sabato 30 novembre 2024

Grotte glaciali e impatto ambientale: una serata per salvare il Monte San Primo

Il Coordinamento Monte San Primo sollecita un incontro con la Comunità Montana


CANZO (CO) – Giovedì 28 novembre, nella cornice di un incontro pubblico organizzato dal Coordinamento "Salviamo il Monte San Primo", si sono discussi temi di grande rilevanza ambientale e locale. L’evento, articolato in due parti, ha visto un aggiornamento sulla controversia relativa al progetto di "rilancio turistico" dell’area del Monte San Primo e un approfondimento sul cambiamento climatico e il suo impatto sui ghiacciai.


Nella prima parte, il portavoce Roberto Fumagalli ha illustrato lo stato attuale della vertenza contro il progetto, che prevede la costruzione di nuovi impianti sciistici e di innevamento artificiale. Il Coordinamento, che riunisce 35 associazioni, ha recentemente inoltrato una formale richiesta di incontro al nuovo presidente della Comunità Montana Triangolo Lariano. Nella lettera, si legge: "Siamo a richiedere un incontro di confronto tra il nostro Coordinamento e l’Ente da Lei rappresentato, prima che avvengano ulteriori avanzamenti nella progettazione degli interventi già definiti per l’area del Monte San Primo". È stata inoltre ricordata la raccolta firme promossa contro il progetto, che ha già superato le 3.000 adesioni.


La seconda parte della serata è stata dedicata all’intervento della speleologa Paola Tognini, membro del "Gruppo Grotte Milano". Con la sua relazione dal titolo "Grotte glaciali e cambiamento climatico", ha esplorato gli effetti del riscaldamento globale, evidenziando il progressivo scioglimento dei ghiacciai, visibile anche attraverso le esplorazioni delle grotte glaciali. Tognini ha sottolineato che, in assenza di un'inversione di tendenza nell’uso dei combustibili fossili, i ghiacciai alpini sotto i 3.000 metri potrebbero scomparire già nei prossimi decenni. La speleologa ha inoltre espresso preoccupazione per l’impatto negativo che interventi come quelli previsti sul Monte San Primo potrebbero avere sull’ecosistema montano, in particolare sulle grotte carsiche e sulle risorse idriche sotterranee, in un’area già priva di infrastrutture fognarie adeguate.


Grazie alla partecipazione e all’interesse suscitati, l’evento ha rappresentato un momento importante per sensibilizzare il pubblico sulle problematiche ambientali e sulla fragilità del territorio montano. Il Coordinamento "Salviamo il Monte San Primo" ha ribadito il proprio impegno nella battaglia contro un progetto considerato dannoso per l’ambiente e il futuro della montagna.

Per ulteriori informazioni:
https://bellagiosanprimo.cominfo@bellagiosanprimo.com

venerdì 29 novembre 2024

Pedemontana: il futuro della mobilità è qui... ed è tutto a pagamento!

Immagine tratta dal web

di Domenico Corrusco


Benvenuti nel paradiso della mobilità lombarda: dove paghi per guidare, ma i mezzi pubblici sono roba da film di fantascienza

Signore e signori, aprite bene gli occhi e preparate i portafogli: la Lombardia sta per regalarvi il futuro della mobilità! O meglio, vi fa pagare anche il presente. La tratta B2 della Milano-Meda? A tariffa. Il trasporto pubblico? Beh, avete presente i draghi? Ecco, stessa cosa: si dice che esistano, ma non li ha mai visti nessuno.

Avete sempre sognato di sborsare denaro per percorrere una superstrada che prima era gratuita? Tranquilli, il vostro desiderio si avvererà! La Milano-Meda, arteria fondamentale che collega Milano alla Brianza, verrà messa a pedaggio. Una scelta pensata per "ottimizzare la mobilità", che tradotto significa: "spremiamo i pendolari come limoni".

Il pedaggio, ovviamente, è una forma di incentivo. Ma incentivo a cosa? A usare i mezzi pubblici, dicono. Ah, che risate!

I trasporti pubblici in questa regione sono un mito degno di un documentario su Discovery Channel. Gli autobus sono così puntuali che li vedi solo a Natale, come le lucine. I treni? Diciamo che preferiresti camminare: lenti e talmente sovraffollati che devi chiedere il permesso anche per respirare.

E quando finalmente trovi una stazione? Ecco l’ostacolo finale: i parcheggi. Molti comuni, con una mossa da veri strateghi, hanno deciso di vietare la sosta o di imporre tariffe da gioielleria proprio accanto alle stazioni. Vuoi lasciare l’auto per prendere il treno? Ottima idea! Ma prima ipoteca casa tua per pagare il parcheggio.

Con la Milano-Meda a pagamento, tutto il traffico verrà deviato sulle strade locali. Immaginate file interminabili sulla Comasina e sulla Valassina. Sarà come una festa… ma senza musica, senza divertimento e con molto clacson.

Il bello? La Regione e Pedemontana sostengono che tutto questo è "per il bene della mobilità". Certo, come dire che mettere un ostacolo in mezzo alla pista migliora la corsa: geniale!

Per firmare la petizione contro il pedaggio cliccare qui

Non tutto è perduto, però. I Circoli del PD della Valle del Seveso hanno deciso di farsi sentire, raccogliendo, ad oggi, quasi 2600 firme per chiedere che il pedaggio venga eliminato dalla Milano-Meda. Le motivazioni? Semplici: vogliamo respirare, muoverci, e non vogliamo essere dissanguati ogni volta che dobbiamo andare a lavorare. Se vuoi firmare la petizione clicca qui.

Cari brianzoli, non lamentatevi troppo: state vivendo un esperimento sociale unico. Stanno cercando di capire quanto si può peggiorare la vita quotidiana di un pendolare prima che scappi urlando verso un eremo.

Nel frattempo, mettetevi comodi (non in macchina, però, che costa troppo) e preparatevi a ridere per non piangere. Il futuro della mobilità è qui... ed è tutto a pagamento!

giovedì 28 novembre 2024

Meno cemento, più natura: ripensare le aree di laminazione sul Seveso

Progetti di laminazione nel bacino della Roggia Vecchia-Terrò: le posizioni del Comitato Parco Groane-Brughiera


L’argomento dei progetti di laminazione previsti nel bacino della Roggia Vecchia-Terrò-Tarò-Certesa è stato recentemente discusso in seno al Direttivo del Comitato Parco Groane-Brughiera, durante il quale sono state condivise preoccupazioni e proposte alternative. Le aree interessate dai progetti, inseriti nel programma d’azione del Contratto di Fiume Seveso approvato il 26 ottobre dal Comitato di Coordinamento, hanno una rilevanza paesaggistica significativa, ma rischiano di essere compromesse da interventi considerati troppo invasivi.

Nel corso della riunione del Direttivo, i membri del Comitato hanno sottolineato la necessità di ripensare i progetti con un approccio meno ingegneristico e più orientato alla naturalità del territorio. Una strategia che, oltre a ridurre il consumo di suolo e l’uso del cemento, potrebbe liberare risorse economiche da destinare a interventi diffusi di manutenzione idraulico-forestale e di messa in sicurezza arginale nei diversi comuni del bacino.

Gianni Del Pero, geologo e membro attivo del Comitato, ha evidenziato l’importanza di preservare il valore paesaggistico delle aree coinvolte. "Queste zone hanno una rilevanza ambientale unica: interventi meno invasivi potrebbero tutelare il paesaggio e, al contempo, risultare economicamente più vantaggiosi per l’intero bacino", ha dichiarato.

Si è fatto riferimento, in particolare, a esempi positivi come le schede progettuali già presentate dai comuni di Meda e Cabiate, che propongono soluzioni di laminazione più piccole e integrate nel paesaggio, in contrasto con le grandi vasche previste nei progetti attuali.


