La parte di territorio del Nord Milano e della Brianza centrale situato tra la valle del fiume Lambro a est e il Parco regionale delle Groane ad ovest è una delle zone più urbanizzate della Lombardia (e d’Europa) e una delle zone dove negli ultimi anni si è maggiormente diffusa l’urbanizzazione, con la conseguente erosione degli spazi liberi a margine del tessuto urbano esistente e spazi liberi in aperta area agricola.
In questo scenario vivono circa 450.000 persone. L’urbanizzazione media in questo territorio, riferendosi ad un’area ristretta di 19 comuni, si attestava nel 1999 al 62% circa. Oggi tale soglia è al 65%. Ma non basta, nei pochi spazi aperti rimasti si aggiunge la presenza sempre più frequente di recinti impenetrabili, di terre scarificate, di depositi a cielo aperto, di discariche abusive e di aree di lavorazione. Un territorio “tutto pieno”, quasi senza più aree di rallentamento, silenzio, penombra, campagna, natura e sempre più “pieno” di attività criminose.
La ‘ndrangheta infatti ha avuto un ruolo non marginale nella attività di nuova edificazione, nel condizionare le scelte urbanistiche, nel promuovere un esplosivo consumo del suolo ed anche nel degrado dei pochi spazi aperti residui (fatto salvo che nelle aree tutelate dai due PLIS, Parchi Locali di Interesse Sovracomunale, del Grugnotorto-Villoresi e della Brianza centrale).
Per questo è importante creare un nuovo parco regionale contro il cemento e contro le mafie, per una migliore vivibilità del territorio urbanizzato, per sviluppare una nuova agricoltura urbana e per favorire le connessioni ecologiche tra i sistemi ambientali lombardi. Un parco che confederi i due PLIS esistenti e si allarghi a molte nuove aree oggi minacciate da nuove urbanizzazioni e sottoposte a degrado.
La costituzione di un nuovo parco regionale in questi spazi risponde allora a sei fondamentali esigenze.
1) In primo luogo il mantenimento di questi spazi e la loro riconversione ad un mix equilibrato di verde fruibile, di percorsi pedonali e ciclabili, di agricoltura sostenibile risponde ad una esigenza di VIVIBILITÁ di questi territori da parte dei loro abitanti.
2) In secondo luogo l’istituzione di un nuovo parco regionale in un territorio così delicato e sottopressione è l’unica modalità con cui realmente si può dar seguito ad un compito ecologicoambientale fondamentale, riconosciuto dallo stesso Piano Territoriale Regionale (PTR): LA CREAZIONE DI UN CORRIDOIO ECOLOGICO ovest-est tra il Lambro e le Groane.
3) In terzo luogo l’istituzione di questo nuovo parco si propone di FRENARE I MOLTEPLICI PROCESSI DI INFILTRAZIONE MAFIOSA e della criminalità organizzata che punta a riciclare denari nel settore delle terre e dell’edilizia. Il parco diventa così elemento di sostegno ad una politica più generale di rispetto della legalità e un simbolo di opposizione a questo sistema criminoso che, in più, soffoca e priva di valori paesaggistici i centri della Brianza.
4) In quarto luogo l’istituzione di un nuovo parco regionale risponde all’esigenza di accompagnare un processo di RICONVERSIONE E RAFFORZAMENTO DELLE ATTIVITÁ AGRICOLE rimaste, valorizzando la produzione a km zero, le possibilità di conversione delle imprese verso la multifunzionalità, nonché la possibile funzione educativa e sociale.
5) Il parco valorizza il fatto che IL SUOLO NON EDIFICATO È UNA RISORSA MULTIFUNZIONALE: conservazione della biodiversità, produzione di cibo, sequestro dicarbonio, mancata emissione di CO2, produzione di biomassa, base per la vegetazione e quindi dellaproduzione di ossigeno, regolazione idrica, etc. In un’area così congestionata come la Brianza centrale, i suoli liberi sono un bene comune e una risorsa scarsa.
6) Infine, l’istituzione di un nuovo parco regionale intende RACCOGLIERE, SOSTENERE E DARE CONTINUITÁ AD ALCUNE INIZIATIVE LOCALI faticosamente emerse negli anni più recenti, come i due PLIS istituti (e un terzo in via di formazione). La realizzazione di un nuovo parco sarebbe occasione di connessione fisica, ma anche di MESSA IN RETE DELLE ESPERIENZE DI GESTIONE e di costituzione di un’unica, razionale e leggera struttura di gestione.
Per tutte queste ragioni CI APPELLIAMO ai cittadini, alle associazioni, alle forze politiche e alle istituzioni locali affinché sostengano questa iniziativa.
Nella figura in alto il perimetro di massima per il nuovo parco regionale, che federa ed amplia alcuni PLIS già costituiti (Grugnotorto-Villoresi e Brianza Centrale), ingloba un PLIS in via di istituzione (Alma Solis), si appoggia al disegno di rete ecologica riconosciuta nel Piano Territoriale Regionale e include alcune aree agricole residuali.
Scarica qui l'intero documento completo di tabelle e cartine.
Arturo Lanzani
Docente di geografia del paesaggio e progettazione urbanistica presso il Politecnico di Milano
Paolo Pileri
Docente di tecnica e pianificazione urbanistico-ambientale presso il Politecnico di Milano
Emilio Padoa-Schioppa
Docente di Ecologia presso l’Università degli Studi di Milano Bicocca
Stefano Bocchi
Docente di agronomia e coltivazioni erbacee presso l’Università degli Studi di Milano
Marco Frey
Docente di economia e gestione delle imprese presso la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa
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Premesso che sono un ambientalista vorrei pero' segnalare il fatto che molti terreni del futuro parco brianza centrale sono di proprieta' privata gente che con sacrifici di ogni sorta non hanno venduto la proprieta' e forse anche per questo non e' andata in mano ai cosidetti cementificatori penso che sia giusto preservare il territorio pero' sarebbe anche giusto che i proprietari potessere avere ancora il possesso dei fondi da poter utilizzare per scopi agricoli in prima persona evitando espropri selvaggi.
RispondiEliminaLa proposta per l'istituzione del nuovo parco va nella direzione che tu auspichi. Il ruolo delle aziende agricole è fondamentale per poter difendere gli spazi liberi e verdi della nostra provincia.
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