domenica 28 novembre 2021

WWF Lecco. Completato l'intervento di manutenzione naturalistica dello stagno del Barro


 

Completata nella giornata di sabato 27/11/2021 l’attività di manutenzione naturalistica dello stagno di Prà Pozzetto, nei pressi dell’area archeologica di Barra, all’interno del Parco Regionale del Monte Barro.

Una dozzina di attivisti del WWF Lecco hanno provveduto alla periodica pulizia dello stagno, con un intervento di riqualificazione e di ripristino ecologico. Il “ripristino ecologico”, inteso come metodo di conservazione attiva della biodiversità, è caratterizzato da una serie di misure e azioni non invasive che vanno ad innescare dei processi naturali finalizzati alla riqualificazione dell’area stessa. È grazie a questo lavoro che, nel corso degli anni, l’area umida di Prà Pozzetto ha visto l’insediamento di un habitat vegetazionale ideale a favorire la presenza di anfibi, libellule e numerose altre specie di animali semi-acquatici, permettendo così la riproduzione di una microfauna importantissima per la biodiversità dell’area.

 



Quest’anno alla tradizionale attività di gestione, che consente allo stagno di mantenere intatta la sua funzionalità, si è aggiunta un’ulteriore importantissima attività: nel pomeriggio della stessa giornata di sabato, una parte del materiale vegetale dello stagno di Prà Pozzetto è stata trasportata e reinsediata dai volontari WWF in un invaso di Rivolta d’Adda, nel cremonese, dove, a seguito di un’opera di lottizzazione attualmente in corso, un importante sito riproduttivo di tritone crestato italiano (Triturus carnifex) e di tritone punteggiato (Lissotriton vulgaris meridionalis) sta purtroppo per essere definitivamente distrutto. A poca distanza dal sito è stato però possibile realizzare un piccolo invaso, nel quale è stata appunto posizionata parte della vegetazione prelevata dal Barro, cercando di creare le migliori condizioni possibili per favorire una nuova colonizzazione da parte dei tritoni.

 



Dal “vecchio” stagno di Prà Pozzetto, sul Monte Barro, ci si augura possa quindi nascere la vita nel “nuovo” stagno di Rivolta d’Adda.




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