Quando Pedemontana ha presentato il primo progetto dell’autostrada, associazioni, gruppi locali, enti pubblici, e singoli cittadini, hanno potuto presentare le loro proposte e osservazioni al CIPE, il Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica. Il CIPE si è espresso a favore di molte delle moltissime osservazioni che sono pervenute dal territorio PRESCRIVENDO a Pedemontana di rivedere il progetto in alcuni punti fondamentali.
A questo punto Pedemontana, nella stesura del progetto esecutivo definitivo, deve tener conto e dare rispondenza a tutte le prescrizioni del CIPE che sono vincolanti per la realizzazione dell’opera.
LA TRATTA B2 E IL BOSCO DELLE QUERCE DI SEVESO - MEDA
Significativa in particolare l’accoglienza offerta dal CIPE relativa al BOSCO DELLE QUERCE di Seveso e Meda. In una prima ipotesi progettuale, infatti, il cantiere Pedemontana avrebbe comportato lo squarcio del Bosco con il cantiere, fatto grave soprattutto perché autorizzato da una legge regionale del 2008 (LR 15, art. 4, comma 9) che è passata sotto silenzio e che annulla i divieti sull’area tutelata – il Bosco delle Querce, appunto – che dovrebbe in ogni senso essere preservata come luogo simbolo del risarcimento dal danno ambientale subito. Il CIPE dunque prescrive a Pedemontana che lo svincolo di Meda, le opere accessorie e i cantieri, siano tutti FUORI dall’area del Bosco delle Querce. Di più il CIPE prescrive ulteriori approfondimenti in merito all'attraversamento del Bosco delle Querce - in particolare in Comune di Meda -, allo scopo di minimizzare la portata delle interferenze dell'infrastruttura viaria con il parco. Inoltre si prescrive che, prima di attuare qualsiasi nuovo intervento che possa interessare le vasche di deposito dei rifiuti, le opere necessarie per il controllo ambientale della falda e dei depositi sopracitati, quali piezometri, pozzetti di protezione, ecc. sia acquisito il parere favorevole degli organi preposti.
Questo pericolo va insieme alla dissacrazione di un’area che è destinata a memoria e a monito per le generazioni che sono venute dopo il grave danno che colpì la popolazione di Seveso e di molti altri comuni dell’attuale Provincia di monza e Brianza (come ha ben voluto testimoniare la stessa amministrazione comunale nelle iniziative pensate per il 10 luglio 2010).Per mitigare l’impatto di Pedemontana, il Bosco non va sbancato, ma va AMPLIATO verso l’area agricola di via della Roggia a Seveso. Di contro il pericolo è quello che l’area agricola divenga industriale – come già dichiarato dall’amministrazione comunale di Seveso -, sede di capannoni che andrebbero a aumentare il consumo di suolo sul nostro territorio, ormai soffocato.
Il Comune di Seveso ha espresso la propria intenzione a tutelare il Bosco delle Querce. Inoltre, gli amministratori di Seveso, Meda, Lentate sul Seveso, Cesano, Bovisio Masciago, Barlassina, hanno tentato un’azione di contrasto al progetto di Pedemontana sulla tratta B2. La loro azione però è risultata una proposta improbabile, tardiva e senza reali conseguenze. Imperdonabile il fatto che, a fronte di una presenza competente e attenta come quella delle realtà ambientaliste coordinate da Insieme in Rete gli stessi amministratori non abbiano accettato la richiesta di un confronto di idee con queste prima di emettere un documento pubblico.
Diversamente si è espresso, e attendiamo un seguito, il Presidente della Provincia di Monza e Brianza, Dario Allevi, sia sulle pagine del Cittadino di Monza e Brianza sia in occasione del primo compleanno della Provincia, nel Salone d’Onore della Villa Reale. La sua presa d’atto che la Provincia di MB è la “più consumata” di tutta la Lombardia, deve avere riscontro in un impegno istituzionale profuso a tutela delle ultime aree agricole del territorio. Questo è proprio il caso che potrebbe prospettarsi anche per le aree agricole adiacenti al Bosco delle Querce.

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