In nero le tratte di Pedemontana realizzate ad oggi (in alto le tangenziali di Varese e Como, sotto la tratta da Busto Arsizio a Lentate sul Seveso) |
Giovedì scorso Antonio Di Pietro, presidente di Pedemontana, nel corso di un
incontro con i sindaci del varesotto ha avanzato la proposta di
nazionalizzare o regionalizzare le tangenziali di Como e Varese. [Per approfondire leggi qui e qui]
Pubblichiamo di seguito il commento che ci ha inviato Dario Balotta, responsabile trasporti di Legambiente Lombardia.
Pubblichiamo di seguito il commento che ci ha inviato Dario Balotta, responsabile trasporti di Legambiente Lombardia.
Secondo il pef (piano economico finanziario) del 2009 le tangenziali avrebbero dovuto costare 420 mln di opere e 130 di somme a disposizione per un totale di 550 mln su 4,7 mld complessivi, quindi circa il 12% dell'investimento. Nel pef 2013 il conto finale è aggiornato a 600 mln.
Per l'80% le tangenziali di Como e Varese sono state pagate con il contributo pubblico, quindi se si statalizzano come chiede Di Pietro lo Stato o la Regione ci devono mettere tra i 100 e i 150 mln.
Questa soluzione, proposta dal presidente di Pedemontana Antonio Di Pietro, richiede la revisione radicale del PEF ed un nuovo passaggio al CIPE, che per poter approvare la revisione del PEF deve avere sul tavolo un altro PEF, credibile, per il completamento dell'opera, che è cosa impossibile.
Proporre la nazionalizzazione delle tangenziali senza un piano per il resto dell'opera serve solo a non affrontare il problema centrale della insostenibilità dell'intero progetto e del rischio di fallimento. Rischio traffico, rischio ambiente (carotaggi Seveso) e mercato finanziario che ha voltato le spalle al progetto dovrebbero spingere ad un ripensamento e ridimensionamento dell'opera.
Quindi per salvare gli interessi dei due capoluoghi si sacrificano quelli di tutto il resto del territorio.
Ma se Di Pietro vuole salvare l'opera e fare l'interesse pubblico una soluzione ce l'ha, ed è quella che lui stesso ha firmato nella convenzione 2007: è la restituzione della concessione per impossibilità di rispettarla, che oggi può essere concertata senza particolari problemi mentre se si aspetta ancora ci sono almeno due gravi rischi:
- che Pedemontana fallisca e la concessione intera torni a CAL(Concessioni Autostrade lombarde di Regione e Anas), ma dopo una procedura che potrebbe durare anni a danno del territorio
- che sia CAL a svegliarsi, finalmente - o il ministero dei Trasporti ad intervenire - per denunciare il mancato rispetto della convenzione e revocare la concessione, con una procedura che può chiedere i danni a Pedemontana e ai sui soci (quindi a Serravalle che detiene l'80% delle azioni di Pedemontana).
Dario Balotta, responsabile trasporti Legambiente Lombardia
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