Dettagli dei Progetti

Area di Laminazione sul torrente Roggia Vecchia



Il progetto principale si concentrerebbe in un avvallamento naturale a nord della ferrovia Como-Lecco, nei pressi della stazione di Brenna Alzate, nel comune di Alzate Brianza. Questa opera prevede un volume complessivo di 200.000 m³ e mira a mitigare gli allagamenti nei centri abitati di Carugo, Mariano Comense, Cabiate, Meda e Seveso.

Le principali caratteristiche progettuali includono:
  • Un manufatto di controllo in calcestruzzo armato con una luce di dimensioni 2,5 x 2,0 metri.
  • Interventi paesaggistici come l’abbassamento del letto di 1,5 metri e l’allargamento dell’alveo fino a 30 metri, con l’obiettivo dichiarato di ottenere un andamento più naturalistico per il torrente.
Su questo punto, Del Pero ha osservato: "Parlare di 'naturalizzazione' del torrente ampliandone la sezione a 30 metri non ha molto senso. È necessario ripensare il progetto per garantire una vera integrazione con l’ambiente circostante".

Area di laminazione sul torrente Terrò


Un secondo progetto, in località Cascina Bice a Mariano Comense, prevede la realizzazione di due invasi in linea, rispettivamente di 50.000 e 25.000 m³. Anche qui è previsto un manufatto di controllo in calcestruzzo armato, simile a quello del progetto sulla Roggia Vecchia.

Il Comitato ha espresso forte preoccupazione per l’impatto ambientale di interventi così invasivi, che potrebbero invece essere realizzati in modo meno impattante. Queste osservazioni sono state anche anticipate durante la recente presentazione del progetto Connecting Seveso, che punta a connettere le aree verdi lungo i torrenti del bacino.

Nei prossimi mesi, il Comitato prevede di partecipare attivamente ai tavoli regionali e sovracomunali per proporre modifiche ai progetti, con l’obiettivo di bilanciare le esigenze di sicurezza idraulica con la tutela del paesaggio. Inoltre, è stata avanzata l’idea di inviare una comunicazione ufficiale a tutti i comuni del bacino per ribadire l’importanza di un approccio più sostenibile e condiviso.

"Dobbiamo far capire che un approccio meno invasivo non è solo possibile, ma anche necessario per garantire un equilibrio tra sicurezza e tutela del nostro patrimonio naturale", ha concluso Del Pero.

L’impegno del Comitato Parco Groane-Brughiera rappresenta un esempio di partecipazione attiva e responsabilità verso un territorio che merita attenzione e rispetto, anche nelle scelte legate alla gestione idraulica.

Pedemontana e disboscamento: ambientalisti in pressing per salvare il Bosco delle Querce

Area naturale del Bosco delle Querce

Il 20 novembre 2024, una delegazione composta dai gruppi ambientalisti Sinistra e Ambiente-Impulsi, Legambiente Circolo Laura Conti di Seveso e Seveso Futura ha incontrato il sindaco di Meda, Luca Santambrogio, e la sindaca di Seveso, Alessia Borroni, affiancata dall’architetto Stefano Elli, responsabile per l’ecologia e l’ambiente del Comune di Seveso.

Al centro del colloquio, richiesto dagli ambientalisti, la gestione dei fondi per la compensazione forestale destinati al disboscamento di due ettari del Bosco delle Querce, un’area protetta di rilevanza regionale. Questo intervento, giudicato dagli ambientalisti un “inaccettabile sfregio”, è reso necessario dai lavori per la trasformazione della superstrada Milano-Meda-Lentate in Autostrada Pedemontana.

Durante l’incontro è emerso che i fondi compensativi, pari a 910.000 euro, saranno gestiti interamente dal Comune di Seveso, che è l’ente capofila e gestore del Bosco delle Querce. Tuttavia, l’autorizzazione per il disboscamento e il conseguente incasso dei fondi è ancora in fase di definizione, con tempistiche ipotizzate per inizio 2025.

Pedelombarda Nuova, responsabile dei lavori, dovrà inoltre garantire il ripristino delle aree temporaneamente trasformate attraverso una fidejussione e nuove piantumazioni.

Bosco delle Querce: gli interventi previsti per la realizzazione di Pedemontana. Mappa elaborata da Sinistra e Ambiente di Meda

Uno dei temi centrali è stato l’ampliamento del Bosco delle Querce, un progetto richiesto da tempo dai gruppi ambientalisti. Il Comune di Seveso ha manifestato l’intenzione di utilizzare parte dei fondi compensativi per espandere il parco verso est, nelle aree di via della Roggia e via dei Vignee. L’ampliamento, che richiederà il coinvolgimento della Regione Lombardia attraverso un masterplan e una Conferenza dei Servizi, potrebbe anche ridefinire lo status del parco, attualmente considerato “naturale” e di proprietà regionale.

Alcune aree previste per l’ampliamento rimangono di proprietà privata e dovranno essere acquisite tramite accordi bonari o espropri. Fondi aggiuntivi, derivanti dalle compensazioni ambientali per altri progetti locali, saranno utilizzati per completare l’opera.

Gli ambientalisti vedono positivamente questo sviluppo, pur segnalando che la viabilità complementare alla Pedemontana e una vasca di laminazione prevista potrebbero limitare ulteriormente le superfici destinate al verde.

Un’altra questione rilevante è la necessità di migliorare l’accessibilità al Bosco delle Querce, specialmente per i residenti di Baruccana, oggi isolati a causa dell’interdizione di due ponti sulla Milano-Meda. Il cosiddetto Ponte Verde, progettato come passerella ciclopedonale per collegare le due parti del Bosco, è stato criticato dagli ambientalisti: secondo loro, questa soluzione non è adeguata né come corridoio ecologico per la fauna né come collegamento funzionale. Si chiede invece un passaggio più ampio e integrato, sfruttando eventualmente le gallerie artificiali già esistenti.

La progettazione della vasca di laminazione, prevista per mitigare il rischio idraulico, solleva altre preoccupazioni. Gli ambientalisti chiedono un approccio più coerente con la destinazione naturalistica dell’area, suggerendo soluzioni che favoriscano l’infiltrazione delle acque nel suolo e garantiscano una maggiore fruibilità pubblica.

Infine, i due Comuni hanno confermato la volontà di riqualificare via Vignazzola, strada strategica per i collegamenti intercomunali e per l’accesso al Bosco. Il progetto prevede anche l’inserimento di una pista ciclabile, la cui estensione è ancora in fase di definizione.

I gruppi ambientalisti hanno accolto con favore l’impegno delle amministrazioni per l’ampliamento del Bosco delle Querce, considerandolo un primo passo verso la tutela delle residue aree verdi della zona. Tuttavia, restano preoccupati per l’impatto complessivo delle infrastrutture legate alla Pedemontana, che rischiano di frammentare ulteriormente il territorio.

Sinistra e Ambiente-Impulsi, Legambiente Circolo Laura Conti e Seveso Futura continueranno a monitorare la situazione, chiedendo trasparenza nei processi decisionali e soluzioni concrete per mitigare l’impatto ambientale.

Brianza in uno scatto: il concorso si avvia alla conclusione

Mancano pochi giorni per partecipare a “Scatti in Brianza 2024”


La dodicesima edizione del concorso fotografico “Scatti in Brianza” si avvia verso la chiusura: c’è tempo fino al 1° dicembre 2024 per inviare le proprie fotografie e partecipare a questa celebrazione della natura e del paesaggio brianzolo.

Organizzato dall’Associazione Colli Briantei e dal Gruppo Valle Nava, in collaborazione con il Parco dei Colli Briantei e con il patrocinio del Parco Regionale della Valle del Lambro, il concorso invita fotografi e appassionati a raccontare il territorio attraverso tre categorie: Flora, Fauna e Paesaggio.

