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Pineta di Pino silvestre (Pinus sylvestris). Fonte immagine: Parco Regionale della Pineta di Appiano Gentile e Tradate |
Il pino silvestre, specie simbolo della Pineta Pedemontana Lombarda, sarà al centro di un progetto di conservazione che ha ottenuto il sostegno del WWF Italia. L’iniziativa, portata avanti da WWF Insubria insieme al Parco Regionale della Pineta di Appiano Gentile e Tradate, è una delle quattro selezionate a livello nazionale dal Programma Bandi 2025.
Un riconoscimento importante, che porta attenzione su un patrimonio naturale fragile e minacciato, ma che può diventare anche un modello replicabile per aree verdi vicine a noi, compresa la Brianza, dove la pressione del consumo di suolo, delle specie invasive e dei cambiamenti climatici si fa sentire in modo sempre più evidente.
L’obiettivo è duplice: conservare e rinnovare il pino silvestre e allo stesso tempo migliorare la sicurezza idrogeologica di un territorio già colpito da fenomeni di erosione e da eventi meteorologici estremi, come la tempesta del luglio 2023 che ha abbattuto migliaia di alberi.
Il progetto prevede la rimozione delle specie aliene invasive (quercia rossa, robinia, ciliegio tardivo), che stanno soffocando la biodiversità autoctona, e la piantumazione di giovani pini protetti da gabbie, oltre alla manutenzione di sentieri naturalistici frequentati da escursionisti e famiglie.
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Pino silvestre. Fonte immagine: Parco Regionale della Pineta di Appiano Gentile e Tradate |
«La collaborazione tra ente parco, associazioni e comunità locali è la chiave per una gestione efficace e duratura del territorio», ha sottolineato il presidente del Parco della Pineta, Mario Clerici.
Dal canto suo, Matteo Colaone, vicepresidente del WWF Insubria, ha invitato i cittadini a unirsi come volontari: «Preservare il pino silvestre significa mantenere l’equilibrio ecologico e il paesaggio. È un impegno che riguarda tutti».
La Brianza non è lontana dalla Pineta Pedemontana, e pur con le sue differenze ambientali vive problematiche simili: erosione del suolo, frammentazione degli habitat, specie esotiche invasive.
Progetti come questo mostrano che con il lavoro congiunto di enti, associazioni e cittadini è possibile proteggere le specie autoctone e rafforzare la resilienza del territorio. Un segnale positivo che merita attenzione anche qui da noi.
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