giovedì 1 maggio 2014
E' nata la prima Oasi protetta faunistica in ambito urbano
di Enrico Fedrighini, portavoce Comitato Promotore Referendum MilanoSiMuove
Chi l'ha detto che all'interno di una grande area urbana non possa sorgere un'Oasi faunistica protetta? In molte città d'Europa questa è una realtà da tempo. Da oggi Milano è un po' più "europea": Bosco in Città, oltre 300 ettari di verde compresi all’interno del confine urbano, sono stati classificati come "ecosistema da tutelare". L’intera area del Bosco in Città (oltre alla porzione di Parco Cave zona Cascina Caldera) è finalmente stata riconosciuta come “Oasi di protezione” ai sensi del Piano faunistico provinciale.
E’ il frutto di un lavoro iniziato nel 2008, quando - sollecitato dagli abitanti di Trenno, preoccupati dalla presenza di cacciatori nel parco urbano - avevo proposto per la prima volta all’Amministrazione provinciale l’istituzione di una zona di tutela faunistica.
Non è stato un percorso facile: non esistevano fino ad oggi aree di tutela faunistica all’interno del territorio urbanizzato, tanto meno nel Comune di Milano. E’ un precedente importante, per due ragioni: non solo in questo ambito (circa 304 ettari di verde) è finalmente vietata la caccia, ma l'area (dichiarata Oasi di protezione, Tabella 4.3) rappresenta d’ora in avanti un luogo strategico per la pianificazione ambientale e faunistico venatoria su vasta scala, diventando oggetto di programmi di reintroduzione di specie di interesse naturalistico, o di conduzione di ricerche scientifiche applicate alla gestione ambientale e faunistica.
In sostanza: un risultato che rafforza la tutela e il valore ambientale del nostro territorio, oltre il significato puramente venatorio.
Per onestà intellettuale, devo ringraziare anche il lavoro di supporto svolto dal consigliere Mardegan in Provincia, su questo obiettivo.
Risale al 2006 l'individuazione di una volpe a Milano, proprio al Bosco in Città.Sembrava un miracolo, invece era il frutto di una tenace difesa del territorio che ha reso possibile la creazione di un corridoio ecologico e di un ecosistema oggi finalmente riconosciuto meritevole di tutela.
I tempi per ottenere queste cose, soprattutto in Italia, non sono brevi. L’importante è arrivare, alla fine, al risultato. La volpe, e gli altri abitanti del Bosco, ora possono dormire sonni tranquilli.
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