Ogni partecipante può inviare fino a tre scatti, rispettando le modalità indicate nel regolamento.

L’edizione 2024, come le precedenti, è dedicata a due figure care agli organizzatori: Matteo Barattieri, studioso e divulgatore ambientale, e Alberto Canobbio, appassionato di fotografia naturalistica e storico membro della giuria. Durante la serata finale, oltre ai premi di categoria, sarà assegnato un riconoscimento speciale in memoria di Canobbio.

Non perdete l’occasione di mettere in luce la bellezza della Brianza attraverso il vostro obiettivo: il tempo stringe!

Sintesi della notizia

  • Cosa: concorso fotografico “Scatti in Brianza 2024”
  • Categorie: Flora, Fauna, Paesaggio
  • Scadenza: 1° dicembre 2024
  • Dedicato a: Matteo Barattieri e Alberto Canobbio
  • Premi: riconoscimenti di categoria e premio speciale Canobbio
  • Come partecipare: inviare fino a 3 foto all’indirizzo vallenava@gmail.com seguendo le modalità del regolamento (cliccare qui).

martedì 26 novembre 2024

Il futuro della linea Como-Lecco: incontro pubblico alla "Green station" di Brenna-Alzate


L'incontro pubblico dal titolo "Trenord: tra stato di fatto e prospettive future", originariamente previsto per giovedì 5 dicembre 2024 alle ore 20.30 presso la stazione ferroviaria di Brenna-Alzate (via Stazione 1, Brenna), è rinviato a giovedì 20 febbraio 2025.

Organizzato da Fridays For Future Cantù, Legambiente Cantù e Strade e Pensieri per Domani, l’evento avrebbe trattato temi legati alla mobilità sostenibile e al rilancio della linea ferroviaria Como-Lecco, con particolare attenzione all’elettrificazione della tratta e alle nuove connessioni ferroviarie possibili.

Vi aggiorneremo appena possibile sulla nuova data.

 

Giovedì 5 dicembre 2024 20 febbraio 2025, alle ore 20.30, si terrà un incontro pubblico presso la stazione ferroviaria di Brenna-Alzate (via Stazione 1, Brenna) dal titolo "Trenord: tra stato di fatto e prospettive future". Organizzato da Fridays For Future Cantù, Legambiente Cantù e Strade e Pensieri per Domani, l’evento si concentrerà su temi legati alla mobilità sostenibile e allo sviluppo della rete ferroviaria locale.

Durante l’incontro si discuterà del progetto di rilancio della linea Como-Lecco, con particolare attenzione all’elettrificazione della tratta, ormai prossima alla realizzazione. Questo intervento potrebbe aprire la strada a nuove connessioni, come collegamenti diretti verso la Svizzera, Varese (via Arcisate) e Bergamo.

Il programma prevede anche un dibattito sulla mobilità sostenibile, a cui parteciperanno rappresentanti del mondo politico e delle associazioni promotrici. Matteo Aiani, di Fridays For Future Cantù, ha sottolineato: "Durante l'incontro si terrà un momento di approfondimento sul tema del rilancio della linea ferroviaria Como-Lecco e delle nuove relazioni possibili."

Comitato Ferma Ecomostro di Vimercate: "Rinviato l'incontro di martedì 26/11 con Paolo Pileri. Mercoledì 27/11 parleremo di Pedemontana a Radio Popolare"


Il Comitato Ferma Ecomostro di Vimercate informa che l'incontro con Paolo Pileri previsto questa sera è stato annullato e verrà riprogrammato a data da destinarsi.

 


Mercoledì 27 in mattinata, invece, è previsto un collegamento con Radio Popolare per parlare di Pedemontana. Interverranno, fra gli altri, un espropriando e il Sindaco di Vimercate.

Piano Clima di Seregno: ora coivolgiamo i cittadini, non abbiamo tempo da perdere!

Riceviamo e pubblichiamo.

(dc) - Seregno incassa un altro riconoscimento per il suo Piano Clima e può certamente festeggiare. Dopo il premio ricevuto a Padova poche settimane fa, il progetto ha conquistato anche il Premio Nazionale Innovazione e Sviluppo Next Generation 2024, organizzato da ANCI Piemonte sotto il prestigioso patrocinio del Parlamento Europeo, di ministeri italiani e della RAI. Insomma, una sfilata di medaglie che brilla di successo.


Il sindaco Alberto Rossi, giustamente soddisfatto, ha condiviso il momento su Facebook, ricordando come tutto sia nato dalla necessità di reagire agli eventi estremi del 2023: la grandinata e la tromba d’aria che hanno scosso la città. L’orgoglio c’è, la visione pure. Ma manca ancora un elemento fondamentale: il confronto pubblico e partecipato, annunciato mesi fa e rimasto per ora solo sulla carta.

In un’intervista su LinkedIn, Rossi ha descritto le ambiziose misure previste dal Piano Clima: depavimentazioni per migliorare il drenaggio, aree allagabili per contrastare le inondazioni e piantumazioni per mitigare le isole di calore. Un modello di progettazione urbana avanzata, combinato con l’intento di sensibilizzare e coinvolgere la comunità. Parole che suonano bene e che giustamente hanno attirato l’attenzione dei giudici dei premi.

Eppure, qualcosa non torna. Le presentazioni pubbliche, promesse durante l'incontro iniziale dello scorso giugno, non si sono ancora tenute. I cittadini, teoricamente il cuore pulsante di un piano così inclusivo, non hanno avuto modo di partecipare, ascoltare, proporre o sentirsi davvero parte del progetto.


Il sindaco rassicura: alcune attività partiranno presto, soprattutto nelle scuole, e il bilancio 2024 prevede risorse destinate alle prime azioni concrete. Bene, anzi benissimo. Ma l’impressione è che i premi abbiano viaggiato più veloci delle attività sul campo.

In fondo, il Piano Clima è un’opera tanto necessaria quanto innovativa. Merita il successo, ma ancor di più merita di essere vissuto dai cittadini di Seregno. Tra un premio e un altro, la vera vittoria sarà portare il progetto nelle piazze, nei quartieri e, perché no, sui tavoli delle discussioni partecipative promesse.

Per ora, Seregno può lucidare i suoi trofei. Ma chissà, forse è il caso di spolverare anche le agende per fissare qualche data di incontro con i suoi abitanti.

Bonifica da diossina e Pedemontana: critiche, proposte e riflessioni scientifiche


Gianni Del Pero, geologo e presidente del WWF Lombardia, ci ha segnalato un volantino diffuso dal Comitato No Pedemontana, ritenendo le affermazioni in esso contenute errate e pericolose. A seguito di ciò, ci ha inviato le sue precisazioni, che riportiamo di seguito. Da parte nostra, auspichiamo che questa discussione possa rappresentare la premessa per costruire un percorso che porti all'unità dei gruppi impegnati nel contrasto alla Pedemontana. Mettere insieme le competenze di ciascuno rappresenta un valore aggiunto incomparabile per affrontare una questione così complessa.


Nel documento diffuso dal Comitato No Pedemontana si legge: "NON È VERO CHE NON È POSSIBILE IL RISCHIO ZERO, BASTEREBBE NON PROSEGUIRE CON I LAVORI DI PEDEMONTANA." Il volantino critica l’attuale progettazione della bonifica, accusata di rispondere esclusivamente alla necessità di realizzare l’infrastruttura, senza considerare adeguatamente la sicurezza ambientale e la tutela della salute pubblica. Come alternativa, il Comitato propone:

  • Una mappatura approfondita delle concentrazioni e dell’estensione della contaminazione.
  • La destinazione a verde delle aree non edificate.
  • L'aggiunta di strati di terreno pulito e una rimozione graduale del suolo contaminato in piccole porzioni, lontano dai centri abitati.

