venerdì 10 gennaio 2025

Il costo dell’efficienza: potature troppo frequenti e invasive a Seregno


In seguito ai recenti interventi di potatura eseguiti dall’amministrazione comunale di Seregno e alle critiche sollevate da Legambiente Seregno, Il Giornale di Seregno del 7 gennaio ha pubblicato un articolo con la replica dell’amministrazione comunale. Analizziamo le scelte operative del Comune alla luce degli standard internazionali definiti dal progetto TeST - Technical Standards in Tree Work.


Per scaricare il manuale cliccare qui.

Tecnica impiegata e frequenza degli interventi.
Il Comune ha dichiarato che le potature eseguite sono "una tecnica possibile e ampiamente praticata", giustificandole con esigenze di sicurezza e con la necessità di programmare interventi ogni 3-4 anni. Tuttavia, secondo gli standard TeST, l’intervallo ideale per la potatura di alberi maturi dovrebbe variare tra 5 e 10 anni, salvo necessità specifiche (ad esempio la rimozione di legno morto o la gestione di rami problematici). Interventi più frequenti potrebbero riflettere una gestione poco sostenibile a lungo termine.

Potatura strutturale di un albero maturo (immagine tratta dal manuale citato)

Inoltre, gli standard sottolineano che l’obiettivo principale della potatura è mantenere la chioma il più possibile vicina alla forma naturale dell’albero, garantendone stabilità e minimizzando i rischi. Queste priorità sembrano non essere state rispettate nei filari lungo le strade cittadine, dove l’intervento ha alterato significativamente la struttura naturale degli alberi.

Dimensioni delle ferite da potatura. Gli standard TeST stabiliscono che le ferite da potatura non dovrebbero superare i 10 cm di diametro (5 cm per specie con debole compartimentazione). Il Comune non ha fornito dettagli su questo aspetto, ma il riferimento a tecniche “dirette” potrebbe suggerire l’uso di tagli più invasivi, con potenziali conseguenze negative per la salute e la stabilità a lungo termine degli alberi.

Intensità degli interventi. Gli standard raccomandano di limitare la rimozione della superficie fogliare al 10% per evitare stress fisiologico agli alberi. Nella replica comunale non viene specificata la quantità di chioma rimossa, ma l’adozione di potature triennali o quadriennali potrebbe implicare interventi più intensivi per garantirne la durata. Questo approccio sembra contraddire la necessità di preservare la capacità fotosintetica degli alberi e ridurre al minimo le ferite.

Periodo di esecuzione. Gli standard TeST indicano il periodo di riposo vegetativo come accettabile per effettuare potature. L’intervento del Comune è stato eseguito in inverno, durante il riposo vegetativo.

Monitoraggio dell’habitat e salvaguardia. Un principio fondamentale degli standard TeST è il monitoraggio della presenza di specie protette e l’adozione di misure per salvaguardare l’habitat circostante. La replica del Comune non menziona alcuna valutazione o intervento a tutela della fauna o flora che potrebbe abitare gli alberi potati. Questo aspetto è particolarmente rilevante in contesti urbani, dove alberi maturi possono rappresentare habitat preziosi per uccelli, insetti e altre specie.
 

Le potature effettuate dal Comune di Seregno sembrano non allinearsi con diversi principi chiave del progetto TeST:

  • Frequenza e intensità: Interventi triennali o quadriennali, se troppo invasivi, non rispettano gli standard sull’intervallo temporale e sul limite di rimozione della superficie fogliare.
  • Dimensioni delle ferite: Non è chiaro se siano stati rispettati i limiti sui diametri massimi dei tagli.
  • Monitoraggio ambientale: Non si fa menzione di controlli su habitat e specie protette.

Per garantire una gestione del patrimonio arboreo più sostenibile e rispettosa dell’ecosistema urbano, sarebbe opportuno adottare pratiche in linea con gli standard TeST. Interventi meno invasivi e pianificati con maggiore attenzione non solo migliorerebbero la salute e la stabilità degli alberi, ma offrirebbero anche risposte più solide alle preoccupazioni sollevate da Legambiente Seregno.

1 commento:

  1. Ma nell'articolo si fa riferimento a qualche direttiva di qualche perito incaricato dal Comune e se sì che tipo di perito è? dottore agronomo o forestale o perito agrario? In effetti il Comune fa eseguire quello che gli viene detto quindi il problema sta alla "testa" della catena.....

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