di Dario Balotta, presidente Osservatorio liberalizzazioni Infrastrutture e Trasporti
Non sorprende che ora con i lavori fermi dal 2015, dopo aver realizzato le prime tre tratte di 23 km, per completare la Pedemontana si sia ricorso alle banche pubbliche Bei e Cassa depositi e Prestiti per ottenere la provvista finanziaria di 2 miliardi necessaria per continuare l’opera.
Opera iniziata nel 2010 e che doveva essere completata nel 2015. È che è già costata 56 milioni a KM (4 in più di Brebemi) e già detiene due record: essere la più costosa e la più in ritardo nella realizzazione d’Italia. L’autostrada che doveva essere realizzata con un project financing e che ha contato su un contributo a fondo perduto di 1,2 miliardi da parte dello Stato, una volta divorati questi soldi pubblici, si è arenata. Il mercato finanziario in più di una occasione ha mostrato di non aver fiducia nel progetto. Ciò vista la crescita dei costi, l’allungamento dei tempi, gli enormi problemi ambientali (la diossina a Seveso) da superare e il traffico che è stato sovrastimato per giustificare il progetto.
Le banche private sono state attente a non prendersi questo rischio, non credendo alla promessa che l’opera si sarebbe ripagata con i pedaggi. Per rianimare Pedemontana, la Regione Lombardia, azionista di controllo, che ha già sborsato 350 milioni di aumento di capitale e trasformato in prestito una garanzia di 900 milioni del 2017 per non farla fallire ha adottato la soluzione più comoda già presa dalla Brebemi.
Visto che nessuna banca voleva assumersi il rischio di non vedersi restituito l’enorme prestito richiesto si è fatto intervenire lo Stato che ha messo in campo i più importanti istituti di credito pubblici; la Cassa Depositi e Prestiti e la BEI (16% di quote dello Stato Italiano). Attenzione però, completata da 6 anni la Brebemi ha il traffico di una modesta strada provinciale, ha chiuso tutti i suoli bilanci in rosso e non ha ancora cominciato a pagare i mutui contratti, con la Bei e alla Cassa Depositi e Prestiti.
giovedì 2 settembre 2021
Pedemontana, l'autostrada senza fine: continua l'accanimento finanziario (a nostre spese)
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Non mi pare che i conti dell'Amico Ballotta tornino. Non ci sono soldi-veri ma continua il gioco delle tre tavolette: Regione Lombardia firma cambiali e ricompra pezzi di Pedemontana dalle banche che prestano 600 milioni a Ferrovie Nord (da restituire a gennaio!) per garantirsi sulla carta 400 milioni di defiscalizzazioni nei prossimi anni (quindi il piatto piange per oltre un miliardo!) e arriva anche Bei con 550 milioni (che credo rivorra' indietro prima o poi). Ma con quali soldi-veri si pensa di pagare Webuild che si aspetta di ricevere un miliardo e mezzo di cui a oggi non c'è neanche un centesimo? Anzi Webuild ha dovuto anticipare 50 milioni (!?!) per ottenere l'aggiudicazione dei lavori mentre Pedemontana non ha ne i soldi per la bonifica da diossina residua (almeno 12 milioni) ma neanche solo per la fideiussione relativa (1.5 milioni).
RispondiEliminaecco come stanno le cose sul finanziamento che è un prestito:
RispondiEliminaA seguito della procedura di gara, il 31 agosto APL ha sottoscritto un finanziamento di 1.741.000.000 di euro che include: un finanziamento di complessivi 963.000.000 di euro della durata di 10 anni concesso dal consorzio costituito da Banco BPM, Intesa Sanpaolo (mandataria), J.P.Morgan, MPS Capital Services Banca per le Imprese e UniCredit e dai finanziatori istituzionali Banca Europea degli Investimenti e Cassa Depositi e Prestiti con una quota di circa il 42%; un finanziamento di complessivi 678.000.000 di euro della durata di 23 anni interamente sottoscritto da Banca Europea degli Investimenti (Bei) e Cassa Depositi e Prestiti, col fondamentale supporto della Regione Lombardia in qualità di socio di riferimento; una linea di firma di 100.000.000 di euro messa a disposizione da Intesa Sanpaolo, UniCredit, Banco BPM, MPS Capital Services.
Intesa Sanpaolo svolge il ruolo di Intercreditor Agent e di Facility Agent nonché quello di banca depositaria.