Secondo Gianni Del Pero, le proposte contenute nel volantino sono problematiche e rischiose. Egli sottolinea: "Gravissimo errore ritenere che sia meglio spostare un po' di terra un po' alla volta senza adottare le cautele che vengono utilizzate nelle 'bonifiche' per impedire l’aerodispersione di polveri con diossina."

La questione della dispersione di polveri è infatti cruciale quando si tratta di inquinanti come la diossina, classificata come uno dei contaminanti organici più pericolosi. La rimozione del terreno contaminato senza misure di sicurezza adeguate potrebbe aumentare i rischi per la salute umana e l’ambiente.

Del Pero contesta inoltre l’affermazione del volantino secondo cui mancherebbe una mappatura delle aree inquinate, ricordando: "Esiste una mappatura aggiornata delle aree contaminate, ottenuta grazie all'attività delle associazioni ambientaliste e al Coordinamento Insieme in Rete. Migliaia di analisi sono state condotte dal 2012 in poi, includendo la caratterizzazione di Pedemontana (2016-2018) e le analisi di rischio (2018-2019)."

Le affermazioni di Del Pero richiamano l’attenzione sull’importanza di affrontare il problema della bonifica in modo scientificamente rigoroso. La diossina, un inquinante organico persistente, è notoriamente difficile da rimuovere e richiede protocolli specifici per evitarne la dispersione.

  • Mappatura e monitoraggio. Un monitoraggio accurato è alla base di qualunque intervento efficace. La mappatura citata da Del Pero rappresenta un passaggio fondamentale per definire le strategie di intervento più appropriate, evitando soluzioni improvvisate che potrebbero aggravare la situazione.
  • Vincolo a verde delle aree non edificate. La destinazione a verde delle aree non edificate può rappresentare una scelta strategica per limitare l'esposizione diretta al suolo contaminato. Tuttavia, come sottolineato dal presidente WWF, è indispensabile garantire che queste aree siano prima messe in sicurezza attraverso interventi certificati e non semplicemente "coperti" da nuovi strati di terreno.
  • Gestione dei rischi durante la rimozione del terreno. L’asportazione graduale di terreno contaminato, come suggerito nel volantino, presenta criticità evidenti. Senza l’impiego di tecnologie avanzate, il rischio di aerodispersione di polveri contaminanti è elevato. Per questo, le tecniche di bonifica devono prevedere barriere fisiche, contenimento controllato e trasporto in discariche specializzate per minimizzare i rischi di esposizione.

La questione della bonifica delle aree contaminate dalla diossina rappresenta una delle sfide più complesse legate alla realizzazione della Pedemontana. Da un lato, è fondamentale che le associazioni e i comitati cittadini continuino a esercitare un ruolo di vigilanza e proposta; dall’altro, è altrettanto importante che le soluzioni proposte siano fondate su basi scientifiche solide e su una valutazione accurata dei rischi.

lunedì 25 novembre 2024

Un tesoro tra le foglie: il Bosco delle Querce e la sfida a Pedemontana


Domenica 1 dicembre 2024 alle ore 10:30, il Coordinamento No Pedemontana e l’Associazione Seveso Memoria di Parte invitano cittadini e sostenitori a una passeggiata autunnale nel Bosco delle Querce, accessibile da via Redipuglia a Seveso. Guidata dall’agronoma Anna Nicolodi, l’iniziativa offrirà l’opportunità di scoprire la vitalità e la bellezza di questo luogo straordinario in una stagione ricca di fascino.

L’evento nasce con un obiettivo preciso: sensibilizzare la comunità sull’importanza di proteggere il Bosco delle Querce, simbolo di resilienza ecologica e memoria storica, minacciato dall’avanzamento del progetto Autostrada Pedemontana. Tra i piani previsti, infatti, c’è il disboscamento di una parte significativa del Bosco, un intervento che comporterebbe danni irreparabili al suo equilibrio naturale e al valore storico-culturale che rappresenta.

Il Bosco delle Querce non è solo un’area verde: è il risultato di una straordinaria opera di rinascita seguita al disastro diossina del 1976. La sua creazione ha trasformato un territorio devastato in un ecosistema vivo e rigoglioso, un modello di bonifica ambientale che ha ispirato legislazioni europee come la Direttiva Seveso sulla gestione dei rischi industriali.

Durante la passeggiata, l’agronoma Anna Nicolodi guiderà i partecipanti in un viaggio tra biodiversità, storia e futuro del Bosco. Sarà l’occasione per conoscere da vicino le specie vegetali e animali che popolano questa area protetta, ma anche per riflettere su quanto sia urgente tutelare un luogo così speciale di fronte alle minacce infrastrutturali.

“Per viverlo e per proteggerlo ci vediamo al Bosco” è il messaggio lanciato dal Coordinamento No Pedemontana e dall’Associazione Seveso Memoria di Parte. La passeggiata vuole essere un momento di condivisione e consapevolezza, un’occasione per riaffermare l’importanza di preservare questo patrimonio naturale e storico per le future generazioni.

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Verso un Parco Regionale del Seveso: un incontro tra associazioni e gruppi ambientalisti


Il 23 novembre 2024, presso la sede milanese dell’Associazione Amici Parco Nord, si è svolto un incontro cruciale che ha riunito numerosi gruppi e associazioni ambientaliste. L'obiettivo? Costituire un gruppo di lavoro collegiale per supportare la proposta di istituire il Parco Fluviale e Territoriale del Fiume Seveso. Questo primo confronto è stato descritto dai partecipanti come un momento di conoscenza reciproca e di scambio di idee in vista di un progetto ambizioso e di grande rilevanza per il territorio.

Le informazioni sono state tratte dal blog del gruppo Sinistra e Ambiente di Meda, che ha fornito dettagli sugli sviluppi e sulle finalità dell’iniziativa.


La proposta del nuovo parco: Bosco delle Querce, Plis Grubria, Parco Nord Milano e le aree del bacino Seveso

L’incontro si inserisce nel solco del convegno tenutosi il 26 ottobre 2024, evento che aveva visto la partecipazione di figure politiche e istituzionali. Il tutto è stato reso possibile grazie al precedente passo avanti rappresentato dall’approvazione unanime, il 25 luglio 2024, dell’Ordine del Giorno 692 da parte del Consiglio Regionale della Lombardia. Tale documento ha sancito il sostegno alla creazione del Parco Fluviale del Seveso, demandandone progettazione e realizzazione al Contratto di Fiume.

Il Parco Fluviale del Seveso non sarà una semplice iniziativa di riqualificazione fluviale. Come sottolineato dagli intervenuti, è fondamentale ampliare la portata della proposta. Non solo interventi idraulici, di naturalizzazione delle sponde e di purificazione delle acque, ma anche un’attenzione più ampia al territorio. "Serve una tutela unificata per le aree comprese nel bacino del Seveso, integrando il Bosco delle Querce, il PLIS GruBria e il Parco Nord Milano in un unico grande Parco Regionale", ha affermato Arturo Calaminici, storico rappresentante dell’Associazione Amici del Parco Nord.

Uno dei temi centrali dell'incontro è stata la necessità di costruire una visione comune tra le realtà ambientaliste coinvolte. I partecipanti hanno concordato sull’elaborazione di un Manifesto che definisca principi, finalità, obiettivi e metodi per guidare il processo. Questa piattaforma condivisa sarà essenziale non solo per garantire coerenza nelle azioni, ma anche per prepararsi al tavolo concertativo promesso dalla Regione Lombardia.

Sinistra e Ambiente-Impulsi, insieme a Legambiente Seveso e Seveso Futura, ha portato un contributo significativo al dibattito, illustrando la storia e le sfide legate al Parco Naturale Regionale del Bosco delle Querce. "La memoria di questo luogo, segnato dalla tragedia della diossina e dalla successiva ricostruzione, deve diventare un patrimonio condiviso", ha sottolineato Alberto Colombo di Sinistra e Ambiente. L’associazione ha inoltre evidenziato le criticità legate alla costruzione dell’autostrada Pedemontana Lombarda e le attività in corso per ampliare i confini del parco.

