?) . E nei giorni scorsi si sono conclusi due procedimenti di bonifica nelle aree .

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  2. E anche la citazione “Una ferita riaperta [...] riportare alla superficie quella che era sepolta aggrava il rischio" per cercare altra presunta incoerenza dimentica (volutamente?) i successi ottenuti dalle Associazioni Ambientale che hanno operato in rete per lustri . Nel 2016 non solo alla televisione svizzera, ma anche in RAI, la7 e Mediaset il "Geologo" commentava i progetti di bonifica che prevedeva la movimentazione di 1 milione di metri cubi di "terreni "alla diossina" con argomentazioni che saranno poi portate in conferenza dei servizi per imporre una modifica sostanziale si ala progetto autostradale che alla stessa bonifica. Ora si sta parlando di bonifica fisica di 44000 mc che dovranno essere trattati secondo regole di massima sicurezza come da prescrizioni della conferenza servizi. In rete si trova ancora un'intervista del 2016 a Radio Popolare, utile per chi vuole capire, che riprendo (se BrianzaCentrale ritiene può pubblicare il link) "L'allarme era stato lanciato da tempo, poi è arrivata la certificazione dell’Arpa, l’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente. Ora i dati sono stati consegnati da Pedemontana ai sindaci dei comuni interessati, e confermano l’inquinamento da diossina. Il 40% dei prelievi effettuati nel tratto tra Lentate e Cesano Maderno ha registrato valori oltre i limiti di legge, una percentuale che sale al 56% se si prendono in considerazione i terreni superficiali, quelli a cui sono più esposti i cittadini in caso di movimentazione. L’Arpa ha effettuato oltre 600 prelievi.

    Un dato allarmante, la bonifica è costosa, gli ambientalisti chiedono ancora una volta che il tracciato si fermi a Lentate, sistemando la viabilità sulla Milano-Meda. La Pedemontana dovrebbe collegare la provincia di Varese con quella di Bergamo, passando dal comasco e dalla Brianza. In tutto 157 Km per 4,1 miliardi di costo complessivo, 1,2 pubblici, più sgravi fiscali per oltre 400 milioni di euro.

    L’area inquinata è quella a ridosso di Seveso, colpita dal disastro dell’Icmesa nel luglio del 1976. E’ il tratto classificato come B2, ma tracce di diossina sono state trovate anche a Cesano, nel tratto C che porta a Vimercate.

    Ora la società Pedemontana ha trenta giorni di tempo per presentare il piano di bonifica, sei mesi per quello definitivo.

    “Le analisi confermano la contaminazione diffusa che temevamo”, ci dice Gianni Del Pero, geologo incaricato dai comuni di Barlassina, Bovisio Masciago, Cesano Maderno, Desio e Seveso di monitorare i campionamenti.

    “Il destino dell’opera è incerto, la bonifica molto costosa. La diossina è tra gli inquinanti più pericolosi, ci vuole la massima cautela. Sui costi, io avevo stimato, quando erano noti i progetti preliminari, almeno 40 milioni di euro”. Pedemontana però aveva messo a bilancio 4 milioni per la bonifica, chi pagherà la differenza? I proprietari precedenti dei terreni? I responsabili dell’inquinamento? La società Pedemontana? La Regione Lombardia? Nei prossimi 30 giorni arriveranno le risposte anche a queste domande.

    Ascolta l’intervista a Gianni Del Pero, il geologo consulente dei Comuni, che ha partecipato all’incontro con Pedemontana:

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    1. Per ascoltare l'intervista rilasciata da Gianni Del pero a Radio Popolare cliccare qui.

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