mercoledì 11 luglio 2012

Seveso, 10 luglio 2012: L'allarme e le proposte degli ambientalisti per salvare il Bosco delle Querce




Seveso - Allarme delle associazioni: sotto la terra ci sono sostanze tossiche
«Gli scavi per la Pedemontana ci faranno rivivere l’incubo diossina»

 di Sonia Ronconi da Il Giorno dell'11/07/2012

«TRENTASEI ANNI dopo la tragedia Seveso vive ancora la paura - spiega Alberto Colombo di Sinistra e Ambiente di Meda e portavoce locale del Coordinamento Insieme in Rete -, perché il progetto esecutivo vigente per la realizzazione della Pedemontana, pur con minor sbancamento, scenderà oltre mezzo metro sotto terra. L’area B non è mai stata bonificata, quindi la diossina ancora presente tornerà è sarà un grande pericolo. Qualsiasi attività in questa area è a rischio. Il polmone verde in via della Roggia, Vignè e Senofonte (circa 20 ettari) dovrebbe essere unito al Bosco. Invece si vogliono togliere i due ponti (via Vignè e Senofonte) e rendere la zona residenziale e produttiva. È assurdo, ma il nuovo progetto prevede proprio questo. Qui è prevista l’uscita per Meda e gli scavi libereranno gli elevati tassi di diossina».

Alberto Colombo di Sinistra e Ambiente - Meda

BACCHETTA Paolo Conte, responsabile di Insieme in rete per uno sviluppo sostenibile: «Si parla tanto di spending review, ebbene risparmiamo tagliando il piano di Pedemontana che non piace a nessuno e crea solo disagi. Voglio vedere quanto denaro sarà speso per la bonifica delle aree inquinate. Tutta la Milano-Meda è a rischio, una volta sollevata la terra di 50 centimetri la diossina entrerà nell’aria. Siamo fra le zone più urbanizzate d’Italia eppure le poche aree verdi diventeranno fonte di guadagno per costruire. Nessuno pensa alla vivibilità e alla salute delle persone. Trovo questa scelta inaccettabile».

Paolo Conte di Insieme in rete per uno sviluppo sostenibile
 Gianni Del Pero del Wwf è allarmato: «La situazione oggi è molto preoccupante visto lo stato di avanzamento dei contratti per l’avvio dell’opera B2».

Gianni Del Pero del WWF Comitato Groane

«L’ATTUALE progetto definitivo ancora non ottempera alle vincolanti prescrizioni del Cipe. I pericoli sono sottovalutati». Natalina Pontiggia, che fa parte del comitato No Cives, spiega che è anche stato fatto regolare ricorso al Tar. «Stiamo battendo su tutti i chiodi. Noi vogliamo il primo progetto: quello che prevedeva l’interramento dell’autostrada che non avrebbe così toccato il Bosco delle Querce».

 
Gerardo Sironi è un proprietario di parte del terreno in questione (30mila metri quadri): lui e la sorella sono gli unici che hanno detto no all’offerta di venderlo a 4 euro al metro. «È un progetto di devastazione per l’ambiente. Amo la mia terra e, come mio padre e mio nonno, ho lottato per non distruggerla».


«L’opera rischia di distruggere il Bosco delle Querce»

IERI MATTINA in via Senofonte, sul ponte che da Baruccana di Seveso si immette al Bosco delle Querce, tutte le associazioni ambientali della zona hanno innalzato un grido verso Regione, società Pedemontana e Comune: «No all’autostrada Pedemontana che passerà sui confini e all’interno del Bosco delle Querce, violando un simbolo mondiale del risarcimento umano al danno ambientale». Insieme in rete per uno sviluppo sostenibile, Circolo Legambiente Laura Conti di Seveso, Sinistra Ambiente di Meda e le associazioni che hanno aderito ad «Abbracciare il Bosco delle Querce», 36 anni dopo l’incidente della diossina.

Gemma Beretta di Legambiente Seveso

Fra poco più di un mese proprio a Seveso e Meda si apriranno i cantieri per la costruzione dell’autostrada. «La Pedemontana passerà sui confini e all’interno del Bosco delle Querce - spiega Gemma Beretta, presidente di Legambiente Seveso -, violando un simbolo mondiale del risarcimento umano al danno ambientale. Strade, svincoli e raccordi invaderanno proprio l’area più danneggiata per la presenza di diossina nel terreno, mettendo a rischio di nuovo la salute dei cittadini. Quest’area dovrebbe essere inclusa e tutelata nei confini del Bosco. Ma le istituzioni italiane vanno nella direzione opposta: dove ci dovrebbe essere tutela e verde pubblico, sorgeranno strade e capannoni».

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