L’incontro si è concluso con un impegno condiviso: continuare il confronto attraverso ulteriori appuntamenti, definendo nel dettaglio strategie e obiettivi per realizzare il Parco Fluviale e Territoriale del Seveso. I partecipanti hanno ribadito la necessità di agire in modo coordinato, mettendo in primo piano la tutela del territorio e la sua valorizzazione come bene comune.

Pedemontana: Quale futuro per Biassono? Incontro pubblico per analizzare le criticità


La realizzazione della nuova autostrada Pedemontana continua a suscitare un vivace dibattito nelle comunità locali. La lista civica "Biassono Civica" ha deciso di affrontare il tema con un incontro pubblico dal titolo "Pedemontana a Biassono. Cosa ci aspetta, cosa possiamo fare", che si terrà il prossimo 4 dicembre 2024 alle ore 20:45 presso la Sala Civica Carlo Cattaneo in via Verri 14 a Biassono.


L'autostrada Pedemontana è un'infrastruttura ambiziosa, ma il progetto non è esente da pesanti criticità. Tra le principali preoccupazioni emerse vi sono:

  • Impatto ambientale: il tracciato dell'autostrada attraversa zone sensibili dal punto di vista ecologico e agricolo. L'opera minaccia aree verdi di pregio, compromettendo la biodiversità e riducendo il patrimonio naturale disponibile per le comunità locali.
  • Costi e sostenibilità economica: i costi elevati del progetto e le incertezze sui fondi necessari per il completamento continuano a sollevare dubbi sulla sostenibilità economica dell'opera, soprattutto considerando i benefici limitati rispetto ai disagi causati.
  • Problemi di inquinamento: l'autostrada potrebbe comportare un aumento significativo delle emissioni di CO2 e polveri sottili, peggiorando la qualità dell'aria in un'area già fortemente industrializzata.
  • Impatto sociale: le espropriazioni e i disagi causati dalla costruzione dell'autostrada potrebbero colpire duramente le comunità locali, compromettendo il tessuto sociale e la qualità della vita degli abitanti.

Per discutere di questi temi, Biassono Civica ha organizzato un evento che vedrà la partecipazione di numerosi esperti e rappresentanti istituzionali. Tra i relatori ci saranno:

  • Federico Carrer, architetto;
  • Alberto Rossi, sindaco di Seregno;
  • Sara Dossola, sindaca di Lesmo;
  • Massimo Stucchi, del comitato No Pedemontana Lesmo;
  • Alberto Colombo, esponente di Sinistra e Ambiente Meda;
  • Concetta Monguzzi e Giorgio Garofalo, consiglieri provinciali.

La serata sarà un’occasione per fare il punto sul progetto, comprendere i possibili impatti per Biassono e i comuni limitrofi, e valutare le alternative praticabili. L’invito a partecipare è rivolto a tutti i cittadini interessati a informarsi e a contribuire al dibattito.


"Vi aspettiamo il 4 dicembre 2024 in Sala Civica a Biassono per parlare di Pedemontana"
è il messaggio della lista civica. La partecipazione attiva è fondamentale per costruire una risposta condivisa a una questione che potrebbe ridefinire il futuro del territorio.

 


 

Il momento migliore per piantare un albero? Vent’anni fa. Ma oggi non è troppo tardi!


Secondo un antico proverbio ripreso dal WWF Lombardia, "Il giorno migliore per piantare un albero è vent’anni fa. Il secondo giorno migliore è oggi!" Questo messaggio sottolinea l’importanza di agire senza indugio per tutelare l’ambiente e contribuire alla lotta contro il cambiamento climatico.

Proprio con questo spirito, il WWF Lombardia invita tutti gli amanti della natura e della sostenibilità a partecipare all’evento organizzato sabato 30 novembre presso l’Oasi WWF del Bassone, situata nelle Torbiere di Albate. L’appuntamento è fissato per le ore 10, quando i partecipanti avranno l’opportunità di piantare insieme altri 200 alberi, contribuendo così alla riforestazione e alla tutela della biodiversità.

L’evento include anche un’escursione guidata lungo il perimetro dell’Oasi, un’occasione unica per scoprire le meraviglie di questa riserva naturale e imparare di più sulla sua importanza ecologica. La partecipazione all’escursione è gratuita, ma il WWF gradisce una conferma per organizzare al meglio l’iniziativa.

Un gesto semplice come piantare un albero può avere un impatto duraturo sul pianeta. Non serve aspettare: il momento giusto per agire è adesso.

La frase "Il giorno migliore per piantare un albero è vent’anni fa" sottolinea il valore del tempo nel permettere agli alberi di crescere e svolgere il loro ruolo cruciale nell’ambiente, come assorbire CO2, offrire habitat alla fauna, e migliorare la qualità dell’aria. Tuttavia, se non si è agito in passato, il secondo miglior momento per iniziare è oggi: un invito a non procrastinare.

domenica 24 novembre 2024

C’era una volta la tratta D


di Domenico Corrusco


Ah, le grandi opere italiane! Fatte per collegare, unire, risolvere. O almeno così ci raccontano. Poi arriva il caso della Pedemontana e della famigerata Tratta D e ci si ritrova a domandarsi: ma questa è ingegneria o una puntata di una soap opera? Perché, diciamocelo, l’intera faccenda sa tanto di telenovela ambientata tra svincoli e rotonde.

La trama è semplice: c’era una volta la Tratta D, progettata per spingersi eroicamente fino a Dalmine, completando un percorso degno di questo nome. Ma ecco che, nel pieno dello sviluppo narrativo, salta fuori una cugina un po’ più piccola e meno ambiziosa: la Tratta D Breve. Un “pezzo mancante” che collega giusto giusto Pedemontana, TEEM e BreBeMi. Semplice, meno costoso, più veloce. Una sorta di spin-off del progetto principale.

Ora, da spettatori curiosi ci chiediamo: questa nuova Tratta è una scelta pragmatica, un vero colpo di genio ingegneristico... oppure qualcuno ha deciso di “accorciare” il percorso perché temeva che il traffico dirottato verso Dalmine lasciasse TEEM e BreBeMi a contare i pedaggi su una mano?


E come ogni buona soap che si rispetti, non poteva mancare il mistero. Entra in scena la Banca Europea per gli Investimenti (BEI), chiamata a finanziare le tratte B2 e C. Tutti si aspettavano un assegno bello corposo, ma... ecco il colpo di scena: la BEI non ha ancora ricevuto nulla di ufficiale sulla Tratta D Breve. “Fase di valutazione VIA”, dicono gli esperti. “Calma, niente CIPESS approvato”, aggiungono i tecnici.

Nel frattempo, la BEI se ne sta lì, a braccia conserte, aspettando che il progetto si presenti in tutta la sua “sostenibilità economica”. Perché una cosa è certa: a Bruxelles non amano le sorprese. Vogliono un piano completo, sensato, che non rischi di trasformare Pedemontana in una cattedrale nel deserto, con poche auto e tanti debiti.

Torniamo al punto. Perché accorciare? Perché scegliere un collegamento “Breve” che sembra la versione beta di un progetto ben più ambizioso? E qui il sospetto sorge spontaneo: sarà mica che qualcuno teme che il traffico verso Dalmine avrebbe svuotato le casse di TEEM e BreBeMi? Perché sì, caro lettore, meno traffico significa meno pedaggi, e meno pedaggi significano meno champagne nelle sedi delle concessionarie.

E allora via, ecco la Tratta D Breve, una sorta di compromesso perfetto: si risparmia sui costi, si evita di infastidire gli amici TEEM e BreBeMi e si tira su un’infrastruttura che, almeno sulla carta, dovrebbe “chiudere il cerchio”. E se nel frattempo qualcuno si lamenta del traffico che resta intrappolato tra svincoli e tangenziali? Beh, poco male, tanto quello c’era già.

