Le Case dell’Acqua rappresentano il progetto che consente al cittadino di approvvigionarsi direttamente di acqua dell’acquedotto e, nello stesso tempo, riduce i consumi di plastica.
Trattandosi di investimento connesso, ovviamente, al servizio di acquedotto, gli investimenti relativi alle Case dell’Acqua risultano di competenza del gestore del servizio idrico, ovvero del soggetto al quale, a norma dell’art. 150 del codice dell’Ambiente, viene affidato il servizio idrico integrato.
In Italia, infatti, a partire dall’entrata in vigore della Legge Galli (L. n. 36/1994), è stato introdotto il principio della copertura completa dei costi e degli investimenti tramite tariffa; quest’ultima, riscossa dal gestore, viene quindi utilizzata per realizzare tutti gli investimenti del servizio idrico.
Attualmente in Brianza, il gestore unico del servizio è stato individuato nella società Brianzacque che, pertanto, dovrebbe farsi carico degli investimenti relativi alle case dell’Acqua, secondo il provvedimento di affidamento del SII da parte dell’Ato di MB, per altro ritenuto illegittimo da parte dell’AGCM.
Brianzacque incassa direttamente tutta la tariffa, spogliando le patrimoniali del ruolo di gestori e quindi di soggetti preposti alla programmazione degli investimenti, compreso le case dell’acqua.
Per tanto, Brianzacque e tutti i gestori d’Italia devono accantonare obbligatoriamente il 42% della tariffa incassata da parte dei cittadini e investirli.
Le inadempienze di Brianzacque e dell’Ato sono macroscopiche, vergognose, e inaccettabili, come sono inaccettabili i soliti valzer che tendono al palleggio delle responsabilità.
Il tentativo maldestro di Brianzacque di privatizzare le case dell’acqua è miseramente fallito, grazie alle nostre pronte e legittime denunce e questo ennesimo episodio sulle case dell’Acqua dimostra che Brianzacque non è affidabile.
Abbiamo il fondato sospetto che l’atteggiamento dilatorio, volto a ritardare la programmazione e la costruzione delle case dell’acqua, sia dettato dal fatto che il progetto milionario di privatizzazione delle case dell’Acqua, non sia mai stato abbandonato da parte della casta dell’Acqua e quindi il tentativo di ritardare faccia parte di una strategia ben studiata al fine di riproporre quel piano in spregio all’Acqua pubblica.
Costoro devono investire quanto previsto per legge e, che non ci si venga a raccontare favole, di altri e improbabili investimenti,(che ci dimostrino dove finiscono i soldi provenienti dalla tariffa).
Chiediamo a tutti i sindaci della Brianza di farsi promotori di iniziative volte a pretendere la programmazione di investimenti per la costruzione delle case dell’Acqua: è un atto dovuto da parte di chi incassa la tariffa idrica.
Trattandosi di investimento connesso, ovviamente, al servizio di acquedotto, gli investimenti relativi alle Case dell’Acqua risultano di competenza del gestore del servizio idrico, ovvero del soggetto al quale, a norma dell’art. 150 del codice dell’Ambiente, viene affidato il servizio idrico integrato.
In Italia, infatti, a partire dall’entrata in vigore della Legge Galli (L. n. 36/1994), è stato introdotto il principio della copertura completa dei costi e degli investimenti tramite tariffa; quest’ultima, riscossa dal gestore, viene quindi utilizzata per realizzare tutti gli investimenti del servizio idrico.
Attualmente in Brianza, il gestore unico del servizio è stato individuato nella società Brianzacque che, pertanto, dovrebbe farsi carico degli investimenti relativi alle case dell’Acqua, secondo il provvedimento di affidamento del SII da parte dell’Ato di MB, per altro ritenuto illegittimo da parte dell’AGCM.
Brianzacque incassa direttamente tutta la tariffa, spogliando le patrimoniali del ruolo di gestori e quindi di soggetti preposti alla programmazione degli investimenti, compreso le case dell’acqua.
Per tanto, Brianzacque e tutti i gestori d’Italia devono accantonare obbligatoriamente il 42% della tariffa incassata da parte dei cittadini e investirli.
Le inadempienze di Brianzacque e dell’Ato sono macroscopiche, vergognose, e inaccettabili, come sono inaccettabili i soliti valzer che tendono al palleggio delle responsabilità.
Il tentativo maldestro di Brianzacque di privatizzare le case dell’acqua è miseramente fallito, grazie alle nostre pronte e legittime denunce e questo ennesimo episodio sulle case dell’Acqua dimostra che Brianzacque non è affidabile.
Abbiamo il fondato sospetto che l’atteggiamento dilatorio, volto a ritardare la programmazione e la costruzione delle case dell’acqua, sia dettato dal fatto che il progetto milionario di privatizzazione delle case dell’Acqua, non sia mai stato abbandonato da parte della casta dell’Acqua e quindi il tentativo di ritardare faccia parte di una strategia ben studiata al fine di riproporre quel piano in spregio all’Acqua pubblica.
Costoro devono investire quanto previsto per legge e, che non ci si venga a raccontare favole, di altri e improbabili investimenti,(che ci dimostrino dove finiscono i soldi provenienti dalla tariffa).
Chiediamo a tutti i sindaci della Brianza di farsi promotori di iniziative volte a pretendere la programmazione di investimenti per la costruzione delle case dell’Acqua: è un atto dovuto da parte di chi incassa la tariffa idrica.
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