10 luglio 1976, è sabato, dal reattore dello stabilimento ICMESA posto al confine di Meda si sprigiona una delle nubi tossiche più famose della storia. Nei 34 anni successivi, il lavoro febbrile di risanamento delle aree inquinate dalla diossina permetterà di immaginare e poi di realizzare quello che oggi è un parco naturale regionale, il Bosco delle Querce di Seveso e Meda: cinquanta ettari di boschi e prati che accolgono ogni giorno centinaia di visitatori. Quel bosco ora deve affrontare una nuova minaccia. L'attacco non arriva più da una fabbrica, ma dal cantiere di una autostrada: la Pedemontana, che passerà proprio a ridosso del bosco delle Querce portando nuove devastazioni ad un territorio soffocato. Infatti, sebbene le prescrizioni imposte dal CIPE (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica) al progetto definitivo dell'autostrada abbiano scongiurato il rischio che un vasto lembo di bosco si trasformasse in area di cantiere e in svincolo autostradale, la grande opera porterà con sé comunque nuovi scavi e distese di asfalto, ma anche nuovi appetiti immobiliari sulle poche aree non completamente cementificate.
“Il presidente della Provincia di Monza ha ben inquadrato nell'eccessiva urbanizzazione il principale problema che affligge il territorio – dichiara Damiano Di Simine, presidente di Legambiente Lombardia – il consumo di suolo è ormai diventato un severo limite al benessere e allo sviluppo in Brianza. Per questo, se a Seveso e Meda dovrà passare la Pedemontana, la contropartita deve essere il vincolo e la valorizzazione ambientale delle aree superstiti, attraverso l'ampliamento del Bosco delle Querce”.
Legambiente è l'associazione che con più passione, a partire da Seveso, ha sostenuto e affiancato la nascita del Parco Naturale sui terreni inquinati, e tutt'ora vi svolge attività di educazione per mantenere vivo quel “ponte della memoria” che lega l'attuale bosco al grave disastro ambientale del 1976. Ma quel parco rischia di rimanere un'isola all'interno di un oceano di cemento, se non verranno salvaguardati i collegamenti verdi verso le altre aree protette del territorio: a nord verso il Parco della Brughiera Briantea, a Ovest verso il parco delle Groane, e a Est verso il parco della Brianza Centrale che circonda i quartieri della città di Seregno.
“Esistono ancora importanti aree verdi, molto appetibili per la speculazione immobiliare, appena oltre i confini del Bosco delle Querce – afferma Gemma Beretta, presidente del circolo Legambiente Laura Conti di Seveso - fra l'altro, le analisi svolte da Pedemontana su quei terreni, mai bonificati, hanno rilevato la presenza di elevate concentrazioni di diossina. Anche per questo non devono essere consentiti nuovi cantieri, ed anzi occorre far diventare quelle aree le necessarie espansioni del Bosco delle Querce. Nei prossimi giorni formalizzeremo ai sindaci dei comuni di Seveso e Meda la richiesta di estensione del Parco, e altrettanto faremo con il Presidente della Provincia Allevi, che nei giorni scorsi ha dichiarato in modo chiaro e netto la propria determinazione a fermare il consumo di suolo in Brianza”.
Foto tratta da Sapere n. 848 - anno 1982
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La pedemontana é da fare, per forza...
RispondiEliminaBisogna comunque battersi per salvaguardare il territorio, la strada dovrà avere un basso impatto sull'ambiente... Speriamo che i lavori non vadano in mano a qualche associazione a delinquere che promette di fare bene i lavori a basso costo... Per fare i lavori fatti come si deve bisogna guardare i paesi del Nord Europa e spendere molto senza lasciare nulla al caso...