E la Tratta D originale? Quel glorioso progetto che avrebbe portato Pedemontana fino a Bergamo? Magari arriverà. Forse un giorno, quando il traffico sarà esploso e qualcuno griderà allo scandalo. Ma nel frattempo, Pedemontana “gioca sul sicuro”: meno rischi, meno costi e, soprattutto, più pedaggi.

Per ora, il nostro melodramma autostradale si conclude qui. Resta solo da capire chi scriverà la prossima puntata. Speriamo, almeno, che ci sia il lieto fine. O perlomeno un casello gratuito per chi sopporta tutto questo.

Passeggiata tra storia e futuro incerto: il Bosco delle Querce tra Pedemontana e la candidatura europea


Il Bosco delle Querce di Seveso, esempio unico di rinascita ecologica dopo un disastro industriale, è tra le 11 candidature italiane per il Marchio del Patrimonio Europeo 2025. Questo prestigioso riconoscimento, istituito dalla Commissione Europea, premia i siti culturali e naturali che incarnano i valori condivisi dell’Unione Europea, rafforzando il senso di appartenenza comunitaria.


La storia del Bosco delle Querce ha un peso simbolico straordinario: nato dalle ceneri dell’incidente industriale del 1976, quando una nube tossica di diossina devastò la zona di Seveso, oggi rappresenta un modello di resilienza e progresso. Questo sito non solo testimonia la capacità di recupero ambientale e sociale, ma ha avuto un impatto fondamentale a livello legislativo. La tragedia ispirò infatti la Direttiva Seveso (1982/501/CEE), una pietra miliare nella gestione dei rischi industriali in Europa.


Se la candidatura al Marchio del Patrimonio Europeo sottolinea il valore storico, ambientale e legislativo del Bosco delle Querce, il sito si trova oggi ad affrontare una nuova minaccia: il progetto Autostrada Pedemontana. L'infrastruttura, da anni al centro di controversie per il suo forte impatto ambientale, prevede interventi che interessano aree vicine e interne al Bosco delle Querce, mettendo a rischio uno spazio simbolico e naturale. Si parla, infatti, di rimozione del terreno contaminato e del disboscamento di circa due ettari, con la perdita stimata di 3.000 alberi. La possibilità di danneggiare un ecosistema così unico preoccupa profondamente la comunità e le associazioni ambientaliste.


Per sensibilizzare la comunità, i Comitati No Pedemontana hanno organizzato una passeggiata guidata nel Bosco delle Querce, domenica 1° dicembre. Durante l’iniziativa, condotta dall’agronoma Anna Nicolodi, i partecipanti potranno esplorare il parco, approfondire la sua storia e riflettere sull'importanza della sua tutela di fronte ai nuovi interventi infrastrutturali.


Oltre all’iniziativa dei Comitati No Pedemontana, anche le associazioni ambientaliste e le liste civiche attive lungo la tratta B2 dell’Autostrada Pedemontana continuano il loro lavoro di vigilanza e sensibilizzazione. Gruppi come Legambiente Circolo Laura Conti di Seveso, Seveso Futura, Sinistra e Ambiente di Meda e altre realtà territoriali monitorano costantemente gli interventi, partecipando attivamente al Tavolo Permanente sulla bonifica da diossina.


Dopo l’incontro pubblico del 18 ottobre 2024, queste associazioni hanno inviato una nota ufficiale alla società Autostrada Pedemontana Lombarda (APL), chiedendo un aggiornamento sullo stato delle bonifiche e un confronto sull’impatto previsto per il Bosco delle Querce. Nella nota, si evidenzia l’urgenza di discutere il piano per la rimozione del terreno contaminato e il disboscamento di una parte della foresta, un intervento che comporta rischi ambientali e perdita di biodiversità.


Entro il 7 febbraio 2025, una commissione ministeriale valuterà le candidature italiane, selezionandone al massimo due da presentare alla Commissione Europea. Solo un sito per ogni Stato membro potrà essere insignito del Marchio, aggiungendosi a luoghi già premiati in Italia come Sant’Anna di Stazzema e l’area archeologica di Ostia Antica.


Il Bosco delle Querce, simbolo di resilienza e memoria, merita di essere protetto e valorizzato, per rimanere un esempio di rinascita non solo per l’Italia, ma per tutta l’Europa.

sabato 23 novembre 2024

Clima, ghiacciai e montagne: la sfida del futuro al Monte San Primo


"Grotte glaciali e cambiamento climatico"
è il titolo della serata culturale promossa dal Coordinamento Salviamo il Monte San Primo in collaborazione con la Federazione Speleologica Lombarda.

L'evento si terrà giovedì 28 novembre alle ore 20:45 presso la Sala Convegni del Municipio di Canzo, in via Mazzini 28. Relatrice della serata sarà Paola Tognini, geologa e membro del Gruppo Grotte Milano della sezione CAI S.E.M.

L’incontro sarà dedicato agli effetti del cambiamento climatico sui ghiacciai, un fenomeno che sta trasformando non solo la loro superficie, ma anche il loro interno, con conseguenze spesso drammatiche documentate dalle esplorazioni speleologiche.


Il riscaldamento globale incide in modo significativo sui territori montani, accelerando lo scioglimento dei ghiacciai e riducendo drasticamente la nevosità. Questo ha un impatto diretto sul turismo e sull’economia delle aree montane: come sottolineano i climatologi, investire in nuovi impianti sciistici sotto i 2.000 metri di altitudine non è più sostenibile. Un tema particolarmente rilevante per il nostro territorio, dove è in corso un acceso dibattito sul progetto di "rilancio" turistico del Monte San Primo. Tale progetto prevede la realizzazione di nuovi impianti sciistici e di innevamento artificiale tra i 1.100 e i 1.300 metri di quota, una scelta definita insensata e controproducente.

Da oltre due anni, il Coordinamento Salviamo il Monte San Primo si oppone a questo progetto, ritenendolo incompatibile con la tutela ambientale. Con l’iniziativa del 28 novembre, che si inserisce nel programma di sensibilizzazione condotto in collaborazione con 35 associazioni, il Coordinamento ribadisce il proprio impegno per la salvaguardia delle montagne del Triangolo Lariano.


La serata è a ingresso libero e gratuito. Per ulteriori informazioni: https://bellagiosanprimo.com/ oppure info@bellagiosanprimo.com.

San Giorgio di Desio dice No a Pedemontana: grande partecipazione al presidio


Ieri sera, San Giorgio di Desio è stata teatro di un presidio molto partecipato contro la costruzione dell’autostrada Pedemontana. L’evento, organizzato dai Comitati No Pedemontana, ha visto la presenza di numerosi cittadini, uniti per ribadire la loro opposizione a un’opera definita "inutile e devastante" sia per il territorio che per il clima.


Tra i protagonisti della serata, Luigi De Vincenzis ha commentato: "Quanto freddo abbiamo portato a casa… ma che bella soddisfazione vedere tanta gente combattiva e responsabile! È stato emozionante sentire le auto suonare il clacson in segno di approvazione: un segnale che la nostra voce non è sola." 

 

 

De Vincenzis ha sottolineato come il movimento contro Pedemontana sia parte di una resistenza più ampia, che dalle piazze e dai boschi arriva fino al Parlamento europeo. "La lotta è difficile, ma vale la pena non mollare e crederci." Ha concluso con un sentito ringraziamento a tutti i partecipanti e sostenitori.


