lunedì 26 maggio 2014

Tutti i numeri dell'operazione salvataggio rospi del Moregallo 2014


Riceviamo e pubblichiamo il seguente report sull'operazione salvataggio rospi di Moregallo. L'impegno dei volontari è stato impressionante. Ringraziamo tutti i volontari che si sono dati da fare per salvare dalle ruote delle auto gli oltre 20.000 rospi che sono scesi a lago per riprodursi.

Operazione Salvataggio Rospi del Moregallo 2014
"Ce l'abbiamo fatta anche quest'anno"

di Felice

L'operazione "Salvataggio rospi di Moregallo" è quasi giunta al termine. Sono alcune sere che passano pochissimi rospi, giusto gli ultimi individui in risalita. Ancora per alcune sere i coordinatori faranno un salto a vedere se è rimasto ancora qualche ritardatario. Nel frattempo è iniziato lo smontaggio delle barriere sulla discese, partendo dalle porzioni più periferiche. Di coordinare la cosa se ne occupa Aldo asterixi@libero.it che avrà sicuramente piacere nel ricevere il vostro aiuto, quindi fatevi sentire.

Eccovi in sintesi qualche numero dell'operazione:
  • 53 giorni di controlli
  • 396 serate/uomo solo per il salvataggio escludendo i bambini e la posa delle barriere
  • 20.495 i rospi scesi
  • 16.320 quelli risaliti
  • 1.600 metri di barriera posata
  • 400 picchetti piantati
  • 1.800 metri di strada presidiati
La migrazione si è rilevata dai numeri, più o meno, come quella dell'anno scorso. Le discese sono praticamente le stesse del 2013, sia per la zona Melgone/cipressi che per quella di Onno, le risalite  risultano inferiori a quelle dell'anno scorso per la zone Melgone/cipressi, mentre per Onno sono aumentate.
Per sintetizzare possiamo dire che le popolazioni sembrerebbero arrivate ad un  livello di stabilità in questi ultimi anni: 19.000 rospi per la zona del Melgone, 800 ai cipressi e 1300 a Onno.
Per quanto riguarda la diminuzione degli individui in risalita c'è da tenere presente che quest'anno abbiamo cercato di raggruppare i rilasci nei punti in cui era poi possibile una risalita in autonomia, cioè in prossimità dei tombotti. Questo potrebbe aver favorito una certa misura di risalite attraverso le vallette e quindi non monitorate.
Vi mando la solita tabella riassuntiva e qualche grafico di confronto.


In questo si può vedere come, nonostante il caldo anomalo di quest'inverno abbia fatto partire in anticipo la migrazione, il freddo improvviso tra il 22 e il 28 marzo, accompagnato da numerose giornate di forte vento che ha reso molto secco il sottobosco, l'ha fermata quasi completamente. Il tutto è ripartito solo quando la temperatura si è rialzata e le piogge abbondanti del 19/21 aprile hanno ripristinato le giuste condizioni di umidità, sovrapponendosi perfettamente ai ritmi dello scorso anno, e costringendo i volontari a protrarre l'operazione per ben 53 giorni (contro i 38 del 2013)


In questo grafico sono ben visibili gli eventi meteo che hanno fermato per quasi un mese la migrazione. Basse temperature e giornate di forte vento non seguite da piogge, le vedete evidenziate dalle frecce rosse.


Questo è il grafico con lo storico dal 1995 ad oggi. Si vede come parrebbe che x la zona del Melgone si sia raggiunta una certa stabilità, con la popolazione che si aggira attorno ai 19-20.000 individui. La zona di Onno non ha mai dato segni decisi di crescita e ultimamente sta mantenendosi costante attorno ai 1300-1500. Servirebbe un'analisi più approfondita sull'areale di provenienza e sull'impatto dei numerosi lavori edili che hanno interessato la zona (porto, villette, box) per poter dire qualche cosa di più su questa zona.


Dal 2011 abbiamo iniziato a separare i dati della zona dei cipressi, in questo grafico i primi risultati. Si nota per quest'anno una significativa diminuzione delle discese, mentre sono aumentate le risalite. Anche questa zona in questi anni ha subito diversi cambiamenti, dovuti alla realizzazione di nuove reti paramassi, allargamento strada e posa del nuovo guardrail, che potrebbero aver interferito con la migrazione. La posa di una nuova barriera sulle risalite ha forse favorito il conteggio di queste. C'è comunque da ricordare che questa non è una vera zona a se stante ma è l'estensione dell'areale del melgone, il tener separati i dati ha più un valore per meglio programmare le operazioni di salvataggio ma per quanto riguarda i dati sulla popolazione vanno considerati assieme a quelli del Melgone.

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