sabato 19 febbraio 2022

Legambiente Seregno: "Stop alle potature selvagge!"


 

Nei giorni scorsi, in seguito alle potature effettuate dall'amministrazione comunale seregnese nei giardini pubblici di via Ripamonti nel quartiere San Carlo, è intervenuta in maniera decisa Legambiente. Sul sito dell'associazione possiamo infatti leggere: "I cittadini di Seregno possono dire addio ad un altro pezzo delle alberature della città. Dopo le potature, o meglio capitozzature, di molti viali importanti della città a partire dal 2020, dopo le aggressioni ad alberi monumentali nel parco 2 Giugno (tra cui il famoso “murun”) e recentemente a molte piante che infastidivano il discusso progetto di illuminazione a giorno dello stesso parco alla Porada, area di valore naturalistico all’interno del Parco Grubrìa, dopo la distruzione dei filari di carpini trentennali al cimitero di San Carlo, in questi giorni assistiamo alla distruzione degli alberi del parco che si affaccia su Via Ripamonti nel popoloso quartiere di San Carlo"

 



Pubblichiamo qui alcune foto dell'intervento ed alcuni brani tratti dalle "Linee guida per il governo sostenibile del verde urbano. Comitato per lo sviluppo del verde pubblico. MATTM, 2017". Poi ognuno tragga le considerazioni che ritiene più opportune.

 



"Gli interventi di potatura rappresentano la pratica colturale che maggiormente impatta le condizioni di vegetazione degli alberi. Una potatura male eseguita, che nei casi migliori è inutile, può danneggiare irreparabilmente un albero, accorciandone il ciclo vitale, indebolendolo, anche al punto di renderlo instabile e quindi pericoloso. Ad ogni stagione l’esecuzione di potature scorrette provoca danni economici enormi, oltre al danno paesaggistico ed all’erosione del nostro patrimonio arboreo. Essendo la potatura un intervento che influisce sulle condizioni energetiche dell’albero, e può essere anche fonte di diffusione di patologie, è necessario che venga svolta solo da personale qualificato e che le Amministrazioni Comunali adottino Capitolati specifici, mettendoli a disposizione anche dei privati che ne facessero richiesta."

 


 

La capitozzatura "consiste nel drastico raccorciamento del tronco o delle branche primarie (sbrancatura) fino in prossimità di questo. Tale operazione è una delle principali cause delle cattive condizioni in cui versano molti alberi ornamentali. Il tronco capitozzato viene, infatti, lasciato dal taglio senza difese e così i tessuti, anche nelle specie con buona capacità di compartimentalizzazione, iniziano a morire dalla superficie del taglio stesso verso l’interno. La corteccia, inoltre, viene improvvisamente esposta ai raggi solari, con un eccessivo riscaldamento dei vasi floematici più superficiali, che sono danneggiati. La capitozzatura è, perciò, un’operazione che deve essere evitata ogni volta che sia possibile. Nel caso in cui non esistono alternative, si dovrà operare in modo da ridurre al massimo i danni per la pianta. Si crede erroneamente che un albero capitozzato richieda interventi minori: in realtà è l’opposto. Se l’albero sopravvive richiederà costanti potature per diversi anni; se l’albero muore dovrà essere abbattuto e rimosso.
Infine, considerato che un albero capitozzato è predisposto a rotture e può essere pericoloso, e che quindi la capitozzatura è riconosciuta come una pratica inaccettabile di potatura, ogni danno causato dalla caduta dei rami può essere riconosciuta come negligenza presso un tribunale."

 

Il parco prima delle potature. Immagine tratta da Google Maps


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