Giacomo Mosca, un altro portavoce della serata, ha posto l’accento sull’inevitabile fallimento del progetto Pedemontana, definendolo sotto molteplici aspetti: “Pedemontana è un fallimento di consenso, finanziario, viabilistico ed ecologico.” Ha spiegato come l’opera sia sostenuta solo da una classe dirigente irresponsabile e da pochi interessi privati, mentre sul piano pratico comporterebbe miliardi di euro pubblici sprecati, un ulteriore consumo di suolo e un peggioramento della viabilità locale. “Un progetto così fragile e precario non ha futuro: sta a noi riscrivere la storia, insieme a chi vuole un futuro diverso per la Brianza.”

 

Banchetto informativo al mercato di Seveso

L’impegno dei Comitati No Pedemontana non si è fermato qui. Questa mattina, sabato 23 novembre, al mercato di Seveso si è tenuto un banchetto informativo, dove diversi cittadini si sono fermati per chiedere informazioni e approfondire le ragioni della protesta.

venerdì 22 novembre 2024

Lettera al Blog Brianza Centrale: Pedemontana, capre, diossine e la Luna



Caro Blog Brianza Centrale,

scrivo come semplice lettore e cittadino della Brianza, colpito da un dibattito che ho seguito sui social. Oggi, scorrendo una pagina Facebook dedicata a questioni ambientali, ho notato il commento di Gianni Del Pero, supervisore per conto del WWF della bonifica legata alla Pedemontana. Rispondeva al manifesto dei comitati No Pedemontana, che recitava: "Se non è a rischio zero, non è bonifica."

Del Pero ha risposto con due strofe che mi hanno fatto riflettere, e anche sorridere:

    "La capra ha quattro arti / Dario ha quattro arti / Dario è una capra."
    "La diossina ha inquinato / Si bonifica dalla diossina / La bonifica è inquinante."

Ma mentre ridevo, mi sono chiesto: sta guardando il dito al posto della Luna?

Lo slogan dei comitati No Pedemontana, a prima vista, può sembrare eccessivo: "Se non è a rischio zero, non è bonifica." Ovviamente sappiamo tutti che il rischio zero non esiste. Eppure il messaggio non è così ingenuo come sembra.

I comitati non stanno chiedendo l’impossibile, ma vogliono farci notare che la bonifica non è un’operazione neutra: viene fatta solo perché si vuole costruire Pedemontana. Se l’autostrada non si costruisse, non ci sarebbe bisogno della bonifica, e quindi nemmeno dei rischi che questa comporta.

In altre parole, il vero messaggio è: fermiamo Pedemontana e ci risparmiamo sia l’opera inutile, sia i rischi della bonifica. Lo slogan è provocatorio per attirare l’attenzione, ma la riflessione che sottende è molto seria.

Gianni Del Pero ha risposto con la sua ironia, evidenziando una verità tecnica innegabile: ogni processo di bonifica comporta rischi. È impossibile bonificare senza produrre un minimo impatto. E su questo ha ragione: è giusto ricordare che anche la soluzione a un problema ambientale può avere effetti collaterali.

Tuttavia, il punto principale del manifesto non era negare questa realtà. I comitati stavano parlando d’altro: la bonifica è necessaria solo perché si vuole costruire Pedemontana. Del Pero sembra soffermarsi sull’apparente ingenuità dello slogan, ma così facendo rischia di ignorare il cuore della questione: è giusto assumersi il rischio di una bonifica per un’opera che molti considerano inutile e dannosa?

Se i comitati stanno puntando alla Luna (fermare Pedemontana per evitare tutto ciò), Del Pero rischia di concentrarsi sul dito (la difficoltà di raggiungere il rischio zero).

Dietro tutto questo scambio di battute c’è la vera questione: ha senso costruire Pedemontana? I comitati la vedono come un’opera inutile, dispendiosa e ad alto impatto ambientale, e considerano la bonifica solo una conseguenza di questa scelta sbagliata.

Chi difende Pedemontana potrebbe invece rispondere che la bonifica è necessaria a prescindere, autostrada o no, perché il territorio contaminato deve essere ripulito. Ma se fosse così, perché non si è agito prima? La bonifica è partita solo ora, perché l’autostrada rende necessario intervenire. E questo alimenta il dubbio dei comitati: è davvero per il bene del territorio o per giustificare un’opera controversa?

Le strofe di Del Pero ci ricordano una verità importante: non esistono interventi a impatto zero. Ogni scelta comporta dei rischi. Ma è altrettanto vero che i rischi possono essere evitati evitando l’opera che li rende necessari.

In questo caso, il vero punto di scontro è Pedemontana. I comitati sostengono che si tratti di un’opera inutile, e che evitare di costruirla significherebbe eliminare anche il rischio della bonifica. Del Pero, invece, sembra più concentrato sul processo tecnico della bonifica, ma rischia così di ignorare il problema di fondo: siamo sicuri che Pedemontana valga tutto questo?

Da semplice lettore, non ho tutte le risposte. Ma questo scambio mi ha fatto riflettere su quanto sia importante andare oltre le parole e cercare di capire il contesto. Tra capre, diossine e rischi residui, è chiaro che ci troviamo davanti a una questione complessa.

E allora, caro Blog Brianza Centrale, mi chiedo e vi chiedo: dove sta davvero la Luna in questa vicenda?

Un saluto,
Un anonimo lettore

giovedì 21 novembre 2024

Pedemontana: gli ambientalisti e le liste civiche della tratta B2 intensificano l’impegno su bonifica da diossina e salvaguardia del Bosco delle Querce

Lo svincolo di Meda in prossimità del Bosco delle Querce

I gruppi ambientalisti e le liste civiche - Sinistra e Ambiente-Impulsi di Meda, Legambiente Circolo Laura Conti di Seveso, Seveso Futura, Passione Civica per Cesano Maderno, Altra Bovisio Masciago, Comitato Ambiente Bovisio Masciago e Cittadini per Lentate - che operano lungo la tratta B2 dell’Autostrada Pedemontana confermano il loro impegno nel monitoraggio e nella tutela ambientale. Partecipanti attivi al Tavolo Permanente sulla bonifica da diossina, queste realtà ribadiscono il loro ruolo come vigilanti attenti sulle operazioni in corso, andando oltre il semplice ruolo di comunicatori.

Dopo l’incontro pubblico del 18 ottobre 2024, molto partecipato e ricco di interventi, le associazioni hanno inviato una nota ufficiale alla società Autostrada Pedemontana Lombarda (APL) e agli altri membri del Tavolo Permanente. La richiesta è chiara: convocare una nuova sessione per aggiornare i partecipanti sullo stato della bonifica da diossina e discutere le prossime attività. Nello stesso documento, si sollecita anche un confronto specifico sull’istanza di trasformazione d’uso del Bosco delle Querce, che prevede il disboscamento di due ettari per far spazio ai cantieri.

Durante l’incontro pubblico, gli ambientalisti hanno spiegato nei dettagli le operazioni previste per la rimozione del terreno contaminato dai lotti interessati. È stato evidenziato come la tutela ambientale e la salute pubblica debbano essere priorità assolute. Tuttavia, il confronto con l’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente (ARPA) ha mostrato alcune difficoltà: l’ente ha rifiutato di intensificare il proprio coinvolgimento nella fase di caratterizzazione in banco dei terreni contaminati, ritenendo tale attività non prevista dalla normativa e incompatibile con i suoi compiti istituzionali. Nonostante ciò, il Coordinamento punta a rilanciare la richiesta per un maggiore coinvolgimento di ARPA.

Uno dei temi più sentiti riguarda lo sbancamento e disboscamento di due ettari del Bosco delle Querce, un’area simbolo della riparazione ambientale seguita al disastro diossina dell’ICMESA nel 1976. Questa foresta, che ha contribuito alla bonifica del territorio e rappresenta un patrimonio naturale e storico, rischia di essere compromessa per lasciare spazio all’infrastruttura autostradale. Durante il Consiglio Comunale di Seveso del 29 ottobre 2024, sono emerse preoccupazioni e dubbi, soprattutto per la mancanza di informazioni precise. Si stima che saranno abbattuti circa 3.000 alberi, ma non è ancora noto il piano logistico e operativo per i lavori, né l’utilizzo dei fondi di compensazione ambientale già destinati ai Comuni di Meda e Seveso.

