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Inquadramento dell’AIP (Ambito di interesse provinciale) |
Nelle scorse settimane la stampa locale ha riportato con toni entusiastici una notizia che, a un primo sguardo, sembrerebbe positiva: “Più verde a ovest della Statale 36. L’accordo con la Provincia e i comuni di Seregno, Verano e Giussano porta al 77% la superficie da mantenere a suolo libero”, titolava Il Giornale di Seregno il 7 ottobre.
Dietro l’apparenza, però, si cela una realtà più complessa - e, per molti versi, preoccupante.
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Il Giornale di Seregno, 7 ottobre 2025 |
Come ha sottolineato Alberto Colombo di Sinistra e Ambiente sulla pagina Facebook di Insieme in rete, l’area interessata è una delle ultime superfici libere tra Carate, Giussano e Seregno. Proprio qui, con l’intesa tra Provincia e Comuni, è stato autorizzato un nuovo consumo di suolo pari a 179.480 metri quadrati, pari al 23% della superficie totale. Si tratta di un’area strategica dal punto di vista paesaggistico, classificata come Ambito di Interesse Provinciale (AIP) dal Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP) della Provincia di Monza e Brianza.
La narrazione ufficiale sottolinea il mantenimento del 77% di suolo libero, ma omette di evidenziare che quel 23% urbanizzabile corrisponde comunque a quasi 18 ettari di nuovo territorio consumato, destinato a funzioni produttive, commerciali e residenziali. In altre parole, si urbanizza una fetta consistente di un’area che il PTCP stesso riconosce come strategica per preservare la separazione tra i tessuti urbani e l’identità dei centri abitati.
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Individuazione dell’AIP in intesa |
L’articolo 34 del PTCP definisce gli Ambiti di Interesse Provinciale come aree a rilevanza paesaggistica sovralocale, la cui tutela dovrebbe essere prioritaria. Per prevedere nuove urbanizzazioni in queste aree, le norme impongono azioni di coordinamento tra Provincia e Comuni, formalizzate attraverso un protocollo d’intesa.
Proprio questo è avvenuto il 2 settembre 2025, quando la Provincia ha approvato con Decreto Presidenziale n.116 lo schema di intesa con i Comuni di Carate Brianza, Giussano, Seregno e Verano Brianza. Tale intesa permette di concentrare e ridurre le previsioni edificatorie originarie, ma non le elimina: semplicemente riconfigura la distribuzione del cemento in modo da renderla formalmente coerente con gli obiettivi del PTCP.
È un meccanismo perfettamente legale, previsto dall’art. 34, comma 3, del Piano. Ma la domanda politica e ambientale è: ha senso consumare altro suolo in aree riconosciute come strategiche dal punto di vista paesaggistico?
La comunicazione istituzionale si è concentrata sulla percentuale di suolo “libero” che resterà tale, il famoso 77%. Tuttavia, questa cifra è fuorviante se non accompagnata dal dato assoluto e dal contesto territoriale.
In un territorio già fortemente urbanizzato come la Brianza, ogni ettaro libero ha un valore ecologico, paesaggistico e ambientale altissimo. La perdita di 179.480 mq non può essere considerata marginale: significa meno suolo agricolo, meno capacità di assorbire acqua piovana, meno spazi verdi fruibili e maggiore frammentazione ecologica.
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Superficie urbanizzata allo stato di fatto e superficie urbanizzabile |
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Dettaglio tabella delle superfici (stato di fatto e urbanizzabili) |
L’operazione è emblematica di una tendenza più ampia: usare la retorica della “tutela prevalente” per legittimare nuovi interventi edilizi, che diventano così più accettabili agli occhi dell’opinione pubblica.
La Provincia ha un ruolo chiave come ente di area vasta. Dovrebbe coordinare e limitare gli eccessi della pianificazione comunale frammentata. Ma in questo caso, l’intesa sembra aver legittimato una nuova urbanizzazione, piuttosto che porre un freno strutturale.
Lo stesso schema di protocollo - frutto di un lungo iter iniziato nel 2017 - è stato redatto per “definire le previsioni urbanistiche” dell’AIP condiviso tra i quattro Comuni. Nel documento, si riconosce esplicitamente la coerenza con gli obiettivi del PTCP, ma non viene mai messo in discussione se sia opportuno urbanizzare quell’area, bensì come farlo nel modo “più ordinato”.
Il caso dimostra come la normativa provinciale, pur nata per ridurre e razionalizzare il consumo di suolo, possa di fatto trasformarsi in uno strumento per autorizzare nuova edificazione sotto il cappello della tutela prevalente.
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Suolo libero. Elementi di progetto per il paesaggio |
Gli AIP dovrebbero servire a salvaguardare spazi aperti strategici. Ma nella pratica, tramite le intese, si aprono varchi all’edificazione. La Provincia parla di “coerenza con gli obiettivi del PTCP”, ma l’effetto concreto è la perdita irreversibile di suolo libero.
Il caso dell’intesa provinciale per l’area ovest della SS36 dimostra come la retorica della “percentuale di suolo libero” possa mascherare decisioni di grande impatto territoriale. In un contesto come quello brianzolo, non basta mantenere il 77% di suolo libero per parlare di tutela effettiva: ogni metro quadro non urbanizzato rappresenta una risorsa preziosa.
Serve un cambio di paradigma nella pianificazione territoriale: da una logica di compensazione e “bilanciamento” tra cemento e verde, a una logica di rigida tutela e rigenerazione. Solo così sarà possibile affrontare seriamente la crisi ecologica e contrastare il consumo di suolo, oggi spesso travestito da pianificazione “sostenibile”.
Male, molto male. Occorrerebbe un movimento in grado di opporsi ma non se ne vede alcuno.
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