Un ulteriore punto cruciale riguarda le compensazioni ambientali legate alla tratta B2. Le associazioni chiedono ai sindaci di lavorare in modo coordinato per massimizzare i benefici per il territorio e rispettare il masterplan originale. Alcuni Comuni, come Cesano Maderno, hanno già avanzato richieste mirate, mentre altri, come Meda e Lentate, hanno scelto di negoziare accordi singoli per ottenere anticipi sui fondi.

Il Coordinamento degli ambientalisti si pone obiettivi chiari:

  • Monitorare le compensazioni forestali: chiedendo incontri con i Sindaci di Seveso e Meda per verificare l’uso dei fondi di compensazione e garantire che restino destinati a interventi ambientali.
  • Intensificare il dialogo con ARPA: affinché intervenga attivamente nella caratterizzazione dei terreni contaminati e non solo nella fase di collaudo.
  • Convocare un nuovo Tavolo Permanente: per aggiornare sullo stato della bonifica e dei lavori, garantendo trasparenza e partecipazione.

Un appello all’unità

Le associazioni firmatarie, Sinistra e Ambiente-Impulsi di Meda, Legambiente Circolo Laura Conti di Seveso, Seveso Futura, Passione Civica per Cesano Maderno, Altra Bovisio Masciago, Comitato Ambiente Bovisio Masciago e Cittadini per Lentate, ribadiscono la necessità di una mobilitazione collettiva, oltre i confini comunali e le appartenenze politiche. Solo attraverso una collaborazione attiva e responsabile sarà possibile tutelare l’ambiente e la salute dei cittadini, contrastando un’opera giudicata “impattante, inutile e dispendiosa”.

La lotta prosegue con trasparenza e impegno, per difendere il territorio e sensibilizzare le comunità locali sui rischi e le sfide legate al progetto Pedemontana.

DOCUMENTO

Testo della richiesta inviata il 19/11/2024 a: Direzione Generale soc. Autostrada Pedemontana Lombarda, ARPA LOMBARDIA Dipartimenti di Milano e Monza U.O.C Bonifiche e Attività Estrattive, Regione Lombardia Direzione Generale Ambiente, Direzione Tecnica Pedemontana, Pedelombarda Nuova, Coordinatore Sindaci Tratta B2

Oggetto: Aggiornamento sui lavori di bonifica con richiesta di nuova convocazione del Tavolo Permanente e richiesta di incontro sul disboscamento di 2 ettari del Parco Naturale Regionale del Bosco delle Querce

1) BONIFICA DA DIOSSINA
 

Sono trascorsi 4 mesi dall’ultimo incontro, tenutosi il 9/7/2024, del Tavolo Permanente sui lavori di bonifica da diossina lungo la tratta B2 di Pedemontana e come gruppi partecipanti, in questi mesi abbiamo riportato alla cittadinanza un’informazione dettagliata su quanto è stato illustrato in quell’assise e sui successivi chiarimenti integrativi sia a mezzo dei nostri blog sia con un incontro pubblico molto partecipato che si è tenuto il 18/10/2024 a Seveso.
Il nostro ruolo, che non è di mera comunicazione, contempla la diffusione delle informazioni sui contenuti della bonifica e sulla nostra attività, comprensiva anche delle nostre considerazioni e delle interlocuzioni intercorse con i partecipanti al Tavolo Permanente.
A fare da trama centrale di questo sforzo informativo sono quindi anche le nostre valutazioni di merito su quelli che continuiamo a ritenere punti critici del Piano di Bonifica, rendendo edotta la popolazione sulla nostra richiesta ad ARPA, purtroppo al momento non accolta, in merito ad una sua partecipazione con funzione di controllo e contradditorio sulle analisi chimiche durante la fase di caratterizzazione in banco, propedeutica alla classificazione e al conferimento delle terre contaminate verso i siti di smaltimento individuati.
Durante il Consiglio Comunale di Seveso del 29/10/2024, più volte sollecitato dai gruppi locali, i tecnici di Pedemontana e Pedelombarda Nuova hanno illustrato pubblicamente quanto già esplicitato in sede di Tavolo Permanente, con alcuni aggiornamenti, peraltro non esaustivi, sugli interventi nel frattempo maturati.
Al proposito, serve evidenziare che al momento, oltre a una verifica visiva esterna sulle attività nei lotti 3A e 6 di Cesano Maderno, non abbiamo dettagli su come stia procedendo l’attività che dovrebbe, a questo punto, terminata la predisposizione del cantiere, prevedere la partenza del monitoraggio in corso d’opera con i campionatori di PM2.5, PM10 e diossine delle “Stazione ricettori” e l’inizio della caratterizzazione in banco.
Reputiamo al proposito che si debba definire la possibilità di accesso e conoscenza dei dati dei campionatori della qualità dell’aria e delle analisi della caratterizzazione in banco con associata classificazione del rifiuto e il connesso conferimento in discarica.
Non sono peraltro formalizzati o dichiarati con date temporali gli avvii delle attività negli altri lotti di bonifica.
Riteniamo pertanto utile ed opportuno aggiornare tutti, e siamo dunque a richiedere di convocare quanto prima un nuovo incontro del Tavolo Permanente sui lavori di bonifica.

2) SBANCAMENTO E DISBOSCAMENTO DI 2 ETTARI DEL PARCO NATURALE REGIONALE DEL BOSCO DELLE QUERCE DI SEVESO E MEDA
 

Abbiamo analizzato la documentazione comprensiva di relazione forestale relativa alla "Richiesta di Autorizzazione alla Trasformazione d'Uso di Aree Boscate in località Parco Regionale Bosco delle Querce" avanzata da Pedelombarda Nuova, ai sensi degli artt 43 e 44 della L.R.31/2008, agli uffici regionali preposti e al Parco Naturale Regionale Bosco delle Querce presso l'ufficio Ecologia di Seveso.
Chiara è la scelta di monetizzare le compensazioni forestali dovute con 334.594 € al Comune di Meda e con 576.903 € a Seveso per la trasformazione d’uso, in parte definitiva e in parte temporanea, che comporterà il disboscamento delle superfici interessate.
Purtroppo, la documentazione non chiarisce le attività e le modalità che saranno comunque in carico alla soc. Pedelombarda Nuova o ad aziende da lei incaricate, indipendentemente dall’uso che i Comuni faranno dei fondi di questa compensazione economica, aspetto che seguiremo con attenzione ritenendo che debbano essere utilizzati per l’Ambiente.
Anche nel citato Consiglio Comunale di Seveso del 29/10/2024 dove avete illustrato la bonifica, a domande esplicite sul disboscamento, non vi sono state a nostro avviso risposte esaustive, né se l’autorizzazione sia stata concessa né sul numero di alberi che verranno tagliati né tantomeno risulta noto il piano logistico ed operativo con cui si attueranno gli abbattimenti.
Come sulla bonifica, anche per questo disboscamento che ci priverà di una parte di un polmone verde, Bene Comune dall’altissimo valore simbolico, la nostra attenzione è alta.

Per questo esplicitiamo a Pedelombarda Nuova e alla la stessa soc. Autostrada Pedemontana Lombarda, una richiesta d’incontro per trattare dell’argomento.

I gruppi ambientalisti e le liste civiche del Tavolo Permanente sui lavori di Bonifica da diossina:
Sinistra e Ambiente – Impulsi Meda, Legambiente circolo “Laura Conti” Seveso, Seveso Futura, Passione Civica per Cesano, Altra Bovisio, Comitato Ambiente Bovisio Masciago, Cittadini per Lentate